Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: telesette    08/07/2016    1 recensioni
- Se il suo destino è scritto, morirà - concluse l'uomo, squadrando gli altri con i suoi occhi freddi e taglienti come lame di coltello. - Se però dovesse sopravvivere, in quel caso, vedo con chiarezza che la maledizione lo accompagnerà passo passo!
Detto questo, Grindelwald se ne andò...
Genere: Drammatico, Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alastor Moody, Un po' tutti
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Mentre il treno levava candide nuvolette di fumo verso l'alto, spedito verso Hogwarts come una freccia, Silente rimuginava sul giovane Alastor e su come questi ancora si rifiutasse ostinatamente di bere e di toccare cibo.
Sapeva che la sua infanzia nel mondo dei babbani non doveva essere stata delle più semplici e, a giudicare dallo sfregio in volto, segni e cicatrici dovevano aver inciso profondamente tanto nel corpo quanto nell'anima. Alastor dal canto suo, nonostante fosse preoccupato ed ansioso per la sua amica Eithne, esitava nel rivolgere al suo anziano accompagnatore qualsiasi domanda. Era stato introdotto, suo malgrado, in una realtà per ritrovarsi poi d'un tratto catapultato in un'altra. I nomi dei suoi genitori non significavano niente per lui, il termine 
Auror era solo una parola vuota, per giunta gli era impossibile fidarsi di tutta quella gente che insisteva nel ripetergli che la sua vera natura era effettivamente ciò che i babbani definivano un abominio.
Silente si accese la pipa, stando ben attento a fumare verso il finestrino aperto, incerto se rompere il ghiaccio o meno col ragazzino silenzioso seduto di fronte a lui.
Quando più tardi, nel corridoio, la signora del carrello chiese se il piccolo gradiva qualcosa, Alastor rimase zitto. Silente mise delle monete in mano alla donna, agguantando lesto una confezione di cioccorane, e ringraziò garbatamente. Purtroppo neppure i salti del dolciume incantato parevano scuotere il ragazzo, sempre ingrugnito ed insofferente a tutto, e Silente non sapeva davvero più che inventarsi per attaccare bottone.

- Che ne è stato di Eithne? - domandò Alastor con voce calma ma risoluta.

Silente esitò un attimo prima di rispondere, scegliendo bene le parole da usare, e con calma spiegò al giovane Moody la situazione. In quanto babbana, Eithne era stata curata e ricondotta a Glasgow senza incidenti. I ricordi che ella aveva di Alastor, così come quelli di tutti gli abitanti del paese, erano stati cancellati magicamente: Alastor Moody non era mai stato a Glasgow, il vecchio Andrew McRoy era morto senza aver mai avuto alcun figlio adottivo, e la casa era bruciata in seguito di un gigantesco fulmine che si era abbattuto sul tetto incendiando l'intera struttura...

- Nessuno ricorderà più niente - spiegò Silente. - La legge che vige nel mondo magico ci impone di mantenere segreta ai babbani la nostra esistenza, senza eccezioni, non si poteva agire diversamente!

Alastor strinse il pugno nervosamente.

- Lei era mia amica - mormorò.
- Lo so, lo capisco!
- Mi dica la verità - esclamò Alastor. - Dovrò fingere che tutta la mia infanzia non sia mai esistita?

Silente tacque.

- Nessuno ti obbliga a dimenticare, se sono ricordi importanti per te - osservò. - E' anche vero però che, a volte, dimenticare ciò che si perde è il modo più semplice per smettere di stare male!
- Io non voglio dimenticare - sentenziò Moody. - E non voglio neanche essere un mago, non m'interessa, io voglio solo tornare alla mia casa e alla mia vita!
- Alastor, mi rendo conto che per te sia una situazione tuttaltro che semplice: la morte del tuo genitore adottivo, l'addio alla tua amica, e tutto il resto... Il punto è che tutto quello che accade fa parte di un disegno che non ci è dato conoscere prima che sia completo!

Per circa una mezz'ora, nessuno disse nulla.
La mente di Alastor era piena di dubbi e interrogativi e, per quanto la cosa potesse infastidirlo al momento, l'unico in grado di rispondere alle sue domande era seduto davanti a lui.

- Da piccolo, quando venni trovato, il mio nome era inciso sul retro di un medaglione - sussurrò. - Un oggetto strano, con una frase che non ho mai capito, c'era scritto...
- C'era scritto "Magicae virtute, in Auror virtutem, duos mund protegit": è il motto di Peverell, il fondatore, ed è il passo che richiama agli obblighi morali e al senso di responsabilità di ogni Auror!
- Ma esattamente cos'è un Auror?
- Auror è colui che utilizza la magia contro chi la usa per fare del male, i babbani lo definirebbero un Agente Speciale, ed è un mago "vincolato" a proteggere sia il mondo magico che il mondo normale!
- Due mondi, dunque - Moody cominciava finalmente a capire. - Ma perché vige una legge così severa, per tenere nascosta l'esistenza dei maghi al di fuori del mondo magico?
- Per proteggerci dalle reazioni dei babbani - concluse Silente, con una punta di amarezza nella voce, come se il pensiero gli facesse affiorare alla mente vari ricordi spiacevoli. - Nei secoli, prima e dopo che i babbani istituissero la "caccia" ai maghi e alle streghe, si è perpetrato uno dei più immani genocìdi della Storia; da allora, il Ministero della Magia ha decretato che maghi e babbani debbano vivere entro i rispettivi ambienti, al fine di proteggere quante più vite umane possibili dalle imprevedibili conseguenze generate dalla paura e dal fanatismo!

Moody annuì.
In effetti, a pensarci bene, anche i suoi concittadini di Glasgow avrebbero tanto volentieri inteso bruciarlo vivo. Il mondo dei babbani non aveva mai avuto veramente nulla da offrirgli, salvo poche eccezioni, e il mondo magico era l'unico luogo in grado di accettarlo. Silente intuì facilmente il suo disagio, tanto che d'istinto lo accarezzò affettuosamente per la seconda volta, e in quello stesso momento veniva annunciato che il treno era appena giunto a destinazione.
Silente scese dal vagone, subito seguito dal giovane Moody, e proprio non riuscì a trattenere un sorriso dinanzi all'espressione incrèdula del ragazzo. La vista dell'antico castello di Hogwarts in lontananza, dall'altra parte del lago che ne delimitava le sponde, era troppo per un povero ragazzo di Glasgow per nulla abituato a simili meraviglie.

- Da qui, dovremo proseguire con un battello - spiegò Silente. - Essendo il tuo primo anno, per legge, non possiamo ricorrere a... Alastor, mi stai sentendo?

Giunto dinanzi alla riva del lago, rinfrancato dalle miriadi di pesciolini che vi nuotavano e sguazzavano dentro, Alastor trasse fuori dalla propria bisaccia la sua preziosa fiaschetta e la riempì interamente bevendo così a sazietà. Non avrebbe mai immaginato che l'acqua di lago potesse essere tanto dolce e rinfrescante, specie dopo quasi due giorni che non beveva, e per un paio di minuti buoni continuò ad attingere acqua come un cammello prima di mettersi in viaggio nel deserto.

- Alastor - mormorò Silente stupito. - Non che tu stia facendo nulla di male, anzi, ma troverai tranquillamente da bere e da mangiare anche a Hogwarts e...
- Senza offesa - replicò seccamente il ragazzo, chiudendo la fiaschetta dopo averla riempita fino all'orlo. - Io non bevo e non mangio nulla che mi venga offerto da estranei, è una questione di principio!
- Ah... Beh sì, suppongo che non vi siano problemi, ma... pensi di procurarti il cibo pescando?
- C'è qualche legge che lo vieta?
- In verità, no - sottolineò Silente. - Ma è mio dovere avvertirti che nessuno studente di Hogwarts è mai stato visto "pescare" in queste acque per oltre cinque secoli, mese più mese meno!
- C'è una foresta, però - osservò Alastor cocciutamente. - Sarà consentito perlomeno procurarsi della selvaggina...
- Non agli studenti, temo - puntualizzò ancora Silente. - L'accesso alla Foresta Proibita è consentito solo agli insegnanti e al Custode delle Chiavi e dei Luoghi di Hogwarts!
- D'accordo, d'accordo - tagliò corto Moody, non avendo alcuna intenzione di mettersi a discutere. - Mi arrangerò in qualche modo, non si preoccupi, in ogni caso non sperate di convincermi ad unirmi alla vostra mensa!

Silente si tolse un attimo gli occhiali a mezzaluna, sfregando piano le lenti con un morbido panno di stoffa, prima di sollevare lo sguardo verso il cielo ed emettere un lungo sospiro.

- Dovevo immaginarlo - mormorò. - Suo padre era uguale: dovettero vietare l'accesso nella Foresta agli studenti, solo per impedirgli di attaccar briga con i centauri quando usciva a procurarsi la colazione! 

continua )...

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: telesette