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Autore: Virgo_no_Cinzia98    09/07/2016    1 recensioni
Post Hades e post Soul of Gold, Atena è riuscita a riportare in vita i Cavalieri d'Oro, ma la pace che regna sovrana al Grande Tempio viene ben presto spezzata: il Cavaliere di Artemide giunge al Santuario portando con sé la notizia di una guerra incombente. L'Oracolo di Apollo ha previsto un nuovo conflitto tra divinità, ma resta ancora un'incognita: chi sarà il nemico che Atena e i suoi Cavalieri saranno chiamati ad affrontare? Un altro dubbio però affligge i nostri paladini, l'ambigua Artemide è veramente dalla loro parte come ha dichiarato o cerca solo di sfruttare la loro alleanza? Sta ai nostri valorosi Saint stabilire di chi fidarsi e di chi dubitare. Quale divinità uscirà vincitrice di questo gioco degli Dei?
Genere: Avventura, Drammatico, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Aquarius Camus, Gemini Kanon, Gemini Saga, Nuovo Personaggio, Scorpion Milo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 4 – Al cospetto di Atena

Varcarono la soglia della Tredicesima Casa. Milo, Camus e Mu si schierarono insieme agli altri Cavalieri d’Oro ai lati della Dea. Atena sedeva sul trono posto in fondo alla sala, lo scettro nella mano destra.
- Vieni avanti-
Non era un invito, era un ordine. Anche se conosceva Daphne da poco, Milo aveva la netta impressione che non le piacesse ricevere ordini. La ragazza, infatti, inarcò un sopracciglio in segno di disappunto. Fortuna voleva che Saori fosse troppo lontana per vederlo o avrebbe iniziato a starnazzare per la maleducazione. Daphne obbedì e si fece avanti, camminando imperiosa e lasciando ondeggiare i capelli ramati e il mantello dorato in uno strepitoso effetto scenico da “guarda bene chi sono”. Sì, era decisamente la sorella di Camus. O forse era solo un comportamento legato all’essere francesi. Mmh, bella domanda. Questi erano i veri dilemmi della vita.
I Cavalieri d’oro scrutarono attentamente la ragazza nel mentre che lei avanzava. Milo notò chiaramente Aiolos assumere un’espressione da “Ehi, ma io ti conosco! Aspetta, non eri un ragazzo?”. Saga fissava il pavimento, Kanon, invece, accennò un sorriso sorpreso. Deathmask squadrò Daphne da capo a piedi ghignando. Dohko lanciò una rapida occhiata a Camus come per assicurarsi di non essersi sbagliato. Aiolia e Aldebaran la guardarono curiosi. Shura seguì attentamente i suoi passi. Aphrodite lanciò un sorriso seducente alla ragazza da sopra i petali della rosa rossa che si era portato appresso. Shaka fissava intensamente le sue palpebre, come sempre.
Daphne raggiunse il fondo della sala e si inchinò al cospetto della Dea, senza però inginocchiarsi, come a dire “lo faccio solo per educazione, ma non aspettarti altro”. Saori drizzò la schiena indispettita. Cosa si aspettava? Il baciamano forse?
- Dea Atena, io, Daphne, Cavaliere di Artemide e Custode del Walhalla, vengo al vostro cospetto a nome di due divinità: la Dea Artemide, Signora della Notte  e il Signore di Asgard, Odino.-
- Va avanti- la esortò la Dea
- Come voi saprete, il fratello gemello della mia Signora controlla il famigerato Oracolo di Delfi. Ebbene, questo oracolo ha previsto un nuovo ed imminente scontro tra divinità, ma voi non sarete in grado di vincerlo da sola questa volta. Gli Dei che rappresento vi offrono il loro appoggio in questa guerra incombente, nonostante non si sappia ancora chi sarà il nemico da combattere.-
- Come fai a sapere che non sarò in grado di vincere questa guerra da sola? Ho una schiera di Cavalieri che mi proteggono e combattono per me. Puoi qui vedere schierati i miei guerrieri d’Oro  -
- Oh li vedo benissimo, ma grazie di avermelo ricordato -
Milo trattenne una risata.
- In ogni caso, non sono io a dirlo, ma il Dio Apollo-
- Perché allora Apollo non mi offre anche lui il suo aiuto?- chiese ancora Saori
“Ma è la Dea della Saggezza o no? Per una volta che due divinità non le dichiarano guerra ma le offrono aiuto, decide di comportarsi come una stupida ragazzina. Mah. Però in fin dei conti è una donna, e la psiche delle donne è molto complicata. Non per niente il mio fidanzato è un uomo. Non che la mente di Camus sia semplice… Ma lui viene dalla Francia, è scusato. Tutti i transalpini hanno qualche rotella fuori posto.” pensò Milo
- Apollo non intende schierarsi da nessuna parte, preferisce rimanere neutrale. Per ora questa è la sua decisione - Daphne fece una pausa - In ogni caso non capisco perché non gioiate subito all’idea di avere degli alleati. Capisco che voi siete protetta da una schiera di valorosi Cavalieri, ma non pensate che con un qualche aiuto da parte di altre divinità i vostri guerrieri subirebbero meno perdite?-
“Uh! Questa è proprio da Scorpione. Punta sul vivo Atena!” Tra le righe stava scritto: “visto che non alzate mai il vostro divino fondoschiena per combattere e preferite ripararvi dietro semplici mortali preoccupatevi almeno di diminuire il numero di guerrieri che perdono la vita per proteggervi”
Saori si agitò sullo scranno - Perché non sono qui di persona questi Dei che mi offrono il loro appoggio?-
- Odino deve tenere sotto controllo il suo regno, inoltre è impossibile per lui manifestarsi fisicamente sulla Terra reincarnandosi in un corpo umano. Immagino che i vostri Cavalieri vi abbiano raccontato la difficoltà con cui Lithia, una delle dame di Hilda di Polaris, sia riuscita a incanalare il potere del Dio per breve tempo. Per quanto riguarda Artemide la questione è un po’ più complicata.-
- Odino non può presentarsi fisicamente? Le altre divinità possono, perché lui no?- chiese Dohko, interrompendo il mutismo dei Cavalieri d’Oro
Daphne alzò le spalle - Gli Dei del Nord non camminano su questo mondo da molto tempo, possono esistere solo in dimensioni ultraterrene. La loro voce è l’unica cosa che può raggiungere questa terra. Possono altrimenti usare dei mortali per canalizzare il loro cosmo, come è successo durante lo scontro con Loki, quando Odino ha prestato la sua forza al Cavaliere del Leone tramite il corpo umano di Lithia-
- Eppure Loki era fisicamente su questa terra- constatò il Cavaliere di Libra
- Quello che ha fatto Loki non mi riguarda, lui è il Dio degli Inganni. Io sono qui in vece di Odino e vi riporto ciò che mi è stato detto dalla sua Sacerdotessa-
- E Artemide?- chiese allora Aiolia
- Per poter attingere al suo potere nella sua totalità nel momento in cui ve ne sarà bisogno, Artemide necessita del suo corpo fisico originario-
Atena riprese la parola - Come fece Ade nei Campi Elisi-
Sembrava una cosa semplice. Perché allora Daphne aveva detto che la questione era più complicata?
- E la fregatura dov’è?-  domandò Milo, che non riusciva più a stare zitto
Daphne sospirò - Il corpo della Dea si trova sull’isola di Delo, suo luogo natio-
Anche Kanon parlò  - Non può impossessarsene da sola come fece Ade, vero?-
La ragazza sorrise amara - Per permettere al suo spirito di prendere possesso del suo corpo qualcuno deve prima spezzare il sigillo che lo tiene relegato –
Deathmask rise - Ahahah, chi va a svegliare la Bella Addormentata?-
- Tu non parlerai in questo modo della mia Dea un’altra volta- lo minacciò Daphne
- Altrimenti?-
Si squadrarono per qualche secondo lanciandosi sguardi infuocati, poi qualcuno intervenne.
- Litigare non porta a niente- disse Shaka con voce pacata
Il Cavaliere del Cancro ammutolì, il Cavaliere di Artemide alzò le spalle e distolse lo sguardo. Non conoscendo Shaka, non poteva essere rimasta scioccata da un suo “divino” intervento.
- Comunque il problema non è solo questo - riprese Daphne dopo qualche secondo - Artemide rispetta un voto di castità sin dai tempi più antichi e chiunque tenti di liberare il suo corpo deve rispettare i canoni imposti da quel voto -
- Perché la Dea non ci manda il suo Cavaliere?- chiese Aphrodite facendo ruotare la rosa nella mano, scansando accuratamente le spine.
Daphne aveva tutta l’aria di voler fare un barbecue con i suoi arti, ma trattenne i suoi istinti omicidi.
Atena si sistemò meglio sul trono - Quindi Artemide ha bisogno del mio aiuto -
- Spezzare quel sigillo non richiede altro che una goccia di sangue puro. La mia dea vi sta offrendo il suo appoggio in una guerra per la quale avrebbe potuto dichiararsi neutrale ed in cambio vi chiede solo di aiutarla a liberare il suo corpo - spiegò la ragazza, iniziando a perdere la pazienza
Saori ci pensò su un pochino, poi annuì - Va bene, uno dei miei Cavalieri si recherà all’isola di Delo. Curioso però come il suo unico Cavaliere non possa farlo -
Daphne strinse i pugni rimanendo in silenzio
Atena si compiacque della vittoria e si voltò verso i suoi Cavalieri - I miei guerrieri rispettano questo voto, ne sono sicura -
Si levarono dei bassi mormorii, poi Deathmask scoppiò a ridere - Magari non proprio tutti -
La Dea avvampò, mentre Daphne inarcò le labbra in un ghigno vittorioso. Calò un silenzio imbarazzato, poi Shaka si fece avanti - Mi recherò all’isola, divina Atena, se me ne darete il permesso -
Saori sembrò riprendere a respirare – Certamente Virgo. Ti consiglio di partire il prima possibile-
Il Custode della Sesta Casa si inchinò e lasciò i ranghi, dirigendosi verso l’uscita. Fu fermato dalla voce di Daphne - Sta’ alla larga dal corpo di Apollo, non desidera che la sua forma fisica venga disturbata… E aspetta che si sia levata la luna prima di lasciar cadere il tuo sangue. Questo è tutto ciò che ti necessita sapere.-
Shaka chinò la testa in segno di saluto e raggiunse l’uscita, scomparve poi all’esterno della Tredicesima Casa.
Atena riprese la parola - È tutto?- chiese, rivolta a Daphne
Lei annuì
- Bene. Possiamo sciogliere il consiglio - decretò, alzandosi dal trono
I Cavalieri s’inchinarono e iniziarono a lasciare l’edificio. La Dea si voltò un’ultima volta verso Daphne - Per quanto riguarda l’alloggio…-
- Divina Atena - disse Camus inginocchiandosi - permettetemi di ospitare mia sorella -
Atena fece saettare lo sguardo da Camus a Daphne, poi tornò sull’Acquario  - Certo -
Detto questo si ritirò nelle sue stanze. Milo vide Daphne fare il verso a Saori.
- Non ti piace?- chiese divertito
- Nemmeno un po’-
Lei si voltò verso il fratello - Grazie per l’ospitalità Camus, ma ora devo parlare con una persona -
Scappò via con i capelli e il mantello ondeggianti sulle spalle.
Milo aveva capito da chi stava andando. Per tutta la durata del Consiglio Saga aveva accuratamente evitato lo sguardo di Daphne, mentre lei lo cercava ogni volta che ne aveva l’occasione. Probabilmente gli altri non se n’erano accorti, ma lui captava certe cose come nessuno.
Camus forse non aveva capito appieno - Perché tutta questa furia?-
- Cam, andrà dal suo innamorato, no?-
- Il suo cosa?-
- Secondo te perché gli lanciava occhiate di continuo? E perché Saga non l’ha mai guardata? Devono chiarire qualcosa mi sa…-
- Milo, a cosa alludi?-
- Credo che stanotte non tornerà all’Undicesima Casa per dormire- disse maliziosamente lo Scorpione
Camus, per tutta risposta, si diresse verso l’uscita, Milo al seguito. Quando raggiunsero la casa dell’Acquario Camus si voltò verso il compagno e lo spinse contro una colonna.
- Non hai intenzione di andartene via, vero?-
- Perché?- chiese innocentemente lo Scorpione
- Sai… visto che molto probabilmente mia sorella non torna…- rispose il francese giocando con i ricci dorati del greco, l’armatura che si staccava dal suo corpo e si ricomponeva in un angolo.
Anche Milo si liberò della sua, poi prese in braccio Camus e lo portò in camera da letto - Ragazzaccio che non sei altro -
***
Daphne raggiunse finalmente la Casa dei Gemelli. Aveva fatto le scale di corsa, menomale erano in discesa. Scorse Saga appoggiato ad una colonna intento a fissare il firmamento. Era un po’ più alto di quando… di quando l’aveva visto l’ultima volta. I capelli erano un po’ più lunghi, ma gli occhi, il profilo del naso, la postura… era sempre il suo Saga. La scia di emozioni che captava però era molto diversa, un grande peso sembrava affliggerlo. Daphne sapeva cosa era successo durante quei lunghissimi anni di separazione, ma non per questo i sentimenti che provava per lui erano cambiati. Lei lo amava ancora, niente avrebbe potuto impedirlo. Gli si avvicinò silenziosamente - Ti sei dato al birdwatching?-
Lui si voltò, ma non la guardò negli occhi – Daphne - mormorò
Lei fece un altro passo verso di lui – Guardami - gli ordinò
Il Cavaliere dei Gemelli alzò lo sguardo riluttante.
- Perché evitavi il mio sguardo, Saga?-
- Tu non sai quello che ho fatto- disse con voce carica di rammarico
- Sì, invece-
- Perché allora sei qui? Sono un mostro-
Daphne gli prese una mano - No che non lo sei-
- Invece sì. Ho rinchiuso mio fratello in una prigione. Ho quasi ucciso la mia Dea. Ho ordinato l’esecuzione del mio migliore amico. Ho causato la morte di quattro Cavalieri d’Oro mentre cinque Cavalieri di Bronzo tentavano di salvare Atena. Sono tornato come Spectre e ho usato l’Urlo di Atena, il colpo proibito, per ben due volte contro i miei vecchi compagni d’armi -
La ragazza carezzò il viso del suo uomo - Per quel che mi risulta tu ti sei ucciso quando hai ripreso possesso del tuo corpo, prendendo il sopravvento sul tuo lato malvagio evitando così il rischio di causare altri danni. Sei tornato come Spectre e hai usato il colpo proibito per poter risvegliare l’armatura divina di Atena e mettere la Dea nelle condizioni di combattere alla pari contro Ade. Ti sei sacrificato insieme agli altri Cavalieri d’Oro per abbattere il muro del Lamento. Hai accettato di buon grado il compito che Odino aveva affidato a te e agli altri Cavalieri d’Oro, sconfiggendo Loki. Per come la vedo io, hai riscattato appieno le tue colpe.-
Lui sospirò - Non sono riuscito a salvare te-
Daphne scosse la testa - Quello non è stata colpa tua, se io non mi fossi distratta… Avrei dovuto tenere d’occhio entrambe le manticore, non concentrarmi su una sola-
- Se fossi arrivato prima…-
- Tu non c’entri, Saga.- scandì la francese
- Perdonami- implorò lui, con gli occhi che diventavano lucidi – Ho anche causato la morte di tuo fratello, ti avevo promesso…-
Lei sospirò - Non devo perdonarti niente-
- E allora perché sto così male? Mi sento indegno di essere tornato in vita.-
- Parli a una che ha ucciso la propria famiglia- gli ricordò lei amara
Saga la guardò - Come hai fatto ad andare avanti?-
- Mi sono perdonata- spiegò - Non è stato semplice all’inizio. Ma non potevo abbandonarmi al dolore e ai sensi di colpa. Devi farlo anche tu, Saga. Perdona te stesso.-
- Non ci riesco- singhiozzò
- Anch’io non ci riuscivo. Non mi sono mai perdonata completamente finché non sentii che stavo per morire. Mi sembrava una giusta punizione, la mia pena da scontare per i miei crimini. Ora sono in pace con me stessa. Tu ti sei già riscattato, Saga-
Lui la guardò
Daphne gli carezzò ancora una volta il volto - I tuoi sacrifici per salvare la tua Dea e per difendere l’umanità hanno già cancellato i tuoi peccati. Tu sei vivo perché te lo meriti. Sei qui perché Atena ha bisogno di Cavalieri forti e valorosi come te.-
Finalmente Saga accennò un sorriso - E tu perché sei qui?-
- Perché ti amo- rispose la ragazza prima di baciarlo con passione.
Quanto gli erano mancate quelle labbra. Cinse il suo collo con le braccia mentre Saga l’abbracciava forte. Sentire di nuovo il suo corpo così vicino la fece rabbrividire, gli era mancato così tanto. Non voleva aspettare altro tempo. Nemmeno Saga voleva, perché la condusse dentro la Terza Casa dirigendosi verso gli alloggi privati.
“Artemide non sa cosa si perde” pensò Daphne quella notte, mentre ascoltava il battito del cuore di Saga con la testa poggiata sul suo petto. Chiuse gli occhi, lasciandosi cullare dal ritmo del respiro del suo uomo.

Qualche casa più su, per esattezza l’Undicesima, un altro guerriero era preda di profondi ragionamenti.
- Secondo te… - iniziò Milo attorcigliando una ciocca di capelli rossi intorno al dito -… oltre a Shaka, c’era qualche altro Cavaliere casto e puro?-
Camus sbuffò - Cosa vuoi che ne sappia? Non mi impiccio degli affari altrui come te-
- Io?- chiese con aria innocente il greco
- Sì, tu. E adesso dormi Milo -
- Vuoi già dormire?- domandò con un sorriso sornione
Il Cavaliere dell’Acquario non si fece corrompere - Mia la casa, mie le regole-
Milo continuò a sorridere. Sapeva come far cedere il dominatore dei ghiacci, infatti non aveva intenzione di dargliela vinta tanto facilmente. Lasciò vagare la mano sotto le lenzuola e ben presto la sua teoria fu confermata.
- Chi era il ragazzaccio?- chiese Camus
Lo Scorpione lo zittì con un bacio, poi partì all’attacco.

Nota dell’autrice: non so se s’è capito, ma Saorina mi sta un pochino sul…la strada, possibilmente con un tir sopra. Comunque questo è il quarto capitolo, fatemi sapere cosa ne pensate! ^-^
   
 
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