Fumetti/Cartoni americani > My Little Pony
Segui la storia  |       
Autore: Everian Every    14/07/2016    1 recensioni
(Per capire meglio gli eventi narrati in questa ff, è necessario aver letto Over Worlds - Total War) (Forte presenza di Autori)
L'Omino di mai, la Follia, ha cacciato con un subdolo stratagemma il Mastro dal suo Mondo, prendendone il controllo. Per poterlo dominare del tutto, ha scatenato l'esercito di Rovine affinché l'Universo fosse raso al suolo, così da poterlo ricreare a suo piacimento.
Per evitare che il Mastro tornasse e lo fermasse, ha rapito una ragazza da un altro Universo ed ora la tiene in ostaggio. Il Supremo non ha tuttavia fatto i conti con un certo gruppo di eroi che faranno di tutto per salvare la loro amica.
Enjoy this :D
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Over Worlds'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Il gruppo viaggiava alla volta della montagna. Gyber avanzava senza dire una parola, grande e maestoso, stagliandosi contro al vento della bufera di neve che poteva solo piegarsi davanti a lui. Effetto minore aveva Randor, per via della sua stazza di molto inferiore rispetto al grosso megalodonte. Tuttavia si vedeva che la tormenta non lo tangeva affatto. Allo stesso modo i tre generali camminavano senza la minima difficoltà, al contrario dei sei eroi.
Vincent, Lelq, Lucas, Litios, Donatozzilla e Shruikan arrancavano nella neve. La tormenta era tutto fuorché naturale. Imperversava come se il suo compito fosse quello di scaraventarli nelle profondità sconfinate del cielo.
"Presto, da questa parte!" gridò Johara, indicando un grande tempio in fondo alla lunga via principale che si snodava lungo tutta la montagna, in mezzo alla città serpentina. Il tempio sembrava greco, con una grande anticamera aperta con un colonnato che portava ad un portone socchiuso grande quanto un kaiju.
"Non voglio vedere cosa lo ha aperto..." borbottò il Kishin, stringendosi le spalle intirizzito. Il freddo faceva male al suo sangue nero.
"In realtà" disse Gwenn, ancora invisibile grazie al nascondineve di Johara "Sono stata io."
BlackClaw si immobilizzò, sgranando gli occhi.
"Whao, Kishin... È... È stato terribile! Ho sentito la tua faccia crollare di colpo!" esclamò Dz, prendendolo in giro. Tutti gli passarono in parte, entrando nel tempio, lasciandolo solo al freddo, col suo dolore. Lucas gli diede una pacca, passandogli in parte, così come fece Lelq. Vic gli si avvicinò e fece per fargli pat-pat. Poi abbassò la mano ed entrò.
"PERCHÉÉÉÉ!?" gridò il Kishin, cadendo in ginocchio, le mani strette ad artiglio verso l'altro.
La voce di Deadpool riecheggiò nell'aria, eterea: "Consiglio di Deaddy: Shruiky, ogni cosa a suo... No, aspetta... Dovevo dire... Ah si... Perché sei un idiotaaa... Ciaoooo!"
Shruikan si guardò intorno.
"Anche qui? NAAA!" gridò di nuovo. "PERCHÉÉÉÉ?!"
"Omino di mai. Ricordi? Se c'è qualcuno di folle in qualsiasi mondo, compare anche qui al cento per cento, amico." commentò Rubens. 
"Ma dobbiamo perdere la serietà anche qui? Credevo fosse una storia seria!" sbottò Litios da dentro il tempio.
I due fuori, al freddo, si guardarono. Si schiarirono la gola e entrarono come se nulla fosse.
Dentro trovarono Lelq, Lucas, Vincent, Donatozzilla, Gwenn ancora coperta dall'incantesimo, ma quantomeno visibile come macchia più scura del resto del paesaggio. I ragazzi fissavano a bocca aperta la stanza di ghiaccio e neve fresca che gli si parava di fronte. Due grandi scalinate si sollevavano dai lati della stanza, che era abbastanza grande per contenere dieci campi da calcio. Ogni gradino si sollevava di circa tre metri e le scalinate salivano per un centinaio di metri, congiungendosi sulla sommità ad un balconcino grande quanto una sala da ballo che dava sul piano superiore. Un grandissimo portone di ghiaccio bluastro stava granitico in mezzo alle due scale, imponente, mentre ai due lati della sala si aprivano due archi di circa cinquanta metri l'uno che davano ad altre due sale giganti. Mucchietti di neve appena posata dava un'idea di morbida rotondità in quel luogo così spigoloso e rigido.
"Che razza di posto è questo?" chiese stupito Lucas.
"Benvenuti nella dimora di quello che voi chiamereste dio. O almeno... credo che da voi si chiami così, no? Comunque. Benvenuti... Nel Sottomondo, il regno dei Djin! Questo è il palazzo del grande Discus, re dei Geni, le entità positive di questo universo, quelli che per voi sono angeli. Un tempo qui era un posto meraviglioso in cui gli elementi naturali ed esoterici convivevano in perfetta armonia. Poi sono arrivate le Rovine, tramutando tutto in una distesa di desolazione e di ghiaccio..." esclamò, rabbuiandosi nel parlare dei ciclopi.
"A mia sorella non fa piacere rievocare i brutti momenti." seguitò a concludere l'invisibile Gwenn.
"Ma per sapere, quanti sono i ciclopi? Perché diamine, sembra che siano ovunque." chiese Litios, guardandosi intorno con circospezione.
"Beh, pensa il numero più grande che riesci ad immaginare, poi moltiplicalo un infinito numero di volte per infinito. Quello è un terzo di quante ce ne sono attualmente." rispose Gwenn.
"Mi prendi in giro?" fece l'alieno cibernetico, alzando un sopracciglio.
"Ci puoi giurare. Il punto è che non è un numero quantificabile. Esistono infiniti nuclei da cui possono nascere miliardi di miliardi di Rovine, sparsi per questo Universo. Senza contare che dalla distruzione che le Rovine provocano, nascono altri loro simili. Diciamo che sono abbastanza da non lasciare nemmeno un centimetro dell'universo senza controllo. Oltre al fatto che sono infinite..."
Johara storse le labbra alle parole della sorella e si incamminò a passo lento verso la scalinata gigante sulla loro sinistra.
Dz la guardò allontanarsi e pensò a quanto potesse capirla. Probabilmente anche per lei tutta quella faccenda doveva essere stata tragica. Vedendo i suoi occhi poteva scommettere che anche lei, come tutti loro, aveva perduto qualcosa di incredibilmente importante.
"Non pensarlo." disse la voce di Gwenn alle sue spalle, facendolo sobbalzare.
"M-ma qui state tutti a leggere la mente altrui?!" strepitò lui, aggrappandosi con gli artigli al braccio di Gyber. L'ultra antracia si accorse appena di lui. Lo guardò male e gli sbuffò in faccia, creando un piccolo vortice che fece cadere a terra il rettiliano. Il bestione si alzò in piedi e si incamminò dietro a Johara.
"Testone." mormorò offeso Dz, incrociando le braccia.
Lelq sbuffò. Non avevano tempo da perdere cincischiando dietro allo stupido lord. "Senti, Gwenn, vuoi dirci che ci facciamo qui?"
"Ah sì. Beh, vi ho portato da mio padre. Sapete, lui è... Beh, un... quasi... credo... Insomma, dovrebbe essere uno degli Entes facenti parte del consiglio. Ma... oh, fa niente! Si chiama Lyram, è la rabbia e, beh... non è cattivo. Però è di una pigrizia incomprensibile. E non è mai fiero di me, ma questo... questo è poco importante."
"Ooooottimo. Allora andiamo? Intendo, da quella parte, perché io incontrerò un Ens solo quando dovrò suicidarmi." disse Lucas, indicando la porta ancora semi aperta del tempio.
"Dì, ma mi prendi in giro?" chiese Lelq, guardandolo male.
"Ragazzi, non litigate, per favore." disse Victus con la massima calma e pacatezza, mettendosi tra i due, che lo fissarono senza capire.
"Ma noi..." fece Lelq.
"Non stiamo litigando." concluse Lucas.
"Già! Stavamo solo scherzando." Lelq allargò le braccia.
"Esatto!" rincarò la dose Lucas.
Vic li guardò a turno per una decina di volte. Poi scrollò le spalle e se ne andò, alzando le braccia.
"Io ancora non ho ben capito che gli prende a quel vostro amico. Sembra sempre così serio. Mi da un po' sui nervi..." borbottò Gwenn.
"Eh, devi capirlo. Ha un problema, una malattia tumorale al cervello che gli impedisce di provare emozioni all'infuori dell'imbarazzo." spiegò Litios.
La ragazza non rispose. Probabilmente si stava massaggiando gli occhi con espressione frustrata, chiedendosi perché stesse perdendo tempo con quella banda di idioti. Si sentiva solo un leggere borbottio sommesso della sua voce. Aveva una voce così perfetta da essere irresistibile anche quando si lamentava. Cioè molto spesso. Ma glielo si perdonava. Ad una così si sarebbe perdonato anche un genocidio!
"Dai, muoviamoci. Prima lo incontrate, prima potrò tornare a tre kilometri di distanza da lui." sbottò alla fine lei, lasciando le sue impronte su una montagnetta di neve, segno che si stava allontanando verso la scalinata.
I ragazzi la fissarono (per quanto fosse possibile visto che era soggetta al nascondineve di Johara). Dz alzò un sopracciglio, poi chiuse gli occhi e fece spallucce, seguendo gli altri, imitato subito dagli altri. Salirono i gradini con una certa fatica, visto che erano molto più alti di loro. Gwenn invece veniva sollevata da folate di vento gelido che facevano apparire ad intermittenza la sua sagoma, come se fosse un fantasma.
"Credevo controllasse il fuoco, accidenti, non il ghiaccio!" disse Lucas, digrignando i denti mentre Lelq gli dava una mano ad inerpicarsi sull'ennesimo gradino.
"Che è, ti secca la cosa?" gli chiese il musicista, senza fermarsi.
"No, no, non è quello. Ma diamine, questo freddo non mi fa usare il mio fuoco! E come se non bastasse qualcosa mi impedisce di volare..."
"Sarà l'influsso dell'Ens." commentò Litios impassibilmente.
"Si? Allora perché quell'idiota di Gyber riesce a farlo? E Randor?" sbottò il biondo, allargando le braccia con aria contrita.
"Magari perché sono diventati molto, ma molto più forti di noi? E smettila di farti problemi. Nessuno qui si sogna di pensare che tu sia più debole di loro, solo che loro hanno avuto poteri da creature altamente sleali." disse esasperato Shruikan, che intanto usava il suo sangue per forare il ghiaccio e arrampicarsi con più facilità.
Lucas storse la bocca e proseguì rimuginando cupo, silenzioso.
Finalmente arrivarono in cima. Johara li stava aspettando in piedi di fronte ad un portone alto una decina di metri. Aveva un'espressione così seria dipinta in volto da mettere in soggezione solo a scrutarla negli occhi. Gyber stava piegato sulle ginocchia, con le braccia poggiate sulle gambe, intento a scrutare nel vuoto. Randor e Rubens invece stavano discutendo. Il ragazzo ombra si staccò dal generale delle Rovine quando vide i suoi compagni.
Lucas lo guardò.
"Di che stavate parlando?"
"Gli ho chiesto chi sia il nostro vero nemico. Se questo fantomatico Omino di mai o chi altri. Perché ho la sensazione che l'Ens non sia propriamente la causa di tutto." rispose secco l'altro.
Lucas lo fissò aspettando che continuasse.
"E chi dovrebbe..." fece per chiedergli, ma Gwenn si schiarì la voce, attirando a sé tutti i loro sguardi.
"Ora. Due cose prima di incontrare... lui... Non è un tipo facile con cui trattare, va bene? Non è gentile, non è favorevole all'aiutarvi, ma, quantomeno, non dovrebbe cercare di uccidervi o di catturarvi. Voi entrate, chiedetegli due doni e poi andate subito via, intesi?"
"Woa, ok, calma, ragazza, se è così terribile faremo come dici." rispose Lelq, alzando le mani in segno di resa.
"Bene. Perché è davvero terribile." replicò la ragazza.
"Via, lo fai sembrare un mostro..." mormorò un po' offesa Johara.
"Beh, scusa se mia madre è stata bruciata viva per colpa di quel santo là dentro! Scusa davvero tanto!" sbottò Gwenn.
"Non è... Oh, lasciamo perdere che è meglio." fece per rispondere a tono l'altra, fermandosi subito prima di tirare uno schiaffo alla sorella che, a quanto sembrava, lei era in grado di vedere perfettamente.
"Aspé, tuo padre, l'Ens della rabbia, ha bruciato viva tua madre?" chiese sbalordito e in parte disgustato Lucas.
"Si! Cioè, no... è che lui... Oh, al diavolo tutti!" disse Gwenn. L'ultima cosa che si sentì furono dei singhiozzi. Poi una vampata di fiamme cremisi ruppe il nascondineve e una meteora infuocata partì da dove si trovava la ragazza e sfrecciò verso il soffitto, perforandolo di netto.
"Cos... MA COME CAVOLO È POSSIBILE CHE LEI RIESCA AD USARE IL FUOCO E IO NO?! QUESTO È IMPOSSIBILE!" sbraitò il leader.
"Eh, invidia, amico mio, invidia." lo stuzzicò Lelq.
"Affanculo, tu!"
"Se avete finito di fare i bambini, direi che possiamo pure sbrigarci." disse Johara glaciale.
I due si calmarono all'istante a quelle parole letteralmente di ghiaccio e chinarono la testa chiedendo scusa. Poi Lucas alzò lo sguardo e chiese, incuriosito: "Ma, Johara, scusa se te lo chiedo, cos'è successo alla madre di Gwenn, di preciso? Davvero vostro padre l'ha bruciata viva?"
La donna non rispose subito. Rubens le si era avvicinato e le aveva sussurrato alcune parole fugaci all'orecchio, prima di sparire nel nulla. Poi lei sospirò. Sembrava molto provata.
"Ehm, Johara?" insisté Lucas.
Lei alzò lo sguardo sorpresa e, quando riuscì a metabolizzare le informazioni scosse la testa e rispose.
"Non credo di avere il diritto di dirlo a perfetti sconosciuti. Perdonami, ma è una cosa tra lei e nostro padre." rispose lei freddamente. Poi addolcì il tono "Dovete capire che avere come genitore un Ens non è... bello. Insomma, possono fare qualsiasi cosa per te, però... non sanno cosa significhi provare sentimenti. Le loro personalità sono costruite, false, imitazioni di quelle vere. Quindi è normale che non diano molta importanza a quello che persone come me o voi ritengono invece fondamentale."
"Sembri rassegnata, più che triste." commentò Randor, ricevendo un'occhiataccia da Lelq. "Che c'è? Ho solo notato che..."
"Il tatto, gente, il tatto. Ti rendi conto del cinismo di quello che hai appena detto?" lo ammonì acido il musico.
Johara alzò una mano. "Non preoccuparti, Lelq, non c'è problema. Dice solo quello che pensa. E, per risponderti, si, sono rassegnata. Ti rassegni dopo i primi tremila anni passati a piangere perché tuo padre si ricorda a malapena che esisti solo per sottoporti a dolorosi test."
"Che genere di t..." fece per chiedere ancora Randor, ma stavolta l'antracia intervenne per primo, alzandosi in tutti e quattro i metri della sua stazza. Aveva uno sguardo durissimo tanto che gli occhi sembravano lame affilate. Fece scrocchiare le ossa dei polsi e tanto bastò a zittire il ragazzo, che incrociò le braccia e stette in silenzio.
"Ad ogni modo, è inutile fermarci a parlare inutilmente. Andiamo, non c'è tempo." concluse lei, avanzando verso il portone a capo chino.
"Tch, è da quando siamo qui che lo si ripete..." ringhiò Gyber, mettendosi dietro di lei con le braccia giunte dietro la schiena come fosse il suo personale bodyguard.
"Se ci fosse Mirrus, ora si sarebbe scusato con lei..." mormorò Shruikan, stringendo i pugni. Dz gli mise una mano sulla spalla e i due si fissarono. Il mezzo kaiju era ben più grosso dell'amico. Ma in quel momento il loro dolore sembrava grande in ugual misura.
La generalessa toccò appena il portale e questo iniziò a mutarsi in una patina semi trasparente di nebbia biancastra.
"Stream." sussurrò, muovendo le dita sottili sulla superficie di polvere, facendo turbinare i granuli eterei che la componevano in un disegno sinuoso e meraviglioso. Quando sulla gigantesca porta fu raffigurata l'immagine di un giglio, la polvere venne scossa da un fremito, bloccandosi in quella posizione. "Possiamo attraversare, ora." avvisò Johara, muovendosi a passo sicuro attraverso il velo di pulviscolo. Gyber la imitò prontamente, chinando istintivamente la testa. Al loro passaggio, la polvere si aprì e si richiuse lasciando intatto il bellissimo disegno.
Gli altri membri della Lucas Force si fecero forza e attraversarono. Incontrare Entes stava diventando quantomeno stressante, viste le recenti esperienze che avevano vissuto, loro malgrado, vicino a quegli esseri.
Il salone in cui entrarono era smagliante come un sorriso perfetto. Colonne altissime che parevano tronchi secolari scandivano le tre navate di quella che pareva una sala del trono. La stanza era lunga almeno quanto tre campi da calcio e in fondo, ammantato da una luce innaturale che faceva apparire tutto tra il color cielo chiarissimo e il bianco accecante, si ergeva un grande trono incastrato nel ghiaccio in cui svettava una figura rotondeggiante i cui dettagli erano irriconoscibili per via della neve e del gelo che l'avevano intrappolata. Dietro alla figura si intravedevano, nascoste nell'alone di luce bianca, delle titaniche canne d'organo che scintillavano. Tra loro e il trono si stendeva una tavola rettangolare di un centinaio di metri intorno a cui erano radunate varie sedie, anch'esse incastrate nel ghiaccio, più piccole dello scranno maestoso a capo tavola, in cui erano tuttavia ben visibili le figure contorte dal dolore di svariati esseri simili a sirene, la cui coda tuttavia terminava con diversi tipi di pinne. Erano vestiti in modi eccentrici e diversissimi tra loro.
"Che posto è questo?" chiese affascinato Lucas, guardandosi intorno. Litios studiava le possibili vie di fuga, al contrario di Dz che stava nervosamente sul chi vive, come Shruikan e Lelq. Victus era immancabilmente indecifrabile e Randor sembrava addirittura annoiato. Gyber invece se ne fregava della stanza e dei poveracci morti nel ghiaccio. Seguiva solo Johara, desideroso di incontrare Lyram e andarsene da lì il più in fretta possibile.
"Questa è la sede della divinità ufficiale di questo universo. Seguitemi, veloci, e non toccate niente. I poteri dei Djin possono essere velenosi quando il loro corpo e la loro anima vengono uccisi."
"Djin?" chiese Litios, inarcando un sopracciglio "Sono Geni, o sbaglio? Non avrei mai immaginato che servissero una divinità."
"Qui i Djin sono lievemente diversi da quelli a cui potreste essere abituati voi. Qui sono più simili a divinità minori, o ad angeli, se vi è più comodo." rispose lei, seguitando a camminare a fianco delle raccapriccianti statue di ghiaccio in cui quelle creature erano state tramutate. Osservandoli più da vicino era possibile scorgere ferite profonde, arti mancanti, pezzi di corpo attaccati al resto dell'organismo solo da sottili lembi di pelle, come se qualcosa li avesse strappati a morsi, ma solo in parte, congelandoli subito prima che potessero cadere a terra.
"Se questi erano gli dei, non voglio sapere cosa li ha uccisi." commentò nervosamente Dz, sfregandosi le mani con fare irrequieto.
"Io invece ho paura di sapere cosa sia successo qui." mormorò Lucas, corrugando la fronte. Le Rovine avevano ucciso ogni cosa di quel cosmo. Quindi erano responsabili anche della carneficina i cui effetti si mostravano ora sotto i loro occhi. Questo voleva dire forse che erano in grado, oltre che di far uso di capacità fisiche notevolmente sopra la norma, anche di manipolare elementi come temperatura o peggio... forse anche leggi fisiche? Se questo era il caso, allora non aveva sottovalutato il nemico: di più.
Arrivarono nei pressi del grande trono ghiacciato e finalmente poterono ammirare il grande corpo esanime del dio di quel mondo. Non appena lo videro non poterono che restare esterrefatti o divertiti. Il grande Discus, essere onnipotente in quanto dio assoluto di quell'universo, era un ammasso di cianfrusaglie: la testa era un mappamondo grande quanto una palla da demolizione, raffigurante un pianeta blu e grigio. Su una macchiolina di un azzurro chiaro era attaccato con del nastro adesivo un monocolo, la cui catenella pendeva inerte senza essere attaccata a nulla. Un cilindro alto almeno un metro e sottilissimo gli svettava su quella sottospecie di testa priva di qualsiasi lineamento, di occhi o di bocca. Il capoccione rotondo sormontava un gigantesco appendiabiti, alto almeno tre metri, in legno lucidissimo, anche se, vedendolo curvo come se fosse fatto di plastilina malleabile, non si sarebbe detto. Al posto delle braccia, dalle diramazioni del lungo stelo di legno pendevano un ombrello viola scuro e un piede di porco, minuscoli in confronto alle altre parti del corpo. Non aveva gambe, se non si contava il treppiedi con cui terminava l'appendiabiti.
"Ma che diavolo..." mormorò Shruikan, stranito e irritato al tempo stesso da tanta insensatezza. Gli sembrava una presa in giro, un essere del genere potente quanto una divinità. Che diavolo!
"Si, fa uno strano effetto, però fidatevi, da vivo era molto peggio." disse la donna, strusciando una mano sul ghiaccio che cingeva interamente il colossale essere, quasi come se le mancasse immensamente. Intanto tutti si stavano accorgendo di un particolare: man mano che avanzavano verso il fondo della sala (che si dimostrò ben più lontano di quanto non apparisse, nascosto com'era, all'entrata, dal gigantesco Discus), iniziava a fare sempre più caldo. Lucas se ne accorse per primo, perché iniziò a sentire quel particolare sfrigolio nelle ossa, quella carica elettrizzante che avvertiva quando era in procinto di attivare la trasformazione Nova.
E ben presto scoprirono la causa di quel calore insopportabile.


Angolo di ME:
Non gasatevi. Non ricomincio a pubblicare (che amorevole controsenso!).
Posto questo E SOLO QUESTO capitolo unicamente per avvisare la gentile clientela: la pubblicazione tarderà un po' più del previsto. Prendetevela con Giulyu Frost e la sua fiction Five nights at Giuly's (che dolore ogni volta che scrivo Giuly senza la u. Dolore vero dettato dalla troppa abitudine...). No dai scherzo.
Il fatto è che ho letto la sua ff (cioè, se non l'avete letta pure voi, che complici siete? Ma si vergognino, commendatori!) e mi è partito lo sghiribizzo. Di copiarla.
AHAHAAHAHAHno.
No, semplicemente voglio scrivere qualcosa di diverso dall'azione pura e ho optato per "mistero, pseudo horror" cose così, insomma, sull'onda della sopracitata fiction. Un avviso. Il primo che PROVA anche solo a PENSARE che io scriverò qualcosa di simile a quello di FNaG, beh... si sbaglia :)
Conoscendomi si dovrebbe già intuire che dissacrerò il genere horror e che sarà qualcosa di non horror ma manco a pagarmi oro.
Oh sentite, un giorno, FORSE, si vedrà qualche risultato.
Ecco, io avviso. Presto però tornerò su questa fiction, non ve preoccupe, muchaci. Ho promesso al Sole che la finirò, costasse la vita ad una spillatrice (una spillatrice malvagggiaaah!), ma la finirò.
E dopo tutto sto ambaradan che non so manco io perché io l'abbia reso lungo tanto così, io vi saluto a rivederci (cit. Alice in Wonderland)
Ev.
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni americani > My Little Pony / Vai alla pagina dell'autore: Everian Every