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Autore: koralblu    12/07/2016    2 recensioni
Dal testo [...]
Troppo sangue era stato versato a causa mia.
E ora, la vista di Kurapika me l'avrebbe ricordato ogni dannato momento della mia vita.
Ero riuscita a controllarlo, dopo anni e anni di pianti disperati e dolore inflitto a me stessa. Ero riuscita a controllare questo senso di colpa, illudendomi ingenuamente di essere stata ingannata e persuasa a fare ciò.
Ma vedendo Kurapika, vedendo il dolore che IO gli avevo procurato, tutte le mie scuse erano crollate.
Lui era il passato che non avrei mai scordato; il passato che mi avrebbe sempre perseguitata, ricordandomi chi ero stata, e chi sono tutt'ora: un mostro. Un essere abominevole, che non merita altro che il dolore eterno.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gon Freecss, Killua Zaoldyeck, Kurapika, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                                                           Capitolo 4 ( parte seconda)

Pov Kurapika


Tutti erano in silenzio.
Asuka procedeva sulla passerella con lo sguardo basso, senza che nessuno di noi potesse riuscire a capire che cosa pensasse e come stesse. 
Non riuscivo a capacitarmi di ciò che avevo appena visto sul ring. In una frazione di secondo Asuka era riuscita a uccidere facilmente un uomo come quello contro cui stava combattendo; le sue capacità andavano oltre la media, anzi. Doveva tenere ben nascosta la sua vera forza. Ero sicuro che non avessimo visto ancora nulla di ciò che realmente sapesse fare. 
E poi c'era stato quel dialogo. Non avevo ben capito di cosa stessero parlando, ma una cosa mi aveva colpito e scosso nel profondo. Quella frase. Continuavo a ripensarci senza sosta. ''Tu sei la figlia di..''
Di chi era figlia quella misteriosa ragazza dai capelli rossi? Perchè non aveva dato tempo all'uomo di finire la frase?
-Sei stata grande Asuka!- Leorio si complimentò con la ragazza, non appena ella ebbe raggiunto la nostra pedana. 
Ma lei non rispose, continuando a tenere lo sguardo basso e le braccia strette al corpo. 
C'era qualcosa che non andava, e anche Gon e Killua dovevano essersene, poichè fecero segno a Leorio di tacere. 
- Stai bene Asuka?- azzardò timidamente Gon. 
Il bambino ottenne come unica risposta un cenno del capo, mentre Asuka riprese a camminare, per poi accovacciarsi in un angolo buio della sala, il viso nascosto dalla folta chioma rossa. 
Avrei voluto fare qualcosa. Il mio istinto mi gridava di andare da lei e stringerla. Quella ragazza non era così forte come voleva far credere. Il suo cuore era come il mio; ricolmo di odio e vendetta. Due anime tormentate in cerca di pace..di giustizia. 
E seppur il mio cuore mi gridasse di fare ciò, il mio corpo era immobile, ancorato saldamente al terreno. 
Leorio mi guardò preoccupato, facendomi un cenno con la testa di andare da lei. 
Ma negai. 
Per quanto mi facesse male, dovevamo concentrarci sulla sfida e lasciare Asuka in pace. Non dovevamo darle fretta. Quando avrebbe voluto raccontarci la sua storia, noi saremmo stati li, pronti per ascoltarla e capirla. 
Ma avevo come il presentimento che Asuka nascondesse qualcosa di davvero importante; qualcosa che avrebbe sconvolto per sempre il rapporto d'amicizia che avevamo costruito. 
Avevo paura di perderla.
E se succedesse, non potrei davvero sopportarlo.

-Allora, vogliamo darci una mossa?- ci gridò dall'altra parte della stanza uno dei quattro incappucciati, le braccia muscolose incrociate al petto. 
Annuimmo, mentre uno di loro, forse il più basso del gruppo, si apprestò a camminare sulla passerella, togliendosi il mantello solo dopo essere arrivato sul ring. 
Era un uomo piccolo e gracile, i lunghi capelli marrone chiaro che ricadevano ai lati del viso, coprendo per metà due occhi maligni e furbi. 
Quel tipo non mi piaceva per niente. 
-Lo affronterò io!- 
Tutti ci girammo verso Gon. Il bambino aveva posato il suo zaino contro una parete, già pronto per la lotta. 
-Sei sicuro Gon? Quel tipo potrebbe essere pericolos..- 
Leorio non riuscì a finire la frase, che venne interrotta da un Killua decisamente seccato. - Ha detto che andrà lui; non cercare di fermarlo. Può benissimo prendere le sue decisioni da solo- 
Leorio stava trucidando l'albino con lo sguardo; dire che avrebbe potuto bruciarlo con lo sguardo era dire poco.
-Senti tu, razza di..-
-Ha ragione Killua.- 
Per la seconda volta, Gon ci zittì tutti. Perfino Asuka aveva girato lo sguardo, per seguire la scena con più attenzione. 
-Leorio ti sono grato per la tua preoccupazione, ma non voglio essere trattato come un bambino; questa è anche la mia sfida e voglio aiutare il gruppo e contribuire alla nostra vittoria.-
Gon era davvero un bambino speciale. Non riuscivo davvero a immaginare questo gruppo senza di lui. Se tutti noi eravamo li, insieme, era solo grazie a lui. Gli dovevamo tutto.
Leorio annuì alle parole di Gon, alzando il pollice in su come segno di porta fortuna. 
Killua ed io, invece, ci limitammo ad un sorriso appena accennato, lo sguardo serio e preoccupato. 
''Stai attento Gon''.
Il bambino si apprestò a camminare sulla passerella, raggiungendo in poco tempo il ring al centro della stanza.
I  due avversarsi si scrutavano attentamente, mentre dall'altra parte della sala sentii due del gruppo parlare fra di loro.
- Ha fatto proprio una brutta fine il poveretto eh?- 
Una figura più minuta di fianco a lui annuì, guardando attentamente Asuka. 
-Quella ragazzina ha qualcosa che non mi piace.. E' come se nascondesse qualcosa di oscuro e malvagio. Mi fa rabbrividire solo guardandola.- 
Mi girai lentamente verso Asuka, trovandola nella medesima posizione di dieci minuti prima. 
Come poteva questa ragazza far rabbrividire degli individui del genere? 
Che cosa nascondeva? 
-Beh, l'importante è vincere altre due sfide, così da poter ottenere un condono di settantadue anni. Sarà un gioco da ragazzi per Sedokan battere quel ragazzino. Dobbiamo solo avere un po' di pazienza.-
Tutti quanti sentirono quelle parole, tanto che perfino Gon, concentrato nel studiare il suo avversario, si girò verso il gruppo degli incappucciati.
-Un condono? Questo significa che..- 
Già. Era come temevo. 
-Si, Leorio. Sembra siamo criminali macchiatisi di crimini gravissimi, il cui periodo di detenzione supera i cento anni. Se riuscissero nel loro intento di impedirci di uscire dalla torre trabocchetto, presumibilmente verrà ridotta loro la pena da scontare.Quindi, litigare fra noi servirà solo a fare il loro gioco- conclusi, cercando lo sguardo di Killua e Leorio. -Cerchiamo di restare più uniti possibile.-
Entrambi annuirono, concentrando lo loro attenzione su Gon e Sedokan.
-Che genere di sfida sarà la nostra?- chiese Gon al suo avversario con tono tranquillo.
-Cosa ne diresti se provassi a proporre qualcosa io?- rispose, in maniera apparentemente gentile e calma. 
A prima vista non avrei mai detto che fosse un criminale. Non percepivo nessun istinto omicida in lui; doveva avere una pericolosità totalmente differente da quella dell'avversario di Asuka. 
Asuka..
Non si era mossa dall'angolo nemmeno per un istante. Solo poco prima, durante la discussione fra Leorio e Killua la sua attenzione era stata deviata da chissà quali pensieri; ma era durato poco, poichè nel giro di pochi secondi si era di nuovo girata, sprofondando in quell'abisso da cui ci teneva lontani.
-Come potrai notare, io non ho molto fiducia nella mia prestanza fisica..- continuò Sedokan, attirando nuovamente la mia attenzione verso i due avversari - non sopporto il banale prendersi a pugni.-
-Peccato, è proprio il mio punto forte..- sospirò Gon. - non sono molto bravo a pensare, io..preferisco le cose semplici da capire.-
-Allora, credo proprio che questo gioco piacerà anche a te..-
Gon strabuzzò gli occhi, che in un batter d'occhio tornarono speranzosi come prima. Sedokan mise le mani dietro la schiena, tirando fuori due candele apparentemente uguali. 
A quella vista strabuzzai gli occhi, incredulo. Come poteva un criminale voler giocare con delle candele? 
Doveva per forza esserci un tranello. 
Gon non era la persona adatta per questa sfida. Lui era un bambino buono e ingenuo; se ci fosse stato un trucco non lo avrebbe di certo capito. 
Dannazione. Sarei dovuto andare io al suo posto. 
-Stai tranquillo, non è dinamite..sono solo delle candele- lo rassicurò Sedokan, avvicinandosi al bambino. -Il gioco è molto semplice: il primo a cui si spegnerà la candela avrà perso. Che ne dici?- 
-Sì, è facile da capire. Mi piace questo gioco!- 
Gon si era entusiasmato; anche lui si stava avvicinando al suo avversario, un sorriso sereno dipinto sul volto. 
-In tal caso..- iniziò Sedokan, scoprendo la parte finale delle candele - scegliete quella che volete.- Tutti rimanemmo di sasso; una delle due candele, infatti, era più corta dell'altra.  - Per quella corta premete il cerchio, mentre per quella lunga la croce.-
Lo sapevo. 
Me lo sentivo che c'era qualcosa che non andava.
Ci avevano teso..
-Una trappola!- urlò Leorio in preda all'agitazione, le mani che tiravano spasmodicamente i capelli. -La candela più lunga deve contenere per forza una trappola!- 
-Questo è quello che penserebbero tutti..- iniziai, riflettendo attentamente. - ciò porta all'aumento delle probabilità che il tranello si trovi nella candela più corta.-
-Si, però così..- 
-Lo so Leorio. Se iniziamo a dire così non ne usciremo mai.-
Eravamo nei guai. 
-Che facciamo allora? mi chiese teso Killua. 
-Kurapika..- mi chiamò Leorio, la voce rotta dall'indecisione. 
-Gon!- 
Ci girammo tutti nella direzione di quella voce, gli occhi sgranati per la sorpresa. -La decisione spetta a te; ci fidiamo del tuo istinto selvaggio. Scegli tu quale candela prendere!- 
Cercai insistentemente lo sguardo di Asuka. Volevo più di ogni altra cosa sapere come stesse. 
Gon si girò nella direzione della ragazza, sorridendole sorpreso.
-Sicura? Posso scegliere io?-
-Si Gon. Noi ci atterremo alla tua decisione.-
-Asuka..- 
La mia voce uscì rauca e sottile, ma bastò per richiamare la sua attenzione. 
Fu una pugnalata al cuore. I suoi occhi erano lucidi, intrisi di tristezza e tormento. C'era qualcosa che la stava divorando dentro.
-Asuka..- ripetei, avvicinandomi cautamente a lei. 
Arrivò una seconda pugnalata, quando la ragazza dai capelli rossi fece un passo indietro, guardandomi spaventata. -Non ora Kurapika..- 
La sua voce era bassa, quasi un sussurro. Ma la cosa che più mi faceva male è che essa era fredda come il ghiaccio. Senza emozioni.
Mi girai, i pugni stretti convulsamente e la rabbia che stava pian piano affiorando. 
Non sopportavo l'idea di non poterla aiutare; e ancora meno non sopportavo l'idea che fosse proprio lei a non volere aiuto. 
Avevo come l'impressione che da quella sera sul dirigibile qualcosa si fosse spezzato. Avevo paura di aver detto qualcosa che non andava o di aver fatto qualcosa che le avesse dato fastidio. 
Non era vero che andava tutto bene.
 C'era come un muro fra di noi ed io non potevo sopportarlo. 
-Bene, allora io scelgo la candela più lunga..- 
L'attenzione di tutti fu rivolta verso le parole di Gon, che ci lasciarono perplessi. 
-Posso sapere il motivo della tua scelta?- chiese stranito Sedokan. 
-E semplice..- iniziò il bambino, guardando tranquillo l'avversario davanti a se. -La candela che ho scelto, essendo più lunga, ci metterà meno tempo a spegnersi.-
La bocca di tutti era spalancata; perfino Asuka era rimasta sconcertata dalle sue parole. 
L'ingenuità di quel bambino era veramente disarmante. 
-D'accordo..- sorrise Sedokam, camminando verso due pilastri che contenevano del fuoco. -Al mio tre accendiamo la candela. Pronto?-
Gon annuì, iniziando anche lui a dirigersi verso il fuoco. 
-Uno..due..- 
Tutti stavamo trattenendo il fiato, concentrati sulla scena davanti ai nostri occhi. 
-..Tre!-
Entrambi accesero le proprio candele contemporaneamente. Gon tornò felice al posto in cui si trovava prima, guardando gioioso la propria candela. 
Ma lo sguardo soddisfatto con cui Sedokan guardava il bambino non era affatto incoraggiante; e bastò un occhiata al viso corrucciato di Asuka affinchè i miei sospetti avessero conferma. 
E nel giro di pochi secondi la fiamma della candela di Gon iniziò a divampare, mentre la cera si scioglieva come burro sotto il sole. 
-Ma cosa diavolo sta succedendo?! Lo sapevo che la candela più lunga conteneva un trabocchetto!- urlò Leorio in prenda alla rabbia e al panico. 
-Se continuerà così, ci vorranno meno di tre minuti prima che la candela si spenga totalmente..siamo nei guai-
Non potei fare altro che dare ragione a Killua, mentre guardavamo impotenti la scena davanti a noi. Gon continuava a dimenarsi e urlare per il dolore alle dita. 
-E' diventata più corta di un pollice..- 
La voce preoccupata di Killua non era affatto un buon senso. Avevo come la sensazione che avremmo perso questa sfida.
Bastarono trenta secondi per far mollare la presa a Gon; la candela cadde a terra, fortunatamente ancora accesa grazie al fiume di cera che era colato.
Successe tutto in un secondo. 
Gon sorriso all'improvviso e con uno scatto fulmineo si avvicinò alla candela di Sedokan, soffiandoci sopra. 
Il gong suonò, decretando così la nostra vittoria. 
Leorio e Killua saltarono, urlando per la felicità, mentre Asuka chiuse gli occhi, sorridendo felice. 
Mi incantai, beandomi del torpore che il suo sorriso mi stava donando. E automaticamente, come se le sue azioni fossero strettamente legate alle mie, mi ritrovai a sorridere anch'io, il cuore che batteva all'impazzata. 
Gon tornò sulla piattaforma, battendo il cinque a tutti e abbracciando la ragazza dai capelli rossi. 
-Stai meglio?- le chiese dolce, guardandola negli occhi.
- Sto meglio Gon, non preoccuparti.- gli rispose lei, accarezzandogli la testa. 
Sorrisi, intenerito dal rapporto di affetto che si era creato fra i due. Sembravano quasi fratello e sorella. Gon era l'unico che riuscisse a farla sempre sorridere. 
Il sorriso svanì immediatamente dal mio viso, sostituito da una smorfia di fastidio e tristezza. 
Già. Solo Gon riusciva a far sorridere davvero Asuka. Solo lui. 
Al contrario, avevo come l'impressione che quando Asuka mi guardasse si sentisse a disagio, come se ci fosse qualcosa che le impedisse di aprirsi totalmente con me. 
Questa cosa mi stava dilaniando dentro. 
Avevo sicuramente sbagliato qualcosa con lei, e il fatto che non volesse nemmeno farsi toccare da me lo dimostrava. 
Avevo bisogno di parlarle e chiarire tutto. 
Lei era importante per me. Era parte del mio gruppo. 
Era mia amica. 
Amica. 
Perchè questa parola mi dava fastidio? Perchè sentivo di stare mentendo a me stesso?
- Sei stato bravissimo Gon. E ora, grazie alla forza mia e di Kurapika vinceremo sicuramente i prossimi due incontri.-
Killua fulminò con lo sguardo Leorio e pestandogli il piede con forza. 
-E io scusa!?- sbuffò indignato Killua, tappandosi le orecchie a causa delle forti urla di Leorio. 
-Se ti prendo!- urlò furibondo quest'ultimo, saltellando come un coniglio sul piede buono e cercando di afferrare l'albino. 
In un altro momento mi sarei sicuramente piegato in due dalle risate; ma ora no. 
In questo momento i miei pensieri erano concentrati totalmente su Asuka. 
La ragazza non mi guardava; teneva gli occhi fissi sul ring e sulle macchie di sangue ormai asciutte dell'uomo che aveva ucciso. 
-Non dovresti commettere un errore così grossolano, ricorrendo a questi trucchetti..- 
Un uomo dall'aria imponente rimproverò Sedokan, che era appena tornato sulla piattaforma. -Va bene..- continuò, portando gli occhi sul nostro gruppo. - Il prossimo sono io.-
Era l'occasione perfetta. 
Dovevo assolutamente concentrarmi su qualcosa che non fosse Asuka, altrimenti i miei nervi sarebbero saltati. 
-Perfetto. Il tuo sfidante sarò io.- 
Mi feci avanti, camminando sulla passerella. Lo stesso fece l'uomo davanti a me, il quale, non appena raggiunse il ring, si tolse il mantello, rivelando tutta la sua imponenza. 
-Fin'ora ho ucciso diciannove persone..- disse lui, indicando i cuori che aveva disegnati su un pettorale. - Ma io odio il numero diciannove, mi urta il sistema nervoso- 
E mentre pronunciava queste parole, l'uomo di fronte a me iniziò a scroccarsi le dita. -Perciò ora sono contento, poichè ho trovato la mia ventesima vittima. Purtroppo io non riesco a entusiasmarmi fino a che non vedo sangue, viscere e visi contorti dal dolore! Perciò ti avverto, la sfida che sceglierò sarà un combattimento all'ultimo sangue, che finirà solo con la resa o con la morte di uno dei due.-
-A me sta bene, non c'è nessun problema.-
Non attendevo altro. Mi tolsi la tunica del mio clan, poichè mi era scomoda in combattimento, rimanendo solo con una leggera canottiera . Mi misi in posizione di attacco attendendo la mossa dell'avversario, il quale non faceva altro che fissarmi come se fossi pazzo.
In un attimo, prima ancora di sentire l'urlo di Leorio, il mio avversario caricò il pugno e partì all'attacco. Lo schivai per un pelo, le mani incrociate davanti al viso per proteggermi dai pezzi di piastrella che si erano staccati dal pavimento. 
-Che aspetti Kurapika! Ritirati, ritirati!-
Ma non sentii le parole di Leorio. Non sentii più alcun suono quando i miei occhi videro dietro la schiena di quell'uomo il ragno dalle dodici zampe. 
Tutto sembrò fermarsi. 
In un colpo le immagini di quella notte riaffiorarono, facendomi ribollire il sangue nelle vene. 
Vedevo tutto nero. 
Ricomparvero gli occhi scarlatti, l'unica cosa che ancora mi legava al mio clan. 
Ricomparve tutto l'odio e la rabbia di quella notte. 
-Beh, cosa ti succede? Hai perso completamente la voce? - mi provocò il mio avversario, uno sguardo di vittoria dipinto sul volto. -Lo so, lo capisco.. di fronte ad uno dei quattro re celesti della brigata dell'illusione, non si può che rimanere pietrificati dalla paura! Mi chiamano Majitani. Il primo pugno era per saluto, mentre dal prossimo inizierò a fare sul serio. Se vuoi ritirarti fa pure, capisco che davanti ad un membro della brigat..-
-STAI ZITTO!- 
Mi bloccai, completamente paralizzato da quell'urlo talmente rabbioso da far accapponare la pelle. Non riuscii a muovermi nemmeno quando una figura si mosse alla velocità della luce, andando a conficcare la katana dritta nel cuore del mio avversario. 
Ero pietrificato, tanto che, quando Asuka si girò, non riuscii a muovere nemmeno un muscolo per lo sconcerto. 
Perchè quando Asuka si girò verso di me, vidi che i suoi occhi avevano cambiato colore. 
Non erano più verdi. 
Erano scarlatti.
Erano uguali ai miei. 
Erano gli occhi che appartenevano al clan dei Kuruta. 
 
Buongiorno/buonasera a tutti! 
Ta daaan!
Il colpo di scena finale era immancabile eh?
Non odiatemi per aver ri-diviso quest'altro capitolo, ma davvero la terza prova è davvero lunga e i colpi di scena davvero tanti. Quindi perdonatemi, ma il capitolo quattro avrà una terza parte. 
Inziamo con ordine. 
Vi aspettavate un Pov di Kurapika? Io assolutamente no. Ho iniziato a scrivere senza rendermene conto. Spero non mi ucciderete per aver cambiato ( solo per questo capitolo) il punto di vista del personaggio. Spero di aver reso al meglio il suo personaggio, i suoi pensieri, le sue emozioni..
Povero uomo! Tormentato dall'idea di aver sbagliato qualcosa. Mi sono sentita davvero crudele. 
I litigi di Killua e Leorio mi fanno morire ogni volta. Danno quel tocco giocoso in più che riesce a spezzare la tensione. Sono felice di poterci giocare e di potervi far divertire con loro. 
Passiamo alla parte finale. Mi dispiace continuare a fare uccidere persone ad Asuka, ma in un qualche modo era necessario per fini che vedrete più avanti.
E ora arriva il momento sclero. KURAPIKA! OCCHI ROSSI! CHE COSA CAVOLO TI E' SALTATO IN MENTE?!
Far scoprire gli occhi rossi di Asuka al quarto capitolo potrebbe essere un po' azzardato, lo capisco..ma non preoccupatevi. Tutto ha un senso. 
Spero di cuore che questo capitolo vi sia piaciuto. Un enorme ringraziamento a tutti coloro che hanno letto, seguito e recensito questa storia. Davvero grazie infinite.
Al prossimo capitolo. 
Un grosso abbraccio. Koralblu!
 
   
 
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