Serie TV > The Originals
Segui la storia  |       
Autore: Robigna88    15/07/2016    1 recensioni
CROSSOVER TRA The Originals/The Vampire Diaries/Supernatural/Constantine
Terza parte della serie The Family Business, sequel di The Family Business - The coven
Sono passati tre mesi da quando Allison ha preso il comando della Strige, affiancata da Tristan che sembra esserle fedele in tutto e per tutto. Il suo cambiamento e le sue scelte hanno colto alla sprovvista la famiglia Originale che di lei si fidava ciecamente e che ora la considera una nemica. Il più toccato da tutta questa storia sembra essere Elijah che di Allison è innamorato, ricambiato, e che si sente responsabile per il profondo mutamento della bella cacciatrice.
Quanto della vecchia Allison è rimasto dentro la nuova? Basteranno l'amore di Elijah, l'amicizia dei Winchester e di Constatine, dei Salvatore, di Castiel e di chi le vuole bene, a riportare ogni cosa al proprio posto?
Genere: Drammatico, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Elijah, Klaus, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'The family Business'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
NDA: Buona lettura e lasciatemi un commento :D

aaf

20.

 

 

 

 

 

Allison mise due pancake nel piatto di suo fratello e sorrise iniziando a cuocerne degli altri. Elijah era sotto la doccia da circa dieci minuti, fuori c’era una bellissima giornata e c’era pace nel suo cuore. Forse, si disse, un po’ troppa. Non credeva fosse un buon segno.

Decise però di lasciare andare i cattivi pensieri; se c’era una cosa di cui era sicura al cento per cento era che si meritava un po’ di serenità e forse quello era il momento in cui le veniva concessa. Suo fratello era di nuovo nella sua vita, brillante e buono come il fratello che ricordava prima della tragedia, l’uomo che amava l’aveva stretta per tutta la notte e si sentiva leggera.

Non era il caso di farsi domande, né di preoccuparsi. Ogni cosa sembrava andare per il verso giusto. Forse troppo però.

Scosse il capo per scuotere quell’amara sensazione che le faceva sentire un peso al centro dello stomaco e girò l’ultima frittella nella padella prima di sistemarla in cima alla pila di pancake che aveva preparato quella mattina. Un regalo a se stessa, uno a Matt e un omaggio a Cami che non aveva mai fatto mistero di adorare quella dolce colazione.

Sorrise al ricordo della sua amica e per la prima volta da quando le era venuta la folle idea di organizzare una piccola cena commemorativa per lei, pensò che era davvero la scelta giusta. Camille O’Connell non avrebbe voluto una veglia triste e deprimente, avrebbe voluto invece un piccolo ed intimo party a base di tequila e buon cibo perché lei amava la vita e l’aveva amata fino alla fine, anche se quella vita l’aveva tradita fin troppo presto.

“Ally,” le chiese suo fratello attirando la sua attenzione. “Stai bene?”

Lei si voltò a guardalo e annuì con espressione tranquilla. “Sì, perché me lo chiedi?”

“Non dici una parola da almeno dieci minuti, non è da te.”

La cacciatrice fece un grosso respiro e si strinse per un attimo nelle spalle prima di mettersi a sedere di fronte a lui, all’isola della cucina. “È solo che… sono preoccupata.”

“Per cosa?”

“Per tutto?” lei ridacchiò. “C’è calma da quando Camille è morta e dieci giorni di calma di solito sono il preludio a venti giorni di inferno.”

“Da quando?”

“Nella mia vita praticamente da sempre” la donna mangiò un boccone di pancake. “Forse stavolta mi sbaglio, magari sento questa strana sensazione perché non sono abituata a sentirmi così serena e tranquilla e quindi, quando mi ci sento, divento sospettosa.”

“Forse” le disse suo fratello versandole del succo d’arancia. “Ti senti agitata perché non hai dormito molto stanotte. A quanto ho sentito il tuo tenebroso Originale ti ha tenuta sveglia fino all’alba e, a proposito, bleah! Ragazzi sul serio, dovete imparare ad essere silenziosi.”

“Oppure tu dovresti trovarti un posto tutto tuo” Elijah arrivò dalla camera da letto vestito di tutto punto, come suo solito, nel momento esatto in cui Allison scoppiò a ridere deglutendo un po’ del suo succo. “Avevi detto solo un paio di giorni ma è passata una settimana.”

“Lo so, lo so” mormorò Matt annuendo. “Me lo ricordi praticamente tutti i giorni. Se non ho ancora trovato un posto tutto mio è perché non sono sicuro di dove voglio andare.”

“Che vuoi dire?” domandò Allison sorridendo ad Elijah quando lui le baciò la guancia per darle il buongiorno. “Non sai se vuoi rimanere qui a New Orleans o tornare a Los Angeles?”

“O se voglio andare da qualche altra parte nel mondo, in Italia magari, o in Australia. Mi è sempre piaciuto surfare.”

“Sì” sua sorella sorrise. “Mi ricordo di Melly.”

“Chi è Melly?” Elijah si mise a sedere accanto ad Allison e bevve un sorso dalla sua tazza di caffè.

“Melly” iniziò Allison voltandosi per guardarlo negli occhi. “Era la tavola da surf di Matt. I nostri genitori gliela regalarono per il suo sedicesimo compleanno insieme ad un corso di sei mesi.”

“Il corso fu un’idea di nostra madre, era un tipo apprensivo e non mi avrebbe mai e poi mai lasciato andare sul surf senza che sapessi prima farlo come si doveva” aggiunse Matt.

“Hai dato un nome alla tua tavola da surf” l’Originale sorrise guardandolo. “Eri un ragazzo strano.”

“Lo era” confermò Allison. “Era anche molto popolare però. Faceva strage di cuori, un vero Casanova.”

“Sì beh, è il passato” tagliò corto il vampiro. “Ora non riesco a conquistare una donna neppure soggiogandola.”

Allison rise mangiando l’ultimo boccone. “Devo andare ora” disse mettendosi in piedi. “Ho promesso a Klaus che mi sarei occupato del menu per la cena in onore di Cami.”

“Io invece gli ho promesso che mi sarei occupato di tutto il resto” aggiunse Elijah alzandosi a sua volta.

“Io invece me ne starò qui” Matt si strinse nelle spalle girando la forchetta dentro il piatto. “Cercherò di prendere qualche decisione in merito alla mia vita.”

Elijah sorrise dandogli una pacca sulla spalla mentre passava. “Potresti cominciare dall’elenco telefonico.”

“E cosa dovrei farci con l’elenco telefonico?”

“Potresti trovarti un motel in cui stare mentre decidi in quale parte del mondo vuoi vivere” rispose l’Originale uscendo con Allison di casa.

 

 

 

 

 

****

 

 

 

 

 

“Polpette? Sul serio?” Klaus indicò il piatto che gli stava davanti con una mano e poi con un sopracciglio sollevato guardò la sua amica. “Non mangeremo polpette alla cena in onore di Camille.”

“Perché?”

“Perché sono volgari.”

“Le polpette sono volgari?” Allison gli diede un colpo sul braccio. “Come osi?” scherzò. “Sono una delle cose più buone al mondo e a Camille piacevano moltissimo.”

“Se vuoi aiutarmi seriamente, bene!” esclamò l’Ibrido. “Altrimenti dimmelo subito così posso fare da solo. Camille è morta e già l’idea di fare una festa mi infastidisce, perché credo che meriterebbe una veglia piena di candele profumate, del silenzio e un momento di condivisione pieno di aneddoti che la riguardano, e non una stupida festa.”

“Ma era quello che lei avrebbe voluto” Allison gli prese una mano. “E tu lo sai. So come ti senti Klaus, ci sono passata fin troppe volte.”

“No, tu non sai come mi sento” lui scosse il capo lasciando il ristorante e lei lo seguì facendo cenno ad uno dei camerieri che annuì comprensivo.

“Sì invece, lo so perfettamente” gli disse una volta fuori. “Non sei l’unico a soffrire Klaus.”

“Tu morirai!” le disse lui a denti stretti. “Sei una umana e prima o poi morirai e il dolore morirà con te. Io vivrò per sempre, e per sempre dovrò convivere con rimorsi e rimpianti, con il senso di colpa perché sono stato io a trascinarla in tutto questo caos e questo caos alla fine l’ha uccisa. Io ricordo ogni cosa e la ricordo con un’intensità amplificata.”

Allison deglutì a vuoto, poi gli prese il viso tra le mani e lo guardò dritto negli occhi. Quegli occhi chiari ora arrossati di lacrime. “Vivrai per sempre, è vero. E per sempre ricorderai il giorno in cui l’hai persa. Ma per sempre ricorderai anche il giorno in cui è entrata nella tua vita, il giorno in cui ti ha sorriso per la prima volta, il giorno in cui hai capito di amarla. Ricorderai per sempre Klaus ma è un privilegio perché il tempo non cancellerà i momenti belli. Io invece sono solo un essere umano e quasi non ricordo più la voce di mio padre, o il profumo di mia madre. E presto non ricorderò più la risata di Victor e darei qualunque cosa per poterlo fare.”

Klaus lasciò cadere qualche lacrima, domandandosi perché con Allison Morgan fosse così facile lasciarsi andare. Forse perché sapeva che lei capiva, forse perché era la migliore amica che avesse mai avuto. “Preferirei comunque non avere le polpette” disse afferrandole le mani e spostandole dal suo viso. “Non come portata principale.”

La donna arricciò la bocca. “Che ne dici di mini polpette come aperitivo e dei bei filetti alla Wellington come portata principale?”

L’Ibrido sembrò rifletterci un attimo, poi annuì. “Mi sembra un buon compromesso.”

“Ottimo. Allora torniamo dentro e facciamo le nostre richieste.”

“Allison” lui la chiamò prima che lei entrasse. “Mio fratello è un uomo fortunato.”

La cacciatrice sorrise. “Lo so!” rispose strizzandogli l’occhio e facendolo ridere.

 

 

 

 

 

****

 

 

 

 

 

Lucien sospirò mettendosi a sedere su una sedia. Da quando Tristan si era occupato di Aurora, portandogliela via, non riusciva a darsi pace. Era stato ad un passo da quell’amore desiderato per secoli e sempre ostacolato e che quello spocchioso di un Lord glielo avesse portato via proprio non riusciva a sopportarlo. Tristan aveva tradito la sua stessa famiglia, per cosa poi? Per un’insulsa cacciatrice che tra l’altro, secondo una veritiera e spaventosa profezia, li avrebbe distrutti tutti quanti.

Bevendo l’ultimo sorso da un bicchiere di bourbon si mise comodo sul divano pensando alla sua prossima mossa. Fu allora che quello stregone da strapazzo che gli faceva da tirapiedi in quel periodo arrivò nella stanza a disturbarlo.

“Cosa c’è?” gli chiese senza guardarlo.

Lui si inumidì le labbra prima di parlare. “Mi chiedevo quale sarà la prossima mossa. Uccidere la ragazza di Klaus non ha dato i risultati che speravamo, non è venuto a cercare vendetta come avevamo pensato.”

“È vero” rifletté Lucien. “Ma se la tua paura è che siamo a corto di idee allora rilassati amico mio, ho ancora un paio di assi nella manica” si alzò e gli si avvicinò. “Se uccidere la bella Camille non ha funzionato allora ucciderò qualcun altro che gli sta molto a cuore. Ucciderò la sua cara sorella streghetta. E dopo farò in modo che la Strige ritorni a New Orleans, farò in modo che Tristan De Martel soffra lo stesso dolore che io sto patendo. Anzi, farò in modo che soffra molto di più. Attaccheremo stasera.”

“E come credi di fare? Stasera saranno tutti in casa insieme, persino la cacciatrice e il suo feroce fratello vampiro. Saranno intoccabili.”

“Sei più sveglio di quanto credessi, ma non quanto me. Creeremo un diversivo caro mio, fai in modo di portare qui il detective Kinney. Del resto mi occuperò io stesso.”

 

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > The Originals / Vai alla pagina dell'autore: Robigna88