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Autore: Alice95_    14/07/2016    3 recensioni
Una giovane Kate Beckett alla ricerca di una notte da dimenticare, si trova davanti a una persona che invece si ricorderà per il resto della vita.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alexis Castle, Altro personaggio, Kate Beckett, Martha Rodgers, Richard Castle
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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Castle entrò nel piccolo parco e improvvisamente si ritrovò in mezzo al verde, un’oasi di pace nel bel mezzo della vita frenetica di Manhattan, e per un attimo si fermò per interiorizzare il tutto. Gli alberi offrivano abbastanza protezione dal sole tanto da rendere la temperatura ottimale, il box di sabbia era piccolo ma ben tenuto, come anche le altalene nell’angolo più lontano del parco dove vide Kate e Jamie. Le due non lo avevano ancora notato così si prese l’opportunità di osservarle con calma, rischiando di far diventare freddo il caffè che aveva portato per Kate.

Kate era seduta su una delle altalene con Jamie in grembo, aveva un braccio attorno a lei per non farla cadere e l’altro attaccato a una catena, non aveva mai visto Kate così radiosa, così libera. Anche da lontano poteva vedere i suoi occhi luccicare, sembrava che in quel momento non avesse pensieri nella mente. Le stava bene quell’aspetto e lui era come ipnotizzato, non poteva staccarle gli occhi di dosso, realizzando ancora di più quanto fosse bella.

“Mamma, guarda Rick”, esclamò Jamie, che senza tante cerimonie interruppe la sua segreta sessione di studio e rapidamente si mise in moto cercando di non farsi scoprire.

“Ehi voi due”, le salutò consegnando il caffè a Kate, che lo prese con sguardo sorpreso. Ora questa era diventata una cosa loro? Portarle il caffè? E come faceva a sapere che era drogata di caffè? Agognava quel liquore marrone come gli altri agognavano la luce del sole.

“E’ alla vaniglia”, spiegò, “Spero ti piaccia”.

“Che mi piaccia? E’ il mio preferito”, sorrise timidamente verso di lui e Castle saltellò impercettibilmente dalla gioia, ce l’aveva fatta. L’aveva fatta sorridere e questa volta il sorriso non scomparì subito, era ancora sul suo volto quando prese il suo primo sorso, e chiuse pure gli occhi apprezzando chiaramente la bevanda calda, nonostante la temperatura. 

“Grazie Castle”, disse alla fine, facendo scendere Jamie e alzandosi.

Le sorrise come un’idiota, finché la sua attenzione non si spostò in basso quando Jamie cominciò a tirare i suoi jeans.

“E io?”, chiese, indicando i bicchieri di caffè che i due adulti stavano tenendo in mano.

Castle si inginocchiò di fronte a lei, prendendo lo zaino che aveva in spalla e tirando fuori una borsa termica, “Fammi vedere cosa posso fare per te”, disse a sua figlia, facendo finta di cercare qualcosa finché non prese un gelato, “Un gelato, ti va bene?”.

Jamie urlò di gioia, lanciandosi a prendere il gelato con le sue ditina goffe, Castle sperò che non finisse per terra.

“Uhm Jamie, non hai dimenticato qualcosa?”, chiese Kate, guardando sua figlia in attesa.

“Gassie”, disse Jamie velocemente, prima di riportare la sua attenzione alla carta del gelato che non riusciva ad aprire, finché Castle non l’aiutò.

Vedendo che sua figlia era momentaneamente occupata, riportò la sua attenzione alla madre, sedendosi su una delle altalene e vedendola fare lo stesso, “Come sta andando il tuo incarico speciale? O è top secret?”, chiese timidamente, l’altra sera il loro parlare di cose normali era andato piuttosto bene, e il suo sorriso l’aveva reso abbastanza coraggioso per riprovarci di nuovo.

“Faccio parte della polizia di New York, non della CIA”, rise, tendendo un occhio su Jamie che era già riuscita a sbrodolarsi il gelato sul viso.

“Allora ne puoi parlare?”, rispose lui, mettendo i piedi a terra e spingendosi con l’altalena.

“No, è un’indagine in corso, mi dispiace”. Poteva dire che non era dispiaciuta affatto.

“Oh andiamo”, si lamentò, “Solo qualcosina. Era solo un appostamento o una missione sotto copertura? Ti sei vestita come una…”, guardò Jamie velocemente prima di mimare con la bocca la parola prostituta.

Gli occhi di Kate si spalancarono, “Cosa?”.

“Dio mio!”, esclamò lui un po' troppo forte, “Lo eri!”.

“Castle”, sussurrò, “Vuoi parlare più piano?”.

“Ma ho ragione, vero?”, sussurrò, facendola roteare gli occhi, pensò che fosse adorabile. “Eri vestita come una-“, lei lo fermò.

“Non dirlo”, lo avvertì.

“Va bene, va bene”, alzò le mani in segno di resa. “Ma ho ragione?”.

Lei alzò gli occhi di nuovo, ma poté vedere comunque una risata accennata, sebbene non rise verbalmente, il suo sguardo gli aveva dato conferma.

“Cavolo”, disse lui, “E hai-“, lo fermò di nuovo.

“Castle, non discuterò di questo con te, specialmente non con nostra figlia seduta qui vicino”, e questo lo fece zittire di colpo.

Quando lo guardò di nuovo, aveva un’espressione esterrefatta sul viso e per un secondo si chiese cosa avesse detto per far avvenire ciò, oh, nostra figlia, aveva detto nostra figlia. Fece un respiro profondo. Aveva accuratamente cercato di evitare un “noi” tra di loro, anche se, ovviamente, erano i genitori di Jamie. Cosa le stava facendo quest’uomo per farle perdere la guardia così facilmente? Tanto da farle buttare al vento tutte le precauzioni, tanto da farle deviare il percorso che si era prefissata di seguire. Cosa era successo al voler essere cauti e fare le cose lentamente? Ma questo non avrebbe dovuto sorprenderla, dopo tutto quello che Rick aveva già fatto fino ad ora.

“Rick?”, Jamie salvò sua madre da ulteriori domande mentre osservò Rick saltare giù dall’altalena e andare verso la figlia.

“Ehi”, la salutò, sedendosi accanto. “Che cosa vuoi fare oggi? Sempre giocare con la sabbia?”.

La risposta di Jamie fu interrotta da un forte tuono che fece alzare a tutti e tre la testa verso il cielo, c’erano nubi scure sopra di loro anche se fino a pochi minuti fa il cielo era completamente libero e splendente.

“Avevano detto che avrebbe piovuto stasera”, disse Kate, arricciando il naso. “Mi sa che si sbagliavano”.

“Casa, mami?”, chiese Jamie, guardandola con uno sguardo deluso.

“Mi dispiace uccellino, ma si, dobbiamo tornare a casa”. Kate si inginocchiò di fronte alla figlia, toccandole il naso con il dito, ma il gesto non le provocò il solito sorriso. Kate guardò Rick alla sua sinistra che sembrava altrettanto deluso.

“E Rick?”, Jamie alzò gli occhi pieni di lacrime verso quelli di sua madre. Kate sapeva quanto sua figlia non vedesse l’ora di vederlo di nuovo e il suo cuore si ruppe un po' nel vederla così triste.

“Fisseremo per un altro giorno Jamie”, Rick cercò di andare in soccorso a Kate, non volendo farla sentire obbligata a chiedere qualcosa di cui ancora non si sentiva pronta, solo perché la figlia stava piangendo.

“Quando?”, chiese Jamie, singhiozzando. 

Kate si ritrovò fissata da due paia di occhi blu, il vento stava aumentando e cominciarono a scendere le prime gocce che iniziavano a cadere su di loro. Prendendo un respiro profondo, prese una decisione. Era inevitabile in ogni caso, non è vero? “Che ne dici se Rick viene a casa con noi così giocate lì per un po’?”.

“Siiii!”, Jamie strillò, saltando in piedi, mentre il volto di Castle fece quasi ridere Kate. L’aveva chiaramente colto di sorpresa.

“Sei sicura Kate?”, chiese con calma, non credendo che l’aveva appena invitato a casa loro dopo tutte le sue riserve e le sue richieste di prendere le cose con calma.

“Andiamo Castle prima che ci bagniamo”, disse semplicemente, si strinse nelle spalle e si voltò, lasciandolo seduto a terra con gli occhi spalancati. Non riusciva a credere a quel cambiamento. Sperava solo sarebbe durato. Che non si sarebbe pentita di tutti i progressi che erano stati fatti fino ad oggi, sperava non avrebbe fatto un passo avanti e due indietro.

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Si misero a correre, la pioggia che batteva su di loro, Kate stava portando le loro borse mentre Jamie era in braccio a Castle, ridacchiando per tutta la strada e incitando Castle ad andare più veloce. A quanto pare per la bambina non c’era niente di più bello che essere portata in braccio sotto la pioggia.

Si fermarono di fronte a un palazzo, non era niente di particolare però era ben tenuto. Kate frugò nella sua borsa tirando fuori le chiavi per farli finalmente fuggire dalla pioggia. Entrarono nell’androne del palazzo e Castle e Jamie finirono contro la schiena di Kate dal momento che lei si fermò per scollarsi un po' di pioggia di dosso. E sarebbe sicuramente caduta se Castle non l’avesse presa con il braccio libero, inchiodando la sua schiena al suo petto.

“Whoa, attenta”, disse lui, mentre lei stava ritrovando l’equilibrio, muovendosi lentamente cercando di non scivolare sul pavimento, trovandosi improvvisamente vicinissima a lui. 

Un atto che a Rick non passò inosservato, mentre i suoi occhi si spostarono involontariamente sulle labbra di lei, prima di alzarli nuovamente. Non ci pensare nemmeno, pensò lui.

“Beh, se non mi foste venuti addosso”, rispose lei, ma si vedeva che non era veramente arrabbiata.

Lui si strinse nelle spalle, voltandosi per prendere le scale, pensando che sarebbe stato meglio non rispondere, “Quale piano?”.

“Castle”, lo chiamò quando era già a metà della prima rampa di scale, “E’ il sesto e c’è un ascensore”.

Rick fece un’espressione divertita, tornando indietro per aspettare l’ascensore accanto a lei.

“Non l’avevo visto”, sbuffò, riposizionando Jamie sul fianco sinistro per poi abbandonarsi con la schiena al muro.

“Mmh”, fu la sua unica risposta accompagnata da un lieve cenno del capo, ma lui potè vedere gli angoli della sua bocca alzati anche se gli dava le spalle.

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Entrarono nell’appartamento, Castle si fermò nel corridoio lasciando che Kate prendesse Jamie per poi vederle scomparire dietro a una porta, lui rimase fermo. Era nervoso e insicuro su cosa gli era permesso o non permesso di fare, decise che probabilmente sarebbe stato meglio attendere ulteriori istruzioni.

“Castle?”, la sentì chiamare da dietro la porta. “Vieni qui prima che mi allaghi la casa”.

Lasciò le scarpe accanto alla porta d’ingresso e si incamminò, quasi inciampando nelle borse che Kate aveva lasciato sul pavimento. Infilò cautamente la testa oltre lo stipite della porta, solo per essere colpito in faccia da un asciugamano.

“Asciugati”, gli disse Kate, mentre aveva già quasi finito di cambiare Jamie con vestiti puliti.

“E tu?”, chiese, mentre si passava l’asciugamano tra i capelli, notando quanto i suoi vestiti umidi le stavano attaccati al corpo, i capelli bagnati e arruffati.

“Tra un minuto”, rispose. “Devo trovare dei vestiti prima”.

Lasciando un dolce bacio sul naso di sua figlia, si incamminò verso la porta, “Tu sei a posto uccellino. Vai in salotto. Magari puoi già cercare qualcosa con cui giocare insieme a Rick”.

Jamie annuì e se ne andò, mentre Castle si trovava in mezzo al piccolo bagno, con l’asciugamano stretto al petto come se stesse cercando di coprirsi. “Hai un asciugacapelli?, chiese indicando i jeans e la camicia che erano letteralmente inzuppati.

Lei lo guardò e scosse la testa, “Ci vorrà una vita. Fammi vedere se trovo qualcosa per te mentre metto i tuoi vestiti nell’asciugatrice”. Suggerì lei, prima di lasciarlo solo nel bagno. Aggrottò la fronte,  qualcosa per lui da indossare? Questo voleva dire che aveva vestiti da uomo in casa? Non che fossero affari suoi, ma il pensiero lo metteva a disagio. Non aveva detto che erano solo lei e Jamie? Sbuffò, passandosi l’asciugamano tra i capelli ancora una volta, cercando di guardasi attorno per distrarsi. Notò quanto il bagno fosse piccolo, non solo il rispetto al suo, in generale, eppure era riuscita a creare un ambiente accogliente, aveva un’atmosfera familiare e a lui piaceva molto. Gli piaceva tanto. Fece un passo verso la doccia, ma subito fece due passi indietro. Cos’erano? Fece di nuovo un passo in avanti, questa volta preparato a quella visione e si, erano dei tanga estremamente sexy stesi ad asciugare. Fece un respiro profondo. Wow. Altro respiro. Indossava quelli sotto la divisa? Ora aveva certe immagini in testa. Fece un altro passo esitante verso la sua lingerie, quando  la porta improvvisamente si aprì facendolo sobbalzare, prima di rivelare Kate con in mano un paio di jeans asciutti e una maglietta, i suoi capelli bagnati ancora ad incorniciarle il viso e lui non poté non fissarla.

“Qualcosa non va?”, chiese quando lui non disse nulla.

“Ah, no, no”. Lui scosse la testa. “Va tutto bene. Molto bene”.

Lei aggrottò le sopracciglia, ma non chiese altro, gettando invece i vestiti nella sua direzione. “Provati questi. Potrebbe non essere il tuo stile ma per ora vanno bene”.

“Grazie”, balbettò, prima di vedere di nuovo la porta chiedersi alla sue spalle.

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Sembrava ridicolo. La maglia, che era probabilmente troppo grande per lei, gli stava stretta al petto, e i pantaloni, non sapeva ancora cosa fossero. Sicuramente non erano vestiti da uomo. Sembrava stupido e non voleva farsi vedere vestito in quel modo.

“Castle?”, trasalì dal suono della sua voce. “Pensi di uscire prima o poi?”.

“Si, ma non ridere”, lentamente aprì la porta del bagno, uscendo in corridoio, e naturalmente lei non poté non ridere quando lo vide, non ebbe nemmeno la dignità di nasconderlo.

“Beh, devo dire che i miei pantaloni della maternità ti stanno bene”, sbuffò, “O forse dovrei dire pantaloni di paternità?”.

“I Pantaloni della maternità? Seriamente Beckett?”, lui abbassò lo sguardo sconvolto, pantaloni da paternità, ma non seppe resistere e si mise a ridere pure lui. Rimasero così, in corridoio, a ridere.

“Andiamo Castle, Jamie comincia ad essere impaziente”, si avviò e lui la seguì in salotto, tentando di studiare la casa il più possibile.  Chi lo sapeva se avrebbe avuto un’altra possibilità di essere così vicino a loro, di essere a casa loro? Sapeva che Kate non aveva pianificato di portarlo a casa con loro e solo perché aveva fatto un’eccezione non significava che l’avrebbe invitato di nuovo.

Gli piaceva la sua casa, era piccola come il bagno, ma aveva creato un ambiente familiare per lei e Jamie. La cucina era proprio accanto al soggiorno e la vide rovistare tra gli armadi, prendendo dei bicchieri e dei cracker mentre lui si incamminò verso Jamie che era seduta davanti a una montagna di giocattoli. 

Lo guardò e ridacchio, “Fai ridere”.

“Si?”, lui sorrise, sedendosi vicino a lei. “Sempre lieto di farti divertire, signorina”.

“Fai cassello?”, chiese sua figlia, spingendo alcuni lego verso di lui e poté sentire Kate ridere dalla cucina, facendo ridere pure lui.

“Certo, costruiremo un altro castello”, annuì, mettendo i primi due lego tra di loro.

———————————————

Furono quasi due ore dopo quando Kate emerse dalla stanza in cui era scomparsa, dopo avergli preparato bevande e qualche snack, lasciando padre e figlia da soli con il loro progetto da costruire. Ma ora si era abbandonata sullo schienale del divano, guardando i due fare gli ultimi ritocchi al loto castello.

 “Sembra fantastico”, si complimentò Kate, prima di alzarsi dal divano per vedere meglio il tutto da vicino.

“Lo è, vero?”, rispose Castle e ancora una volta si trovò trafitta dai due paia di occhi azzurri che la stavano fissando.

E non poteva negarlo, i due stavano bene insieme e per la prima volta questo la rese felice, piena di speranza, almeno per sua figlia le cose stavano andando bene.

“Ho messo i tuoi vestiti in bagno se ti vuoi togliere quelli”, indicò i vestiti che stava indossando.

“Si”, ridacchiò, “Perfetto, grazie”.

Lei annuì, lasciando i due di nuovo da soli, camminando verso la cucina per preparare la cena a lei e Jamie.

Stava tagliando delle verdure quando lui improvvisamente si presentò alle sue spalle, facendola sobbalzare.

“Hey”, lei ridacchiò nervosamente, guardandolo e notando quanto la sua camicia gli stava stretta al petto, aveva un petto molto muscoloso.

“Vado a cambiarmi e poi vado. Vi lascio cenare”, parlò a bassa voce, non volendo approfittare della sua ospitalità. Era felice che le cose fossero andate bene quel giorno tra loro, e non voleva rovinarle dando la sensazione che doveva offrigli più di quanto era pronta a fare.

“Okay”, lei annuì, insicura di quale fosse il protocollo richiesto, quindi pensò fosse meglio tenere la bocca chiusa, guardandolo poi uscire dalla cucina per dirigersi verso il bagno.

Doveva chiedergli di restare a cena? Non era sicura, oggi aveva già fatto più di quanto si era prefissata di fare, invitandolo a casa. Non era sicura fosse pronta per qualcosa di più. Era rimasta positivamente sorpresa per aver affrontato tutto con calma e forse non doveva spingersi oltre solo per paura di deluderlo.

Lo vide ritornare, vestito con i suoi abiti, si mise di nuovo a sedere vicino a Jamie e lo ascoltò parlare alla bambina.

“Mi sono divertito tanto oggi Jamie, grazie”, disse, “Ma ora devo tornare a casa”.

Vide la figlia voltarsi verso di lui e per un secondo si chiese cosa Jamie avrebbe fatto, mentre cercava di mettersi in piedi.

“Ciao Rick”, mormorò, e Kate osservò che la figlia non era felice di vederlo già andare via.

“Ciao Jamie”, rispose Rick, e poi a lui mancò il fiato quando la sua bambina lo abbracciò forte. Le braccia di lui la avvolsero automaticamente e quando i suoi occhi incontrarono quelli di Kate, vide che stava sorridendo dolcemente.

E poi Jamie lo baciò sulla guancia e il suo cuore si fermò quando gli sussurrò all’orecchio, “Mi piaci”.

Rick dovette mordersi la lingua per non essere sopraffatto dalle emozioni, eppure la sua voce tremò lo stesso quando disse, “Anche tu mi piaci Jamie. Mi piaci un sacco”.

Jamie si allontanò da lui e Rick si alzò in piedi, camminando verso Kate che era ancora a guardarli dal bancone. Dovette schiarirsi la gola prima di essere in grado di parlare di nuovo, lo aiutò il sorriso sulle labbra di lei.

“Quindi”, sospirò lui.

“Si?”, lei alzò un sopracciglio.

“Meglio che vada”, iniziò di nuovo. “La cena sembra quasi pronta”.

“Va bene”, annuì e lo guardò voltarsi verso la porta per prendere le scarpe, mentre Jamie arrivò correndo verso di loro e prima che Kate se ne rendesse conto, le parole erano già uscite dalla bocca senza il suo permesso, “Vuoi restare a cena?”.

Entrambi si fissarono sorpresi.

   
 
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