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Autore: lullublu    11/07/2016    0 recensioni
Oboro era sempre stato solo.
Ma giunto nella terra dei samurai, aveva intravisto qualcosa, qualcuno dotato di una ferrea volontà, qualcuno dall'anima d'argento.
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri, Gintoki Sakata, Kotaro Katsura, Takasugi Shinsuke
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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oboro 3 Il Tendoshu era ancora in riunione.
Oboro, fuori dalla sala aspettava pazientemente che lo facessero entrare  per comunicargli la loro decisione.
"Assurdo! Veramente assurdo!" commentò Yoshikawa, uno dei leader del Tendoshu.
Era fra tutti il meno disposto ad accettare compromessi.
Quando erano giunti ad Edo, lui aveva proposto di sterminare con una bomba tutti gli abitanti e prendersi soltando il territorio.
Gli altri gli avevano però fatto notare che una bomba capace di sterminare tutta la vita presente sul pianeta, avrebbe reso sterile ed invivibile il territorio.
Marukashi alzò gli occhi al cielo, come sempre quando era Yoshikawa a parlare.
"Non essere sempre così pesante. Il Naraku ha fatto una proposta interessante" rispose.
"Io sarei pesante? Per me quegli stupidi soldati non dovrebbero nemmeno azzardarsi a parlare. Tanto sono solo in grado di spargere sangue. Fosse per me, lo giustizierei per la sua insolenza".
Kato, che era quello che solitamente metteva la pace nel gruppo tentò di calmarlo e farlo ragionare.
"Sì, pensiamo tutti quanti che i Naraku siano solo dei cani che combattono, ma devi ammettere che la proposta di quell'Oboro ha senso, e poi ha detto che se ne occuperà da solo se gli diamo il consenso".
Yoshikawa sbuffò ma non disse nulla, tanto gli altri gli andavano contro qualsiasi cosa dicesse.
"Pensateci" continuò allora Marukashi "sarebbe davvero utile avere lo Shiroyasha dalla nostra parte".
Chi con più convizione chi meno, ma tutti nella sala (ad eccezione di Yoshikawa) annuirono.
Oltre che una potenza bellica, far diventare quel samurai che era quasi l'emblema della rivolta una loro pedina, sarebbe stata una grande sconfitta motale per i samurai.
Nessuno si chiedeva perchè Oboro avesse fatto loro quella proposta.
In realtà credevano di saperlo.
Come tutti, di sicuro anche lui voleva apparire utile ai loro occhi, e di sicuro se un'operazione del genere avesse avuto successo sarebbe salito di grado.
"E' una bella idea, ma ho i miei dubbi che Oboro possa riuscirci. Non aveva anche detto che avrebbe fatto tornare la memoria al sommo Utsuro? Finora abbiamo avuto solo un prigioniero in più da sfamare".
A parlare stavolta era stato Kabul, quello che si era occupato anche della trattativa con lo Shogun.
A lui non piacevano le belle parole, voleva i fatti.
"Sì, capisco i tuoi dubbi" rispose Marukashi "ma credo che le tue preoccupazioni siano eccessive. In fin dei conti anche se non dovesse riuscire sarebbe soltanto lui ad aver sprecato tempo ed energie. Noi non abbiamo nulla da perdere" disse, quasi con una risata.
Tutti lo guardarono ma nessuno rispose.
"Allora mettiamo la proposta ai voti" disse Kato.
La proposta venne accettata con  8 voti favorevoli contro 2 contrari.
                                                                                          ***

Oboro era soddisfatto.
In qualche modo era riuscito a convincere il Tendoshu della sua proposta.
Credeva che l'avrebbero riempito di domande ma forse li aveva sopravvalutati.
Per quanto quei cretini si dessero delle arie, non erano altro che degli stupidi pagliacci montati.
In ogni caso ad Oboro di loro non interessava nulla.
Era contento di poter perseguire il suo obbiettivo, o meglio, perseguitare.
Andò sul campo di battaglia, posizionandosi come sempre sull'altura per poter esaminare la situazione.
Voleva vedere dove fosse lo Shiroyasha per andarlo a sfidare.
Non appena scese in campo, sia gli amanto che i samurai gli stettero alla larga.
Di certo avrebbe potuto ucciderli tutti con facilità.
Si avvicinò finalmente alla sua preda.
Nel vederlo così splendente mentre combatteva, provò una sorta di eccitazione.
Oboro non amava particolarmente la battaglia, ma era anche vero che non aveva mai provato l'emozione di una vera sfida contro la morte.
Di solito, quando entrava in azione, si tratava soltando di eliminare l'obbiettivo.
Sperava che quella volta fosse diverso, che quel ragazzo che tanto aveva attirato la sua attenzione non fosse una delusione.
Non poteva più aspettare.
Prese la lancia e trafisse l'amanto contro cui Gin stava combattendo.
L'albino guardò Oboro.
Non diede segno di provare timore come di sicuro avrebbero fatto tutti gli altri, sembrava sgomento ma padrone di sè.
Oboro ne fu compiaciuto.
Era già un grande passo che non scappasse.
Forse poteva essere una bella sensazione sfidare qualcuno che lo guardasse a testa alta.
"NOOO" fece Gintoki con stupore dell'altro.
"E' davvero scortese uccidere il nemico di un altro!" continuò l'albino facendogli una smorfia.
Quindi era di questo che si preoccupava... Oboro, stranito dalla situazione, non rispose.
Lo Shiroyasha si avvicinò, davvero non aveva nessuna paura di lui?
"Eh, non parli? Vuoi attaccare briga per caso?"  disse Gintoki provocandolo con la spada.
In quel momento passò un suo compagno.
"Gintoki che stai facendo? Questo qui è uno dei Naraku, scappa!".
Si pentì quasi di averlo avvertito e scappò il più velocemente possibile.
Lo Shiroyasha cambiò espressione.
"Oh  cazzo" mormorò.
Oboro sentì un movimento strano avvenire nelle sue labbra... un sorriso divertito?
Qualcuno avrebbe scommesso che non era capace di sorridere.
Allora, se non era scappato era perchè non aveva capito chi fosse... divertente.
Per quanto il Naraku potesse saperne di divertimento.
"Allora che fai? Non scappi?" gli chiese Oboro.
Gin divenne serio e quell'espressione piacque all'altro.
Era veramente interessante la sua personalità, non aveva mai incontrato qualcuno che potesse fare così lo stupido, ma avere uno sguardo tanto interessante quando poi si mostrava serio.
"Non posso scappare, ho un conto da regolare con te, ricordi?" disse indicando il cadavere dell'amanto che Oboro aveva ucciso.
Se l'era seriamente presa per quello?
"Non hai paura? Potrei ucciderti" disse Oboro per testare la sua reazione.
"E quindi?" rispose il samurai "stavo combattendo anche prima, sono abituato a rischiare la vita".
L'altro lo ammirò, quel samurai meritava davvero la sua attenzione.
Ora si aspettava davvero che fosse forte.
"Avanti" lo sfidò "fammi vedere quanto vali".
Gin non se lo fece  ripetere due volte, gli si fiondò finalmente contro, tentando di colpirlo con la katana.
Oboro si spostò facilmente, il samurai era veloce ma non sembrava nulla di eccezionale.
All'inizio si limitò solo a schivare, facendo in modo di fomentare l'altro.
Vide che i movimenti del samurai stavano migliorando, riusciva a percepire i suoi movimenti e si coordinava a quelli.
Ad un certo punto riuscì a colpirlo.
Un fendente gli prese la spalla.
Sarebbe stata una ferita profonda se Oboro non si fosse prontamente difeso, portando la lancia contro la lama della katana per allontanarlo.
Era forte quel colpo, avrebbe perfino potuto staccargli un braccio.
Oboro guardò il sangue sgorgargli dalla ferita.
Invece di sentirsi nauseato o spaventato a quella vista, sperimentò un senso di euforia.
Era la sensazione di sentire la propria vita messa in gioco, l'incertezza dell'esito dello scontro.
Sentì il battito cardiaco accelerare e l'adrenalina dargli la spinta.
Raramente provava sensazioni del genere, ed in quel momento si sentì vivo come mai prima d'ora.
Se fino a quel momento aveva solo giocato con l'altro, ora avrebbe fatto seriamente.
Gintoki ne era all'altezza.
Lo attaccò a sua volta, prendendolo alla sprovvista, lo Shiroyasha parò il colpo all'ultimo momento.
Divenne difficile per Gintoki sostenere la velocità di Oboro.
Schivò un attacco, senza accorgersi che si trattava di una finta, e venne colpito poco sopra il ginocchio.
Il samurai, con la gamba ferita, a stento riusciva a tenersi in piedi ma continuava impietosamente ad attaccare, non aveva alcuna intenzione di cedere.
Ma se già prima non riusciva a stare dietro ai suoi colpi, ora, con i movimenti limitati a stento riusciva a difendersi.
L'eccitazione che Oboro aveva provato poco prima stava già scemando.
Sperava che non fosse così facile sconfiggerlo.
Continuò a colpirlo e con un colpo all'addome lo inchiodò a terra.
Estrasse la lama della sua lancia e come sua abitudine la pulì.
Forse dopotutto aveva sbagliato i suoi calcoli.
Lo Shiroyasha non meritava tanta attenzione.
Gli avrebbe inferto il colpo di grazia, non gli piaceva lasciare il nemico ad agonizzare in attesa della morte.
Gettò a terra lo stracio col quale aveva pulito la lama e strinse la sua arma, portando lo sguardo verso il samurai.
Era strano, anche ora, ad un passo dalla morte non mostrava paura.
"Recita le tue preghiere Shiroyasha".
Lo vide portare la mano a cercare la katana ed afferrarla.
Oboro aveva sentito che i samurai avevano un'usanza particolare.
Piuttosto che farsi uccidere dal nemico preferivano suicidarsi per mantenere alto il proprio orgoglio fino alla fine.
Stava dunque cercando di fare harakiri?
Nel suo sguardo brillava ancora quella luce.
"Va all'inferno" disse Gintoki.
E con enorme sorpresa da parte di Oboro, provò a rialzarsi.
Era davvero meritevole, non poteva ucciderlo.
Non poteva sprecare un simile talento.
"Non mi sembra il caso di fare simili affermazioni, nelle condizioni in cui ti ritrovi. Ma il tuo spirito mi piace. Stavolta non ti ucciderò. Potresti essere utile in futuro".
Gin non capì quelle parole, vide il nemico andarsene, lasciandolo in vita.
Tuttavia non riuscì a sentirsi fortunato.
Sentì un brivido d'inquietudine lungo la schiena.
Altro che fortuna, aveva la sensazione che fosse una disgrazia ad essergli piombata addosso.



  
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