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Autore: Clara_Oswin    13/07/2016    2 recensioni
Storie di pescatori narrano la presenza nelle acque di Deep Alley, di creature dal corpo per metà umano e per metà pesce. Nuotando un giorno in quelle acque Elena, trasferita da poco in quella città con la madre, terrorizzata vede qualcosa, non sa che quell'incontro cambierà per sempre il corso della sua vita. Segreti e verità mai svelate la catapulteranno in un mondo estraneo dal suo, dove alla fine anche lei si ritroverà a scegliere tra la vita e la morte.
Per saperne di più: Pubblico in questa sezione perché la storia si ispira molto ai personaggi originali di Ariel ed Eric, presenti nel corso della trama e durante la loro storia, questo però è un punto di partenza per qualcosa di nuovo, in cui la fiaba originale della disney si intreccia in un racconto di sirene come non l’avete mai letto.
Genere: Mistero, Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ariel, Eric, Re Tritone, Ursula
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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Capitolo La proposta

 

“è stato lui ad ucciderla.”

Quelle parole riecheggiarono tra le pareti silenziose della grotta, ci fu un momento di silenzio o forse più di un momento.

Quella notizia lo aveva sconvolto.

Elena gli posò una mano sulla spalla, “Aris va tutto bene?”

“continua” disse lui in tono duro e aspro. “voglio sapere.”

“non è stato così difficile sai… L’avvelenò durante una cena versando una gran quantità di una pozione che io avevo preparato per lui nel suo calice; la colpa fu riversata su di me ovviamente, ero stata accusata di averle dato un potente antidepressivo per aiutarla dopo il periodo del parto e tutte le sue sorelle confermarono la versione del re”

Si avvicinò e lo fissò dritto negli occhi. “ma quello non era antidepressivo, no… era una pozione di tritone, sapevo riconoscere gli intrugli che creavo. Fui accusata di omicidio, di aver avvelenato la principessa con una dose letale di antidepressivo.”

“ma tu sapevi che tritone era il colpevole!” esclamò Aris infervorato

“Si certo, lo sapevo, ma non avevo prove a sufficienza, e poi se l’avessi accusato sarei stata condannata alla forca, invece così solo all’esilio… sono ancora viva e cosa ancora più importante ho avuto la possibilità di raccontarti la mia versione, la vera versione della tragica morte di tua mamma.” Concluse lei appoggiandosi nuovamente contro la fredda roccia.

“tu eri speciale sin da piccolo e tua madre non avrebbe permesso di farti rovinare la vita così come tritone aveva fatto con la sua.”

La strega finì di parlare ed il silenzio ricadde nella grotta. Elena cercò la mano del ragazzo e gliela strinse, non poteva nemmeno immaginare come lui si sentisse in quel momento, aveva scoperto che ciò in cui aveva sempre creduto era una bugia, una farsa organizzata dal re.

“sono contenta di averti potuto rivedere Aris, speravo tanto un giorno di avere quest’opportunità.” Lo guardò lei con gli occhi che luccicavano di commozione

“Ariel sarebbe fiera nel vedere il tritone che sei diventato, tu non sei come tuo nonno, puoi anche avere il suo stesso sangue scorrere nelle vene ma hai il cuore di tua madre.”

Le parole della strega furono le ultime quella notte, dopo aver terminato il suo racconto Aris si era chiuso in se stesso a riflettere sul da farsi, si era appoggiato accanto ad Elena sulla roccia fredda e immergendosi nei suoi pensieri non si era nemmeno accorto che a parte lui tutti erano sprofondati nella quiete del sonno.

Lui però non riusciva a dormire, sapeva di dover riposare in previsione della giornata seguente ma non si dava pace per la storia che gli era stata appena raccontata, dopo la morte di suo padre le sue zie e suo nonno erano tutto ciò a cui si era aggrappato, la sua unica famiglia. Scoprire che tutto quello che gli era stato insegnato fosse frutto di una manipolazione era terribile, tutto avvenuto per una stupida corona, sì perché nonostante sin da piccolo gli avessero inculcato l’amore per il potere della quale un giorno non lontano sarebbe entrato in possesso, lui aveva sempre sentito nel suo cuore che quello non era il suo destino. Se non era più chi credeva di essere allora quale era dunque la sua strada? Sempre più tormentato alla fine fu vinto dal sonno, al suo risveglio trovò gli occhi nocciola della ragazza seduta al suo fianco che lo scrutavano preoccupati.

“stai bene?”

Si scrollò di dosso gli ultimi torpori del sonno, non era abituato a dormire fuori dall’acqua e quella sensazione non gli piaceva affatto.

“ho solo bisogno di una nuotatina” si sgranchì la schiena, la sua pelle era arida e notò che la sua coda aveva perso la sua solita brillantezza in favore di piccole crepette che non appena venivano sfiorate dolevano da morire.

“non hai un bell’aspetto” la bionda l’aiutò ad avvicinarsi alla “pozza”.

“certo che non ha un bell’aspetto! Sei stato un incosciente Aris! Dormire una notte intera fuori dall’acqua… ma cosa ti dice il cervello?” lo sgridò la strega ben conscia dei pericoli che una notte all’aria aperta poteva avere sulle creature del mare.

Non appena rientrò nell’acqua fu come se fosse attraversato da una scarica di adrenalina, s’immerse e scomparve alla loro vista per una decina di minuti.

“Stà traquilla,” fu come se la strega le avesse letto nella mente, “era solo un po’ disidratato, piuttosto” continuò “preferirei che non andaste ma non posso certo fermarvi. Stai molto attenta, non fidarti per nessuna ragione di tritone, potrà sembrarti gentile, amichevole, perfino buono ma ricordati chi è veramente e che non ha mai nessuno scrupolo. Raggiungerà i suoi scopi con o senza te perciò” Aris riemerse dall’acqua all’improvviso e la strega fu costretta ad interrompersi, a quanto pareva si fidava molto di lei.

 “Dobbiamo andare” Aris lo disse contro la sua volontà ma sapeva che non vi erano altre vie di fuga, le tese la mano per aiutarla ad entrare in acqua. Elena annuì anche se portava nel cuore gli stessi timori che vedeva riflessi negli occhi di lui.

“stai sempre in guardia.” Sillabò la strega mentre le rivolgeva uno sguardo di saluto, poi tutto divenne nuovamente freddo e le sue membra furono circondate dal gelido morso dell’acqua.

****

Non avevano molto tempo Aris ne era consapevole, Elena non poteva sopportare per molto la pressione e il freddo del mare perciò nuotò il più velocemente che poteva tenendola stretta fra le braccia.

Quasi avesse letto i pensieri nella sua testa Aris le sussurrò di stare tranquilla ma seppur fossero state sussurrate con tono dolce quelle parole non servirono a calmarla. Come sarebbe andato l’incontro con il re? Avrebbe fatto una buona impressione o avrebbe tentato di ucciderla non appena avesse messo piede a palazzo??

Le sue congetture dovettero terminare d’improvviso quando le porte principali del castello si spalancarono sotto il suo sguardo inebetito.

“siamo arrivati.”

****

Non c’erano parole per descrivere la magnificenza del palazzo, non appena entrati Aris la portò al suo fianco tenendole solamente la mano, se avesse dovuto incontrare il re di certo non avrebbe dovuto avere quell’aria spaurita, cercò quindi di darsi un contegno, voleva apparire forte e determinata; voleva che il re la prendesse sul serio.

“Andrà tutto bene” furono le parole proferite da Aris poco prima di sentirlo bussare alla grande porta decorata con bassorilievi mitologici che li separava dalla sala del trono.

“Avanti” tuonò la voce del re. Ed Elena capì che nonostante tutti i suoi sforzi era impossibile non avere paura di una figura del genere.

****

Seduto in cima al trono decorato con altorilievi e pietre preziose Re Tritone era adornato da un’aura regale. Era grande e possente, forse alto due metri ma con la lunga coda era impossibile stabilirlo con certezza, le spalle grandi erano quasi ricoperte da una folta capigliatura bianca che faceva risaltare la corona d’oro massiccio posata sulla sua testa. Sotto un’altrettanta folta barba era possibile scorgere dei lineamenti duri scavati nelle ossa del cranio che ne abbrutivano l’espressione, per un attimo i suoi occhi di freddo ghiaccio e quelli nocciola di Elena s’incrociarono. Ella ne vide un abisso senza fondo, collera rabbia e furia, ed erano tutti sentimenti provocati dalla sua presenza, poi con una forte autodisciplina tutto quel rancore s’affievolì tentando di addolcire la sua espressione. Ormai però era tardi, El aveva visto tutto e non aveva bisogno di ulteriori raccomandazioni per rendersi conto che il tritone che aveva davanti era probabilmente la più pericolosa figura nella quale si sarebbe mai trovata dinnanzi.

“Ebbene, tu sei la graziosa umana che avrebbe stregato il cuore del mio diletto Nipote.” La sua voce profonda risultò melliflua e chiaramente falsa.

“Sono Elena Greene Vostra altezza” si trovò un momento a disagio lei, a scuola non insegnavano mica come parlare con dei sovrani!

Spendente e solare* sprizzi insana aria terrestre da ogni tua fibra!” la schernì.

Aris si fece avanti per difenderla ma lei lo fermò con un braccio facendogli segno di stare calmo.

Il re nemmeno se ne accorse ed iniziò a tamburellare sul trono, non sembrava affatto nervoso se non fosse per quel gesto che tradiva una certa impazienza.

“ieri pomeriggio ho proposto al mio caro nipote una soluzione che avrebbe risolto tutti i problemi,”

La bionda vide i muscoli del ragazzo irrigidirsi, la mascella serrarsi, lui non le aveva detto nulla di quella proposta.

Re tritone guardò subdolamente Aris come a volergli dire “lo dico io o lo dici tu?” ma non parlò effettivamente dei termini della proposta.

“Lui ha rifiutato come avrai ben capito e adesso mi ritrovo a farti questa proposta di persona, se sarai davvero innamorata di lui così come Aris crede, farai la cosa migliore.”

“in cosa consiste la proposta?” chiese scetticamente lei

“io non posso separarmi da mio nipote e strappare un principe al suo regno sarebbe un gesto sin troppo ignobile persino per un umano…Atlantica ha bisogno di Aris così come un re ha bisogno di un successore. Ma lui non ha intenzione di restare qui se non ci sarai anche tu con lui.”

Prese un pausa premeditamene studiata.

“si Elena, hai capito bene. Ti sto chiedendo di diventare un creatura degli abissi come noi.”

****

Abisso, Elena non conosceva davvero il significato di quella parola ma adesso le veniva imposto più che offerto il privilegio di farne parte; se avesse rifiutato il re avrebbe trovato ugualmente il modo di fare rimanere Aris in fondo al Mare, le parole della strega riecheggiavano nelle sue orecchie con o senza te”.

“va bene, lo farò” passarono pochi secondi e la sua risposta apparve quasi immediata, il re fu quasi sorpreso. Probabilmente non la riteneva all’altezza della situazione e cosa peggiore, l’aveva sottovalutata.

Diventare una creatura del mare avrebbe comportato grandi sacrifici, grandi rinunce ma era anche l’unico modo per provare al re che il loro amore era un sentimento reale, che era puro e che poteva spingere a farti fare qualunque cosa per l’altro.

Il re sorrise beffardamente, sapeva che la ragazza non sarebbe mai sopravvissuta al rito di passaggio e non sarebbe mai diventata una sirena, aveva ottenuto lo stesso ciò che voleva ovvero la sua morte, certo lei l’avrebbe resa più lenta e travagliata con quell’ultimo suo atto di coraggio volendo dimostrare a tutti i costi di credere nell’amore ma il suo cuore sarebbe stato ancora più pregiato e il gioiello che avrebbero forgiato ancora più potente…

Aris la guardò, era spaventato dall’idea di cosa lei avrebbe dovuto affrontare. Ancora una volta quell’uomo gli stava rovinando la vita.

“non hai esitato un momento neppure tu… direi che sembrate piuttosto convincenti”

Ancora una volta Aris si fece avanti per parlare ma Elena lo fermò, sapeva che qualunque cosa avrebbe detto lo avrebbe fatto per proteggerla ma adesso era lei che voleva fare qualcosa per lui, gli doveva la sua vita e quella di sua madre, quello sembrava un sacrificio sopportabile.

“di cosa state parlando?” chiese confusa.

“Oh Aris,” si finse stupito “non gliel’hai raccontato?”

Il suo sguardo si fece di fuoco mentre vide il tritone comodamente seduto sul trono esporre con calma quello che lui aveva opportunamente deciso di omettere dal suo racconto a Elena.

“sai, i nostri problemi sarebbero finiti subito se avesse accettato; non gli chiedevo poi un gesto così estremo come quello che ho proposto a te, posso asserire quindi che tu sia stata molto più coraggiosa del tuo innamorato. Tutto sarebbe tornato esattamente come prima se lui ti avesse uccisa, con un esecuzione pubblica davanti all’intero regno. Ma a quanto pare preferite le vie più difficili…”

La sua presa dalla mano di Aris si fece più debole, per quanto si sforzasse di non darlo a vedere era rimasta seriamente scioccata quando quelle parole erano uscite dalla sua bocca barbuta. Quel pomeriggio mentre lei era rimasta avvolta nella coperta di lana a rimuginare sul loro bacio ad Aris era stato proposto di ucciderla. Dal momento in cui era entrata nella sua vita aveva corso quel pericolo sempre, non aveva mai realizzato quanto fosse pericoloso il suo mondo, quanto potenzialmente pericoloso fosse lui.

Aris non aveva esitato, aveva detto No, così come lei aveva detto Si al re.

“Elena io” Aris avrebbe voluto spiegarle tutto ma quello non era il momento giusto, gli era venuto in mente un piano e seppur avesse qualche lacuna da definire doveva almeno riuscire ad ottenere quella piccola concessione dal re.

“Il processo per diventare una sirena è una pratica molto antica e quasi del tutto sconosciuta, come hai intenzione di fare nonno?”

Il re parve un momento sorpreso poi si riprese “conosco una strega, una vecchia maga molto potente e pericolosa che potrebbe conoscere quest’antica magia”

“chi?” insistette lui

“una signora dal cuore nero, dai crimini troppo cruenti perché sia io a rivelarteli,”

“allora non possiamo assolutamente fidarci di lei!” Aris lo disse convinto anche se già aveva un idea del nome che il re avrebbe pronunziato

“Oh, Fidati di me… dopo tanti anni di prigionia Ursula farebbe di tutto pur di uscire da quel buco dove l’abbiamo rinchiusa.”

Elena guardò Aris confusa, leggeva nei suoi occhi che aveva in mente un piano, ma di cosa si trattasse le era ignoto.

“Abbiamo dunque la tua parola, re Tritone?”

“Certamente” Asserì lui. “Rimangono solo da definire alcuni dettagli…” rispose vago.

 

 

 

 

* Il significato del nome Elena è splendente di solito associato allo splendore del sole

 

 

  
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