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Autore: Imbranata09    10/07/2016    8 recensioni
Dal capitolo 1^
Ho sempre creduto al colpo di fulmine. Quello che ti fa scoprire innamorata di una persona in pochi istanti. In quel momento in cui gli occhi di due innamorati si incontrano e non esiste più nulla intorno a loro. Non ci sono i problemi di lavoro, i colleghi impiccioni, i figli che strepitano per essere ascoltati, le bollette da pagare, … non esiste niente se non la persona amata.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Cap. 13°
"Separati"


Buongiornooooo a tutte! Pubblico il capitolo prima di andare al mare e godere del sole e della frescura che spero di trovare in acqua!
Come saprete, tecnologicamente non sono una cima. Non so che fine abbia fatto il banner e come fare a recuperarlo!
Vabbé, me ne farò una ragione!
Tornando a noi e alla domanda che vi ho posto: siamo tutte d'accordo che Bella non debba partire.
E credo lo pensi anche lei visto che non ha provato neanche a contattarlo!
Vi lascio alla lettura del capitolo e ci sentiamo in fondo!


 
Giugno 2014

Pov Bella


Sono le 15.00 e Madame LeBlanc mi ha praticamente cacciato dal posto di lavoro.  La sento lamentarsi lungo i corridoi degli uffici …
“Isabella, prima mi chiedi i permessi e poi non vuoi andare via! Adesso spegni il computer, riponi i documenti in cassaforte e vai immediatamente a casa tua. Chissà da quanto non vedi i tuoi genitori e con che ansia ti staranno aspettando”

Faccio quello che mi dice e corro fuori. Ma non ho, poi, tutta questa voglia di tornare a casa. Non so come giustificare l’assenza di questa sera di Edward. E mi sto augurando con tutto il cuore che i miei genitori ripartano al massimo domattina altrimenti dovrò trovare giustificazioni plausibili per Edward.

Senza contare che domani dovrò affrontare i miei fratelli e già tremo all’idea! Non l’hanno molto in simpatia. Lo considerano uno sbruffone pieno di soldi e malgrado gli ho espressamente chiesto di dargli un’altra possibilità e di essere di ampie vedute, dopo questa litigata tutto sarà più difficile.

Oggi ho controllato il telefono ogni 5 minuti nella speranza di trovare un sms di Edward. Purtroppo niente. Dopo il messaggio sterile di questa mattina non l’ho più sentito.
Neanche io ho fatto tentativi per chiamarlo. Perché non penso di essermi comportata in maniera così negativa. E, sinceramente, non saprei cosa dirgli. Dovrei chiedergli scusa? Ma di cosa? E non pretendo neanche le sue di scuse. Voglio solo che mi spieghi il suo comportamento ed il perché per lui è così importante stabilire una data. Voglio poter discutere con lui, litigare se occorre, ma alla fine chiarirci. È questo che desidero da una relazione seria, con il probabile compagno di una vita. Pensavo potesse essere Edward ma, evidentemente, ancora una volta ho preso un abbaglio.

Giungo davanti casa troppo presto per i miei gusti! Sono tutti in giardino approfittando del bel tempo.Mia madre, con Alice e Vic, sta sistemando le aiuole e stanno piantando altri bulbi di rose. Mentre mio padre è seduto sul dondolo con un te freddo in mano e sta fissando la strada;  ho quasi il presentimento che mi stia aspettando. Rallento il passo nella speranza di rimandare l’incontro. Ma lui mi scorge e mi viene incontro. Il passo è veloce, gli occhi fissi e lo sguardo alto: è in modalità poliziotto ed io sono nei guai! Non sono mai stata capace di raccontare bugie, soprattutto a lui. 
“Isabella, non dovevi tornare per le 13.00?” come non detto. Lo abbraccio e gli sorrido.
“Ciao papà. Grazie, sto bene. E tu come stai? Fatto buon viaggio?” mi fissa mentre mi avvio a salutare anche la mamma.
“Ciao mamma. Vedo che già ti sei messa all’opera!” la abbraccio e la tengo stretta. Mi è mancata molto. Sono quasi due mesi che non la vedo e quasi mi sono scordata anche il suo odore! Mia madre ama fare giardinaggio ed è uno dei motivi per cui si sono trasferiti a vivere in campagna. Inoltre si occupa del nostro piccolo giardino ogni volta che viene a trovarci.
“Problemi al lavoro? Poco fa, visto che non tornavi, abbiamo chiamato in galleria. E ci hanno detto che sei andata via in ritardo” scuoto la testa. Hanno capito che qualcosa non va. Tutti mi fissano.
“No, solo delle pratiche da finire per domattina, altrimenti Madame Leblanc mi avrebbe fatto una scenata davanti al cliente!” saluto i bambini che mi sono venuti incontro e tutti insieme entriamo a casa di Vic.
Dopo le chiacchiere fra adulti e gli strilli dei bambini felici di stare con i nonni comincia l’interrogatorio.
“Allora, Alice ci ha detto che questo tuo innamorato ha avuto dei contrattempi per cena!” annuisco.
“Si, mi spiace. Sarebbe stata l’occasione buona per farvelo conoscere. Ma ci saranno altri momenti” cerco di sorridere come al solito.
“Oh, Bella. Ma è di Boston, vero? Come la nostra Alice. Non sarà facile organizzare un altro incontro”
“Tranquilla, mamma. Viene abbastanza spesso a Londra” penso di essermela cavata, ma loro insistono e arrivano anche Jasper e James che mi guardano in cagnesco.
“E tu, quando pensi di andare in America per contraccambiare le visite?” James mi fissa con il suo sguardo angelico, ma avrei solo voglia di tirargli una ciabatta in fronte!
“Veramente ci stiamo organizzando per le vacanze di fine luglio. Quindi, vi comunico ufficialmente che non verrò in Svizzera, come ogni anno, a trovare gli zii”  gli sorrido cercando di sembrare tranquilla mentre mi chiedo perché Alice non mi aiuti. In fondo si tratta del cugino.
“Ma tornerà prima che tu lo raggiunga a Boston?” sospiro e cerco di cambiare discorso.
“Ma oggi sono io il centro dell’attenzione? Non avete altro argomento di conversazione? Se è così, penso sia meglio sciogliere la seduta e andare tutti a prepararci per la cena. Tanto penso che anche li, riprenderete il vostro interrogatorio!” fortunatamente mia madre che mi comprende più di tutti, mi prende sottobraccio portandomi via da casa di Vic.

Quando siamo sole nella mia mansarda, la mamma si accomoda in cucina e prepara un te alla menta, il mio preferito. Rimaniamo in silenzio intorno al tavolo finchè non è lei ad interrompere il silenzio.
“Bella non ti chiedo nulla. Ma se hai bisogno di una spalla su cui piangere, la mamma è qui anche per questo” sorrido ma non aggiungo molto alle sue parole.
“E’ veramente impegnato in questi giorni. E ieri c’è stata una piccola scaramuccia tra di noi. Nulla di preoccupante. Ma avrai capito che i ragazzi non lo hanno in simpatia e fanno passare tutto come un problema di stato!” sorrido finalmente e mamma mi abbraccia.
“Va bene. Vedrò di tenere buono tuo padre questa sera” eccola la mia mamma complice! Anche durante l’adolescenza teneva buoni mio padre e mio fratello quando uscivo con il fidanzatino di turno!

Ci vuole parecchio prima che tutti siamo pronti per uscire. I miei genitori si sono sistemati nella camera degli ospiti di mio fratello. Avrei potuto ospitarli io, ma i bambini volevano i nonni vicino.

Prima di scendere al piano inferiore osservo un’altra volta il telefono. Da Edward nessun segnale! A questo punto decido di spegnerlo, così da non avere la tentazione di controllarlo di continuo quando saremo a tavola.

E quando scendo in strada trovo tutti già pronti e accomodati in macchina. Mi affretto per raggiungerli quando inciampo nel tubo dell'innaffatoio e cado bagnandomi tutta! Ridono tutti di cuore e solo mio padre, tra un ghigno e l'altro, mi viene ad aiutare.
"Cominciate ad andare! Mi cambio e vi raggiungo con la mia macchina" mi volto offesa, ma a loro non importa molto perchè continuano a ridere!
 
 
Pov Edward

Mi guardo allo specchio e l’aspetto che dimostro la dice lunga sulla nottata appena trascorsa. Mi sento così frustrato da tutta questa situazione ed anche impotente perché non posso fare nulla per convincerla.

Neanche la doccia è riuscita a far sciogliere i miei muscoli tesi. E fissando l’agenda degli appuntamenti di questa settimana mi vien voglia di mandare tutto al diavolo. In fondo, sono incontri che potevo benissimo rimandare a settembre, dopo le vacanze estive. Li ho anticipati solo per avere una scusa per venire a Londra.
Invece, ora, l’idea di ripartire per Boston immediatamente mi pare come la soluzione migliore alla situazione che si è venuta a creare. E così decido.
Mando subito un sms a Jack per comunicargli il cambio programma e ricordargli di ottenere i permessi di volo, il prima possibile. E, mentre faccio colazione, mi avvisa che il decollo è previsto per il tardo pomeriggio. Non prima.

Fisso il telefono a lungo. Devo avvisare Bella della mia decisione. E lo faccio nel peggiore dei modi: con un sms. Non riuscirei a parlare al telefono o, peggio, incontrarla. Ho bisogno di tempo per metabolizzare il momento ed ho paura di peggiorare la situazione. Ripartire e mettere un po’ di distanza tra di noi è la soluzione migliore. Altrimenti potremmo dirci contro cose che non pensiamo.

Sospiro, non è questo il modo in cui avevo immaginato di trascorrere queste giornate. Anzi, i programmi erano ambizioni ed ora devo disdire anche l’appuntamento con l’agente immobiliare. Avevo intenzione di acquistare una casa a Londra. Poteva essere il mio regalo per Bella. Ci avremmo soggiornato quando saremmo stati in città.
Sono così assorto nei miei pensieri che neanche mi sono reso conto che Jack è entrato in suite. E la colazione è ancora tutta sul tavolo. Si guarda attorno cercando di non farsi notare. Sono sicuro che sta cercando di capire cosa possa essere successo per farmi prendere la decisione di ripartire in giornata. È a conoscenza che, se fosse stato un problema serio, gli avrei fatto chiedere l’autorizzazione urgente.

“Buongiorno, Signor Masen” lo guardo e, forse, per la prima volta da quando lavora per me, lo invito a sedersi e fare colazione insieme. Per lui deve essere imbarazzante ed, infatti, strascina la sedia con forza mentre mi fissa perplesso. Lo invito a prendere quello che vuole dalla tavola, ma si versa solo un caffè.

“Signor Masen penso che sedendomi qui, a questo tavolo, abbiamo rotto il nostro classico modus operandi. Dipendente e boss. Lei ordina ed io eseguo, senza fare domande o tergiversare” parla lentamente e mi osserva cercando di capire cosa nascondo. Effettivamente non si è mai lamentato o commentato una mia richiesta. Neanche quando in piena notte l’ho mandato ad acquistare i preservativi! Ha una propria opinione su tutto e, a volte, in contrasto con la mia e le mie decisioni. Eppure, quando non era in accordo con me, mai si è lamentato oppure ha cercato di farmi cambiare idea. In genere mi accorgo del suo contrasto dalle espressioni del viso. In fondo,come lui conosce me, io conosco lui!
“Per cui mi viene naturale chiederle se è successo qualcosa fra lei e Miss Swan”  va subito al sodo come è suo modo.  Non rispondo, gli pongo io una domanda.
“Cosa pensi di Miss Swan?” la richiesta lo lascia interdetto. Non ho mai chiesto il suo parere. Me ne accorgo da un lampo che gli passa per gli occhi, ma si riprende subito e mi risponde con onestà.
“E’ una persona interessante. Bella, elegante, intelligente. È piacevole parlare con lei. Penso che sia la persona giusta per lei perché quando siete insieme la vedo sorridere come …. quando c’era ancora suo padre ed era spensierato! Inoltre, penso sia la compagna ideale per affiancarla nelle cene e gala cui partecipa per obblighi di società e di lavoro” ottima analisi, come sempre!
“Già, per questo le ho chiesto di sposarmi e mi ha risposto picche!” non faccio in tempo di parlare che mi sputa addosso il caffè che stava bevendo! Si scusa in tutti i modi per il danno che ha causato sulla mia camicia. Poi, quando si riprende ….

“Le ha chiesto di sposarlo?” ha gli occhi spalancati e mi fissa inorridito. Annuisco.
“Si è di trasferirsi a Boston” non parla Jack. È rosso in viso. Mi rendo conto che è parecchio incavolato. Poi, parla. Con un tono di voce contenuto ma ha tanto l’impressione che voglia urlare.

“Ma cosa ha in zucca? Eppure è un manager di chiara fama. Riesce a far girare milioni di dollari come se fosse nulla. Io stesso investo i miei risparmi sui pacchetti azionari che mi consiglia ed ho messo da parte un bel gruzzoletto! Riesce a gestire i suoi fratelli e sua figlia” mi fissa attentamente in attesa di una risposta che non arriva. Poi, prende a camminare per la stanza.
“Ma come le è saltato in mente di chiedere ad una ragazza che ha appena conosciuto di trasferirsi dall’altra parte del globo? Ma si rende conto che lei ha anche una figlia e non tutte sarebbero disposte ad accudirla? Perché, mi permetta, sarà pure la principessa di papà ma Erin caratterialmente somiglia in modo impressionante alla madre. Altezzosa e superba!” capisco che, forse, era meglio non parlare con Jack dei miei problemi. Penso che abbiamo appena oltrepassato una linea immaginaria che non andava oltrepassata.
“Lei lo farebbe mai? Supponiamo la situazione contraria. Si innamora di una ragazza che ha una figlia che, a lei, non la considera proprio. Anzi, malgrado tutte le gentilezze, non accenna mai un sorriso. Ed, inoltre, la famiglia di stile matriarcale non la vede di buon occhio. E la madre in questione ci tiene a tenere i figli sotto il suo controllo e gestirli. Si trasferirebbe lasciando il suo lavoro, i suoi amici e parenti, le sue certezze, per una tizia che conosce da pochi mesi e che ha frequentato per pochi giorni?” adesso attende una risposta. La prima cosa che mi viene in mente è che Jack conosce molto della mia vita e della mia famiglia. Ha capito meglio di noi stessi i nostri rapporti e le nostre relazioni. E, forse, non gli stiamo propriamente simpatici.

“Oddio, esposta in questa maniera tutti i torti non ce li ha! Però a Boston mi occuperei di lei. Potrebbe trasferirsi durante il periodo delle ferie. Io sarei libero dagli impegni di lavoro e potrei aiutarla ad ambientarsi e a fare amicizia con Erin. So che mia figlia è introversa, ma è anche una bambina dolcissima con i suoi familiari più stretti!”
“Signor Masen, sua figlia adesso si rifiuta di parlare con miss Cullen perché ha scoperto che ha un figlio! Pensi cosa succederà quando si accorgerà che il padre ha una compagna stabile e che vivrà con loro! In fondo, tutti i figli di separati sono gelosi della nuova compagna o compagno dei genitori” e questo è anche vero.
“Quindi mi stai dicendo che per me e Bella non c’è alcuna possibilità di un futuro insieme? Allora faccio bene a voler ripartire in giornata?” lo sfido con gli occhi.
“No, ma la possibilità se la deve conquistare con il tempo. Frequentandovi e conoscendovi. Portando sua figlia qui a Londra, come ha già fatto una volta. Portando miss Swan a Boston e facendole conoscere la sua famiglia. Non buttarla sul rogo senza averla adeguatamente preparata. E, per quando riguarda la sua idea di ripartire subito, le dico l’ultima cosa che penso. Poi, non affronteremo più questioni personali, perché il nostro rapporto finora ha funzionato e non penso che dureremmo molto se ogni volta devo dirle cosa penso del suo modo di comportarsi! Se riparte è un emerito idiota e coglione e, quando se ne renderà conto, dovrà supplicare miss Swan in ginocchio di perdonarlo. E penso che per quanto si prostrerà ai suoi piedi, non riuscirà a riprendersela!” e così dicendo va via. Mi ha lasciato senza parole.

Jack, che è stato dipendente di mio padre per vent’anni e quando è morto mi ha affiancato, mi ha dato del coglione! Lo stesso Jack che mi ha visto tenere riunioni con gli sceicchi arabi e portare a casa contratti miliardari, pensa che sia un idiota! È ridicolo. Adesso ogni volta che lo vedrò saprò esattamente cosa pensa di me.

Le parole di Jack mi rimangono ben impresse in mente e mi fanno riflettere. Ho sbagliato? Ho affrettato i tempi? Neanche io ero partito dall’idea di sposarmi così velocemente. Volevo semplicemente farle capire che il mio è un impegno serio. Malgrado la distanza.

Poi, me la sono trovata davanti dopo parecchi giorni. il sorriso bellissimo, gli occhi colmi d’amore e la voglia di farla mia. Ed in quel momento è nata in me l’esigenza impellente di farla mia in ogni senso: sia fisico che giuridico! Ho pensato con le parti basse? Forse!

Passo la giornata a riflettere chiuso nella mia suite. Bella non ha chiamato. Non mi aspettavo che lo facesse. Anzi, mandandola via ieri sera e salutandola con un semplice sms, l’ho offesa. Me ne rendo conto solo ora. A distanza di ore, la mia mente riesce ad essere più razionale e capisco il modo in cui mi sono comportato.
Jack rientra nella suite a distanza di ore. Sono già le 18.00 quando viene a ritirare i bagagli.

“Signore, se è ancora sua intenzione ripartire per Boston dobbiamo lasciare l’hotel fra mezz’ora” mi fissa in attesa di una mia risposta. So che attende il mio ordine di annullare la partenza. Ma non sono pronto.
“Va bene, Jack. I bagagli sono pronti”  

Sospiro e mi preparo per scendere nella hall. Sto ancora firmando le ultime ricevute alla reception quando il mio sguardo cade sull’orario: le 18,30. A quest’ora dovevo essere al fianco di Bella per conoscere i suoi genitori. Ha organizzato la serata in un ristorante fuori Londra, dove ci siamo stati anche con Erin. Con un bel giardino all’aperto in cui i bambini possono giocare senza problemi.
“Perfetto, mister Masen. Speriamo che il suo soggiorno sia stato confortevole e la attendiamo la prossima volta che verrà a Londra” saluto con un cenno della testa ed esco.
Entro in macchina e comunico le ultime disposizioni a Jack.
 
Quindi, riepilogando: Edward è in partenza e Bella non ha accennato a chiamarlo o mandargli un sms.
Quanto li teniamo separati i nostri innamorati??????

 
  
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