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Autore: Toujours Pur    13/07/2016    2 recensioni
Ci sono amori destinati a durare per sempre, nonostante gli errori.
Tratto dal primo capitolo
"Se solo fosse stata meno orgogliosa lo avrebbe rincorso."
"Ma c’era l’orgoglio di Benji, lui non l’avrebbe mai perdonata."
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Genzo Wakabayashi/Benji
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quella sera lo stadio era gremito di persone. Appena dentro Parco dei Principi, si percepiva l’elettricità che le grandi partite portano con sé. Poteva anche essere una partita di girone, ma quando a scontrarsi erano squadre del calibro del Bayern Monaco e il Paris Saint-Germain, tutti si aspettavano uno scontro tra titani. I tifosi di entrambe le squadre incoraggiavano i loro beniamini, nonostante questi fossero ancora negli spogliatoi. All’uscita delle squadre, i cori aumentarono di intensità. Prima di prendere posto fra i pali, Benji focalizzò la sua attenzione sulle tribune. Subito, individuò Charlotte in compagnia di Freddy. I due parlavano animatamente, ed ebbe la strana sensazione di essere lui l’argomento principale. Poi, volse il suo sguardo verso la parte di stadio, dove solitamente sedeva Julia. La ragazza, fin dalla prima partita, aveva deciso di sedere tra il pubblico, perché non voleva essere al centro dell’attenzione. Ma lei quella sera non c’era, e lui lo sapeva bene. Tuttavia, da quando anche Charlotte andava allo stadio, per lui la presenza della fidanzata aveva un effetto calmante. Guardò nuovamente la tribuna, i due avevano smesso di parlare, e Charlotte aveva un’espressione irritata e ferita.


Infatti, mentre Benji era negli spogliatoi, Freddy aveva incontrato, prendendo posto, Charlotte. L’uomo inizialmente rimase sorpreso nel vederla lì.
“Charlotte?” chiese con incredulità. La ragazza si voltò, e una volta che ebbe riconosciuto il proprietario della voce, si alzò e gli andò incontro felice di rivedere un pezzo della sua infanzia.
“Freddy!” esclamò, “Sono davvero felice di rivederti” continuò sorridendo. Entrambi si sedettero e iniziarono a parlare, finché l’uomo non prese coraggio e decise di toccare tasti dolenti.
“Quando ho sentito Benji, un paio di settimane fa, non mi ha detto che eri tornata.” A queste parole, la ragazza sorrise debolmente.
“Beh, non è molto felice che io sia qui. Anzi, penso che il suo più grande desiderio sia sapermi il più lontano possibile.”
“Non puoi certo dargli torto” le rispose. “Te ne sei andata, l’hai lasciato. Credimi, non l’ho mai visto così distrutto. Finalmente adesso è sereno, l’hai già conosciuta Julia?” domandò. Charlotte l’ho guardò storto per poi replicare: “No, non ho avuto il piacere, ma da quello che ho sentito è proprio una perla di ragazza.”
“Si. È davvero una ragazza speciale, e lui è molto sereno. Forse, non l’ho mai visto così. Per questo, vorrei chiederti di stare quanto più lontana da lui. Qualsiasi sia il motivo che ti ha spinta a tornare a Monaco, ti pregerei di accantonarlo. Per il bene di tutti.”
Charlotte rimase colpita dal discorso di Freddy, era consapevole che le persone più vicine a Benji non sarebbero state felici di rivederla, ma sentirle dall’uomo con cui era cresciuta, fu un duro colpo.
“Ho sofferto anche io in questi anni. Però, sembra che si tenga conto solo dei suoi sentimenti” notò risentita.
“Non metto in dubbio, che anche tu abbia sofferto. Tuttavia, la decisione è stata tua. Con te sola te la puoi prendere” ribatté duramente.


Charlotte non fece in tempo a rispondere, che l’arbitro suonò il fischio d’inizio. Fin dai primi minuti, fu evidente che sarebbe stata una partita emozionante e adrenalinica. I padroni di casa partirono subito all’attacco, ma ogni tentativo fu prontamente fermato dall’impenetrabile difesa della squadra tedesca. Al termine del primo tempo, il risultato era fermo sullo zero a zero. Il secondo tempo non fu molto diverso dal primo. I giocatori di entrambe le squadre provarono con insistenza a ribaltare la partita, dando così ai loro tifosi un motivo per esultare. Sia Tom che Schneider attaccavano senza sosta, ottenendo in cambio un nulla di fatto. Agli ultimi minuti di partita, la punta francese fece un’azione d’incursione, riuscendo a sbaragliare l’intera difesa tedesca. A pochi metri da Benji, l’avversario tirò un potente destro, subito il portiere si lanciò per pararlo, ma nel farlo non calcolò bene lo spazio. Infatti, riuscì con il pugno a gettare il pallone fuori, ma batté violentemente la testa contro il palo. Nello stadio cadde un silenzio surreale, la tribuna del Bayern era tutta in piedi e tratteneva il fiato per le sorti del proprio portiere. Benji era ancora a terra, circondato sia dai compagni di squadra che dagli avversari. Nel frattempo che lo staff medico entrava in campo, Charlotte si voltò e iniziò a correre negli spogliatoi, in modo da essere lì quando lo avrebbero medicato. Mentre gli ultimi minuti di partita ripresero, il medico della squadra medicava Benji, controllando che la botta non avesse comportato conseguenze preoccupanti. Dopo avergli bendato il punto leso, lo informò sulle sue condizioni.
“Bene Benji, non è nulla di grave. La botta è stata forte, ma fortunatamente non ha fatto danni. Devi solo riposare. Avrai mal di testa per qualche giorno, ma finché non hai le vertigini, non c’è da preoccuparsi. D’altra parte, so che quando tornerai a casa sarai in buone mani” disse, facendogli un simpatico occhiolino. Poi aggiunse “Dimenticavo, qui fuori c’è una persona che vuole vederti. La faccio entrare?”. Il ragazzo, credendo fosse Freddy, annuì. Invece, grande fu la sorpresa nel trovarsi di fronte Charlotte. Appena furono soli, la ragazza ruppe il silenzio.
“Come stai?” chiese preoccupata, restando vicino alla porta, senza provare ad avvicinarsi, nonostante l’istinto fosse quello di gettarsi tra le sue braccia, per sincerarsi che fosse sano e salvo.
“Per tuo sommo dispiacere sono vivo” rispose con astio. Allora, la ragazza alzò gli occhi al cielo e, fattasi coraggio, avanzò di qualche passo.
“Non essere ridicolo!” esclamò “Non è tra i miei desideri futuri partecipare al tuo funerale, solo perché sei un incosciente di prima categoria”.
“Non è la prima volta che succede una cosa del genere” controbatté. Però, quello che lui non sapeva era che, sì per lei non era una novità, ma quando accadeva lui tornava a casa con lei, invece adesso era così distante ed apparteneva ad un’altra.
“No, non lo è” rispose mesta. “Ero preoccupata”. Benji insofferente alla situazione sbottò.
“Adesso ti preoccupi per me? Beh, arrivi con quattro anni di ritardo. Non credi?” rispose con rabbia, poi proseguì “Mi fidavo di te lo sai? Eri tutto per me. Mi hai rovinato, sono perso.”
Charlotte colpita da quelle parole, lo fissò negli occhi con tristezza, velata da caparbietà “Non sono un mostro.”
Il portiere fece un mezzo sorriso e le rispose “No, non lo sei. Tu sei anche peggio. I mostri sono fantasie, tu sei reale.” Ferita dalla cattiveria insita in quelle parole, la ragazza raggiunse celermente la porta. Una volta fuori, si ritrovò sommersa dall’intera squadra, che informata delle condizioni, si riversò nella stanza. Charlotte, invece, stanca e ferita decise di tornare a Monaco.


Dopo cena, Tom raggiunse l’amico in hotel. Infatti, nella confusione del post partita, non era riuscito a parlargli. Sapeva che stava bene, ma voleva assicurarsene di persona. Bussò, quindi, alla porta della stanza di Benji. Questi una volta aperta la porta, fu sorpreso di trovarlo lì. Si fece da parte per farlo entrare, poi, insieme si sedettero fuori al balcone. Per qualche minuto, ci fu silenzio. Tom lo conosceva bene, e attraverso le telefonate, si era reso conto che qualcosa lo tormentava. Ma, solo quella sera, aveva capito cosa lo facesse stare male. Difatti lui, poco prima di lasciare lo stadio, aveva visto Charlotte salire in auto, così aveva compreso tutto.
“Allora amico, come ti senti?” chiese con gentilezza.
“Meglio. Ho solo una leggera emicrania, ma sto meglio di quanto mi aspettassi” rispose il portiere con tranquillità.
“Ho visto Charlotte oggi, era fuori dallo stadio. Stava salendo in macchina.” Allora, Benji fece un cenno con la testa, e raccontò all’amico di una vita gli avvenimenti di un mese prima.
“Perdonami se te lo chiedo, ma in tutta questa confusione di sentimenti, dove si colloca Julia?” chiese Tom, sorpreso da quel fiume di parole che Benji aveva, diversamente dal solito, riversato fuori.
“Al posto che le spetta, al mio fianco. Quando l’ho conosciuta, ero fuori di me. Ogni sera una ragazza diversa, e talvolta mi sono anche preso delle sbronze colossali. Lei mi ha fatto capire che, mentre Charlotte era lontana a cercare se stessa, io mi smarrivo. Julia è la mia bussola, la mia pace. Con lei è tutto cristallino, non ci sono drammi. È la persona che voglio sposare” affermò con sicurezza.
“Beh se le cose stanno così, le devi raccontare di Charlotte.” Benji sbuffò contrariato, al che Tom aggiunse “Ascolta, prima o poi si incontreranno. Anzi, tra un po’ ci sarà la tradizionale festa di Natale della squadra. Non fare in modo, che sia Charlotte a dirle del vostro passato. Julia è una persona comprensiva, capirà. D’altra parte, questo è solo il mio consiglio, la scelta finale spetta a te.”
I due parlarono ancora un po’, e questa volta fu l’altro a raccontare all’amico di aver conosciuto una ragazza, che frequentava da qualche mese. Alla fine della chiacchierata, Benji rimasto solo, comprese che Tom aveva ragione, doveva essere lui a dire a Julia di Charlotte. Soprattutto, perché quest’ultima, dopo la loro ultima conversazione, era una bomba ad orologeria.


Angolo autrice
Salve! Ecco a voi il terzo capitolo, spero vi piaccia. Ringrazio le persone che hanno aggiunto la mia storia tra le preferite e le seguite. Un grazie speciale va alle persone che dedicano un minuto della loro giornata a recensire la storia. Grazie perché con le vostre osservazioni, mi aiutate a migliorare.
Un saluto, Anny.

  
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