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Autore: atzuki97_drarry    13/07/2016    1 recensioni
[DRARRY] [Accenni ROMIONE]
E' il sesto anno per Harry Potter alla scuola di magia e stregoneria di Hogwarts, è tempo di verità, altri misteri e nuovi amori.
Harry dovrà ricredersi su tutto ciò che ha creduto fino a quel momento, sopratutto su tutto ciò che riguarda lo studente da lui più odiato, Draco Malfoy. Cosa accadrebbe se tutto ciò che è stato narrato non fosse andato esattamente come è stato detto? E se l'ossessione del giovane Potter non dipendesse solo dai propri sospetti come lui stesso crede? E se la pressione straziante di Draco non riguardasse solo il compito a lui assegnato?
(Premetto che questa è la mia prima Fanfiction su Harry Potter, spero di aver fatto il possibile per far uscire qualcosa di decente, la Fanfiction riporterà alcune piccole parti (quelle che riterrò più essenziali per lo sviluppo della FF) così come scritte nel libro o leggermente modificate, mentre tutto il resto ovviamente è nato dalla mia mente malata di Drarry. Spero che questa storia sia di vostro gradimento.)
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Il trio protagonista, Ron Weasley | Coppie: Draco/Harry, Ron/Hermione
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Da VI libro alternativo
Capitoli:
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Il giorno delle visita ad Hogsmeade era arrivato ed Harry non poteva far a meno di negare che nonostante tutte le cose che lo stavano travolgendo in quei giorni l'eccitazione per tali occasioni non era svanita, spesso passando per le vie della città pensava alle gite a cui partecipava alla scuola babbana elementare dove gli era permesso di partecipare per il solo fatto che i Dursley potevano gioire e festeggiare la mancanza del ragazzo per un'intera giornata, ma né Harry né Dudley potevano godere di tale gioia visto che si ritrovavano a scannarsi in ogni gita. Qui ad Hogsmade la situazione era totalmente l'opposto, neppure lo smorfioso più antipatico della scuola poteva rovinare le giornate di libertà ai livelli del suo antipatico cugino.

O almeno così credeva.
Come erano soliti fare, Harry, Ron ed Hermione non appena arrivati ad Hogsmade non persero tempo per stilare una lista mentale sul da farsi -Prima tappa: Mielandia!- disse Ron tutto eccitato, non dando peso agli sguardi rassegnati di Hermione e quello teso di Harry.

-Credo che dovremmo prima andare ai Tre Manici di Scopa- disse Harry sollevando cauto lo sguardo verso la meta. -La McGranitt ci aspetta- concluse indicando la professoressa che stava a braccia conserte all'ingresso, l'aria truce del giorno prima non si era dissipata per nulla.
-Andiamo, allora- incalzò Hermione, probabilmente la meno entusiasta dei tre nel sentire noiosi piani di gioco, avrebbe preferito sicuramente essere da qualche parte a leggere un bel libro o peggio, finire qualche compito.
Ron sembrava aver notato questo dettaglio nella sua espressione e sembrava indeciso sul da farsi, probabilmente aveva in mente di portarla da qualche altra parte, a Mielandia magari, affrontando al tempo stesso la questione della lettera, ma purtroppo sapeva che questo era impossibile in quanto portiere della squadra.

Arrivati al locale la McGranitt non perse tempo ad incoraggiarli ad entrare e prendere posto a sedere, i ragazzi si diedero un'occhiata intorno e videro che il locale era praticamente vuoto se non fosse per qualche studente che non faceva parte di nessuna squadra, non fece a meno di notare Harry, e Draco Malfoy in fondo la stanza intento a parlare con Madama Rosmerta. Hermione lo notò e diede una gomitata a Harry per attirare la sua attenzione sul ragazzo, pensando di ricevere un parere sulla stranezza di ciò che stavano vedendo, ma Harry scrollò semplicemente le spalle facendole credere di non aver già notato il ragazzo e che poco gli interessasse.
-Caspita- soffiò Ron nel sedersi -Ha minacciato tutti gli studenti per non assistere ai piani tattici o cosa?- chiese guardandosi intorno e puntato infine il suo sguardo sulla professoressa.
-Chiuda il becco, Weasley- lo zittì la professoressa parecchio irritata.
-Non vorrei aizzare il fuoco- si intromise cauta Hermione -Ma, è successo qualcosa di grave, professoressa?-
Harry sentendo la sua amica intromettersi nelle faccende personali della professoressa di Trasfigurazione strizzò gli occhi pronto a una tirata d'orecchi collettiva, ma quella non arrivò.
-Mia cara signorina Granger- si rivolse calma verso Hermione senza però far trapelare un minimo di sorriso -Come penso avrete già notato il Preside manca da un bel po' e il carico di lavoro ricade tutto sulle mie spalle, diciamo che i miei colleghi non sono di grande aiuto, anzi, credo proprio che stanno mettendo i bastoni tra le ruote in situazioni poco consoni a loro, così come alcuni dei studenti- lanciò una occhiata significativa a tutti e tre i ragazzi che a loro volta si sentirono parecchio a disagio, Harry avrebbe potuto giurare che ne lanciò una anche in direzione di Malfoy, ma sembrava che nessuno a parte lui lo avesse notato. 
-E questo cosa centrerebbe con il Quidditch?- si azzardò a domandare Ron. 
L'attenzione della professoressa si spostò lentamente su Ron, senza cambiare un minimo dettaglio della sua espressione, Harry era sicura che non li avrebbe schiantati solo per il bene della partita. -Il Quidditch c'entra sempre signorino Weasley- si limitò a rispondere e detto questo fece apparire con un semplice tocco di bacchetta diversi fogli contenenti milioni di schemi di gioco. La professoressa non sembrava preoccupata nel tenerli cosi in vista, probabilmente perché aveva già eretto un qualche incantesimo che escludesse occhi indesiderati intorno a loro, o più semplicemente perché al locale non c'era più nessuno, tranne Malfoy. Da quando erano entrati non si era mosso dalla sua postazione e sembrava non averli neppure notati, era immerso fin troppo seriamente nella discussione che aveva intrapreso con la proprietaria del locale, ma questo non bastava a rilassare troppo la McGranitt che solo ora, notò Harry, tentava di coprire il più possibile gli schemi dal lato in cui si trovava il ragazzo.

Iniziò la parte noiosa.
La McGranitt era immersa nel suo discorso, nei suoi stratagemmi e nelle sue aspirazioni per notare che nessuno dei tre la stava ascoltando seriamente.
Hermione cercava di mantenersi concentrata, contando sul fatto che se proprio doveva perdere il suo tempo almeno avrebbe appreso qualcosa anziché fissare il nulla, ma perfino la sua mente vagava sperduta tra boccini, pluffe e punti.
Ron era intento a fissare lo sforzo sul viso di Hermione con aria assente, tornava in se solamente quando la professoressa nominava la parola "portiere" cercando di afferrare il più possibile per non fare figuracce di fronte tutta la scuola.
Harry invece era completamente in un altro pianeta, troppo curioso per capire cosa stesse confabulando Malfoy per prestare attenzione a una sciocchezza come una partita, si chiese anche da quanto tempo considerasse una sciocchezza il Quidditch ma non restò a pensarci troppo; con la coda dell'occhio osservava quello che accadeva vicino a lui tendendo le orecchie per capirne qualche frase, ma niente, la voce dura della McGranitt era l'unica cosa che riusciva a captare.

Ad un certo punto si sentì un tonfo, Harry si girò prontamente verso Malfoy e notò che quest'ultimo aveva sbattuto violentemente la bano sul bancone, era parecchio infuriato.
Harry si approfittò del momento di silenzio sbigottito che si era venuto a creare per tendere nuovamente le orecchie nella sua direzione, tutto quello che riuscì a sentire fu "Come sarebbe a dire che hai fallito?". 
A quel punto era certo che qualcosa non stava proprio andando per il verso giusto, era già pronto per alzarsi e andare nella sua direzione quando Malfoy uscì a grandi passi dal locale senza nemmeno accorgersi della loro presenza. Harry posò il suo sguardo su Madama Rosmerta che sembrava fissare il vuoto con occhi vacui e inespressivi, e successivamente su i suoi compagni. Non gli diede neppure il tempo di pronunciare qualcosa, neppure alla McGranitt che era già pronta a aprir bocca che scattò fuori dal locale in cerca di Malfoy.

Lo vide in lontananza, svoltare dentro un cunicolo di neve, non perse tempo e si mise a inseguirlo non curandosi degli sguardi straniti dei compagni che gli rivolgevano ogni volta che lui sfrecciava loro accanto, scontrandosi a volte, senza neppure scusarsi.
Harry percorse strade che neppure conosceva senza battere ciglio nel tentativo di stare al passo con il serpeverde, quando lo raggiunse però si mantenne a debita distanza.

Malfoy si era fermato in un luogo completamente sgombro di abitazioni, tutto era circondato di bianco. Harry lo vide avvicinarsi ai bordi di un burrone non più alto di 3 metri, segui ogni suo movimento con estrema attenzione, lo vide estrarre dalla grande tasca del cappotto qualcosa di luccicante, come vetro al sole, avvolto in un panno di velluto. Lo osservò per un attimo, e nel farlo Harry non fece a meno di notare che i suoi occhi apparvero malinconici, le sue labbra nervose nel loro torturarsi fameliche. Poi infine lanciò l'oggetto di sotto.
Mai come in quel momento Harry si chiese cosa frullasse in testa al ragazzo ed era pronto anche ad uscire allo scoperto e chiederlo al diretto interessati se quest'ultimo non avesse iniziato a parlare da solo.
Inizialmente Harry si illuse che fosse il rumore del vento a far brutti scherzi, ma poi si rese conto che il ragazzo stava parlando davvero. -Devi farlo, Draco- ripeteva. -Troverai il modo di farlo-
Harry era troppo curioso per starsene lì, ma ancora una volta si bloccò sul posto.
-Per il bene della tua famiglia, devi farlo-
Il cuore di Harry si fermò per un attimo, per poi riprendere a battere più forte a ritmo insopportabile, si sentiva decisamente strano come se non si aspettasse di poter mai udire una frase tanto semplice da un ragazzo della sua età, eppure per i Malfoy la famiglia era uno dei punti fondamentali a cui prestare onore e devozione, e il bene della famiglia dovrebbe essere il movente principale delle azioni di ogni individuo, ma questa Harry non l'aveva mai considerata come una nota collettiva, aveva sempre pensato che tutto quello che aveva fatto fin ora fosse smosso dall'amore che lui non aveva potuto donare in prima persona ai suoi genitori e non credeva che per le altre famiglie questa forza fosse altrettanto alta, stupidamente aveva creduto che per chi fosse cresciuto in contatto con la propria famiglia non badava più di tanto alla sua importanza, ma evidentemente non era così.
-Malfoy- il tono di voce di Harry era quasi inudibile, si avvicinava a lenti passi come per non far scappare un cucciolo indifeso via nell'immensità della natura circostante.
Draco si girò con un sussulto, come se fosse stato scoperto ad aver appiccato un incendio. 
-Potter- inizio' con voce instabile che venne regolarizzata in tono deciso subito dopo -Non hai un Signore Oscuro da uccidere? Cosa ci fai sempre in mezzo ai piedi?- anche se la sua voce era ormai controllata, il suo viso sembrava in preda al panico.
-Non ti sto in mezzo ai piedi- rispose tranquillo Harry.
-Ah no? Ti prego, allora dimmi cosa ci fai ogni volta dietro le mie spalle o nascosto da qualche parte ad origliare, ho perso perfino il conto, Potter-
Harry ignorò la sua risposta avvicinandosi al burrone, sporgendosi leggermente, ovviamente non si vedeva nulla -Cosa hai in mente, Malfoy?- 
Era vero che ultimamente il comportamento di Malfoy lo stupiva, ma era anche vero che non si spiegava il motivo.
-Come se lo venissi a dire a te, quattrocchi, comunque anche se te lo dicessi non mi capiresti, al contrario al tuo solito mi manderesti alla gogna- strinse i pugni.
-Invece ho capito- disse lasciando perdere la ricerca dell'oggetto lanciato da Draco e posizionandosi davanti a lui per guardarlo dritto negli occhi. - Ho capito che stai facendo qualcosa di losco...fammi finire- disse quando notò che Draco sposto il suo sguardo all'insù esasperato - Ma so che qualunque cosa tu stia facendo non la stai facendo per cattiveria, infondo non siamo tanto diversi, entrambi siamo costretti a fare cose che non vogliamo per questa guerra-
Le spalle di Draco si rilassarono, ma Harry era troppo concentrato a fissare i suoi occhi per notarlo.
-Stai parlando a vanvera, Potter, tu non hai idea..- Draco si bloccò quando notò Harry che lo stava fissando impassibile - Che c'è?- chiese.
-Tu non sei cattivo- rispose come se Malfoy non fosse lì, avvolto dai propri pensieri.

-Che sciocchezze stai dicendo, Potter?-
-Perché mi hai baciato?- Draco trasalì a quella risposta arrossendo lievemente, avrebbe preferito mille volte che Harry gli facesse il terzo grado per ciò che stava facendo.
-Per darti una lezione, mi sembra ovvio- rispose secco.
-A me non mi sembra ovvio per niente- Harry lo fissava serio, fin troppo, non stava cercando di intimidirlo ne tanto meno accusarlo, aveva semplicemente l'aria di uno che stava cercando di capire, e questo in qualche modo rassicurò Draco.
-Ci stai provando?- chiese assottigliando gli occhi, indirizzandogli uno sguardo per niente rassicurante.
-Cosa?- Adesso Harry sembrava essere catapultato di nuovo alla realtà, si agitò. -No, NO! E' solo che..pensavo..-
Draco parve riacquistare tutta la sua parvenza da orgoglioso serpeverde sicuro di sè, ghignò trionfante prima di dare la sua risposta - Cosa? pensavi che magari mi fossi preso una cotta per te, e che in qualche modo volessi dichiararmi a te andando contro a tutti i principi della mia famiglia? Che stavo tentando di tenere a bada qualche sorta di desiderio perverso?-
Era esattamente quello che Harry stava pensando. Ovviamente non credeva che quello fosse il motivo di tanta pena, ma solo una piccola parte, aveva senso, aveva sentito con le sue stesse orecchie che Draco stesse tramando qualcosa, ma non aveva minimamente idea di cosa potesse essere e al momento l'idea che Draco potesse provare davvero quelle cose gli offuscarono troppo la mente per poter pensare qualcosa in modo lucido e distaccato.
-Troppo presuntuoso- commentò Draco sottovoce, prima di espandere il suo sorriso scaltro -Ma forse è esattamente così- disse afferrando elegantemente il mento di Harry.
Quest'ultimo lottava con la sensazione di dovergli resistere per ragionare l'assurdità della cosa e trovare la solita parte malvagia di Malfoy pronta a fare del male e il desiderio di pendere dalle sue labbra, letteralmente.
La parte razionale di sè prese il sopravvento, poggiò i palmi delle mani sul petto di Draco per respingerlo -Cos'è che ha fallito Madama Rosmerta?- chiese con un pizzico di riguardo.
Il sorriso di Draco si congelò.
Afferrò rapido una delle mani che Harry aveva poggiato sul suo petto e lo trascinò vicino al burrone. -Vedi quei cocci?- disse indicando con un dito i pezzi di vetro sparsi sul velluto rosso intorno le fronde dei cespugli.
-Quella era una bottiglia di Idromele preparata da Madama Rosmerta..a cui ho chiesto di fare qualche modifica-
-Qualche pozione poco legale?- disse Harry più per accertarsene che per altro.
-Un filtro d'amore-.

  
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