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Autore: Sarugaki145    12/07/2016    1 recensioni
Hermione, oppressa dagli sguardi che la giudicavano nel mondo della magia, sempre pronti a puntarle il dito contro se a parere loro sbagliava, ed essendo crollata la sua relazione con Ron, decide di tornare a vivere nel mondo dei babbani, sperando di riuscire a sentirsi parte di loro e a ricostruirsi una vita senza la magia.
Quando però decide di iscriversi al college non immagina quello che l’attende come suo nuovo vicino di casa e compagno di corso, scappato come lei da un mondo in cui si sente giudicato, per potersi ricostruire una vita.
Impareranno a sopportarsi o tenteranno di sabotarsi in qualsiasi modo?
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
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Il Draco della porta accanto.

Hug.

 

Ci sono momenti in cui un semplice abbraccio
è tutto ciò di cui hai bisogno per ricaricarti e vivere.
- Stephen Littleword


Draco si scompigliò i capelli sbuffando, nella speranza che qualcuno dei suoi pensieri scomparisse.

Era ormai lampante, nonostante lui non lo avrebbe ammesso neanche sotto tortura, che la mezzosangue esercitava una strana e malsana attrazione su di lui.

L’aveva baciata più volte e ora non vedeva l’ora di trovare una scusa plausibile per poter catturare nuovamente quelle labbra.

Non avrebbe mai immaginato di potersi ridurre in quel modo, lui, un Malfoy purosangue, con una mezzosangue grifondoro.

Il biondo era così assorto nei suoi pensieri che non si accorse della persona che l’aveva appena affiancato.

-Malfoy.-

Affermò il rosso con tono duro, attirando così la sua attenzione.

Draco lo guardò stralunato, come se non avesse collegato il fatto di avere di fronte quello che aveva schernito per anni.

-Oh, ciao Weasley..-

Rispose quindi il biondo distratto, destando lo stupore di Ron per non essere stato insultato o chiamato con l’appellativo “Lenticchia”.

Il rosso rimase per un momento indeciso sul da farsi, ma poi prese un profondo respiro e disse:

-Devo parlarti.-

Affermò Ron dopo pochi secondi, continuando a scrutare i freddi occhi del suo interlocutore.

-Dimmi.-

Rispose quello disinteressato, troppo preso dai suoi pensieri per dar veramente retta all’altro.

-Prima ho visto te e Hermione..-

Negli occhi di Draco passò un guizzo di vita, pronto a mettersi sulla difensiva se il discorso avesse preso una piega sbagliata.

Sapeva di essere stato visto, ma sperava di non dover spiegazioni a qualcuno così presto.

Ma Ron non sembrava avere un cipiglio combattivo, bensì tranquillo e maturo.

-Tra me e lei non è finita bene, come lei ti avrà sicuramente raccontato..-

Proseguì il Weasley contorcendosi le mani nervoso, mentre alzava gli occhi per avere un cenno di assenso da Draco.

-Si, l’ha fatto.-

Confermò quindi quello, curioso di come il discorso sarebbe potuto andare avanti e senza sbilanciarsi troppo su quello che Hermione gli avesse o meno raccontato.

-Bene.-

Riprese Ron un po’ più spigliato, cercando di fare un mezzo sorriso che però apparve più come una smorfia.

-Allora saprai che ci siamo lasciati veramente male, lei se n’è andata a vivere tra i babbani e ha smesso per un certo periodo di parlare sia con Harry che con Ginny perché non si sentiva di questo mondo. Poi però, e sai che mi costa dirlo..-

Affermò scrutando gli occhi chiari di Draco davanti a se, con uno sguardo sicuro e fiero che il biondo non aveva mai visto.

-Quando ti ha incontrato è pian piano tornata quella di sempre, la ragazza di cui mi sono innamorato tanti anni fa.-

Draco fu scosso da un sussulto, ricordando come Hermione fosse sull’orlo di un baratro quando si erano ritrovati e come pian piano si fossero rimessi in riga assieme, uno aiutato dall’altra.

-All’inizio quando ho scoperto del vostro fidanzamento ero sconvolto. Lei è troppo per un idiota come te e questo lo penso ancora.-

Il biondo alzò un sopracciglio irritato pronto a ribattere acidamente, ma Ron lo precedette prontamente:

-Ma non so come quando la vedo con te lei è felice.-
 
Draco lo guardò un po’ allarmato, ribattendo subito:

-Felice? A me sembra solo isterica quella ragazza!-

Ron scoppiò a ridere, irritando ulteriormente Malfoy, che stava già per tornare all’attacco quando venne nuovamente interrotto dal rosso.

-Non ti offendere Malfoy, rido perché Hermione è un tipo difficile.. Io che la conosco da più di dieci anni non la capisco per niente, eppure..-

Si interruppe Ron di nuovo, come a cercare le parole giuste, mentre gli occhi chiari di Draco lo osservavano attenti.

-Eppure tu riesci a darle quello che io non sono mai riuscito a darle. Non so spiegarmi bene, ma penso che, anche se non lo vuoi ammettere, tu le vuoi un gran bene e lei ne vuole a te. Quindi non sprecare quest’occasione perché con lei non è detto che ne avrai una seconda. Trattala come una regina perche se lo merita, perché è magnifica, intelligente, sensibile e sola. Ha deciso di aprirti il suo cuore quindi se tu la prenderai in giro io giuro che ti riempirò di botte, finché non riconoscerò più la tua brutta faccia.-

-Stai tranquillo Weasley. Non ho intenzione di fare ancora una volta il cretino.-

E in quel momento Ronald Bilius Weasley e Draco Lucius Malfoy si strinsero la mano per la prima e ultima volta nella vita, uniti dall’affetto che provavano per quella donna che era fuori in giardino da sola, che rideva e scherzava con la sua migliore amica.

***

Hermione era seduta da sola in un angolo del giardino, mentre osservava malinconica Ron e Lavanda che si scambiavano dolci effusioni.

Ron sembrava veramente innamorato di Lavanda e questa cosa la faceva sentire al contempo sollevata e triste.

Sollevata perché uno dei suoi migliori amici era riuscito a trovare la felicità che lei non aveva saputo dargli, facendolo finalmente sorridere.

Triste perché lui era andato avanti, mentre lei ancora non riusciva ad essere felice e lasciarsi completamente andare. L’unica persona con cui aveva avuto un surrogato di rapporto era Malfoy, di cui però non si riusciva ancora a fidare completamente e non era sicura sarebbe stato pronto a darle tutto l’affetto di cui aveva bisogno.

Si alzò immersa nei suoi pensieri dalla sua postazione e si allontanò piano, andando verso la buia campagna che circondava la Tana.

Non era gelosia quella che provava, era un’immensa tristezza perché lei fosse sola. Draco l’aveva baciata, ma sapeva che per lui non voleva dire nulla.

Era uno stronzo purosangue a cui non importava nulla di lei.  L’aveva baciata per zittirla e per prenderla in giro, non aveva mai pensato ai suoi sentimenti.

Immersa com’era nei suoi pensieri si spaventò quando si sentì chiamare:

-Granger! Ti ho cercata ovunque!-

Sibilò Draco inviperito, avvicinandosi a lei a grandi passi.

Lei lo osservò perplessa e chiese:

-E perché?-

-Perché eri sparita! Se no perché?-

Chiese lui esasperato, per poi proseguire:

-Dieci minuti fa eri a fare la depressa in un angolo e poi sei sparita! Dovresti avvisarmi di dove vai!-

Lei lo guardò stupita e chiese:

-Ti sei accorto che me ne sono andata? Pensavo fossi troppo preso a fare il bello con Marchand e Dupuis!-

Lui la guardò divertito e coprì con un passo la distanza che gli divideva, circondandola con le forti braccia.

-Non devono mancarti gli abbracci di Weasley.-

Disse lui duro, mentre la stringeva protettivo. Lei rimase immobile e sconcertata per qualche secondo, non rendendosi ancora conto di quanto stesse succedendo. Appena capì che era proprio Draco ad abbracciarla con mani malferme circondò il busto di Draco, stringendosi a lui.

Poteva sentire il suo cuore battere sicuro, al contrario del suo che aveva aumentato spropositatamente i battiti, mentre quel profumo ricercato la inebriava.

La ragazza chiuse gli occhi, godendosi quel momento che sapeva esser raro.

Draco poggiò le labbra sulla testa della mora, chiudendo anche lui gli occhi e rilassandosi.

Non era brutto come si aspettava abbracciare una mezzosangue, anzi la Granger aveva anche un ottimo profumo di lamponi.

Era incredibilmente piccola e fragile in quell’abbraccio, come se si stesse per spezzare se lui avesse stretto più forte.

Il biondo quindi lasciò leggermente la presa, ma lei si aggrappò alla sua camicia, facendo capire che non si sarebbe staccata facilmente.

Il petto di Draco era molto più confortevole di quanto avesse mai immaginato e ora che l’aveva scoperto non l’avrebbe lasciato facilmente.

Fu il purosangue a rompere il silenzio, chiedendo:

-Stai ancora immaginando di abbracciare Weasley?-

-No..-

Rispose lei calma.

-Sto solo cercando di convincermi di non essere in un sogno e che tu sia veramente Draco Malfoy.-

Aggiunse con un sussurro. Il ragazzo sorrise divertito e rispose:

-Ebbene si, sono Draco Lucius Malfoy, quel, come dici te, furetto borioso. Non Weasley, non Potter.-

Concluse duro, ma lei rispose:

-Non sarebbe così bello questo abbraccio se non fossi tu a darmelo Draco.-

E in quel momento Draco si sentì bene.

Era la sua Granger a farlo sentire così e in quel momento capì che era giusto così.

Si staccarono dopo un po’, guardandosi sorridendo.

-Torniamo indietro Granger.-

Disse lui prendendole la mano e tirandola verso la casa.

-Tu hai immaginato che ci fosse qualcun’altra quando mi hai abbracciato?-

Chiese Hermione improvvisamente preoccupata, ma lui la guardò  storto e rispose secco:

-Ti sembra? Sapevo benissimo che era la scocciatura quella che stavo abbracciando.-

La mora sorrise sicura e non chiese più niente fin quando non tornarono alla festa, dove passarono il resto della serata insieme, sotto gli occhi protettivi di Ron.

***

Erano sdraiati al Hyde Park, l’uno accanto all’altra, isolati dall’erba solo da un sottile lenzuolo, mentre si godevano i raggi del sole che gentili li riscaldavano.

Dalla festa di fidanzamento di Ron e Lavanda il loro rapporto era rimasto stabile, con qualche bacio qua e la per zittire Hermione, ma niente di così diverso da prima.

Eppure tutti e due potevano giurare di non essersi mai sentiti tanto in pace con il mondo.

Gli esami erano finiti da pochi giorni ed entrambi li avevano brillantemente passati, soprattutto grazie al fatto che Hermione avesse obbligato Draco a studiare per intere settimane tutto il programma, spiegando con molta precisione ogni suo dubbio.

Ora i due volevano solo godersi il meritato riposo, quindi avevano deciso di fare un pic nic al parco e ora si gongolavano al sole, godendosi una bella giornata che il clima londinese aveva deciso di concederli.

Nonostante facesse caldo Draco indossava una maglia a maniche lunghe, quindi Hermione quando se ne accorse domandò curiosa:

-Come mai non ti sei messo una t-shirt?-

Lui non aprì gli occhi, continuando a prendere il sole, ma rispose secco:

-Ho le mie buone ragioni.-

La ragazza vagliò la risposta per qualche istante, ben conscia che se Draco le rispondeva in quel modo significava soltanto che non voleva dare altre spiegazioni.

Aveva però imparato che fino ad un certo punto poteva importunare il ragazzo con altre domande, prima che quello perdesse realmente la pazienza, quindi chiese con il tono innocente di una bambina:

-Dai, me lo dici?-

Draco sbuffò, mettendosi a sedere irritato e scompigliandosi i capelli.

-Sei una scocciatura Granger, non puoi prendere il sole e chiudere quella bocca?-

Domandò acido sperando di essere stato abbastanza chiaro sul fatto che quell’argomento non doveva essere toccato.

-No che non posso! Per favore!-

Continuò lei lamentandosi, mentre moriva di curiosità.

Intorno a loro nessuno prestava attenzione, tutti erano troppo concentrati a godersi la bella giornata e le rispettive famiglie, quindi lui sbottò:

-Non saresti così felice di saperlo, te l’assicuro.-

La ragazza sbuffò incrociando le braccia al petto con aria offesa, mettendo su il broncio e senza rispondere iniziò a guardare torvo il ragazzo.

Dopo qualche minuto, vedendo che la ragazza non pareva stancarsi di fulminarlo con lo sguardo Draco sospirò rassegnato e alzando una manica sibilò irritato:

-Guarda il perché e smetti di fare quella faccia.-

Hermione rimase per qualche istante in silenzio, senza commentare, mentre il marchio nero che Draco aveva tatuato sulla pelle incontrava i suoi occhi.

Non si era mai ritrovata ad osservarne uno da vicino, quindi lo analizzò con immensa cura.

Un inquietante teschio con la bocca aperta era alla sommità del marchio e da quell’apertura usciva un lungo serpente che si intrecciava su se stesso per poi mostrare le sue zanne affilate.

Un brivido percorse la schiena della ragazza, che cercò di nasconderlo, ma gli occhi attenti di Draco lo colsero immediatamente.

Il ragazzo era già pronto a ritrarre il braccio, sicuro che la ragazza gliel’avrebbe chiesto disgustata da quel marchio indelebile, quando lei chiese timidamente:

-Posso toccarlo?-

Tra tutte le cose che si aspettava che lei potesse commentare Draco si stupì nel sentire la sua richiesta.

-Certo.-

Rispose quasi in automatico, allungando il braccio verso di lei.

Le dita affusolate di Hermione si avvicinarono all’avambraccio senza timore e lei sfiorò leggera la pelle liscia del ragazzo.

Per Draco fu come se finalmente quella parte del suo corpo che si era sempre preoccupato di nascondere diventasse improvvisamente fresca.

Non c’era condanna in quelle dita leggere e in quegli occhi limpidi che osservavano curiosi il suo braccio, ma c’era una comprensione di quanto stesse studiando.

La ragazza osservò per parecchi minuti il braccio, tanto che Draco tornò a chiudere gli occhi e a bearsi di quel tocco leggero.

-Ti ha fatto male?-

Domandò lei infine, con voce tremante.

Malfoy rimase ancora una volta stupito della domanda, inusuale rispetto a tutte quelle che poteva porgli, quindi rispose di rimando lui, sempre tenendo gli occhi chiusi, con la voce simile ad un sussurro:

-Abbastanza.-

Hermione rimase in silenzio ancora per qualche minuto, tanto che Draco iniziò a sospettare che se ne fosse andata.

Quando però una goccia calda colpì il marchio nero sul suo avambraccio il ragazzo sussultò aprendo gli occhi.

La ragazza aveva gli occhi pieni di lacrime da cui trapelava il profondo dolore che in quel momento stava provando.

-Granger, perché piangi?-

Domandò Draco a disagio, ritraendo il braccio e risistemando la maglietta in modo che non si vedesse quel segno indelebile sulla sua pelle.

-Perché non è giusto! Tu avevi diciassette anni! Non ti meritavi di ricevere un simile fardello!-

Spiegò lei con la voce strozzata dai singhiozzi.

Draco non riuscì a far altro che sorridere, stupito della reazione di Hermione, quindi quella proseguì:

-Eri poco più di un ragazzo! E ti ha marchiato come un animale da mandare al macello.-

-Probabilmente perché io ero quello per lui, non credi?-

Domandò di rimando Draco, calmo, cercando di studiare le reazioni della donna di fronte a se.

Non concepiva perché lei dovesse dispiacersi di una cosa del genere, nata per colpa delle convinzioni che la sua famiglia coltiva da generazioni, per di più proprio contro il sangue che scorreva nelle vene della ragazza.

-Mi dispiace! Mi dispiace aver sempre pensato che tu fossi uno stupido arrogante, spocchioso furetto!-

Mormorò lei tra le lacrime, gettandosi tra le braccia del biondo, che la strinse a se stringendola forte al suo petto.

Il ragazzo iniziò ad accarezzarle i capelli basito, stupendosi che lei si stesse scusando per quelle cose, quando era proprio lui a doverlo fare.

Si limitò a continuare a consolare quelle lacrime, che ben presto si spensero, lasciando il posto solo a brevi respiri spezzati.

-Draco.-

Sussurrò lei alzando gli occhi arrossati e incontrando quelli del ragazzo.

-Promettimi che non lo nasconderai mai più quel marchio.-

Il ragazzo la guardò confuso quindi lei spiegò:

-Promettimi che farai vedere al mondo come sei stato marchiato nonostante fossi un ragazzo, come sia ingiusto giudicare una persona senza sapere come sia accaduto.-

Draco non rispose ancora, guardando la ragazza attonito.

-Draco, promettimelo.-

Alla fine Malfoy si lasciò andare in un sorriso vero, mentre il cuore accelerava un po’ i battiti per quella ragazza di fronte a lui e rispose:

-Te lo prometto Granger.-

Lei sorrise veramente felice, ributtandosi poi sul petto di Draco e stringendolo forte a se.

Lui non seppe far altro che lasciare un breve bacio su quelle labbra, ringraziandola silenziosamente per aver accettato anche quella parte di lui.

***

-Io non so più cosa pensare di lei Theo.-

Affermò affranto Malfoy quella sera, lasciandosi cadere sulla sedia accanto alla scrivania nella camera da letto dell’amico.

Aveva appena raccontato all’amico tutti i dettagli di quel pomeriggio, di come Hermione l’avesse disarmato con le sue azioni, non tralasciando neppure il bacio.

-Beh, se non altro possiamo definirla unica nel suo genere.-

Rispose Nott continuando a sfogliare la Gazzetta Del Profeta sdraiato sul suo letto.

Draco si appoggiò al tavolo, nascondendo la testa tra le mani, per poi ammettere:

-Mi fa sentire sempre tanto stupido.-

Quell’affermazione sembrò risvegliare l’interesse dell’altro, che alzando gli occhi dal suo quotidiano domandò curioso:

-Come mai?-

Draco sbuffò alzandosi in piedi ed iniziando a misurare a grandi passi la stanza, infilando le mani in tasca pensieroso.

-Insomma ho passato anni ad odiarla quando lei mi sembra la persona che ci tiene di più a me dopo mia madre.-

Spiegò lui continuando a muoversi irrequieto.

Theo lo osservò per qualche secondo e poi rispose ovvio:

-E` una ragazza unica, penso tu l’abbia capito. Non per niente è la salvatrice del mondo magico.-

Draco non notò il leggero tono canzonatorio che Theodore impresse nelle ultime parole e rispose:

-Ma perché doveva capitare a me? La odio.-

Concluse il biondo lasciandosi cadere sul letto accanto all’amico, che scoppiò a ridere divertito.

-Anche tu sei unico Draco!-

Affermò quello tra le risate, scatenando le ire di Draco.


- To be continued

 

  
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