Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
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Autore: tenacious_deep_soul 99    17/07/2016    1 recensioni
“Eravate stati avvertiti miei cari ragazzi. Potevate scegliere, avete sprecato l’occasione di rimanere ancora in vita... Adesso fate parte del MIO gioco. Queste sono le condizioni: se vincerete, tutto ritornerà come è sempre stato, in caso contrario... beh, mi pare chiaro. Esistono sette livelli, ognuno adatto a voi. Benvenuti all'inferno!”
Genere: Fantasy, Sovrannaturale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jung Hoseok/ J-Hope, Park Jimin, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Violenza
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-Beh, fantastico!- disse Kookie in preda al terrore.
-E adesso che si fa?- chiese Jin osservando ad uno ad uno i suoi compagni. Neanche avessero sentito ciò che aveva detto, un forte vento li investì in pieno e in meno di un millisecondo una voragine ai loro piedi si spalancò di botto facendo rovesciare al suo interno i sette, catapultandoli in un’altra dimensione. I corpi cadenti verso i meandri più oscuri di quel pozzo senza fondo si dimenavano come ossessi in cerca della mano degli altri e le loro urla di terrore ingombravano quel luogo già pesante di per sé... ogni tentativo di aiuto era vano, ormai ognuno aveva preso strade completamente differenti.

-Aaaah!- urlò Hoseok sbattendo per terra:-Ma... dove mi trovo?- si levò a sedere cominciando a massaggiarsi il capo dal dolore della caduta. Tutto intorno era buio, le tenebre lo cercavano, lo avvolgevano dalla testa ai piedi. Una luce abbagliante poco più avanti a lui gli permise di vedere: c’era della terra sotto ai suoi piedi; portato il dorso della mano dinanzi agli occhi, si incamminò verso quella che sarebbe dovuta essere “l’uscita” dall’oscurità ma, la si sarebbe potuta considerare tale?
Messo piede fuori da quella massa nera che lo circondava si ritrovò in una foresta pluviale, aveva come l’impressione di esserci già stato... adesso che era lì il pericolo sarebbe sempre stato in agguato, ad attenderlo immediatamente dietro l’angolo.Il ragazzo era più insicuro che mai, camminava a passi da formica in mezzo all’alto fogliame del posto: ad ogni passo si riusciva ad udire lo scricchiolio di rametti ed erba calpestati dalle sue scarpe da tennis, che solitamente usava per esercitarsi nelle coreografie.
-Ragazzi? Dove siete?- urlava cercando di riunirsi con i membri.
Nessuno rispose.
Era solo, sperduto in una foresta di chissà quale parte del mondo, sempre che fosse il suo.
-Jin? Namjoon? Tae? Jimin?- iniziò a fare l’appello. Dei movimenti nel bel mezzo della boscaglia attirarono la sua attenzione:-Kookie? Yoongi? Siete voi?- chiese voltandosi con gli occhi sgranati ed entrambe le mani tenenti i gomiti.
-Ehilà? Smettetela di farmi scherzi e uscite fuori, avanti!- furono le sue parole le quali lo illudevano del fatto che fosse in compagnia dei bangtan. Improvvisamente si sentì strisciare per terra, lì nella zona dalla quale provenivano i rumori, poi udì un sottilissimo sibilo:-Cosa diamine è stato!?- sgranò gli occhi sorpreso in preda alla tachicardia.
Si mise a correre all’impazzata ignaro di dove stesse andando, non gli importava, voleva solo tornare indietro dai ragazzi, trovarli e ritornare a casa.
Correva, sempre più veloce, le enormi foglie gli sbattevano violente contro il viso, poi inciampò in una radice fuoriuscente dal terreno e cadde di faccia; presa coscienza di essere piombato a terra, ebbe l’istinto di portare le dita di fronte il viso: il labbro inferiore, tutto sporco di terriccio umido proprio come il resto dell’intero corpo, mise a sanguinare costringendo il ragazzo a cercare una fonte per potersi sciacquare la ferita. Sollevatosi in posizione di flessione con ambedue le braccia riprese quasi immediatamente a camminare, zoppicando, alla ricerca di una sorgente d’acqua; intanto che procedeva si sentiva sempre più a disagio, come se qualcosa o qualcuno lo stesse seguendo in lontananza.
Respirava affannosamente incominciando a sudare, l’aria cominciava a mancargli poiché la temperatura andava facendosi sempre più calda man mano che si dirigeva verso l’entroterra; poggiatosi con un avambraccio su un tronco per prendere fiato sentì dell’acqua scorrere a pochi metri di distanza da lui.
Si precipitò con furia verso lo scroscio che diventava sempre più forte ad ogni passo: finalmente un ruscello. Inginocchiandosi nella sponda si chinò in avanti e con la mano a cucchiaio raccolse il liquido fresco per sciacquarsi finalmente il labbro, cui sangue rosso scuro era quasi del tutto coagulato.
Di nuovo quel rumore dietro di lui, lo stesso che prima lo aveva fatto sobbalzare.
Si fermò di scatto, le goccioline di acqua gli cadevano lente sul viso.
Non era solo.
Con innata tranquillità e cautela volse lo sguardo indietro, poi si girò del tutto: non era un normale crotalo.  Il rettile in via di decomposizione, cui lunghezza si aggirava sul paio di metri e le cui dimensioni del corpo lacerato risultavano piuttosto anormali, si avvicinava lento verso la sua preda ormai senza via di scampo. Il cuore di Hoseok batteva all’impazzata, non sapeva che fare, era faccia a faccia con la bestia della quale aveva sempre avuto paura.
-Cavolo no, tutto ma tu no...- aggrottò le sopracciglia.
Un sibilo.
Scattò a furia scagliandosi contro di lui il quale, senza rendersene conto, si era subito buttato in acqua così che il viviparo non potesse avere modo di attaccarlo:-Non è ancora finita Hoseok... preparati al peggio- disse una voce, quella voce che solo J-Hope poteva sentire. Bene, non era sopravvissuto all’attacco di un normalissimo serpente a quanto sembrava...
-Perfetto, ci mancava solo la breakdance e sarebbe stato un rettile con i fiocchi!- disse in tono sarcastico fintanto che usciva dall’acqua. In quel momento trovava sollievo solo nei suoi abiti zuppi fradici appiccicati come colla al corpo scolpito poiché lo avrebbero aiutato a rigenerarsi vista la condizione termica della zona pluviale.
Camminava senza una meta precisa, vagava sempre ed incessantemente in quel luogo dalle sembianze di un labirinto; il suo battito era via via più veloce, sudava freddo:-Chissà dove sarà andato mai a finire quel coso- si sistemò i capelli grondanti portandoli all’indietro.
-Non hai più bisogno di chiedertelo adesso-. Sgranò gli occhi al solo udire quella maligna voce profonda all’interno della sua testa. Era di nuovo lui, quel mostro dai lunghi denti affilati, pronti per essere infilzati nelle carni del ragazzo con il semplice intento di avvelenarlo.
-Io non ho paura di te- mentiva  a se stesso, sapeva che non avrebbe avuto speranze, che sarebbe morto in un luogo sperduto senza avere la possibilità di rivedere i suoi compagni o la sua famiglia. Ancora una volta l’essere dagli occhi gialli si preparava ad assalirlo.
-Avanti Hobi ce la puoi fare, usa la testa- pensava mentre si ritrovava pietrificato davanti al predatore che intanto si avvicinava in maniera sempre più rapida. Senza che il ragazzo se ne accorgesse, il serpente portò la sua coda alle caviglie, stringendole fino quasi a stritolarle: pian piano andò bloccando l’intero corpo del giovane, immobilizzato con gli occhi rivolti alla morte.
-Dì la tua ultima parola, Hoseok-  fece questi mentre metteva in mostra la lingua biforcuta e i denti dai quali usciva già del veleno dal colorito giallognolo. Un flash apparve alla mente di Hobi. Ricordava il regalo ricevuto tempo prima dai compagni, quello che avrebbe promesso di portare sempre con sé dovunque sarebbe andato: una collana di corda cui a fare da ciondolo era un dente aguzzo grande almeno cinque centimetri.
-Muori!-  gli urlò. Con tutta la forza che aveva in corpo liberò il braccio destro dalla stretta morsa del serpente e, portandosi le mani nel colletto della felpa estrasse quello che gli avrebbe fatto da pugnale.
Il rettile era vicinissimo.
Le fauci spalancate stavano per dirigersi sulla sua spalla.
La vita di Hoseok o quella del serpente.
Alzò in alto il braccio e con colpo da maestro colpì il crotalo dritto sul capo, in direzione del cervello.
La testa del serpente grondava di sangue. I suoi occhi inespressivi, putrefatti, si chiusero quasi improvvisamente cadendo poi ai piedi di Hoseok, il quale si sentiva a dir poco soddisfatto. Dalla bocca semiaperta del serpente fuoriuscì lento del fumo nero che, sorpassato il ragazzo, svanì nel nulla dietro le sue spalle.
Sospirò rumorosamente sedendosi a peso morto per terra poggiato con le spalle contro un masso di medie dimensioni. Ce l’aveva fatta, aveva avuto fiducia.
-Grazie ragazzi- sospirando strinse a sé l’oggetto nonostante questo fosse completamente sporco di sangue:-Cos’è questo?- disse prendendo in mano uno strano oggetto d’argento a forma di T che si era giusto materializzato accanto a lui.
-Ehi, ma cosa mi sta succedendo?-. Guardò la sua mano: stava sparendo, si dissolveva gradatamente prima di essere risucchiato nel nulla pochi secondi dopo.
Il primo livello era appena stato completato... Angolo autrice:
Sono tornata armys! Finalmente, dopo tanti problemi di pubblicazione, ho postato il mio secondo capitolo della fanfiction. I HOPE you like it (scusate ma dovevo *si colpisce in testa*); spero che continuiate a seguire la storia e a recensirla, mi fa molto piacere conoscere le opinioni degli altri, soprattutto le critiche costruttive.
                                                                                                                               
  
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