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Autore: Alice95_    16/07/2016    3 recensioni
Una giovane Kate Beckett alla ricerca di una notte da dimenticare, si trova davanti a una persona che invece si ricorderà per il resto della vita.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alexis Castle, Altro personaggio, Kate Beckett, Martha Rodgers, Richard Castle
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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Nelle successive tre settimane adottarono una sorta di ritmo, ancora un po' instabile, ma diventava sempre più forte ogni giorno che trascorrevano insieme. Castle poteva dire che Kate si sentiva più a suo agio con lui, più aperta e più disponibile ogni volta che lo incontrava. Non riusciva a non sorridere pensando a quanto sua madre avesse ragione. Tutto quello che serviva era un po' di pazienza e un po' di tempo, poi il resto sarebbe venuto da solo.

Castle e Jamie erano inseparabili, il legame tra loro era già così forte che Kate, anche se avesse voluto, non poteva e non riusciva a fare finta di niente. Jamie era pazza di Castle e sapeva che anche lui lo era di lei, Kate lo poteva vedere nei suoi occhi ogni volta che la guardava.

Alexis era tornata a scuola circa una settimana prima, e questo rese un po' più difficile gli incontri tra Castle e le due Beckett, dato che la rossa era abituata ad averlo a casa tutti i pomeriggi e tutte le sere, mentre dall’altro lato quello era l’unico periodo che Kate aveva disponibile per farli incontrare. E non poteva chiedere di farsi cambiare i turni. Montgomery con lei era già meno duro che con tutti gli altri colleghi, non dandole i turni di notte. Ancora non aveva idea di come fosse stata fortunata ad avere un capitano del genere.

Kate sapeva che la madre di Castle l’aveva aiutato a coprire molte uscite e sapeva anche che Castle temeva fosse solo questione di tempo prima che Alexis iniziasse a insospettirsi e a fare domande. Lei lo capiva, non voleva farla soffrire in nessun modo, doveva pensare pure a lei e così Kate gli aveva detto che avrebbero parlato con Jamie molto presto, non specificando bene quando, rimandava sempre l’inevitabile. Si rese conto che l’aveva ferito con la sua non decisione, dal momento che aveva accettato in silenzio, così come aveva accettato ogni sua singola decisione fin dall’inizio, anche quando non era d’accordo.

Qualche giorno prima, al parco, il segreto stava per essere rovinato quando un’altra madre aveva detto a Castle quanto sua figlia fosse adorabile, e lui in risposta accennò solo un sorriso. Jamie non notò la cosa e Kate ne fu sollevata, questo non era sicuramente il modo in cui voleva che Jamie scoprisse chi fosse realmente Castle.

Ma Kate sapeva che non poteva rinviare troppo la cosa, anche Cynthia stava iniziando ad insospettirsi visto che c’era sempre una nuova storia su Rick. E non poteva fermare sua figlia nel raccontare le cose. La verità doveva venire fuori, il più presto possibile. Kate iniziò a venire a patti con questo.

Iniziò a pensare al come e al quando, seduta al suo tavolino da caffè, mentre stava lavorando ad alcuni file che si era portata da lavoro. Cynthia non era libera nel pomeriggio a causa di un’emergenza e così Montgomery aveva accettato di lasciarla andare a casa prima, con poco preavviso, ma solo se si fosse portata del lavoro con lei.

Il problema era che Jamie non la lasciava lavorare, richiedendo la sua attenzione, e Kate stava lentamente perdendo la pazienza. Sapeva che non era colpa di Jamie. Ovviamente desiderava giocare con sua madre, anche perché non succedeva spesso di vederla così presto a casa, ma lei aveva bisogno di finire in lavoro in giornata.

“Uccellino mi dispiace ma mamma ha del lavoro da fare”, disse a sua figlia per la quinta volta, e il broncio di Jamie aumentava sempre di più.

“Mami”, si lamentò e Kate poté vedere le lacrime di rabbia che erano sul punto di uscire, era l’ultima cosa di cui aveva bisogno in quel momento. “Chiama rick”. Non era una domanda, era un’affermazione.

“Jamie, non posso chiamarlo e e aspettarmi che lui venga. Potrebbe avere altri impegni”, cercò di far ragionare la figlia.

“Chiama Rick”, disse nuovamente Jamie, prendendo il telefono.

“Jamie”, ritentò Kate, ma la bambina le posò il telefono in grembo.

“Chiama Rick”.

Kate sospirò, prendendo il telefono. Poteva fingere di chiamarlo, ma poi ci ripensò, forse sarebbe stato in grado di venire. Altrimenti Jamie avrebbe dovuto aspettare domenica prima di rivederlo. Prendendo un respiro profondo, cedette. Perché no? Poteva almeno provare.

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Rick era bloccato dietro la sua scrivania, a scrivere. Era riuscito a comporre una sorta di mezzo capitolo prima che l’ispirazione se ne andasse. Sua madre aveva portato via Alexis per tutto il giorno, sapendo che doveva cominciare a scrivere il prossimo Derrick Storm se voleva almeno finirlo entro l’anno prossimo. E Alexis era una distrazione troppo grossa.

Ma quando il suo telefono squillò, fu come un segno dell’universo che gli diceva che per quel giorno aveva finito, magari si sarebbe unito a sua madre e ad Alexis.

“State parlando con il bellissimo e affascinante Richard Castle, come posso aiutarvi?”, disse, pieno di sé.

“Sei serio?”, fu la risposta secca dall’altro capo del telefono.

“Kate?”, si raddrizzò sulla sedia, quasi cadendo, mentre tentava di ritornare serio. Perché cavolo aveva risposto al telefono in quel modo?

“Non ti vanti più eh”, poté sentire il sorriso nella sua voce. Bene, quindi non era successo niente a Jamie.

“Ma rimango sempre affascinante”, se ne uscì con una risposta rapida e intelligente.

“So che è improvviso”, andò dritta al motivo della sua chiamata, “Ma c’è qualche possibilità che tu possa venire?”.

“Adesso?”, chiese perplesso.

“Va benissimo se non puoi, ma sono bloccata a casa con del lavoro da fare e Jamie è annoiata e chiede di te”. Spiegò lei, prima di iniziare a mordersi il labbro inferiore.

“Si, no. Arrivo”, rispose in fretta, già dirigendosi verso la porta d’ingresso.

“Sei sicuro?”, chiese, “E Alexis?”.

“E’ con mia madre oggi, quindi veramente, non ci sono problemi. Arrivo tra poco a prendere il piccolo terremoto”. Il sorriso di Rick era così luminoso che avrebbe potuto illuminato l’intero emisfero. Lo aveva chiamato per chiedere aiuto. Si sentiva l’uomo più fortunato del mondo in questo momento.

“Grazie Castle. Lo apprezzo molto”. Disse piena di gratitudine.

“Quando vuoi, Kate. Quando vuoi”.

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Arrivò a casa loro in tempo record e non appena la porta si aprì, Jamie era già tra le sue braccia, urlando felicemente.

“Rick!”, esclamò la bambina, le sue piccole braccia intorno al suo collo e lui cercò di non fare cadere il caffè che aveva portato per Kate.

“Whoa, hey ranuncolo”, rise, quel nomignolo gli era uscito senza pensare. “Sei così felice di vedermi?”.

“Mami è noiosa”, Jamie sbuffò, non lasciandolo ancora andare. 

“Hey Kate”. Le sorrise calorosamente, felice di vederla sorridere allo stesso suo modo verso di lui.

“Hey, grazie per essere venuto”.

“Di niente”, annuì. “Oh, ti ho portato il tuo caffè. Ho pensato che ne avessi bisogno”.

Il suo caffè? Dopo averle portato il caffè ogni volta nelle passate tre settimane, lei stava iniziando ad accettare che era diventata una cosa loro. E si che ne aveva bisogno, non aveva idea di quanta caffeina avesse bisogno in quel momento.

Raggiunse il bicchiere che le stava allungando e ne prese subito un sorso, “Grazie Castle”.

Lui annuì di nuovo, “Quindi, cosa vuoi che facciamo? Vuoi che ti lasciamo sola per finire meglio di lavorare? Posso portare Jamie fuori”. Suggerì lui.

Kate lo guardò con occhi spalancati, lui non aveva mai trascorso del tempo da solo con Jamie, era sempre stata con loro. Era un grande passo e a giudicare dalla sua espressione speranzosa, lo era anche per lui, però il momento era arrivato. Nelle ultime settimane aveva più volte dimostrato che si poteva fidare di lui, realizzò che era passato più di un mese ormai, più di un mese dal giorno che si erano incontrati per caso di fronte al distretto. Erano cambiati tanto da quel giorno. Ed era arrivato il momento di dargli qualcosa in cambio, così dopo aver preso un respiro profondo annuì, “Sarebbe fantastico, si”.

“Ogni suo desiderio è un ordine”, Rick si inchinò, fingendo di far cadere Jamie e prendendola giusto in tempo, facendo ridere e crepapelle la bambina. “Scarpe?”, guardò in basso verso sua figlia , vedendo che era già pronta per uscire di casa.

“Tornate per le sei?”, chiese Kate. “La cena sarà pronta”.

Castle annuì, “La porto per quell’ora”.

“No”, prese un respiro nervoso, scuotendo la testa, “Voglio dire, puoi rimanere a cena, se vuoi”.

“Va bene, mi piacerebbe molto”, annuì lentamente.

“Allora ci vediamo alle sei. Divertitevi voi due”.

Quando la porta si chiuse dietro di loro, Kate si appoggiò al muro. Cosa stava facendo? Giocava alla famiglia felice con lui? Sospirò, scuotendo la testa. No, stava solo facendo la carina perché oggi l’aveva aiutata. Era la cosa giusta da fare, niente di più.

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Uscì immediatamente da casa sua per paura che potesse cambiare idea da un momento all’altro e invece ora stava correndo. Jamie era felicemente seduta sulle sue spalle, stringendogli la testa con le sue piccole braccia, mentre lui stava correndo verso l’appartamento di Kate. L’ultima cosa che voleva, era essere in ritardo. Gli aveva dato fiducia e voleva farle capire che aveva fatto la cosa giusta. Quindi non si sarebbe preso quindici minuti in più, per quanto fosse tentato.

Kate li fece entrare quando l’orologio segnava cinque minuti alle sei, sorridendo alle due facce felici che la stavano salutando.

“Appena in tempo, la cena è quasi pronta”, sorrise, prendendo Jamie dalle spalle di Rick. “Vi siete divertiti?”.

“Si”, Jamie annuì energicamente. “Guarda”. Le indicò il libro che Rick stava tenendo tra le mani.

“Un nuovo libro?”, chiese Kate, gli occhi sorpresi in quelli di Castle.

“L’ho portata in libreria”, si strinse nelle spalle. “Sembrava stesse iniziando a piovere, quindi ho pensato fosse meglio fare qualcosa al chiuso”.

“Bene”, Kate sorrise, scompigliando i capelli di Jamie. “Puoi aiutarla a lavarsi le mani?”.

“Certo”, annuì e si incamminò verso il bagno, mettendo nuovamente Jamie sulle spalle mentre si abbassava accuratamente sotto lo stipite di una porta, in modo da non farle battere la testa.

Kate li osservò divertita prima di tornare in cucina e preparare le ultime cose per la cena.

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“Quindi, come è andata alla libreria?”, chiese Kate, riempiendo il piatto di Castle di patate.

“C’è quel bellissimo posto sulla 23esima, è piccolo ma ha una bella sezione per bambini”. Disse lui.

“Oh si, lo conosco. Io e Jamie ci siamo già state, hai ragione, è un posto molto carino”.

Castle prese il piatto, continuando, “Abbiamo letto un paio di libri e poi le ho lasciato scegliere uno per portarlo a casa. Spero sia ok”, per un secondo sembrava impaurito dalla reazione che avrebbe potuto avere, era solo un libro ma con Kate non si poteva mai sapere.

“Certo che è ok”, lo rassicurò velocemente prima di passare a Jamie. “Amore hai ringraziato Rick per il libro?”.

Sua figlia annuì, continuando a mangiare le sue verdure e guardando Rick.

“Lo ha fatto”, confermò lui, facendo l’occhiolino a Jamie.

Un silenzio confortevole cadde intorno a loro, si stavano tutti godendo la cena quando Kate se ne uscì con una domanda personale. Fino ad ora si erano fermati su temi leggeri o gli aveva chiesto a proposito di Alexis, niente di più.

“Quindi, Rick, essendo uno scrittore”, lo guardò, “Che tipo di libri leggi?”.

“Beh, devo ammettere che leggo di tutto, passo dai classici ai libri spazzatura e naturalmente quelli degli altri scrittori di gialli. Devo vedere come si comporta la concorrenza”.

Sembrava divertita, i suoi occhi erano arricciati dalla gioia, “E chi è il tuo più grande avversario?”.

Rifletté alla domanda prima di rispondere, “Patterson, Connelly, Cannel e Lehane”.

“Buone scelte”, annuì Kate.

“Sei una fan?”.

Kate guardò in alto, un po' sorpresa, “Mia mamma, mia mamma amava i libri gialli”. Disse, un po' troppo triste per i suoi gusti.

“Amava?”, la sua voce era dolce, gli occhi fissi in quelli di Kate.

“Non c’è più”. Era tutto quello che riuscì a condividere in quel momento, in realtà era già più di quello che condivideva solitamente, nemmeno Cynthia lo sapeva.

Non lo stava guardando e quindi non vide la mano di lui raggiungere le sue dita per poi stringerle gentilmente.

“Mi dispiace”.

Fu sorpresa nel constatare quanto in realtà fosse stato confortante quel gesto, “Già, grazie”, mormorò prima di spostare la mano e portarla sul suo grembo. Era troppo, aveva bisogno di tornare in acque più sicure.

“Quindi, Patterson?”, era pietosa e lo sapeva, ma sperava solo che capisse che non voleva più parlarne.

La guardò con quei suoi due occhi blu e guardandoli lei pensò che riuscisse a leggerla dentro, o forse ci riusciva davvero, perché le fece un piccolo cenno con il capo come dirle che aveva capito. “Si Patterson, mi ha da poco invitato ad unirmi a lui e a tutti gli altri per giocare a poker”.

Kate riuscì a mettere uno sguardo eccitato sul suo viso, riuscì a sembrare impressionata, “Wow, è un onore, direi”.

“Credo di si, ma forse vogliono solo rubarmi le idee”, lui fece una smorfia e lei rise, l’ansia sparì.

“Mami?”, chiese Jamie, subito ottenendo l’attenzione di sua madre. “Stoia dea buonaote?”.

Kate rimase sorpresa, “Certo, lo sai che ti leggo sempre una storia prima di andare a dormire”.

Ma Jamie scosse la testa, “No Rick”.

“Oh”, gli occhi di Kate tornarono su Castle che sembrava altrettanto sorpreso. “Non lo so tesoro. Devi chiedere a Rick se ha tempo dopo cena”.

“Rick?”, Jamie spostò i suoi occhi speranzosi su di lui.

Lui guardò rapidamente Kate che con la testa gli diede un permesso silenzioso, prima di ritornare sulla figlia, “Mi piacerebbe molto”.

   
 
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