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Autore: Red_Coat    16/07/2016    3 recensioni
Genesis.
La mia vita, per te.
Infinita rapsodia d'amore
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DAL TESTO:
Un bagliore accecante invase la grotta, ed io capì che l'avevo raggiunta appena in tempo. Alzai gli occhi, e vidi uno splendido angelo con una sola ala, immensa, nera e maestosa, planare dolcemente su una roccia. Rimasi incantata, con gli occhi pieni di lacrime, a fissare la sua sagoma, fino a che non mi accorsi che i suoi occhi verdi come l'acqua di un oceano di dolore e speranza seguitavano a fissarmi, sorpresi e tristi.
Fissavano me, me sola, ed in quel momento mi sentii morire dal sollievo e dalla gioia
" Genesis! " mormorai, poi ripetei il suo nome correndogli incontro
C'incontrammo, ci abbracciammo. Mi baciò.
Ed io, per la prima volta dopo tanto tempo, piansi stretta a lui.
Genere: Avventura, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Genesis Rhapsodos, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Vincent Valentine, Zack Fair
Note: Lime, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Triangolo | Contesto: Più contesti
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Capitolo IV
 

-Toc, toc! –
 
Stavo riposando, sdraiata sul letto nella stanza di Tseng, in casa sua – di cui conoscevo solo l’entrata e quell’ambiente da me abitato -, quando quel suono, pronunciato da una voce gioviale, vispa e dolce, colorò istantaneamente le mie labbra con un sorriso.
Mi diedi ancora qualche secondo, poi riaprì piano gli occhi e vidi il volto bambino di Zack spuntare da dietro la porta con un sorriso, allegro e quasi tenero, mentre ciocche blu notte dei suoi capelli scivolavano appena dolci, carezzando quelle pupille azzurro cielo.
 
-Posso? – chiese gentile, piegando la testa proprio come un cucciolo curioso.
 
Sorrisi di nuovo. Non c’era da stupirsi che Angeal gli avesse affibbiato quel soprannome.
Cielo, mi sentivo come un profeta che sapeva ogni cosa di quello che sarebbe accaduto di lì a poco ma non poteva né dir nulla né fare qualcosa per impedire che accadesse.
Il senso di colpa era grande al solo pensiero, e assieme ad esso saliva la voglia di tornare immediatamente a casa.
Assorta in questi pensieri, non mi accorsi neanche che, nel frattempo, Zack era entrato e, chiusa la porta dietro di sé, si era seduto accanto a me, su un angolo libero del letto.
Mi misi a sedere anche io vicino a lui, risollevandomi e poggiando la schiena sulla spalliera di metallo poggiata a ridosso del muro. Era un po’ scomoda, ma il sorriso di Zack e la sua compagnia rendevano tutto più accettabile.
Comunque, i miei occhi dovevano aver mostrato la mia preoccupazione, perché dopo avermi scrutata un po’ preoccupato mi chiese
 
-Va tutto bene? –
 
Fui tentata di annuire, ma sapevo già che Zack non avrebbe creduto a quella menzogna, avendo già percepito il mio disagio. Perciò abbassai lo sguardo e sentii le lacrime salire ad annebbiare i miei occhi.
Fu allora, che accadde qualcosa che mi stupì, anche se in fondo speravo succedesse.
Zack mi sfiorò dolce il mento, invogliandomi piano ad alzare il viso verso di lui, e quando i nostri occhi s’incrociarono … non pensai più a nulla, perché con forza e dolcezza mi abbracciò forte, stringendomi contro il suo petto, mentre le mie braccia si allungavano ad avvolgere le sue spalle e le mie mani si aggrappavano agli spallacci della sua divisa.
Il cuore mi batté forte e veloce in petto per l’emozione, e smisi di respirare per qualche secondo mentre il calore del suo corpo mi riscaldava, ed io cercavo di seguire il suo respiro, ascoltando attentamente il battito ritmico del suo cuore.
Ancora qualche attimo, poi la sua stretta si rafforzò, come a proteggermi, il mio viso affondò nel suo petto e lui sussurrò, carezzandomi i capelli
 
-Senti … - disse, piano – Facciamo … come se fossi mia sorella. –
 
Non era una domanda, ma un proposito del suo cuore che così, all’improvviso, arrivò a sconvolgermi senza quasi darmi il tempo di capire se anche questo fosse un sogno nel sogno, o tenera realtà.
Mi risollevai appena, senza smettere di stringermi a lui, e lo guardai negli occhi a bocca aperta, stupita.
Lui arrossì, sorridendo imbarazzato
 
-Si, insomma …- balbettò, guardandosi intorno ma continuando a tenermi stretta – Fratello e sorella ti va bene?  - ribadì, tornando a guardarmi negli occhi ma con ancora quel rossore ad imporporargli le guance – Io proteggerò te, e tu … tu parlerai con me? – concluse, sbarazzandosi del pudore e sorridendomi deciso
 
Sorrisi, continuando a guardarlo negli occhi. Lo volevo. Si, lo volevo tanto. Ma … sarebbero accadute tante cose, da adesso in poi nella sua vita. Prima fra tutte … Aerith.
Tra qualche anno, si sarebbero conosciuti, e inevitabilmente questo me lo avrebbe portato via. Non potevo impedirlo, non era giusto per lui.
Così come non potevo impedire che il dolore cambiasse il suo cuore al posto della gioia, o che … la sua storia si concludesse in quel … quel modo che io …
Non potevo, ma ….
 
-E’ così importante … parlare? – chiesi, dolcemente
 
Zack mi sorrise. Perché non potevo cambiare il destino?
Esitò ancora qualche secondo, poi annuì
 
-Si. – disse – Voglio … starti vicino. –
 
Oh, Zack. No, ti prego!” pensai, e le lacrime tornarono ad annebbiare i miei occhi.
 
-Zack …- mormorai, posando le mie mani sulle sue, sulla stoffa morbida delle lenzuola
 
Dovevo dirglielo. Ma quando lui mi guardo, quasi supplicante, non ne ebbi la forza. Non potevo … spegnere quel sorriso. Perciò, mi limitai a sorridere e annuire, di tutto cuore, mentre un nodo mi si stringeva in gola
 
-Solo fratello e sorella, però! - lo raccomandai
 
Dovevo ancora conoscerti.
Lui sorrise felice, e coinvolgendomi in un altro abbraccio contento mi rispose, sincero
 
-Okkey, promesso! –
 
***
///Flashback///
 
Gli occhi di Genesis si spalancarono così come la sua bocca
 
-Che???- chiese, sorpreso
 
Angeal continuò a guardarlo, serio in volto. Il rosso lo fissò ancora per qualche secondo incredulo, poi esplose in una risata
 
-Ho capito. – disse infine, scuotendo la testa e ributtandosi sdraiato sul suo letto – E’ un altro dei tuo scherzi stupidi. E dire che stavolta c’ero quasi cascato! – ridacchiò
 
Hewley scosse la testa, grave
 
-Stavolta no, Genesis … Non è uno scherzo. –
 
Il rosso tornò a fissarlo, spegnendo il ghigno sulle sue labbra ed incupendosi all’istante.
Angeal attese ancora qualche istante, dandogli il tempo di rendersi conto della situazione, poi sospirò, tirò fuori dalla tasca del pantalone della sua divisa una foto e gliela porse.
Genesis si mise nuovamente a sedere, scattando e prendendola tra le mani per osservarla.
 
- La conosci, Genesis? -  gli chiese il moro infine
- Certo che no, Angeal! – sbottò allora lui, nervoso – Ovviamente no! E poi … oh insomma, non sarò certo l’unico in tutta Gaia a chiamarsi Rhapsodos, no? – alzandosi di scatto e avvicinandosi alla finestra aperta che deva sul lato sud del settore 8, continuando a stringere la foto della ragazza
 
Era la pura e semplice verità, non aveva mai avuto modo di conoscerla.
Hewley sospirò, quasi sollevato da quell’affermazione
 
-Speravo che mi rispondessi così. – commentò, con un sorriso appena percepito che spense però quasi subito, assumendo un’espressione più preoccupata quando si accorse di non essere più ascoltato.
 
Genesis scrutava estraniato il paesaggio fuori dalla finestra, con sguardo assorto e la foto stretta tra le mani, mentre cercava di riportare alla mente tutti i suoi “errori”, e un po’ fu anche terrorizzato dall’idea che quella ragazza che si faceva chiamare col suo cognome fosse una di quelle che … beh, che aveva “conosciuto” prima della fama che gli permetteva di concedersi molti meno divertimenti, all’epoca in cui non era neanche un 2nd class.
Non erano state tante, in realtà, e a dir la verità non si erano neanche spinti tanto oltre.
Solo con qualcuna di esse aveva sperimentato il piacere fisico, appena un paio o forse qualcuna di più.
Ghignò malandrino, ma proprio allora Angeal lo riscosse nuovamente da quei piacevoli pensieri chiamandolo per nome.
Riassunse la sua espressione sicura di sé, e guardando intensamente gli occhi dell’amico espresse la sua decisione
 
-Voglio incontrarla. – disse – Ora! -
 
(Continua …)

 
   
 
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