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Autore: nikita82roma    10/07/2016    5 recensioni
Un mese dopo la sparatoria al loft Kate riprende finalmente conoscenza. Ma lei e Rick dovranno ricominciare tutto da capo nel modo più imprevisto e difficile, con un evento che metterà a dura prova il loro rapporto e dovranno ricostruire il loro "Always", ancora una volta. Ma Rick avrebbe fatto tutto per lei, per loro, per riprendersi la loro vita e non avrebbe più permesso a niente e nessuno di separarli.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kate Beckett, Rick Castle | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Nel futuro
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Always Together'
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Si svegliarono con il rumore della pioggia che picchiettava sui vetri. Si sentivano ancora stravolti per la notte appena trascorsa, non solo fisicamente ma soprattutto emotivamente e sembrava che avessero stravolto anche tutto quello che avevano intorno, a cominciare dal cielo. 
- Stai bene? - Le chiese Rick con la voce ancora impastata dal sonno, vedendola rigirarsi tra le lenzuola sfatte, impregnate di loro. Lei si voltò verso di lui, aveva il ciuffo sfatto e i capelli gli ricadevano sulla fronte. Glieli sistemò facendogli quasi una frangetta, gli sembrò adorabile.
- Sto molto bene Castle.
- Anche io sto molto bene Kate.

Era tardi anche quella mattina, ma fuori non sembrava quasi giorno, erano avvolti da uno di quei temporali estivi che faceva sembrare, al di là dai vetri, che fossero in pieno novembre, con il vento più forte del solito che piegava gli alberi intorno alla villa, faceva vibrare forte le tende esterne e sibilava tra le colonne del portico. 

Nonostante tutto a Kate piaceva. Aveva raccolto la camicia di Rick a terra, se l'era infilata abbottonandosi solo un paio di bottoni, ed era andata verso la finestra a guardare fuori. Aveva appoggiato i gomiti sul davanzale interno lasciando sporgere dalla camicia il suo fondoschiena nudo che Castle non poteva fare a meno di ammirare. Sapeva che lui era sveglio e la stava guardando e adesso le piaceva sentire il suo sguardo su di se. 
Aveva avuto tutto quello che restava della notte per pensare a cosa era accaduto realmente dentro di lei quando aveva rotto gli argini della sua vulnerabilità donandosi a lui senza riserve. Non lo aveva ancora capito, sapeva solo che aveva voluto lui per tutta la notte e lo avrebbe voluto ancora.
Se c'era una cosa che a Rick era sembrata subito palese era come Kate avesse finalmente ripreso possesso e consapevolezza di se e del suo corpo. Non lo temeva, non ne aveva più paura, aveva capito il potere che esercitava su di lui e stava imparando ad usarlo di nuovo con disinvoltura, come aveva sempre fatto.
Si era alzato e l'aveva raggiunta senza preoccuparsi di rivestirsi. Le spostò i capelli per scoprire il collo e riprendere a baciarlo come gli piaceva tanto fare.
- Mi era mancato tanto anche questo sai Beckett?
- Il maltempo? - ironizzò lei
- No, il vederti con le mie camice dopo. Stanno decisamente meglio a te.
- Ne hai molte da farmi mettere? - gli chiese provocatoria
- Sì, ma posso ordinarle e farmene portare quante ne vuoi se non ti bastano. - rispose continuando a baciarla lascivo. - Però ti preferisco sempre senza. 

Il tono di Kate poi cambiò
- Mi piace la pioggia - disse osservando fuori dal vetro le gocce che cadevano violente e fitte
- Lo so. - Castle intrufolò le mani sotto la camicia di lei per sentire la pelle morbida, accarezzandole dolcemente la pancia. Si sentiva più libero adesso di compiere certi gesti, certo che lei non lo vedeva più come un intruso che invadeva il suo spazio anche se ancora si trovava a vivere delle strane sensazioni, quasi si sentisse in soggezione davanti a quella piccola vita che cresceva in lei, sentiva come se non avessero ancora raggiunto a pieno un grado di intimità e complicità tale da parlarne sempre liberamente.
- Già tu sai tutto di me... Più di me stessa. - Quella di Kate era un’amara considerazione. Certamente Castle conosceva molte cose di lei, di quella che era diventata e di come era cambiata, molto meglio di lei stessa e presumeva che anche del suo passato lui ormai sapesse molto, se non tutto. Alcune volte si chiedeva se avesse senso parlargli ancora di se stessa convinta che Rick sapesse spesso esattamente cosa le passava per la testa, analizzando solo le sue reazioni, ma si stupiva quando lui, in quelle che erano magari piccole cose del quotidiano le diceva di non conoscere quelle cose di lei, quelle che Kate dava per scontato che lui conoscesse e si chiedeva, perché invece non gliene aveva mai parlato. Perché non gli aveva mai detto che era il suo scrittore preferito o quanto l’avevano aiutata i suoi libri dopo la morte di sua madre, ad esempio? In quel momento le sarebbe piaciuto potersi rispondere più a queste domande che ricordare avvenimenti del suo passato persi nella memoria.
- No Kate... Tu sei il mistero che non smetterò mai di voler comprendere. So quello che tu mi hai voluto lasciar scoprire, ma devo scoprire ancora tanto di te. 
- Sai perché mi piace la pioggia?
- Perché potevi uscire e piangere senza che nessuno se ne accorgesse.
- Te l'ho detto io?
- No, ma sarebbe una cosa da te. Ho indovinato?
- Sì... - Gli occhi di Kate di velarono di tristezza e lacrime pronte ad uscire, ma Castle non voleva permetterlo.
- Anche a me oggi piace la pioggia - le disse serio
- Oggi?
- Sì, oggi. Sai perché?
- No...
- Perchè è una splendida scusa per non alzarci dal letto per tutto il giorno e continuare a fare quello che abbiamo fatto per gran parte della notte.
- Tra noi è stato sempre così?
- Beh diciamo che quelle volte, troppo poche per i miei gusti, in cui eravamo entrambi liberi e soli, sì, era più o meno sempre così. Io te ed il nostro letto o divano o quello che era. - la voce di Rick era calda s profonda e non lasciava molto all'immaginazione di cosa volesse.
- Ok... Ci piace divertirci - sorrise arrossendo un po' avvicinandosi ancora di più al vetro per sfuggire almeno in parte ai suoi baci che non la facevano ragionare molto - ma è sempre così... Intenso?
- Beckett non hai mai protestato! - rise Castle - Anzi spesso hai chiesto il bis apprezzando molto tutte le specialità della casa. Quindi penso che sì, è sempre così.ù
- Non sei molto modesto eh!
- Dovrei esserlo? - Kate si voltò e gli allacciò le braccia dietro al collo strusciando il bacino contro il suo, risvegliando desideri mai del tutto sopiti.
- No Castle, direi proprio di no... 
Lo fece indietreggiare fino a raggiungere di nuovo il letto. Quando Rick sentì sbattere le gambe sul materasso si lasciò cadere mentre guardava Kate in piedi davanti a lui che sbottonava lentamente la camicia che tornò a breve nel posto più naturale dove doveva stare: per terra.
Si mise a cavalcioni su di lui, raccolse i capelli e li spostò sul lato sinistro del collo facendoli ricadere davanti andando a lambire il seno.
Castle la guardava ergersi su di lui come una dea, allungò le mani sul suo corpo avvolgendo i seni nei suoi palmi meravigliandosi ancora di come le sue forme stavano cambiando. Ondeggiò meticolosamente su di lui sorridendogli quasi in segno di sfida.
- Dio Kate... - Ansimò Rick troppo sensibile alla vista e al calore del corpo di sua moglie.

Kate si sollevò appena per poi ricadere su di lui che la aspettava pronto a perdersi in lei e si muoveva volutamente piano sul corpo del suo scrittore, che non aveva più nemmeno una parola a disposizione nella sua mente.
La vedeva danzare con la testa reclinata e la schiena inarcata che vibrava di piacere e Kate poteva sentire il centro del mondo che era il centro di se stessa piena di lui.
Era lei ora che conduceva il gioco alternando i movimenti fin troppo lenti, che facevano lamentare Castle, ad altri che erano pieni di sussulti di vita. Si concesse non solo fisicamente, senza alcuna reticenza. Le piaceva provocarlo, passandosi le mani tra i capelli e la lingua ad umettarsi labbra. Rick la lasciò fare fino a quando non sopportò più quella lenta tortura e sollevò la schiena, per raggiungerla e cingerla tra le sue braccia, per avere i loro corpi più vicini, come se quella vicinanza intima non bastasse e volesse tutto il corpo di lei sul proprio. Poi Castle si allontanava ancora, per guardarla meglio, e godere di lei anche solo con gli occhi nella visione di quel corpo di un angelo lussurioso. 
Ora era lui a sostenerla e a scandire il ritmo del loro piacere avanzando e ritraendosi da lei, come le onde di quell’oceano in tempesta che era lì fuori dalle loro finestre e allo stesso modo di quello la investiva di se.
Quando la abbracciò di nuovo le unghie di lei percorsero la sua schiena ampia muscolosa, imperlata dal suo sudore, tracciando delle sottili linee sulla sua carne nel momento in cui arrivò al punto di non ritorno, per poi abbandonarsi tra le sue braccia tremante mentre lui la stringeva e impetuosamente aumentava i suoi movimenti, prolungando il piacere di lei ed accelerando il proprio fino a quando non si placò in lei mentre avidamente baciava, mordeva e suggeva il suo collo, stimolando ancora i sensi squassati di Kate.
Beckett aveva cominciato quel gioco di seduzione con l'intento di far bruciare Castle dalla passione ma fu lei, ancora una volta, a rimanere ustionata da lui.

Appena ripresero fiato scostarono i loro toraci solo la distanza necessaria per guardarsi negli occhi mentre le loro gambe erano ancora un groviglio con il resto dei loro corpi. Si sorrisero. Castle andò a togliere i capelli dal volto di Kate e la baciò teneramente sulle labbra, mentre con le mani le teneva fermo il viso. Si sorrisero ancora.
- Che c’è? - Le chiese Castle
- Sono felice Rick.
- Felice o appagata?
- Entrambe.
La fece alzare da sopra di se, sollevandola di peso e facendola sdraiare. Prima di prendere il lenzuolo per coprirla le accarezzò ancora una volta dolcemente il ventre.
- Credo che lo abbiamo fatto ballare un po’ troppo nelle ultime ore 
- Ho letto che se la mamma è felice è felice anche il bambino. Quindi credo che sia stato molto felice nelle ultime ore, Castle.
- Da quando in qua leggi di sesso, gravidanza e bambini?
- Da quando sono incinta e c’è un uomo molto provocante che mi ronza intorno.
- Molto provocante dici eh? Vorrei sapere che razza di uomini frequenti Beckett! - Le disse mentre con una mano andava ad accarezzarla con la punta delle dita nell’interno coscia.
- Dai Castle… Ti prego - Lui sghignazzando ritrasse la mano
- Nelle tue letture hai trovato anche che dopo l’attività fisica è meglio nutrirsi in modo adeguato? Dovresti mangiare qualcosa.
- Non ho fame adesso. Perché non vieni qui e ti sdrai un po’ vicino a me?
- Solo se prometti di non abusare di nuovo di me! - Disse lui fintamente risentito
- Non te lo posso promettere questo… - Gli rispose maliziosamente.

Si misero ognuno nella propria parte di letto, sfiorandosi le mani lasciate al centro. 
Kate pensò che infondo innamorarsi era stato facile, era stata una bomba che non aveva voluto disinnescare. Quello che la spaventava, che le faceva realmente paura era amare. Perché amare era difficile, amare era impegnativo e implicava mettere in gioco tutto se stessi tutti i giorni, camminare su un filo teso tra due grattacieli senza senza corda di sicurezza. Per amare bisognava sempre essere in due e remare costantemente insieme.
Lei per ora sapeva solo di essersi innamorata, non voleva dirsi di più.
Si era innamorata di tutte quelle cose di lui che le davano sicurezza: la sicurezza della sua presenza, del saperla far ridere, dell'amarla mentalmente ed anche fisicamente. Le sembrava che il corpo di Castle fosse stato creato appositamente per accoglierla e fondersi con il suo.
Si era innamorata delle sue labbra che le lambivano il collo, delle braccia che la cingevano forti, degli occhi che la guardavano adoranti, della sua voce quando chiamava la chiamava in preda al piacere.

- Sai Castle, penso che potrei veramente amarti
Lo sussurro appena tra le labbra, un segreto raccolto dalle mura di quella stanza. Rick si era addormentato esausto e non sentì mai quella dichiarazione di Kate che se fosse stato sveglio non avrebbe avuto il coraggio di fargli.

Lo lasciò dormire e andò a farsi una doccia. Mentre si insaponava e passava le mani sul proprio corpo se chiudeva gli occhi immaginava di sentirsi quelle di lui e scoprì che la sua pelle era rimasta ancora estremamente sensibile al tatto. Un brivido le percorse la schiena ed abbassò la temperatura dell’acqua nella speranza che il getto più freddo la distogliesse da quei pensieri.
Pensava a come nelle ultime dodici ore Richard Castle fosse entrato dentro di lei, letteralmente si disse e rise da sola del suo pensiero, ed avesse stravolto la sua vita più di quanto non avesse già fatto in precedenza, cambiando molte delle sue convinzioni e la percezione delle cose e di quello che stava vivendo.
L’acqua fresca che scivolava sulla pelle le dava una sensazione di benessere e le donava nuovo vigore. Era incredibile come non si sentisse stanca nonostante nelle ultime ore si fosse riposata ben poco. Però aveva ragione Castle, doveva mangiare, cominciava a sentire il suo stomaco brontolare. Chiuse l’acqua dopo essersi concessa ancora per qualche secondo il getto potente sulle spalle, si avvolse in uno dei morbidi accappatoio e  fece lo stesso con i capelli in un grande asciugamano. Prese dall’armadio una delle magliette di Rick e un paio di shorts ed andò direttamente a vestirsi al piano inferiore, pensando a cosa potesse mangiare.

Era primo pomeriggio, non aveva ancora mangiato nulla. Si era incantata nuovamente a guardare la pioggia scendere: per quel che ricordava non aveva mai smesso da quando si era svegliata. Rick ancora dormiva, decise di andare in cucina e prese della frutta che mangiò comodamente sul divano. Pensò che quella casa doveva essere molto bella ed accogliente anche fuori stagione. Si immaginò lì avvolta in qualche calda coperta, con il camino acceso e Castle vicino a lei che le accarezzava la pancia ormai molto più ingombrante, una zuppa ai cereali fumante, una fetta di torta calda e una cioccolata con panna. Loro due a parlare del loro futuro e poi si vide ancora dopo, con un piccolo bambino con tanti capelli come Castle avvolto in quella copertina bianca che lui le aveva regalato che le dormiva in braccio mentre era appoggiata al petto del suo scrittore che li abbracciava entrambi. Era questa l’idea di vita che immaginava nel suo futuro e si ritrovò a sorridere ed accarezzarsi dolcemente il ventre. Era un’idea così bella che si commosse a pensarci e ne ebbe paura. Le cose belle nella sua vita erano sempre state destinate a sparire e ne era la prova che era sparita anche tutta la sua vita con Rick. Si mortificava per non riuscire mai a godere a pieno di nulla senza che i suoi pensieri nefasti tornassero a turbarla. Perché doveva essere così difficile per lei essere felice? Perché non poteva solamente lasciarsi la libertà di sognare senza che la sua realtà arrivasse a distruggerla anche un solo pensiero felice? Perché non poteva sperare come tutti che prima o poi anche per lei ci sarebbe stata un po’ di serenità. In fondo pensava di meritarsela ed era quello che voleva per il suo bambino: una famiglia felice dove poter crescere lieto. 

- Vedo che i miei vestiti ti piacciono - le disse Rick appena scese vedendola con la sua tshirt sul divano
- Sono molto comode - gli sorrise Kate.
- Hai mangiato?
- Solo un po’ di frutta - disse sfuggendo lo sguardo dai suoi occhi e dalla sua espressione di biasimo.
- Ok, vado a preparare qualcosa che ti dia un po’ più di energia… 

- Stai facendo i pancakes? - Chiese Kate prendendo con un dito della Nutella da un barattolo aperto. Era stata attirata in cucina dal dolce profumo che aveva riempito la casa
- Sì! Sai cosa dice Esposito, vero? - Castle girava le frittelle adagiandole poi su un grande vassoio
- Veramente no!
- Che sono il miglior modo per ringraziare dopo una notte di sesso appagante. - Rispose Rick estremamente orgoglioso
- Punto primo non è stata solo una notte, punto secondo non è ora per i pancakes. - Puntualizzo Kate
- Hai voglia di pancakes, Beckett?
- Sì ma…
- Allora se hai voglia è l’ora giusta per i pancakes, fine della discussione. Ora mettiti lì seduta ed aspetta che te li porto. 
- Pensi di farli per tutti gli Hamptons Castle? - Chiese vedendo il vassoio che strabordava
- Aspetta e vedrai!

Castle portò quattro piatti con diversi tipi di pancakes: classici con sciroppo d’acero, Nutella, Mashmallows e granella di nocciole, crema alla vaniglia e frutti di bosco.
Kate sorrise e cominciò a mangiare quello classico sotto lo sguardo soddisfatto di Rick che invece prese una generosa porzione con i mashmallows. 
- Se mi ingrasserò troppo e diventerò come una balena sarà solo colpa tua Castle!
- Non ti preoccupare Beckett, lo sai anche tu adesso che tra di noi l’unica balena sono io e ti aiuterò a mantenerti in forma con tanta attività fisica estremamente soddisfacente.
- Mi chiedo come ho fatto a sopportarti per otto anni Castle…
- Perché sono estremamente soddisfacente, ovvio! - Disse mangiando quelli alla Nutella
- Taci Castle! E lascia un po’ di quei pancakes anche a me!
- Senti Kate... Quello che è successo stanotte... e prima...
- Rick, sul serio ne vuoi parlare? Adesso? - Chiese Beckett stupita addentando un'altra forchettata di dolce mentre Rick semplicemente annuì con la testa - Ok... vai avanti.
- Dicevo... Quello che è successo, per me è stato importante, molto importante.
- Certo che è stato importante Rick... Cosa pensi che vado a letto con il primo che capita?
- No, certo che no Kate! - si affrettò a giustificarsi - Ma ecco, vedi... Per me non è stato "andare a letto", non è stato sesso, non solo... Capisci che voglio dire?
Kate si pulì la bocca, allontanò il piatto e bevve un bichiere d'acqua prendendo tempo. Sperava di non dover arrivare a quel punto della discussione.
- Sì, Rick lo capisco.
- Spero che anche per te non sia stato solo quello.
- E' importante per te che non lo sia stato?
- Sì, sarebbe molto importante. 
- Nemmeno per me è stato solo quello, Rick. Ma ti prego, non mi chiedere cosa è stato di più, perchè adesso non saprei spiegartelo. - Non fu sincera con lui fino in fondo, ma non era pronta a dirgli di più, anche se aveva paura che potesse fargli male sentirla parlare così. Gli prese una mano, stringendola sotto la sua. - Rick per me sei importante e non per la situazione, ma perchè sei te. Mi rendi felice, molto felice e mi fai stare bene. E' una cosa che non mi era mai capitata. Però ti prego, non chiedermi di più, non adesso. Non ancora.
- Va bene Kate. Ci tenevo solo a fartelo sapere. Perchè se fosse diverso, non so se lo sopporterei. - Disse amaramente Castle.
- Credimi Rick e fidati di quello che ti dico. So che ti chiedo tanto, molto più di quello che dovrei e che posso meritarmi. - Non voleva vederlo triste, non dopo quello che avevano vissuto insieme che sembrava la causa, invece, della sua tristezza. - Non voglio che rovini quello che c'è stato tra noi con quel viso triste, perchè se ci ripenso, tutto provo tranne che tristezza. Ti prego Rick...
- Va bene Beckett. Niente tristezza e niente pressioni. Però finisci l'ultimo boccone di pancakes almeno! - Le regalò un sorriso che Kate non capì quanto fosse sincero e quanto si fosse sforzato per farlo. Avrebbe voluto ripetergli in quel momento quello che gli aveva detto prima quando dormiva, ma non trovò il coraggio di dirlo prima di tutto a se stessa, così gli sorrise ri rimando, finendo quanto aveva ancora nel piatto.

Dopo che Rick aveva cucinato per lei, Kate si impose per sistemare lei la cucina, mentre Castle la aspettava sul divano per vedere un film insieme. Lo trovò, invece, intento a scrivere al computer.
Gli si sedette vicino accarezzandogli i capelli.
- Le ultime ore ti hanno ispirato per qualche incontro ravvicinato tra Heat e Rook? 
Rick inviò l’ultima e mail che stava scrivendo, chiuse il portatile e lo mise sul tavolino davanti a loro. La prese e la fece sedere sulle sue gambe, appoggiandosi allo schienale del divano e trascinando lei con se.
- Quello che succede tra di noi, rimane tra di noi. Non lo leggerà mai nessuno. È mio e tuo e basta. - Le disse con voce così seria e profonda che Kate trovò estremamente eccitante - Comunque no, stavo rispondendo al mio editore. Mi ha detto che sono in lizza per vincere un premio.
- Che premio?
- Edgar Award, miglior libro giallo dell’anno. Dice anche che sono tra i favoriti per il miglior scrittore.
- Vedo il tuo ego espandersi per tutti gli Hamptons Richard Castle! Sei contento?
- Se vincessi sì, ovviamente però…
- Però? 
- Però la cerimonia si è sempre svolta a New York, invece quest’anno hanno deciso di farla a Boston, la città natale di Poe.
- E allora?
- Mi hanno chiesto se posso fare già che vado lì un paio di giorni di promozione del libro e partecipare ad un party.
- Qual è il problema Rick?
- Che non mi va di lasciarti per 3 o 4 giorni. Vieni con me?
- Non credo sia una buona idea. Poi tu sarai impegnato ed io non penso che reggerei il ritmo di stare ai party alle promozioni.
- Mi puoi aspettare in hotel, avrai una suite comodissima e la sera staremo insieme.
A Kate fece tenerezza la richiesta di Rick, per come glielo stava chiedendo e per la richiesta in se. Si strinse a lui, a quell’uomo bambino che la stava facendo diventare matta.
- Ehy è il tuo lavoro, è giusto che tu vada. Saranno pochi giorni, dai… 
- Posso sempre dire che vado solo per la cerimonia degli Edgards. In fondo glielo avevo detto che non volevo fare tour promozionali in questo periodo.
- No Rick, è il tuo lavoro. Lo devi fare. 
- Non credo che potrei resistere lontano da te per quattro giorni adesso. Impazzirei. - Castle ispirò profondamente il profumo dei capelli di Kate ed appoggiò la sua testa a quella di lei.
- Ehy, Castle, non puoi diventare triste adesso però… - gli sussurrò Kate dolcemente lasciandogli un bacio sul collo proprio sotto l’orecchio.
- Ho bisogno di una dose massiccia di coccole, adesso. - Disse perentorio.
- Va bene scrittore… - Si accoccolarono sul divano e la tv rimase spenta, perché non ne avevano bisogno per passare il tempo.

Quella notte, per la prima volta, andarono a dormire insieme nella loro camera. Non c’erano stati inviti a rimanere o richieste. Era la normalità delle cose.

 



NOTA: Non ho mai scritto nulla a commento dei vari capitoli, però questa volta mi sento di farlo. Il capitolo precedente e questo sono un po' uno spartiacque nella storia. So che da ora in poi, anche all'interno degli stessi capitoli o tra un capitlo e l'altro, troverete emozioni e pensieri contrastanti da parte dei nostri due protagonisti e questa sarà un po' la cifra più o meno da qui fino alla fine, e questa confusione di pensieri e sentimenti che si mescolano e si alternano non è altro che lo specchio di quello che accade dentro di loro. Spero che sia di vostro gradimento.
Spero di riuscire ad aggiornare sempre con la stessa frequenza, perdonatemi se non sempre ci riuscirò.
Vi ringrazio, Elena

   
 
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