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Autore: Betta3x9    09/07/2016    1 recensioni
Raccolta di one-short per la bingo challenge del gruppo WCCS.
Sono tutte GEN, ma, volendo, possono anche essere lette in chiave wincest, su vostra interpretazione.
*
{Non lo faresti per tuo fratello?}
Genere: Commedia, Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dean Winchester, Sam Winchester
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più stagioni, Contesto generale/vago
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"Credo che potremo essere sposati", dice l'uomo alto di cui non conosce il nome, osservando la stanza di motel in cui si sono svegliati senza nessun ricordo di chi siano o di come abbiano fatto ad arrivarci.
"Senza offesa, sono sicuro tu sia un ragazzo decente, ma non mi sento sposato", lo interrompe. "Nè gay", aggiunge, dopo un momento di ripensamento.
"Bhè, spiegami perché ci siamo svegliati nello stesso letto, allora", dice l'altro, l'espressione del viso piegata nella bitch face più convincente che abbia mai visto. Non che ricordi di averne viste molte, in effetti. O nessuna.
"Magari non ci conosciamo nemmeno. Magari ci siamo incontrati ieri sera in un bar", dice, ma non suona giusto. E' come se il pensiero di essere un estraneo per quest'uomo sia completamente sbagliato. "Non ho nessun anello, genio. E tu?", aggiunge, cercando di mettere a tacere la sensazione di malessere allo stomaco.
"I vestiti sono di taglie diverse. Credo che siamo in viaggio insieme", dice l'altro, impegnato a frugare nelle borse consunte. "Magari siamo solo fidanzati", aggiunge, scrollando le spalle.
Sta per chiedergli perché sia così convinto che stiano insieme, quando il suo compagno di amnesia tira fuori qualcosa di decisamente inaspettato da una delle sacche.
"Whoah", esclama, alla vista del fucile a canne mozze.
L'altro, come fosse un gesto abituale, controlla il caricatore e con un gesto secco, lo rimette nuovamente insieme.
"E' carico"
"Come sapevi come usarlo?", gli chiede.
Lo spilungone (- no, spilungone non suona giusto, pensa. L'uomo è alto, ma è anche massiccio, come un maledetto Sasquatch) sembra sopreso, come se avesse agito senza pensarci.
"E' come se avessimo mantenuto le nostre abilità. Penso sia memoria muscolare"
"Ehi, ehi, frena! Intendi dire che siamo dei fuori legge? Alla Bonnie e Clyde?"
Sasquatch fa scorrere lo sguardo sul letto matrimoniale al centro della stanza minuscola. "Sì, forse proprio alla Bonnie e Clyde"

 

 

 

Il bar è un bar come qualsiasi altro bar di un paesino sperduto nel mezzo dell'America, con la musica troppo forte e il bancone appiccicoso.
Si siede sul primo sgabello libero e pensa a cosa ordinare (in tasca ha quattro bancomat, ognuno con un nome diverso sopra. Si chiede se uno di questi sia il suo. Probabilmente no)
"Di nuovo qui, dolcezza?", gli chiede la barista, sorprendendolo.
"Non riuscivo a stare lontano da te", dice, flirtando come se fosse una seconda natura, senza avere idea di chi sia la ragazza.
"Lo stesso di ieri?"
"Grazie", annuisce, sollevato nel non dover cercare di indovinare cosa gli piaccia.
"Stasera sei solo?"
"Avevo compagnia l'ultima volta?", chiede, prima di riuscire a fermarsi.
Lo sguardo confuso che accoglie la sua risposta, per un attimo, lo lascia alla disperata ricerca di una scusa. "Credo di aver bevuto troppo, ieri", prosegue, dopo un momento. La ragazza annuisce, comprensiva.
"Bhè, sì, sembravi reggere bene i drink, ma pare che non sia così. Comunque, parlavo di quell'uomo che era seduto con te", dice, scrollando le spalle e rivolgendo la sua attenzione ai bicchieri da riempire.
"L'ho incontrato qui al bar?"
"Ma no, siete entrati insieme! Sembravate conoscervi" -
 Oh eccoci, pensa
"- Capelli castani, modi educati. Era un tipo molto alto!"

 

 

 

"Prima di andarcene in giro, dovremo controllare di non essere ricercati dalla polizia!", dice l'altro, appena apre la porta della loro stanza.
"Tranquillo, Sasquatch, la barista mi ha riconosciuto. Apparentemente, ieri siamo andati a berci un drink insieme"
Per un attimo, l'altro non risponde. E poi - "Forse dovremo sceglierci dei nomi. Tanto per non fare confusione. Finché non ricorderemo i nostri".
Il "semmai li ricorderemo" non viene detto, ma è quasi come se entrabi potessero sentirne il peso.
"Puoi sempre sceglierne uno qualsiasi di quelli sulle carte di credito. Hai ampia scelta", dice, scrollando le spalle. "Vado a fare una doccia", aggiunge, gettando sulla sedia la giacca.
L'altro rimane in silenzio.

 

 


Quella sera, il letto matrimoniale crea qualche imbarazzo.

Il materasso è abbastanza grande perché due uomini adulti possano dormire comodamente senza toccarsi; eppure, è quasi dolorosamente consapevole della presenza dell'altro al proprio fianco.
E' strano condividere un gesto così intimo come quello di dormire nello stesso letto, con un perfetto sconosciuto.
... Anche se "sconosciuto" non è esattamente la parola giusta. Non sa chi sia quest'uomo - non esattamente - ma la sua stessa presenza gli provoca una sensazione quasi viscerale di sicurezza. C'è qualcosa nella sua figura che grida casa e - famiglia - ma è come cercare inutilmente di richiamare alla memoria qualcosa che conosce, ma che non riesce a ricordare. E' frustrante.
Il respiro del suo compagno è leggero e regolare, come se cercasse di rilassarsi, ma è chiaro che non stia ancora dormendo.
E' quasi come se la figura solida dell'altro lo ancorasse alla realtà - vorrebbe chiedergli se anche lui abbia quest'impressione o se sia l'unico - ma l'uomo ha detto "penso che potremo essere sposati", e forse stava parlando proprio di questo. Chi siamo e, soprattutto, cosa siamo l'uno per l'altro, vorrebbe chiedergli, ma sarebbe inutile, perché l'uomo al suo fianco non ha più risposte di quante ne abbia lui.

Chiude gli occhi e cerca di dormire. Passa molto tempo prima che riesca a prendere sonno.

 

 

 

 


La mattina dopo, Dean apre gli occhi e la prima cosa a cui pensa è la pendola maledetta del vecchio Joe che abita a due isolati di distanza.

Sente il materasso spostarsi sotto il peso di Sam. "Buongiorno", dice, cautamente.
Suo fratello biascica qualcosa che potrebbe essere un buongiorno e tira a sé tutte le coperte. Dean lo lascia fare, ripensando a quando, due giorni prima, si erano ritrovati costretti a dover prendere la stanza matrimoniale perché il motel del paesino nel bel mezzo del nulla era a corto di doppie.

"Sam?"
Riesce a distinguere l'esatto momento in cui suo fratello si sveglia del tutto e ricorda - può sentirlo bloccarsi, trattenendo il respiro.
"Dean, io - "
"No, è okay, Sammy", dice, fingendo indifferenza. "Voglio dire, non ci somigliamo molto e questo - questa - cosa che abbiamo tra noi può essere stata abbastanza - sai, no? Può capitare di scambiarla - scambiarla per - "
"Sì", dice suo fratello, interrompendolo.
"Credo", inizia Dean lentamente, "Credo che potremo... Non parlane più? Non è stato fatto nessun - nessun danno. Credo che potremo scordarci di questo - incidente. Eh, che ne dici, Sammy?", anziché sicura e autoritaria, la frase suona quasi implorante. Dean serra la mascella infastidito e cerca di dissimulare il battito impazzito.
"Sì, certo... Naturalmente", borbotta Sam, piano.
"Bene", anniusce Dean, "Bene. Credo che dovremo - "
"La caccia, sì. La maledizione"
"Sì. E' ora - andiamo, Sammy", dice Dean, sedendosi sulla sponda del letto e chinandosi a raccogliere i calzini.

 

   
 
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