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Autore: Rikaru    15/07/2016    1 recensioni
Gli accordi di Sokovia ci hanno portati a fare scelte differenti, qualcosa tra noi si è rotto e non è più riparabile; anche se in noi ci sarà sempre una piccola parte che spera in una guarigione, in una soluzione pacifica.. magari una telefonata potrebbe risolvere ogni cosa o decidere il definitivo declino di tutto.
È come camminare su di un filo sopra un burrone, se perdi l'equilibrio cadi ma se riesci a star su puoi farcela ad arrivare dall'altro lato. Riusciremo noi a camminare su questo filo senza cadere?
Genere: Angst, Malinconico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Steve Rogers/Captain America, Tony Stark/Iron Man
Note: Missing Moments, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Who do you want it, Capsicle?
Steve Rogers

*Osservo di nuovo il piccolo cellulare, come se da un momento all'altro potesse suonare.

Lo faccio così spesso che ormai è diventato il mio passatempo preferito, il solo e unico; o forse è semplicemente diventato un vizio, un qualcosa che mi tiene legato e non mi fa perdere la speranza.

Infondo quei due piccoli apparecchi elettronici comprati di corsa prima di partire erano l’unico ed ultimo legame che avevo con quella che per me era diventata una famigli ma soprattutto era l’ultimo legame con lui.

Torno a guardare fuori, a sentire nuovamente il vento sul viso e che mi scompiglia i capelli; tutta questa tranquillità simile a noia mi sta facendo venire sonno. Socchiudo gli occhi e abbandono i miei sensi al nulla, rilassando i muscoli e finalmente per la prima volta riesco a svuotare la mente, a non pensare a niente, fino a quando un suono mai sentito prima mi risveglia di colpo, assieme ad una leggera vibrazione.

Mi giro di scatto spaesato e dicendomi che non dovevo illudermi, non poteva essere quello, c’era sicuramente un’altra spiegazione a quel rumore cosi strano, a quella melodia elettronica e a quella vibrazione continua eppure il mio cuore aveva iniziato a battere più forte del normale e a sperare.

Mi avvicinai al letto e a quel piccolo aggeggio che vibrava e suonava. Era il cellulare usa e getta che avevo comprato ma continuavo a ripetermi che non poteva essere lui, sicuramente Natasha mi aveva rintracciato ed era lei che mi stava chiamando. Avanti Rogers non fare il fifone! Guarda il display!! Mi urlo dentro mentre scuoto la testa e prendo un respiro profondo, finalmente afferro il cellulare con il piccolo display illuminato su cui troneggiava il nome di "TONY STARK".

No.. Non è possibile...

Il mio cuore perse un battito forse anche due mentre lo prendevo come se fosse un oggetto fragile fra le mie mani e rimasi impalato a guardarlo per attimi che mi sembrarono eterni. Non potevo crederci, doveva per forza essere un sogno, non c'era dubbi stavo sognando; mi diedi un pizzicotto cercando di convincermi che tutto ciò non stava accadendo davvero.

Iniziai a sentire un vortice di emozioni mentre continuavo a chiedermi se fosse davvero la realtà.

Cosa dovevo rispondere? Perché ovviamente dovevo rispondere! Non aspettavo altro che la sua chiamata da mesi.

Dopo alcuni minuti decido finalmente di aprire il piccolo coperchietto del cellulare e premo il tasto verde, portando l’apparecchio all'orecchio.

Rimango in silenzio qualche secondo, emozionato e impaurito, terrorizzato più che impaurito.

Volevo sentire la sua voce, volevo solo quello*

 

...Tony? Sei tu?

 

*chiesi sperando di sentire la sua voce rispondere con una delle sue solite battute, tipo "e chi altro vuoi che sia, Capsicle?"

Rimasi in silenzio, in attesa della sua risposta, pregando che rispondesse e non mettesse giù.

Forse avevo risposto troppo tardi e forse avevo atteso troppo, avevo fatto fare troppi squilli e lui aveva riattaccato. Stacco per un secondo il cellulare dall’orecchio per fissare nuovamente il display: chiamata in corso 00:10.

Sospirai solleva riportandolo attaccato al mio viso attendendo una risposta, una qualsiasi non importava il suo contenuto.*

 

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Who do you want it, Capsicle?
Tony Stark

*Stavo per attaccare, un altro "TUU" della chiamata e avrei buttato giù probabilmente maledicendomi e tirando il cellulare in qualche angolo dell'ufficio, possibilmente contro un muro o qualcosa di duro.

Ero stato un cazzo di idiota.

Ci avevo sperato, per un lungo attimo avevo sperato positivo, avremmo sistemato tutto ogni singola cosa ma la mia speranza si stava affievolendo ad ogni suono di chiamata in corso del cellulare. Ti prego rispondi, cazzo Steve! Pensai serrando la mascella.

Ma quando sono ormai pronto all’ultimo rintocco del telefono prima di agganciare ecco che accade qualcosa di totalmente inaspettato, sento la chiamata partire, silenzio e poi una voce, la sua voce, la sento cristallina. Sorrido. Aveva risposto. Grazie.

Certo la sua non era la voce di una persona tranquilla e felice e magari non lo era perchè si aspettava una qualche catastrofe imminente per questo il suo tono era così spaventato.. Infondo perchè avrei dovuto chiamarlo? Dopo tutto quel casino che era successo che motivo avevo per chiamarlo?

Probabilmente sapendo che lo avevo chiamato solo per sentirlo avrebbe riattaccato in men che non si dica; ma al diavolo tutto e tutti io volevo davvero sentire solo la sua voce. Nient’altro aveva ormai senso. L'importante era solo sentirlo e sentire che stava bene.

Sentire che stava bene dove stava anche senza di me, l'importante era sapere che stava davvero bene anche se a quell’idea il sangue mi si gelò nelle vene; avrei sofferto come un cane a quella scoperta ma non mi importava di me in quel momento.

Per, forse, la prima volta in vita mia non c'ero io al primo posto nella mia testa. C'era lui.

Ero tornato davvero un sedicenne alla sua prima cotta, Dio.. Che cosa imbarazzante*

 

Chi altro vuoi che sia Capsicle? La pizza a domicilio?

 

*Alle sue parole non riuscii a trattenermi, per un attimo era come se tutto fosse tornato alla normalità, la sua domanda così banale e stupida mi aveva fatto perdere un battito e tornare con la testa a mesi prima. Steve era sempre il solito, vecchio e adorabile capitano con tutte le sue frasi semplici che mi servivano battute spiritose o meno su un piatto d’argento.

Mi morsi immediatamente dopo il labbro sicuro di aver fatto una cazzata ripensando alle mie parole.

Se davvero Rogers era rimasto il solito allora probabilmente non avrebbe apprezzato quella mia battuta. Se davvero era lo stesso ma con gli ultimi trascorsi alle spalle allora la telefonata saprebbe caduta di li a poco; era solo questione di secondi.

Il pugno stretto sul ginocchio tanto da far sbiancare le nocche e segnare la pelle del palmo. Stavo sudando e il cuore mi batteva all'impazzata, ero agitato come un bambino la prima volta che deve salire su una montagna russa, un misto di ansia e terrore, avevo un nodo allo stomaco e facevo quasi fatica a respirare. Dove deglutire in paio di volte a vuoto mentre la mia salivazione si era ormai azzerata prima di riprendermi almeno un po'.

Scossi violentemente la testa Avanti Tony!! Cazzo svegliati!! Riprenditi coglione! mi ripetevo mentre aspettavo che riagganciasse ormai ero più che sicuro che l'avrebbe fatto, ero un coglione e avevo rovinato l'unica opportunità che mi era stata offerta per sistemare bravo Tony complimentoni davvero..*

 

Ti prego non riagganciare..


*bisbigliai tra me e me a voce bassissima, mi era scappato. Merda! Doveva rimanere un pensiero nella mia testa!! Dio non riuscivo più nemmeno a concentrarmi e distinguere un pensiero da una frase da pronunciare. Non facevo altro che peggiorare le cose, ogni secondo che passava commettevo qualche cazzata. Forse mi meritavo di essere mandato a cagare senza mezzi termini e forse mi meritavo che buttasse giu la chiamata. Sicuramente me lo meritavo..

Chiusi gli occhi serrando la mascella e sperai con tutto me stesso che non avesse sentito la mia supplica ma al tempo stesso anche che la esaudisse.

Volevo sentire ancora la sua voce..

Sapevo che il capitano aveva un udito fenomenale e molto piu sviluppato rispetto a quello di un comune essere umano ma comunque continuavo a sperare che per un qualche scherzo del destino magari lui non fosse riuscito a sentire, era sciocco da pensare lo so ma non potevo far altro che sperare; sperare che le mie parole non fossero state udite ma che al tempo stesso fossero esaudite.*

   
 
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