Capitolo
La proposta
“è
stato lui ad ucciderla.”
Quelle
parole riecheggiarono tra le pareti silenziose della grotta, ci
fu un momento di silenzio o forse più di un momento.
Quella
notizia lo aveva sconvolto.
Elena
gli posò una mano sulla spalla, “Aris va tutto
bene?”
“continua”
disse lui in tono duro e aspro. “voglio sapere.”
“non
è stato così difficile sai…
L’avvelenò durante una cena versando
una gran quantità di una pozione che io avevo preparato per
lui nel suo calice;
la colpa fu riversata su di me ovviamente, ero stata accusata di averle
dato un
potente antidepressivo per aiutarla dopo il periodo del parto e tutte
le sue
sorelle confermarono la versione del re”
Si
avvicinò e lo fissò dritto negli occhi. “ma quello non era antidepressivo,
no… era una pozione di tritone,
sapevo riconoscere gli intrugli che creavo. Fui accusata di omicidio,
di aver
avvelenato la principessa con una dose letale di
antidepressivo.”
“ma
tu sapevi che tritone era il colpevole!” esclamò
Aris infervorato
“Si
certo, lo sapevo, ma non avevo prove a sufficienza, e poi se
l’avessi accusato sarei stata condannata alla forca, invece
così solo
all’esilio… sono ancora viva e cosa ancora
più importante ho avuto la
possibilità di raccontarti la mia versione, la vera versione
della tragica
morte di tua mamma.” Concluse
lei appoggiandosi nuovamente contro la fredda roccia.
“tu
eri speciale sin da piccolo e tua madre non avrebbe permesso di farti
rovinare la vita così come tritone aveva fatto con la
sua.”
La
strega finì di parlare ed il silenzio ricadde nella grotta.
Elena
cercò la mano del ragazzo e gliela strinse, non poteva
nemmeno immaginare come
lui si sentisse in quel momento, aveva scoperto che ciò in
cui aveva sempre
creduto era una bugia, una farsa organizzata dal re.
“sono
contenta di averti potuto rivedere Aris, speravo tanto un giorno
di avere quest’opportunità.”
Lo guardò lei con gli occhi che luccicavano di commozione
“Ariel
sarebbe fiera nel vedere il tritone che sei diventato, tu non
sei come tuo nonno, puoi anche avere il suo stesso sangue scorrere
nelle vene
ma hai il cuore di tua madre.”
Le
parole della strega furono le ultime quella notte, dopo aver terminato
il suo racconto Aris si era chiuso in se stesso a riflettere sul da
farsi, si
era appoggiato accanto ad Elena sulla roccia fredda e immergendosi nei
suoi
pensieri non si era nemmeno accorto che a parte lui tutti erano
sprofondati
nella quiete del sonno.
Lui
però non riusciva a dormire, sapeva di dover riposare in
previsione
della giornata seguente ma non si dava pace per la storia che gli era
stata
appena raccontata, dopo la morte di suo padre le sue zie e suo nonno
erano
tutto ciò a cui si era aggrappato, la sua unica famiglia.
Scoprire che tutto
quello che gli era stato insegnato fosse frutto di una manipolazione
era
terribile, tutto avvenuto per una stupida corona, sì
perché nonostante sin da
piccolo gli avessero inculcato l’amore per il potere della
quale un giorno non
lontano sarebbe entrato in possesso, lui aveva sempre sentito nel suo
cuore che
quello non era il suo destino. Se non era più chi credeva di
essere allora
quale era dunque la sua strada? Sempre più tormentato alla
fine fu vinto dal
sonno, al suo risveglio trovò gli occhi nocciola della
ragazza seduta al suo
fianco che lo scrutavano preoccupati.
“stai
bene?”
Si
scrollò di dosso gli ultimi torpori del sonno, non era
abituato a
dormire fuori dall’acqua e quella sensazione non gli piaceva
affatto.
“ho
solo bisogno di una nuotatina” si sgranchì la
schiena, la sua pelle
era arida e notò che la sua coda aveva perso la sua solita
brillantezza in
favore di piccole crepette che non appena venivano sfiorate dolevano da
morire.
“non
hai un bell’aspetto” la bionda
l’aiutò ad avvicinarsi alla
“pozza”.
“certo
che non ha un bell’aspetto! Sei stato un incosciente Aris!
Dormire una notte intera fuori dall’acqua… ma cosa
ti dice il cervello?” lo
sgridò la strega ben conscia dei pericoli che una notte
all’aria aperta poteva
avere sulle creature del mare.
Non
appena rientrò nell’acqua fu come se fosse
attraversato da una
scarica di adrenalina, s’immerse e scomparve alla loro vista
per una decina di
minuti.
“Stà
traquilla,” fu come se la strega le avesse letto nella mente,
“era
solo un po’ disidratato, piuttosto”
continuò “preferirei che non andaste ma non
posso certo fermarvi. Stai molto attenta, non fidarti per nessuna
ragione di
tritone, potrà sembrarti gentile, amichevole, perfino buono
ma ricordati chi è
veramente e che non ha mai nessuno scrupolo. Raggiungerà i
suoi scopi con o
senza te perciò” Aris riemerse
dall’acqua all’improvviso e la strega fu
costretta ad interrompersi, a quanto pareva si fidava molto di lei.
“Dobbiamo
andare” Aris lo disse contro la sua volontà ma
sapeva che non vi erano altre
vie di fuga, le tese la mano per aiutarla ad entrare in acqua. Elena
annuì anche
se portava nel cuore gli stessi timori che vedeva riflessi negli occhi
di lui.
“stai
sempre in
guardia.” Sillabò la strega mentre le rivolgeva
uno sguardo di saluto, poi
tutto divenne nuovamente freddo e le sue membra furono circondate dal
gelido
morso dell’acqua.
****
Non
avevano molto
tempo Aris ne era consapevole, Elena non poteva sopportare per molto la
pressione e il freddo del mare perciò nuotò il
più velocemente che poteva
tenendola stretta fra le braccia.
Quasi avesse
letto i pensieri nella sua testa Aris le
sussurrò di stare tranquilla ma seppur fossero state
sussurrate con tono dolce
quelle parole non servirono a calmarla. Come sarebbe andato
l’incontro con il
re? Avrebbe fatto una buona impressione o avrebbe tentato di ucciderla
non
appena avesse messo piede a palazzo??
Le sue
congetture dovettero terminare d’improvviso
quando le porte principali del castello si spalancarono sotto il suo
sguardo
inebetito.
“siamo
arrivati.”
****
Non
c’erano parole per descrivere la magnificenza del
palazzo, non appena entrati Aris la portò al suo fianco
tenendole solamente la
mano, se avesse dovuto incontrare il re di certo non avrebbe dovuto
avere
quell’aria spaurita, cercò quindi di darsi un
contegno, voleva apparire forte e
determinata; voleva che il re la prendesse sul serio.
“Andrà
tutto bene” furono le parole proferite da Aris
poco prima di sentirlo bussare alla grande porta decorata con
bassorilievi
mitologici che li separava dalla sala del trono.
“Avanti”
tuonò la voce del re. Ed Elena capì che
nonostante tutti i suoi sforzi era impossibile non avere paura di una
figura
del genere.
****
Seduto in cima
al trono decorato con altorilievi e
pietre preziose Re Tritone era adornato da un’aura regale.
Era grande e
possente, forse alto due metri ma con la lunga coda era impossibile
stabilirlo
con certezza, le spalle grandi erano quasi ricoperte da una folta
capigliatura
bianca che faceva risaltare la corona d’oro massiccio posata
sulla sua testa.
Sotto un’altrettanta folta barba era possibile scorgere dei
lineamenti duri
scavati nelle ossa del cranio che ne abbrutivano
l’espressione, per un attimo i
suoi occhi di freddo ghiaccio e quelli nocciola di Elena
s’incrociarono. Ella
ne vide un abisso senza fondo, collera rabbia e furia, ed erano tutti
sentimenti provocati dalla sua presenza, poi con una forte
autodisciplina tutto
quel rancore s’affievolì tentando di addolcire la
sua espressione. Ormai però
era tardi, El aveva visto tutto e non aveva bisogno di ulteriori
raccomandazioni per rendersi conto che il tritone che aveva davanti era
probabilmente la più pericolosa figura nella quale si
sarebbe mai trovata
dinnanzi.
“Ebbene,
tu sei la graziosa
umana che avrebbe stregato il cuore del mio diletto Nipote.”
La sua voce
profonda risultò melliflua e chiaramente falsa.
“Sono
Elena Greene Vostra altezza” si trovò un momento
a disagio lei, a scuola non insegnavano mica come parlare con dei
sovrani!
“Spendente e
solare*
sprizzi insana aria terrestre da
ogni tua fibra!” la schernì.
Aris si fece
avanti per difenderla ma lei lo fermò con
un braccio facendogli segno di stare calmo.
Il re nemmeno se
ne accorse ed iniziò a tamburellare
sul trono, non sembrava affatto nervoso se non fosse per quel gesto che
tradiva
una certa impazienza.
“ieri
pomeriggio ho proposto al mio caro nipote una
soluzione che avrebbe risolto tutti i problemi,”
La bionda vide i
muscoli del ragazzo irrigidirsi, la
mascella serrarsi, lui non le aveva detto nulla di quella proposta.
Re tritone
guardò subdolamente Aris come a volergli
dire “lo dico io o lo dici tu?” ma non
parlò effettivamente dei termini
della proposta.
“Lui
ha rifiutato come avrai ben capito e adesso mi
ritrovo a farti questa proposta di persona, se sarai davvero innamorata
di lui
così come Aris crede, farai la cosa migliore.”
“in
cosa consiste la proposta?” chiese scetticamente
lei
“io
non posso separarmi da mio nipote e strappare un
principe al suo regno sarebbe un gesto sin troppo ignobile persino per
un
umano…Atlantica ha bisogno di Aris così come un
re ha bisogno di un successore.
Ma lui non ha intenzione di restare qui se non ci sarai anche tu con
lui.”
Prese un pausa
premeditamene studiata.
“si
Elena, hai capito bene. Ti sto chiedendo di
diventare un creatura degli abissi come noi.”
****
Abisso, Elena non conosceva davvero il significato di quella parola ma
adesso
le veniva imposto più che offerto il privilegio di farne
parte; se avesse
rifiutato il re avrebbe trovato ugualmente il modo di fare rimanere
Aris in
fondo al Mare, le parole della strega riecheggiavano nelle sue orecchie
“con
o senza te”.
“va
bene, lo farò” passarono pochi secondi e la sua
risposta apparve quasi immediata, il re fu quasi
sorpreso. Probabilmente non la riteneva all’altezza della
situazione e cosa
peggiore, l’aveva sottovalutata.
Diventare una
creatura del mare avrebbe comportato
grandi sacrifici, grandi rinunce ma era anche l’unico modo
per provare al re
che il loro amore era un sentimento reale, che era puro e che poteva
spingere a
farti fare qualunque cosa per l’altro.
Il re sorrise
beffardamente, sapeva che la ragazza non
sarebbe mai sopravvissuta al rito di passaggio e non sarebbe mai
diventata una
sirena, aveva ottenuto lo stesso ciò che voleva ovvero la
sua morte, certo lei l’avrebbe
resa più lenta e
travagliata con quell’ultimo suo atto di coraggio volendo
dimostrare a tutti i
costi di credere nell’amore ma il suo cuore sarebbe stato
ancora più pregiato e
il gioiello che avrebbero forgiato ancora più
potente…
Aris la
guardò, era spaventato dall’idea di cosa lei
avrebbe dovuto affrontare. Ancora una volta quell’uomo gli
stava rovinando la
vita.
“non
hai esitato un momento neppure tu… direi che
sembrate piuttosto convincenti”
Ancora una volta
Aris si fece avanti per parlare ma
Elena lo fermò, sapeva che qualunque cosa avrebbe detto lo
avrebbe fatto per
proteggerla ma adesso era lei che voleva fare qualcosa per lui, gli
doveva la
sua vita e quella di sua madre, quello sembrava un sacrificio
sopportabile.
“di
cosa state parlando?” chiese confusa.
“Oh
Aris,” si finse stupito “non gliel’hai
raccontato?”
Il suo sguardo
si fece di fuoco mentre vide il tritone
comodamente seduto sul trono esporre con calma quello che lui aveva
opportunamente deciso di omettere dal suo racconto a Elena.
“sai,
i nostri problemi sarebbero finiti subito se
avesse accettato; non gli chiedevo poi un gesto così estremo
come quello che ho
proposto a te, posso asserire quindi che tu sia stata molto
più coraggiosa del
tuo innamorato. Tutto
sarebbe tornato esattamente come prima se lui ti avesse uccisa,
con un esecuzione pubblica davanti all’intero regno. Ma
a quanto pare
preferite le vie più difficili…”
La sua presa
dalla mano di Aris si fece più debole,
per quanto si sforzasse di non darlo a vedere era rimasta seriamente
scioccata
quando quelle parole erano uscite dalla sua bocca barbuta. Quel
pomeriggio
mentre lei era rimasta avvolta nella coperta di lana a rimuginare sul
loro
bacio ad Aris era stato proposto di ucciderla. Dal momento in cui era
entrata
nella sua vita aveva corso quel pericolo sempre,
non aveva mai realizzato quanto fosse pericoloso il suo
mondo, quanto
potenzialmente pericoloso fosse lui.
Aris non aveva
esitato, aveva detto No, così come lei
aveva detto Si al re.
“Elena
io” Aris avrebbe voluto spiegarle tutto ma
quello non era il momento giusto, gli era venuto in mente un piano e
seppur
avesse qualche lacuna da definire doveva almeno riuscire ad ottenere
quella
piccola concessione dal re.
“Il
processo per diventare una sirena è una pratica
molto antica e quasi del tutto sconosciuta, come hai intenzione di fare
nonno?”
Il re parve un
momento sorpreso poi si riprese “conosco
una strega, una vecchia maga molto potente e pericolosa che potrebbe
conoscere
quest’antica magia”
“chi?”
insistette lui
“una
signora dal cuore nero, dai crimini troppo
cruenti perché sia io a rivelarteli,”
“allora
non possiamo assolutamente fidarci di lei!”
Aris lo disse convinto anche se già aveva un idea del nome
che il re avrebbe
pronunziato
“Oh,
Fidati di me… dopo tanti anni di prigionia Ursula
farebbe di tutto pur di uscire da quel buco dove l’abbiamo
rinchiusa.”
Elena
guardò Aris confusa, leggeva nei suoi occhi che
aveva in mente un piano, ma di cosa si trattasse le era ignoto.
“Abbiamo
dunque la tua parola, re Tritone?”
“Certamente”
Asserì lui. “Rimangono solo da definire
alcuni dettagli…” rispose vago.
*
Il significato del nome Elena è splendente
di solito associato allo splendore del sole