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Autore: Minipage    12/07/2016    2 recensioni
{Le tante avventure di Magnus Bane e Alexander Lightwood}
1 - Piano Days (I giorni di pioggia portano la musica)
2 - The Ultimate Illusion (Gli incubi possono essere molto realistici)
3 - Puppies in the Rain (Non si può resistere ai cuccioli)
4 - Sick Days (Persino gli shadowhunters si possono ammalare)
5 - Il Giorno del Matrimonio (Non si dovrebbe mai arrivare in ritardo ad un matrimonio)
6 - Stregoni, Shadowhunters e draghi - Oh mio Dio! (Magnus non si trova e c'è un drago in libertà)
7 - Things that change and remain (Il mondo va avanti, anche se le persone muoiono)
8 - Last Days (La morte non uccide solo una persona)
9 - Bambino per sbaglio (Un incantesimo va storto e Magnus viene trasformato in un bambino)
Genere: Fluff, Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Magnus Bane
Note: Raccolta, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Spaghetti sui muri - Cap 10

Minipage è un'autrice straniera, il link alla sua pagina originale è inserito nelle note dell'account, che è attualmente gestito dalla persona che traduce le sue storie, con il suo consenso.

Salsa sui muri

L'appartamento era molto rumoroso quando la voce del portinaio vi giunse attraverso il citofono.

"Uh, Mr. Bane?"

L'allarme antincendio continuò a suonare.

"Sì?"

"Sa che l'allarme sta suonando da venti minuti, ormai?"

"Uhm, sì" disse Alec, lasciando cadere il coperchio dentro la pentola piena di acqua bollente. Questa emise una specie di crash e, per un secondo, il ragazzo pensò che il vetro si fosse rotto.

"Dovrei chiamare i pompieri?"

"No, no, va tutto bene."

In realtà c'era dell'acqua che stava bollendo, della salsa che stava bruciando e alcuni grissini che stavano per essere carbonizzati.

"Beh, gli altri inquilini si stanno lamentando, Mr. Bane - "

"Mi chiamo Alec!" urlò il ragazzo, esasperato.

"Oh... Beh... Mr... Alec... Ora lo spengo, ok?"

"Grazie!"

Qualche secondo dopo, l'appartamento divenne un po' più silenzioso.

Poi la salsa per la pasta emise un leggero pop e del liquido rosso volò fuori dalla pentola.

"Dannazione" Alec prese uno strofinaccio e iniziò a ripulire.

Il Presidente Miao apparve per la prima volta in tutta la giornata, saltando sul bancone.

Lo shadowhunter si appoggiò il canovaccio su una spalla e tirò fuori il coperchio dall'acqua bollente.

Perché la puzza era più simile a quella dell'olio bollente?

Rovesciò una confezione di cavatappi* nella pentola e l'acqua divenne torbida.

Doveva fare così?

Il telefono squillò e lui si affrettò ad afferrarlo.

Mentre accettava la chiamata, spintonò il Presidente, sperando che il gatto saltasse giù dal bancone. Quello non batté ciglio.

"Pronto?"

"Sei impegnato?" chiese Isabelle. Aveva preso l'abitudine di non salutare all'inizio di una telefonata.

"Uhm..." guardò la cucina: sembrava una zona di guerra, ma, se avesse detto di essere impegnato, avrebbe rischiato l'ira di Isabelle. "No."

"Credo che Clary sia arrabbiata con me."

"Ok, perchè?" Mescolò la pasta e mise un coperchio sulla salsa.

Izzy iniziò a raccontare una storia che il fratello ascoltò solo a metà mentre si muoveva freneticamente per la stanza pulendo, stirando, preparando i piatti e diventando sempre più ansioso per via di tutto quello che ancora gli mancava da fare.

La sorella finì di parlare qualche minuto più tardi.

"... quindi che dovrei fare?"

"Scusarti."

"Scusarmi? Tutto qui?"

"Isabelle, stai facendo casino inutilmente..."

Si voltò. La salsa per la pasta stava bruciando di nuovo, mandando vampate di fumo dalla pentola.

"Dannazione" urlò.

"Alec...?"

"Isabelle, devo riattaccare."

"Oh mio Dio, è il - "

"Sì, esatto" la interruppe il fratello, parlando tra i denti.

"E tu stai cercando di preparare la cena?"

"Ciao Isabelle." Il ragazzo riuscì a sentire le risate della sorella mentre riattaccava. Si allungò verso il Presidente e lo spinse giù dal bancone.

"Stai giù" lo minacciò.

Cominciò il suo disperato tentativo di salvare la salsa.

Ma non c'era più nulla che potesse fare.

Lo shadowhunter urlò per la frustrazione.

Poi s'immobilizzò.

Sentì la porta d'ingresso che si apriva.

"No" mormorò.

Riuscì a sentire la voce di Magnus persino prima che mettesse fisicamente piede nell'appartamento.

Stava canticchiando qualcosa, prima di vedere il Presidente.

"Presidente Miao, come va?"

Quel maledetto felino soffiò e, in quel momento, ricominciò a suonare l'allarme antincendio.

Alec si affrettò ad avvicinarsi alla salsa.

"Alexander..."

Lui non rispose.

"Alexander, dove sei?"

Il ragazzò cominciò a balbettare. Spense tutto, incluso il forno, che teoricamente stava cuocendo i grissini.

Quando alzò lo sguardo, vide Magnus che sbirciava in cucina.

Sembrava solo leggermente allarmato.

Alec emise un verso sconfitto.

"Mi dispiace" disse.

Lo stregone stava ancora ossevando il disastro.

"Stavo cercando di cucinare e..."

L'altro entrò in cucina, guardò l'allarme, che smise immediatamente di suonare.

Sull'appartamento scese un silenzio di tomba.

Poi Alec scoppiò a piangere, coprendosi il viso con le mani.

Magnus fu al suo fianco in un istante e lo abbracciò.

"Alexander, perché stai piangendo?"

"È un disastro" mormorò lui.

"Solo un po'." Il ragazzo seppellì il viso nella maglia di Magnus, che ripulì il casino con un gesto della mano.

"Perché stavi cercando di cucinare?"

"È il tuo compleanno." Lo stregone s'irrigidì appena.

"Come fai a saperlo?"

"Ho chiesto a Cat."

"Mi ha tradito" mormorò Magnus, tentando di scherzare.

Ma Alec non rise.

Lo stregone era contento che almeno avesse smesso di piangere.

Era solo una cena, dopotutto.

Si allontanò dallo shadowhunter, che lo guardò.

A volte sembrava così piccolo che lo stregone ricordava che il ragazzo che aveva di fronte non aveva visto la metà delle cose che aveva visto lui.

"Sei sexy con gli occhi rossi."

L'altro lo guardò male.

Lui gli posò le labbra sulla fronte e i due rimasero fermi in quella posizione per qualche minuto. Le loro dita s'intrecciarono.

"È il pensiero che conta" disse Magnus. "Ma ho fame, quindi spero che tu abbia un piano B."

"Tutto quello che vuoi."

Il Presidente rientrò in cucina in quel momento.

"Di certo non si stava riferendo a te" disse lo stregone, guardando il gatto che strisciava attraverso la stanza.

Alec sorrise.

"Non ho voglia di uscire" disse Magnus. "Ordiniamo il cibo a domicilio?"

"Non te ne stanchi mai?" L'altro gli lasciò le mani e sorrise.

"Il giorno in cui mi stancherò di farmi portare del cibo a casa, sarà un giorno terribile."

Poi uscì dalla stanza, lasciando il ragazzo solo ad eseguire il piano B.



La cena era finita e le scatole del cibo giacevano vuote nel cestino.

In un'altra stanza, il corpo di Magnus era premuto contro quello di Alec, che era appoggiato al muro, mentre le loro labbra si scontravano.

Le dita dello shadowhunter slacciarono facilmente i bottoni della sua camicia.

Le mani dello stregone passavano tra i capelli di Alec, finché il suo indice non toccò qualcosa di umido, proprio dietro l'orecchio del ragazzo.

Non gli ci volle molto per capire cosa fosse.

Scoppiò a ridere.

"Ma che...?"

Fece voltare Alec.

"Magnus, cosa sta - "

Lo stregone indicò in alto ed entrambi, nella luce fioca della stanza, riuscirono a distinguere il rosso della salsa destinata alla pasta.

Magnus cercò di reprimere le risate e l'assaggiò.

"Più origano la prossima volta" disse. "E anche un sapore meno del tipo 'bruciato tra le fiamme dell'inferno'."

"Sei uno stronzo" disse Alec, tirando via quel poco che gli era rimasto appiccicato dietro l'orecchio e addosso a Magnus.

"Ehi, è il mio compleanno" disse lui, colpendolo piano al fianco.

L'altro gli mise una mano sul petto e appoggiò il mento alla sua spalla.

"Perché non mi hai detto del tuo compleanno?" chiese semplicemente.

"Perché non mi piacciono i compleanni."

"Non è vero. Hai organizzato la festa per quello del Presidente per mesi e mesi."

"Oh, scusa, non sapevo che due mesi contassero come mesi e mesi..."

"Parliamo della festa del tuo gatto" gli ricordò Alec.

"Non so. Penso solo che il mio compleanno sia un giorno come un altro."

"Quindi oggi è stato un giorno qualsiasi?"

"Non tutti i giorni qualcuno riesce a bruciare del cibo facendo bollire dell'acqua. Quindi congratulazioni" sorrise lui, sarcastico.

"Beh, buon compleanno, comunque."

"Già" lo stregone sorrise assorto. "Tanti auguri a me."

Ma Alec lo riportò subito alla realtà, allontanandolo dai suoi pensieri.

E, per una volta, la realtà era migliore.

Note della Traduttrice:

*Ovviamente s'intende il tipo di pasta, ma, viste le disastrose capacità culinarie di Alec, forse è meglio precisarlo :P

Stavolta sono QUASI in tempo...

Spero che il capitolo vi sia piaciuto e vi invito a lasciare un commentino per farmi sapere cosa ne pensate ^^

Un enorme grazie a LaVampy e Emry3103 che hanno recensito lo scorso capitolo w.w

Ringrazio la dolce Eryla che ha pazientemente corretto i miei errori  : 3

A lunedì,

-Kat

Prossimo capitolo: 
A Pistachio Farm in the Desert

Raccontando storie...

Link alla storia originale: http://archiveofourown.org/works/4501863

Traduttrice: Katerina Hummel Di Angelo

   
 
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