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Autore: BlackDream99    17/07/2016    1 recensioni
"Te lo prometto", le disse Ron, quando l'oscura presenza del dolore aleggiava ancora nelle menti di tutti e due. In un viaggio per terre lontane, il rapporto fra Ron e Hermione si andrà rafforzando, contro quello che pensavano gli altri, contro quello che pensavano anche loro stessi. Una storia limpida che si basa su frasi aleatorie, baci appassionanti, sulla voglia di stare insieme, di perseverare, di continuare ad andare avanti, perché la vita, appena pensi che debba lasciarti in pace, ti rende le cose più difficili di quanto già non lo siano state. Un'ennesima ricerca porterà Ron e Hermione prima su strade buie e scomode, e infine, a quello che desideravano entrambi, forse lui ancor più di lei. Tra lacrime, gioie, congetture e inesperienza, l'amore avrà la meglio. Perché loro sono nati per stare insieme. E insieme resteranno. Per sempre.
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Lettura consigliata con: Avicii - Hey Brother (Piano Version)

Presto Hermione non distinse più le lacrime dalle gocce d'acqua. Neanche le venne in mente di pronunciare un incantesimo per proteggersi dalla pioggia; si sentiva distrutta, e incapace di reagire. Era dilaniata da ciò che aveva fatto, ma era sicura che dovesse andare così. Valeva la pena di rovinare il rapporto costruito con Ron per aspirare a quella che lei stessa riteneva la perfezione? Forse sì. Però in quei pochi secondi era arrivata ad odiare sé stessa; uno strano senso di colpa la aveva assalita appena ebbe distolto gli occhi da lui, ed era come se il rimorso la colpisse tramite le gocce di pioggia, incessante, ripetitivo, giudicatore. Ed ogni goccia un pensiero, uno positivo ed uno negativo, e una lacrima dopo l'altra, si trovò seduta sull'erba fradicia, gli occhi rossi, le mani sul viso, le ginocchia racchiuse, i capelli bagnati che le cadevano pesantemente davanti. Piangeva a dirotto. Sentiva la mancanza di Ron come se gli fosse mancata l'aria. Eppure né le gambe né la testa le ordinarono di tornare dentro, al caldo e all'asciutto. Da Ron. Aveva agito come la sua personalità comandava, lo aveva avvertito più volte di non nasconderle nulla. La fiducia e la totale capacità di affidarsi all'altro erano i cardini del concetto di amore, per Hermione, e Ron lo sapeva. Glielo aveva detto. Però aveva voluto continuare a fare di testa sua, convinto di saper governare anche le emozioni di Hermione e di saper gestire una situazione più grande non solo di lui, ma di entrambi. Era uno stupido ragazzino viziato, montato dall'aver raggiunto troppo in fretta tutto ciò che aveva desiderato; ma stavolta aveva esagerato. Nonostante fosse sicura che avesse agito per aiutarla, e non per peggiorare la situazione, sentiva come se la scoperta che rappresentava probabilmente la svolta alla loro ricerca forsennata avesse leso qualcosa di più grande ed importante. Solo qualche minuto prima avrebbe pagato a peso d'oro anche un minimo dettaglio che avesse potuto costituire un passo avanti. Ora invece detestava tutto quello che avevano portato avanti, tutti i loro piani, le loro congetture, i loro ragionamenti. Per la prima volta nella sua vita, si accorse di aver considerato Ron più importante della sua famiglia. Un brivido di freddo la assalì. Era stata insensibile ed egoista o era soltanto una dimostrazione di quanto lui fosse importante per lei? In quella situazione non riuscì a raggiungere il nocciolo della questione, troppe lacrime, troppi pensieri. L'unica cosa che le restava nitida nella mente era che fosse più preoccupata del suo rapporto con Ron che di trovare i suoi genitori. E non riusciva a spiegarselo, non era stata educata così, i principi che le avevano insegnato non avrebbero mai permesso di ragionare in quel modo. Quasi non si riconosceva più. Scosse la testa come per svegliarsi da un incubo, ma come spesso succedeva, la testa la riportò a scervellarsi su Ron. Era stato lui ad aver sconvolto tutti gli equilibri della sua vita, lui era responsabile di questo cambiamento del quale non si era mai resa conto. 
Ma perché?
Uno scatto di calma la spinse a ragionare. Avrebbe guardato la situazione sotto tutti i punti di vista, e poi sarebbe giunta alla conclusione, senza aprire mille discorsi per poi far sì che una lacrima o un singhiozzo potessero lasciarli interrotti. 
La pioggia per la prima volta parve non esistere. Chiuse gli occhi, respirò profondamente e cominciò.
Partì dal primo dato di fatto: considerava Ron più importante dei suoi genitori. Non sapeva per quale assurdo motivo, ma era così. 
Era il primo e l'unico... Ma cosa aveva di diverso da tutti gli altri? 
Aspettò molto poco per arrivare alla risposta. Il primo sorriso in quella nera tempesta. Era l'unico che si fosse preso cura di lei. L'aveva fatto a modo suo, ovviamente, con i suoi difetti e i suoi limiti. Ma l'aveva fatto; era sempre stato lì ad aspettarla, pronto a comprenderla, ad aiutarla, a farla sfogare, a prendere le redini della situazione. Il suo cuore era sempre stato tutto per lei. Silenzio.
Poi il rumore di un tuono nel cielo corrispose al primo segnale di rimorso. Si accorse all'improvviso di essere dispiaciuta per lui. Era incoerente, si disse; dopo essersene andata in quella maniera ed averlo lasciato così, da solo, senza di lei, credeva che le sue convinzioni del momento sarebbero rimaste tali. Ma si sbagliava, le immagini di tutto ciò che Ron aveva fatto per lei e per il loro rapporto si ergevano chiare e bianche in quella notte e in quella mente scure. Ancora una volta pensò di essere egoista. Se la sua storia con Ron non fosse come lei la immaginava, non andava bene. Era una visione estremamente chiusa, non capiva come una persona intelligente come lei potesse pensare delle cose del genere. Continuò imperterrita a piangere per sé stessa, cercando di capire come facesse Ron a sopportarla. Era diventata capricciosa, insolente e, cosa che odiava di più, egoista. 
Come poteva pensare di vivere in un mondo perfetto, quando neanche con la magia si può aspirare alla perfezione? Voleva farsi del male, punirsi per quello che aveva pensato e detto. Ma non ne aveva le forze, la pioggia continuava a cadere con violenza, distruggendo lei e le sue emozioni senza rispetto. Nel continuo mescolarsi di lacrime e acqua pensò ancora a Ron, al suo Ron, e alla sua posizione. 
Come si sentiva in quello stesso istante? Era corso a cercarla, per provare a riportarla da lui come era già successo o si era abbandonato a ciò che Hermione gli aveva detto? Dentro sentiva un desiderio di correre da lui, abbracciarlo e renderlo di nuovo proprio, ma qualcosa la bloccò. Che figura ci avrebbe fatto? Non poteva permettersi di palesare dei cambi tanto repentini d'umore, non l'aveva mai fatto, era un'altra cosa che non le apparteneva. 
''Ma io voglio Ron...''.
Era impossibile negarlo. Il suo cuore la portava da lui, una sorta di filo invisibile che li legava indissolubilmente. Chiuse ancora gli occhi, scosse la testa e si morse le labbra e il cuore. Avrebbe messo da parte l'orgoglio, era sicura che Ron valesse molto di più. Era qualcosa di diverso dalla ragione che le parlava, ma doveva essere così. Basta ascoltare la testa, ragionare fino a perdere di vista la bellezza dei momenti persi. Avrebbe agito d'istinto, ascoltato il cuore, colui che ultimamente rappresentava il suo migliore amico. Il suo cuore puntava Ron, e non avrebbe più permesso alla propria testa di farli allontanare. Si alzò con decisione, bagnata fradicia di lacrime e acqua, e accompagnata dai fulmini tornò verso la tenda. Da Ron. Da lui, che si era strappato un pezzo di cuore per donarlo a lei, per imprimerlo come un tatuaggio nella vita della parte migliore di sé. 
   
 
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