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Autore: Kirara_bellissima_    12/07/2016    1 recensioni
E se Rin e Sesshomaru non si fossero mai incontrati?
Una storia ambientata nel futuro a Tokyo, i protagonisti sono ''Io'' e Sesshomaru. ''Io'' sono una ragazza trasferita dall'America, Sesshomaru è il capo di una banda di motociclisti. Ma lei lo scoprirà solo dopo vari avvenimenti... chissà se lei lo accetterà e se lui saprà apprezzare un mezzo-demone.
spero la mia storia vi possa piacere...
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Inuyasha/Kagome, Miroku/Sango
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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3. La via del ritorno…
Finalmente le lezioni sono terminate. Saluto i ragazzi e li vedo salire su delle moto a dir poco bellissime… la cosa che più mi salta all’occhio è il modo in cui salgono sulle varie moto…
Kaggy, ossia Kagome, monta dietro ad Inu, ossia Inuyasha; San-chan, ossia Sango, monta dietro a Miro, ossia Miroku; e infine… c’è lui. Sesshomaru sulla sua Ducati 959.
 Ho sempre adorato quella moto. Ma anche io ne ho una bellissima, che non permetterò mai a nessuno di sfiorare nemmeno con un dito. È un regalo di mio padre. Mi disse che quando non sarebbe più stato in grado di portarla quella splendida moto sarebbe stata mia. Mi fa male pensarlo, ma ora che ci penso lui non può più portarla ed ora quella moto Yamaha 125 è mia. Per fortuna la so portare e modestamente anche molto bene…
Mi ricordo che un giorno gli avevo chiesto come mai aveva scelto una moto con la carrozzeria rosso scuro… lui mi rispose…
<< Mi ricorda i tuoi lunghi capelli rossi, così ogni volta che la porto penso che devo sopravvivere per tornare da te >>
A quel tempo avevo solo 5 anni e non sapevo cosa significasse quella frase, ma ora mi rendo conto, ripensandoci, che lui mi voleva un bene dell’anima. Non lo dimostrava ma io sapevo che era così perché, a modo suo, lui me lo dimostrava…
Non mi rendo conto di qualche lacrima che ha iniziato a pungermi gli occhi, in un disperato tentativo di uscire. Ma io la ricaccio dentro, capendo di essere osservata. Saluto tutti con un sorriso e un cenno della mano, poi rivolgendomi a Sesshomaru, caccio fuori la lingua e acida gli dico…
<< Vedi di andare a farti una visita oculistica e di andare a prendere la patente. Sono ancora troppo giovane per morire a causa di uno che non sa neanche guidare e che porta una moto più costosa di lui >> mi sento nuovamente osservata, girando la testa verso i ragazzi che non hanno ancora acceso le loro moto, mi accorgo che Inu si sta facendo il segno della croce… dentro di me esplodo in una risata che va a scemare quando sento una mano sul mio polso. Mi volto a guardare il proprietario di quella mano artigliata.
<< Prima di dire che non so guidare, dovresti provare >>  mi sento improvvisamente andare a fuoco, il mio cuore implora di uscire dalla gabbia toracica… ma il mio orgoglio è più forte…
<< Grazie, ma no grazie! Mi è bastato essere quasi stata investita… >> sono più forte, sono più forte… pensavo che se me lo continuavo a ripetere, la tentazione di salire per la prima volta su una Ducati avrebbe ceduto… beh… mi sbagliavo.
<< Sei proprio sicura? Oh forse stai rifiutando perché hai paura dell’alta velocità? >> non lo sopporto più… mi sento estremamente offesa. Io non ho mai avuto paura della velocità neanche quando mio padre andava a 120 km/h con me seduta dietro. E dire che avevo solo 6 anni.
<< Io non ho paura! Non ho paura della velocità. Perché dovrei averne… ho anch’io una moto >> ok questa potevo tenermela per me. Ma ormai la frittata è fatta…
<< Ah sì. E che cos’è? Uno scooter? O forse una di quelle mini moto che usano i bambini piccoli per imparare? Ahahah… >>
<< No! È una moto Yamaha 125 >> perché non sto mai zitta? Me lo devi proprio spiegare Diario…
<< Una… una… una moto Yamaha 125? >> tutto il gruppo mi pone questa domanda come se fossi davvero un alieno che non sa quel che dice…
<< Sì! Una Yamaha 125, cosa c’è di strano? >> rispondo io come se fosse la cosa più ovvia su questo pianeta e dintorni.
<< Ah sì! E questa moto dove l’avresti? >> rieccolo lì. Con la sua sfacciataggine. Ma si ricrederà. Ho deciso che gli farò vedere la mia fantastica moto… ma un giro su quella Ducati lo vorrei fare… improvvisamente un lampo di genio mi attraversa il cervello…
<< In garage… ma se la vuoi vedere ho bisogno di un passaggio. E tu delle indicazioni per casa mia… quindi… >>
<< Sofi non accetterà mai… prima stava soltanto scher… >> ma Inu non finisce di parlare che suo fratello mi dice porgendomi il casco e mettendosi seduto sulla sua moto:- Ok ma sbrigati, non ho tutta la giornata.-
Non ci posso credere… non ci posso credere… salirò su di una Ducati…
Dopo essermi ripresa dallo shock, salgo sulla moto e infilo il casco.
<< Domani vieni con la moto che vogliamo vederla anche noi! >> riconosco subito la voce di Kaggy, mi volto e un po’ perplessa le dico:- Scusa e con questa cavolo di gonna secondo te come faccio? È già tanto che sia riuscita a sedermi dietro…-
In effetti non è proprio tutta questa comodità stare su una moto con la gonna. Incredibile il mio primo giro sulla Ducati rovinato da una stupidissima divisa scolastica troppo corta.
Ma subito a distogliermi dai miei pensieri interviene Miroku che subito propone al gruppo intero compresi me e Sesshomaru di andare ad un nuovo locale appena aperto in periferia.
<< Io ci sono stato. È un posto magnifico. Se volete ci si vede lì domani dopo la scuola. Senza la divisa e con abiti più comodi. Che ne dite? >> accettano tutti, compreso Sesshomaru, ma io non conosco bene le strade di Tokyo, avevo 14 anni quando sono andata in America e in questi anni la città si è evoluta…
<< Grazie dell’invito Miro, ma sono costretta a declinare. Non conosco bene e strade le nuove strade di Tokyo, pensa quelle della periferia… mi spiace, mi sarebbe piaciuto tantissimo venire… >> sono proprio perseguitata dalla sfiga… sembra che lei e la fortuna si divertano a crearmi enormi problemi su magnifiche occasioni.
<< E allora? Tanto oggi scoprirò dove abiti e domani ti vengo a prendere io verso le 17:00, così prendi la tua moto e andiamo assieme! >> aspetta! Diario, aspetta! Ha parlato davvero Sesshomaru o mentre non guardavo ha preso il suo posto un sosia? Ancora perplessa rispondo con un timido sì, anche se non credo mi abbia sentito visto che col cuore che mi martella in petto, lui si sia concentrato su quello, per poi darmi della stupida in futuro.
<< Ok allora! Ci si vede domani a scuola e poi all’uscita ci mettiamo d’accordo sull’abbigliamento che dovrete assumere >> ma che ha in testa Miro? Che voleva dire con quella frase? Stavo per chiederglielo ma vengo preceduta da Sango che gli pone le stesse domande che volevo fargli io. Lui non risponde. Mette il casco, accende la moto e lui e San-chan se  ne vanno.
Gli ultimi ad andarcene siamo io e Sesshomaru che dopo svariati minuti e un mio:- Cos’è ti sei incantato? O vuoi restare qui?- si decide ad accendere la moto, ma subito mi accorgo che lui non ha il casco, ma per paura che la mia stupida bocca larga possa dar fiato ai miei pensieri, mi ritrovo sbalzata all’indietro e mi ritrovo costretta ad afferrarmi alla prima cosa che mi trovo davanti… le larghe spalle di Sesshomaru. Lui si volta impercettibilmente e mi guarda con un ghigno beffardo sul volto. Mi ritraggo subito e mi sistemo meglio afferrando tra le mani un piccolo appiglio improvvisato sulla carrozzeria della moto. Cerco di sporgermi un po’ per capire a che velocità andavamo, ma subito sento la voce di lui che mi dice:- Andiamo a 200 km/h. Cos’è ci hai ripensato e vuoi scendere?-
<< No! non ci ho ripensato. Volevo solo sapere a quanto andavamo >> gli dico io rimettendomi comoda.
<< Ora devi girare a destra e ti fermi davanti all’edificio numero 20 >>questa è l’ultima cosa che gli dico, prima di appoggiami impercettibilmente sulla sua schiena. Ma forse mi ha sentito perché mi ha chiesto cosa stavo facendo e io come risposta mi sono appoggiata ancora di più e ho chiuso gli occhi. Proprio in quel momento lui si ferma e spegne la moto. Penso subito che si sia infuriato e che mi voglia far scendere, ma quando riapro gli occhi mi ritrovo davanti al cancello di casa. Scendo ringraziandolo. Lui non mi risponde, prende il casco che gli stavo ridando, prende le chiavi dalla toppa della moto e scende seguendomi. In quel momento ricordo il perché del suo seguirmi, allora entro in casa per prendere le chiavi del garage.
<< Fai come se fossi a casa tua. Io torno tra un attimo >> non potevo restare con la divisa sgualcita e poi è mia abitudine cambiarmi appena rimetto piede a casa dopo una giornata scolastica.
Torno al piano di sotto e noto il mio ospite tranquillamente seduto sul divano con una tazza di caffè freddo in mano, intuisco che è quello che mi sono preparata per fare colazione quella mattina. Gli passo davanti vestita con dei semplici pantaloncini neri e una canottiera rossa, che uso di solito per girare per casa. Vado in cucina a prendere le chiavi e sento dietro di me la sua voce che mi dice:- Mi sono permesso… spero non ti dispiaccia perché non lo poserò… è troppo buono.- era un complimento quello???
<< Ah ah tranquillo dopotutto ti ho detto di fare come se fossi a casa tua e non penso che a casa tua tu chieda il permesso per prendere una tazza di caffè >> torno in sala e me lo ritrovo davanti.
<> non so perché ma questa è la seconda volta che stiamo da soli noi due e per la terza volta il cuore, in sua presenza, minaccia di uscirmi dal petto.
Usciamo in giardino e oramai si è fatta sera, ma grazie alla nostra vista non avremmo problemi col buio che sta arrivando.
Apro il garage. Entriamo. E…
<< È davvero una bella moto, ma perché l’hai comprata rossa? >> mi chiede lui girandoci intorno
<< Non l’ho comprata io, era… era… di… mio padre >> gli rispondo balbettando. Terminata quella che mi è sembrata un’ispezione, lui esce dal garage. Io chiudo tutto e lo seguo, seguendolo davanti al cancello e salutandolo con un cenno della mano e con un sorriso vittorioso stampato sulle labbra. Si è fatto buio e in quel momento si sente solo lo scemare del rombo del motore della sua moto.
Rientro in casa, mi preparo la cena, lavo i piatti e vado a dormire… domani sarebbe stata una splendida giornata.
Primo perché non avrei avuto matematica e secondo perché lui mi sarebbe venuto a prendere per andare in un locale. 
 
 
 
 
 
Angolo dell’autrice…
Qui sotto vi metto i link delle moto che ho descritto nella storia casomai vorreste dargli un’occhiata…
Spero il capitolo vi sia piaciuto…
 
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