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Autore: Blue Eich    10/07/2016    2 recensioni
Cosa succederebbe sorteggiando una shipping casuale con una canzone casuale e scrivendoci qualcosa sopra, sera dopo sera?
[In questa raccolta saranno presenti tutti i tipi di coppie, anche Crack Pairing. Di tanto in tanto faremo degli strappi alla regola, perciò ci sarà qualche shot in mezzo alle flash.]
Genere: Generale, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime, Manga
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Evening seven
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Contestshipping, AU – Sugar Sugar (Francesca Daprati e Betty Cavalli)
 
Abbasso lo sguardo e sospiro. Lucinda ha già rubato una manciata di cuori arancio-gialli, mentre io sono ancora a zero. Sono un po' invidiosa, ma non posso permettere che questa sciocca sfida per la corona rovini la nostra amicizia. Mi alzo dal mio banco ed esco dalla classe, lasciandola a quella cerchia di ragazzi in adorazione.
Cammino, assorta nei miei pensieri. Non posso credere che nessuno apprezzi il mio essere dinamica e spigliata! A Extramondo stravedevano tutti per me, mentre era lei a essere messa un po' in disparte. Senza accorgermene, sbatto bruscamente contro qualcuno e, prima che possa rendermene conto, sono già caduta.
«Ahi…» mugugno.
«Mi dispiace davvero tantissimo, credimi, non ti ho vista!»
A parlare di fretta è il moro in piedi davanti a me. Mi guarda con aria apprensiva e le guance imporporate.
«Non ti sei fatta male, vero?» chiede, porgendomi la mano.
La accetto per rialzarmi e gli rivolgo un sorriso. «Stai tranquillo! È tutto okay!»
C'è silenzio tra di noi, così mi accorgo che non ci siamo ancora lasciati la mano e il suo rossore si è accentuato. Per un attimo vengo attraversata da un dubbio, infatti metto quella libera in segno di vittoria e la volto, portando le due dita aperte sull'occhio per usare lo sguardo scrutatore. Il mio volto s'illumina di un sorriso: non posso crederci! Uno scintillante cuore giallo brilla, contornato da un fioco alone, sul suo petto!
«Che stai facendo?» chiede lui, un po' stranito.
Io lo ignoro e mi volto, stringendo il ciondolo a forma di cuore che porto al collo. Basta un istante e il tempo si ferma.
«Cuore d'incanto, dolce dolce magia… Magia di Vera!» Una calda luce dei colori dell'arcobaleno mi avvolge e, in un attimo, mi ritrovo addosso il mio costume da strega e il ciondolo si allunga fino a diventare uno scettro, sulla cui punta poso un veloce bacio. «Il tuo cristallo del cuore… Ora è mio!» Una luce pervade il bastone magico e attira verso sé il cristallo del ragazzo, fino a portarlo dentro il ciondolo ormai tornato normale.
Al termine dell'operazione, il mio grazioso costume svanisce, sostituito dalla divisa scolastica.
Il ragazzo sbatte più volte le palpebre, confuso, riprendendosi.
«Ci vediamo, ciao!» lo saluto e corro via, senza dargli il tempo di rispondere. Stringo forte il mio cristallo color del miele: di sicuro varrà tantissimi ecurè!
Sono così distratta e contenta che quasi inciampo sul primo gradino della scala che porta al piano inferiore. Il cuore mi scivola e cade con un tintinnio.
«Ehi, ragazzina» mi sento chiamare, da una voce melodiosa e acida mai sentita prima. «Dovresti stare più attenta a dove cammini.»
Alzo lo sguardo e mi ritrovo a incrociare due occhi smeraldini, ma freddi come il ghiaccio: è bastato che incrociassero i miei purché sentissi improvvisamente un brivido.
«Non è affar tuo dove cammino!» ribatto, imbronciandomi.
Lui fa un verso di stizza, per poi chinarsi e raccogliere il mio cristallo, che risplende come oro ai suoi piedi. «Ambra… Davvero incantevole» commenta, tenendolo fermo tra due dita. «È tuo?»
«Sì, è mio, perciò ridammelo subito!»
«L'ho solo raccolto, non ho mica intenzione di rubarlo» dice, per poi prendere a camminare con calma verso di me. Più si fa vicino e più io mi immobilizzo. Con una sola, agile ed elegante mossa lascia andare il cristallo tra le mie mani unite. Mi passa accanto e le sue dita ghiacciate mi sfiorano l'orecchio, accanto a cui lui infila una rosa rossa, per poi continuare imperterrito a camminare. Sono così frastornata da quel gesto che non riesco ancora a muovermi.
Si gira verso di me, con le mani in tasca e quell'aria sempre così disinvolta. «Beh? Non ti hanno insegnato a dire grazie?»
Mi acciglio e stringo i pugni. «Grazie» sibilo, e lo vedo scostarsi la frangia dal viso prima di girarsi di nuovo, stavolta per andarsene davvero. I suoi passi calmi rimbombano nel corridoio e il freddo che sentivo sembra essersi dissolto. “È bello come un principe…
Una mano che mi si posa sulla spalla mi fa sussultare. Volto di scatto il capo, trovando Lucinda dietro di me. «Lo sai chi era quello?»
Alla sua domanda scuoto il capo, ancora scossa.
«Doveva essere Drew, me ne hanno parlato le nostre compagne» spiega, fissando il corridoio ormai vuoto. «Frequenta le medie, è il presidente del consiglio studentesco.»
«Che importa se è il presidente del consiglio studentesco!» esclamo, a pugni stretti. «Non avrebbe dovuto parlarmi così.»
«Ehi, Vera… Lo sai che sei tutta rossa?»
Sobbalzo, portandomi in fretta le mani al viso che sento, effettivamente, scottare. «T-Ti sbagli!» ribatto con orgoglio. Perché sono arrossita? Mi sono lasciata stregare dal suo fascino? Una strega che viene stregata da un essere umano, no, non è proprio possibile! “Perché mi sento così strana?” penso, sfilando dai miei capelli quel bel fiore. La parte aggressiva di me vorrebbe buttarlo a terra e calpestarlo fino a ridurre a brandelli ogni petalo, mentre quella sentimentale vorrebbe conservarlo come un tesoro. Credo proprio che vincerà la seconda.
 
 
Viridianshipping, AU – In equilibrio (Ilaria Porceddu)
 
I suoi occhi argentei non riescono a staccarsi da lei. Gli fa venire voglia di vivere, non sa neanche perché. Forse perché gli viene naturale paragonarla a un raggio di sole che splende e riscalda, per via dei suoi lunghi capelli color del grano legati in una coda e il suo body del medesimo colore. Anche il suo sorriso candido splende sotto i riflettori, dentro quel tendone animato nel buio dalle risa dei bambini e dall'odore dei popcorn croccanti. Si muove con grazia e naturalezza, flettendo il corpo minuto a suo piacimento. Sembra nata per muoversi su quella sbarra, reggersi a testa ingiù come una scimmietta lasciando che alcune ciocche le ricadano spettinate sul viso e girare su se stessa, quasi danzasse aggraziatamente. La osserva rapito e non può fare a meno di desiderare di sentire la sua voce, di sfiorarla, di dirle quanto è stupenda. All'alba di domattina il circo ripartirà e non la vedrà mai più.
Perciò, quando s'inchina sorridente per poi sparire dietro le quinte, lui corre. Scosta bruscamente le persone, come fossero futili ostacoli che gli impediscono di andare da lei. Esce e si sente come riemerso da un sogno, ma continua a correre e va sul retro del tendone.
È lì che la trova, su una piccola sedia di legno, che si sta sciogliendo i capelli dall'elastico che li ha legati finora e non fa caso alla sua presenza. Rimane imbambolato: che idiota, è andato lì senza neanche un regalo e una vaga idea di cosa dirle.
«Ciao» saluta curiosamente lei, facendolo sussultare con un conseguente aumento del battito cardiaco. «Ti sei perso?»
Scuote il capo. Deve dirle qualcosa, ma cosa? «S-Sei stata… Molto brava» riesce a biascicare, per poi spostare subito lo sguardo in basso.
Lei lo osserva per alcuni secondi, come se lo stesse studiando, poi gli rivolge uno di quei sorrisi che gli hanno sciolto il cuore da lontano fino a poco prima. «Oh, ti ringrazio» risponde, lusingata. «Vorrei rendere felici le persone con i miei numeri, anche se so che è una cosa un po' sciocca» rivela, con un altro sorriso che le sboccia sulle labbra.
«Non è sciocca» sussurra lui. «Con me ci sei riuscita» ammette, ma per la vergogna non riesce a reggere il suo sguardo, con il viso che scotta, e corre via sparendo tra la folla vicina.
Yellow rimane un po' stranita dalla sua reazione, perché è uno dei ragazzi più timidi che abbia mai visto. Chissà come si chiama. La risposta la scopre poco dopo, notando che per terra c'è qualcosa. È un fazzoletto di stoffa, di un pallido grigio, così si china per raccoglierlo. C'è ricamata una scritta in corsivo in un angolo: Silver. Sorride. È proprio un bel nome e senz'altro non lo dimenticherà. Spera che venga a riprendere il fazzoletto per potergli parlare ancora, ma se non lo farà lo conserverà lei come un tesoro prezioso.
 
 
Mangaquestshipping, AU – Ultra relax (Tomoe Shinohana – Komodo no Omocha)
 
Appena Crystal aprì la porta della classe, si trovò circondata dalle sue compagne nel panico.
«Menomale, sei arrivata!»
«L'hanno fatto di nuovo!»
«Ti prego, fermali!»
All'udire quelle richieste d'aiuto, si corrucciò. Alzò il capo per rendersi conto della situazione: l'aula era un delirio di gavettoni colorati che i maschi si stavano lanciando da un banco all'altro, incuranti di colpire finestre, libri, zaini o quaderni. C'era così tanta confusione che non si sentivano che le loro risa, mentre le bambine si erano rannicchiate dietro la cattedra per ripararsi ed evitare di sporcarsi le divise, con la maestra Yellow troppo timida che inutilmente cercava di riportare l'ordine.
C'era una sola persona che poteva riuscirci: Crystal. Spostò lo sguardo al pavimento bagnato e si avvicinò al primo banco che vide, sottraendo uno dei palloncini carichi lasciati incustoditi. «Ehi!» chiamò, in un ringhio, facendo voltare il capobanda verso di lei. Approfittò della sua fulminea distrazione e lanciò la munizione come una palla, colpendolo in faccia.
In quel momento, nella classe calò il silenzio e smisero di volare oggetti, perché i maschi erano leggermente disorientati da quel gesto di ribellione.
Gold si levò con un gesto secco il palloncino esploso dalla faccia e lo buttò a terra, stizzito. «Che problema hai?» domandò, ancora stravaccato sul proprio banco.
«Che problema ho io?» gli fece eco la ragazza, rabbiosa. «Che problema hai tu, semmai!» replicò con una sicurezza che fece rimanere tutti spiazzati. «Ce n'è anche per voi» minacciò poi, rivolgendo un'occhiata generale d'avvertimento.
Incredibilmente, dopo essersi guardati a vicenda, gli altri ragazzi in piedi si sedettero come agnellini e non osarono aprire bocca, perché avevano capito che altrimenti avrebbero fatto una brutta fine.
Gold aggrottò le sopracciglia, per poi alzarsi di scatto. «Hai vinto una partita, non la guerra» sussurrò al suo orecchio, nervoso, prima di sedersi anche lui dal momento che la festa era finita.
Solo allora Crystal si concesse un sorriso trionfale e, quando si voltò, venne accolta dal gruppetto delle sue amiche che la acclamarono come un'eroina e la maestra che tirava un grosso respiro di sollievo con una mano sul cuore. Nel frattempo, Gold non smetteva di fissarla: nessuno aveva mai osato mancargli di rispetto così. Gliela avrebbe fatta pagare cara.
 

 
 
Angolo Autrice
Salve!
Per fortuna siamo riuscite a pubblicare in tempo (sono tornata proprio oggi da una settimana di campo estivo e sono leggermente stanca, ma per fortuna avevo tutto pronto).
Dovevo per forza pubblicare oggi perché c'è il Contestday! Buon Contestday a tutti, quindi. È stata una fortuna che mi sia capitata Sugar Sugar, amo quell'anime
E trovo che Crys e Gold siano perfetti come Rossana ed Heric (ho preso ispirazione da uno dei primi episodi), anche se la flash in sé non è un granché.
Sono soddisfatta anche della Viridian, in primis perché mi piace molto la canzone e trovo di aver creato un contesto carino.
Scusate ma vado molto di fretta. Alla prossima!
-H.H.-
Per leggere anche il capitolo di Chiara, cliccate qui.

 

   
 
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