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Autore: Evola Who    11/07/2016    1 recensioni
Dopo il caso di Antonio, Eva convive con John e Sherlock e si è ripresa dal lutto e ora vuole vivere una estate tranquilla. Ma il crimine e il male... sono sempre ad dietro l'angolo
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio, John Watson, Nuovo personaggio, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il teatro
                      

In tanto Eva era in giro del centro e di tanto in tanto guardava la mappa del cellulare, camminava a passo veloce, con la musica delle orecchie e pensava:
“Come può dire una cosa così arrogante in un modo cosi Tranquillo. Capisco che non ha tatto, ma allora andavo in Italia dove mia madre sembra la persona più complessiva del mondo ma ha il tato di un elefante!” sospirò e continuò a pensare: “Però perché me la prendo così tanto? Forse sono io che sono troppo permalosa o troppo simile…”

poi alzò gli occhi al cielo, poi vide un piccolo teatro e sopra alla vetrina cera un manifesto attaccato e lo lesse fra se a se:
 
 
Cercasi giovani attori e attrici, tra i 14 e 18 anni per prime esperienza del mondo del teatro.”
 
Eva ci pensò e disse: “Perché no.”

Cosi entrò e vide l’ingleso, il balcone a sinistra, il tappetto rosso e di forte al balcone cera una porta aperta ma chiusa con le tenne nere.

Lei si guardò in torno dicendo: “Hem… c’è qualcuno? Ho letto il manifesto fuori dalla porta e mi interessava. È permesso?”

Poi si senti una forte voce maschile dicendo: “Sto arrivando!” e sbucò un uomo tra le tenne nere.

Era un uomo altro, robusto, capelli lungi fino al collo di castano scuro, forte altra, viso baffuto, occhi marroni e con indosso dei pantaloni neri, scarpe marrone e camicia blu chiaro.

Si fermò davanti a lei, sorrise e si presentò: “Salve. Sono Oscar Edilw, il direttore di questa compagnia. Lei è?”

Lei si presentò dicendo con tono sicuro: “Eva Facchini! E mi interessa a partecipare in questa compagnia, se è ancora valida.” E sorrise.

“Ma certo che è ancora valido…. A spetta, hai detto Facchini? Allora lei è Italiana?” chiese Oscar.

“Si, sono Italiana, vengo in una piccola cittadina di provincia del nord Italia.”

“Oh, una bella pronuncia per essere straniera, complimenti!”
Eva lo ricambiò e disse con tono fiero: “Grazie” e pensò: “Ora voglio vedere Sherlock dopo aver sentito questa frase.”

“Comunque… come dicevo prima si, il foglio è ancora valido, soprattutto di questo periodo. Molti dei mie attori sono già andati in vacanza o per recuperare qualche matteria scolastica. Quindi, qualche attore in più mi farebbe comodo. Ma comique… hai delle esperienze del campo del teatro?” spiegò Oscar.

“Certo, faccio teatro alla mia scuola e prima di venire qui abbiamo fatto uno spettacolo per un festival di scuole nazionali.” Rispose Eva fiera.

“Oh che bello! Quindi hai già recitato in un gran teatro?” disse Oscar sorpreso.

“Si, oh comitato da quando avevo 14 anni.” E sorrise.

“E quante volte provate?”

“Beh… in realtà, ci faceva dei esercizi, poi verso marzo o aprile ci dava il campione e lo provammo fino verso Giugno e poi lo spettacolo.” E sorrise.

“Anche noi. Ma solo che facciamo quattro spettacoli all’anno. Alla sere senza repliche” disse Oscar.

Eva rimase sorpresa ma poi il direttore continuò: “Ma quante volte provate dei vostri spettacoli?” 

“Beh… ci vediamo una volta alla settimana per due ore.”

“E quanti durano i vostri spettacoli?”

“Beh… sui 30 e i 40 minuti.”

Oscar sembrava sorpreso dicendo: “Beh… è una buona esperienza. E credo che poi affrontare uno spettacolo di un’ora e mezza, ma senza repliche.”

Eva rimase sorpresa: “Spettacoli di un’ora e mezza?”

“Ovviamente con l’intervallo!” continuò lui sorridendo.

“Wow… e fate tre spettacoli l’anno?”  Disse Eva sorpresa.

“Certo. Una prima di Natale, una in primavera e una in estate, cioè fra un po’. Ma devo ancora decidere spettacolo fare.” Spiegò Oscar.

“Ma… scegliete voi lo spettacolo o c’è qualcuno che lo scrive?” domandò Eva

“Di solito sgeliamo delle opere tra William Shakespeare, Oscar Wilde, Charles Dickens e molti altri. Qualche volta scrivo una sceneggiatura.” Spiegò Oscar.

“E… quante volte provate alla settimana?”

“Tre volte alla settimana per tre ore: dalle due pomeriggio fino alle cinque.”

Eva rimase sorpresa e sorrise.

“E comunque c’è ancora il fattore stipendio.” disse ancora il direttore

“Stipendio?” chiese lei confusa.

“Si, stipendio. 230 stelline a spettacolo.”

“E perché?”

Lui rise dicendo: “È una compagnia teatrale, non è il teatro della scuola. Qui ci considerammo attori sempi professionisti, quindi siamo anche lavoratori.”

Eva sorrise al pensiero sordi e disse: “E… quando posso partecipare?”

“La prossima settimana faccio gli esercizi di recezione. E poi devo decidere che cosa mettere in scene quindi…. La prossima settimana vorrei che sia davanti a questo teatro cosi conoscerai gli altri.” E sorrise, Eva lo ricambiò dicendo: “Fantastico!”

“Ma prima una altra cosa. Quanti anni hai?” continuò Oscar.

“16 anni”

“Allora devi chiederti i tuo premesso.” Andò del barcone e gli diede un foglio.

“Devo firmare un promesso per recitare?” chiese lei confusa.

“Beh… sei sempre mino-renne. Devo avere la responsabilità e ho vuoto dei problemi con genitori perché non avevo uno di questi fogli.”

Eva capi, cosi prese il foglio e usci dal teatro con aria contenta.

Quando arrivò a Baker Street

Trovò John della sua poltrona a leggere un libro e Sherlock sulla scrivana a aggiornare il suo sito.

Lei entrò e salutò.

Il Dottore ricambiò il saluto e il detective la guardò soltanto per un istante.

“Allora, dove sei stata?” chiese il John

“Beh… i soliti posti, sono un giro del quartiere, la prossima settimana vado far parte in una compagnia.” Spiego Eva con tono un po’ veloce.

John abbassò il libro dicendo: “Cosa?”

“Oh visto un manifesto che cercavano dei attori sui 14 e 18 anni per una compagnia teatrale, sono entrata per chiedere informazioni, mi hanno detto che era ancora valido, e io ho detto che volevo partecipare e fra una settimana farò parte della loro compagnia.”

Nessuno disse nulla, loro la fisavano e lei fisarono loro.

“Per voi va bene?” chiese Eva rompendo il silenzio.

“Perché voi farlo?” chiese Sherlock con aria interrogativa.

“Beh… perché mi piace, in somma prima di venire qui ho fatto uno spettacolo teatrale e siamo arrivati terzi come miglior spettacolo scolastico. E poi, mi piacerebbe migliore come attrice, avete una grande cultura del teatro e…. Mi piacerebbe conoscere qualche amico.” Rispose lei pensandoci.

“E hai pensato tutto questo davanti al quel annuncio?” chiese il detective.

“No, ho pensato ‘Perché no?’ Ma poi mi sono venute anche queste idee.”

Lui la guardò alzò un sopracciglio dicendo: “Pensando che non volevi fare l’attrice. E poi non avevi detto che non parli molto sia dei tuoi compagni di teatro della tua classe?”

Eva guardò in basso dicendo: “Si, questo è vero, ma… forse li sarà diverso. E poi non voglio recitare per diventare la miglior attrice del mondo, ma per divertimento, tutto qui.” E alzò la tesa e disse: “E poi anche uscire un po’ di qui.”

John non rimase tanto sorpreso da quella frase, ed era d’accordo con lei.

Ma Sherlock chiese sorpreso: “Perché vorresti uscire da qui?”

Eva sopirò pazientemente e comico a spiegare: “Perché con posso stare qui per tutta l’estate, nel seno, che mi piace stare qui, a chiedermi pareri sui i vostri casi, a fare gli esperimenti con te, fare la spesa con John, fare la compagnia alla signora Houds e sono grata del aiuto che mi avevate dato che mi date ancora, ma… non posso fare solo questo per tutta l’estate. Sono qui a Londra e camminare da sola in giro per strada già tanto.”

E indicò la porta e continuò: “Ma ora sono qui, senza i mia della città dei sogni. E… posso fare quasi tutto quello che voglio! E ora ho trovato un hobby, posso migliorami come attrice e divertirmi!” e guardò entrami.

“Ma se per voi è un problema…”

“No, per me non è un problema, è anzi hai ragione.” Disse John guardandola e passando il libro.

Eva sorrise e Sherlock fissò perplesso.

“In somma… non può stare qui per tutta l’estate e facci compagnia. Ha 16 anni e sta esplorando la città, ed è giusto che vuole uscire e fare cose diverse dalla sua routine e divertissi, e chi siamo noi per impedirlo.”

“Non lo so John, due adulti che hanno deciso di ospitare una ragazzina e perdessi la loro responsabilità su di lei.”

John e Eva lo guardarono con aria paziente.

“Però sono responsabile, matura e non faccio cose avventate. Al contrario di te.” Disse lei con tono quasi ironico.

Il medico rise tra se a se e il l detective la guardò con sguardo severo.

“E poi è solo teatro. Non è niente di pericoloso, anzi. È una bella passione che non tutti i ragazzi hanno. E doppiamo essere felici per questo.”

Eva sorrise, si avvicino a lui dicendo: “Grazie, e se voi devi firmare questo.” E tirò fuori il foglio.

“È una giustificazione?” chiese il medico.

“Si, perché sono mino-renne e altre cose.” Rispose lei.

“Ma perché doversi farlo? Perché devi fingere di essere qualcun altro, fare un inutile spettacolo e conoscere qualcuno che probabilmente non sarà interessante per te.”   

Eva lo guardò dicendo: “Io lo faccio per divertimi. Tu ti diverti risolvendo ha risolvere i casi di omicidio.” E sorrise.

“Ha ragione” disse il medico e rise.

“Strano John, e pure mi segui sempre durante i casi.” Rispose lui senza guardarlo.

“Sai una cosa Sherlock? Secondo me dovresti fare tu l’attore teatrale.” Disse lei avvicinandosi a lui, appoggiandosi i gomiti sulla scrivania con un sorriso in faccia.

Lui lo guardò con aria perplessa.

“Perché dovrei fare l’attore di teatro?”

“Beh… hai un viso di un d’attore, avvolte devi recitare per trovare informazioni o risolvere un caso e lo fai bene e saresti bravo delle parti drammatici. Già mi immagino tu, con il teschio in mano ad recitare a recitare Amleto dicendo le famose frasi ‘Essere o non essere, questo è il dilemma’.” E imitò il gesto con la mano.
 
John rise tra se a se e Sherlock la fisò senza acqua emozione.
 
“Già sei melodrammatico di tu.” Disse John e entrambi risero.
Sherlock non rispose e tornò del suo sito.

“Forse è meglio che vaso su” disse Eva andando in camera.

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Note della autrice:
Bene! Buon Lunedì a tutti
e ecco un bel capitolo,
spero che vi sia piacuto e...
alla prosima!
Evola
 
   
 
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