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Autore: Arya Tata Montrose    18/07/2016    1 recensioni
Quest'anno partecipo per la prima volta a questa Week!
Saranno delle one-shot scollegate, credo, non ho ancora ben creato un percorso. Credo che andrò a ispirazione. Nulla è sicuro e tutto può accadere!

Day One – Longing:Un nuovo obbiettivo davanti agli occhi; un fuoco di nuovo vivo le ardeva in petto e si rifletteva negli occhi color miele.
Day Two – Reunion:Sarebbe successo qualcosa a breve, se lo sentiva, e non si trattava affatto dell’effettiva, rapida vittoria schiacciante conseguita da Skull Millione.
Day Three – Admiration:Lucy si era accorta di ammirarne anche gli aspetti che fino a quel momento credeva di detestare
Day Four – Secrets:Lucy pensò fosse meglio continuare a serbare quel suo piccolo, innocente segreto.
Day Five –
Day Six –
Day Seven –
-
Hope you enjoy!
Genere: Fluff, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lucy Heartphilia, Natsu, Natsu/Lucy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Day Four – Secrets
Di sbronze e ossessioni



 
Lucy sbatté il boccale con forza sul bancone, ordinandone un altro. Mirajane fu leggermente restia a servirla, ma era certa che anche ubriaca fradicia com’era non avrebbe causato troppi danni, come Natsu, Gray e Gajeel stavano facendo già da un pezzo. E poi, per una sera che anche quelle povere ragazze si ubriacavano non era certo un dramma. A meno che qualcuno avesse toccato la torta panna e fragole di Erza, ma la ragazza era talmente spaventosa che anche gli altri – ubriachi fradici o meno che fossero – avevano imparato a starle ad almeno un metro di distanza quando degustava il suo dolce preferito . Nemmeno il suo adorato Gray osava anche solo guardarla mentre aveva in mano quella torta – Gray a volte si chiedeva chi Erza amassa di più fra lui e la torta.
 
La barista riempì nuovamente il boccale di Lucy, poi tornò agli affari propri – che comprendevano simultaneamente lo scrivere a Laxus, dare consigli al fratello e a Bixlow e lo studio.
Lucy, intanto, si era scolata metà della sua birra e si era voltata verso una ridacchiante ed alquanto alticcia Levy – che sì, aveva bevuto, ma non abbastanza da perdere il controllo di sé. Levy le sorrise e Lucy si profuse nell’ennesima risata sguaiata della serata, osservando Natsu e Gray darsele di santa ragione – come al solito.
«Erza sembra la peste» commentò Levy in modo del tutto casuale. Per qualche motivo, poi, iniziò uno sproloquio sulla peste nei secoli e si stupì che anche con tutto quell’alcol nelle vene – da sola si era fatta fuori quanta tequila? Una bottiglia, uno scottino dietro l’altro? – riuscisse a ricordare tutti i paroloni scritti nei suoi pesanti tomi. Perfino Lucy, che ormai aveva perso il conto dei boccali, interveniva nel discorso, seguendola nonostante ogni tanto sparasse una biascicante cretinata.
«… peste bubbonica-» Levy fu interrotta da una sbavante Lucy che la osservava con occhi luccicanti.
«Paste e bomboloni!» esclamò la bionda. «Me ne dai uno, Levy-chan?» 
Levy la guardò, confusa: di cosa diavolo stavano parlando? E perché non trovava i suoi pasticcini? «Mira, li ho dati a te i miei pasticcini?» chiese, innocente. Poi, completamente dimentica delle paste – o quasi, perché la mattina dopo avrebbe trascinato se stessa e Gajeel in preda al post-sbornia a prendere quelle maledette paste – si girò verso il ragazzo, che intanto stava tentando di spiegare le basi della meccanica a Lily, il gatto che avevano trovato quella sera. O almeno, ci stava provando fino a che Natsu non gli si era buttato sulla schiena di peso senza apparente motivo.
«No, no! Lo devi prendere con la sfera, non saltargli addosso!» sbraitò Gray, che teneva dritto in fronte a sé lo smartphone dell’amico.
«Come no?» Natsu era veramente contrariato. «Ma non l’ho nemmeno stordito?» chiese. Dalla velocità delle risposte, pareva quasi lucido ma no, anche lui aveva bevuto parecchio, forse era quello messo peggio.
Gray scosse la testa, convinto. «No, no! Ti è saltato sulla testa» 
«Ma non pesa!»
«Grazie al cazzo, è uno Zubat!» rispose Gray, ancora. 
 
Lucy sbuffò pesantemente, osservando quel teatrino andare avanti con Gajeel che pestava Natsu, e con Gray che protestava perché non riusciva a catturare quel «dannato figlio di Deliora infame»
Levy buttò giù l’ennesimo bicchierino tutto d’un colpo. «Che c’è?» chiese ridacchiante: già quei tre erano uno spettacolo degno dei migliori cartoni animati da sobri, figuriamoci da ubriachi marci.
«Io odio quel gioco.» disse Lucy, tracannando l’ennesimo sorso.
«Ma se sei stata la prima a giocarci!» intervenne Erza. Effettivamente, era stata lei a dare corda a Natsu e a coinvolgere tutta la cricca nel mondo di Pokèmon GO – benché praticamente tutti, persino Gajeel, avessero i giochi delle versioni precedenti.
«Che dici, Lucy? Tu lo adori!» ribatté Natsu, confuso.
«Non è vero, lo odio! Ci gioco solo perché piace a te!» rispose Lucy. Levy, in quel frangente, trovò la sincerità la strada migliore da percorrere, anche se da sobria avrebbe costruito i più arditi castelli in aria per salvaguardare la versione sostenuta da Natsu. «Ha ragione, me lo dice sempre che lo odia. Non voleva farti un torto.» spiegò candidamente.
Natsu puntò il dito contro Lucy, con un espressione visibilmente scioccata: «No!»fece, prolungando oltre il limite consentito il suono della vocale.
Lucy, in quattro e quattr’otto, si era trangugiata il nuovo contenuto del boccale – che Mira aveva opportunamente pensato di sostituire con della semplice acqua, onde evitare nuovi ed ulteriori disastri – «Sì» disse solo. Questo bastò perché tutti gli occupanti della sala – deserta, oltre a loro sei. Mira era un angelo a tenere aperto solo per loro – assumessero la stessa espressione sconvolta di Natsu. Tranne Levy, lei si era addormentata in braccio a Gajeel, avendo a sua volta Lily in braccio.
«Tu stai mentendo!» fece Gray, con lo stesso tono di uno che dà una risposta sarcastica ad un idiota. Peccato che lui fosse tremendamente serio.
«Niente affatto» 
Gajeel rise, dicendole che si era ficcata in un bel guaio. Poi, dopo essersi preso un’aspirina e un po’ del rimedio anti-sbornia di Mirajane si era caricato nuovamente Levy – con tanto di gatto – in braccio e se ne era andato a casa.
Poi era stato il turno di Gray, sulle spalle di Erza che, torta in una mano, vestiti del fidanzato sull’altro braccio, si era avviata verso casa del ragazzo, dato che a Fairy Hills il poverino non poteva entrare – la padrona del dormitorio era davvero brava come ispettore – e al Fairy Tail erano rimasti solo Mirajane, Natsu e Lucy.
 
Alle tre, i toni della discussione si erano quasi del tutto spenti e per Mirajane fu davvero facile farli addormentare, cantando la versione parodiata di “Fra’ Martino” che avevano inventato proprio in quella gabbia di matti. Poi se li caricò in qualche modo sulle spalle, chiuse il locale e li portò a casa di Lucy, lì vicino. Quando fu certa che loro fossero a posto e le coperte ben rimboccate, la ragazza poté tornare a casa e, finalmente, mettersi a dormire.
 
Quando Lucy fu finalmente in grado di pensare senza che un incessante martellare la frastornasse, si rese conto della cretinata colossale che la sera prima aveva fatto: aveva spiattellato a Natsu praticamente l’unico segreto che avrebbe dovuto tacergli per il bene comune; invece, supportata da Levy – anche lei era ubriaca, non poteva mica fargliene una colpa – gli aveva detto tutto e aveva sostenuto le sue posizioni con fermezza, affermando che fosse noioso e pure un po’ stupido. Era sicura che non l’avrebbe perdonata tanto in fretta, non tanto perché non le piacesse il gioco tanto per averglielo nascosto, sorbendosi settimane di continue insistenze, partite e lotte.
«'Giorno Lucy» Natsu entrò in cucina strofinandosi gli occhi, ancora un po’ assonnato. Lucy ricambiò il saluto un po’ titubante e poi gli passò la speciale miscela che Mira aveva lasciato la sera prima assieme ad un bigliettino che spiegava come fossero tornati a casa, nel caso se lo chiedessero. 
Il ragazzo la trangugiò tutta d’un fiato e, appena si fu sentito meglio, si espresse in un sorrisone. «Usciamo a fare colazione, Lucy?» domandò.
«Volentieri!» 
«Catturiamo qualche Pokémon, mentre andiamo» 
Lucy sorrise. Forse aveva completamente dimenticato la sera precedente o forse voleva fare finta di nulla perché già aveva perdonato quella sua piccola bugia, ma Lucy pensò fosse meglio continuare a serbare quel suo piccolo, innocente segreto.
«Certo!» e sorrise di nuovo.


Angolo autrice
Innanzitutto, le scuse. Mi dispiace davvero molto per avervi fatto attendere così tanto per questo pietoso capitolo. A causa di vari problemi l'ispirazione e la voglia di scrivere erano completamente svanite e sinceramente non mi andava di propinarvi qualcosa che non mi piaceva nemmeno un po' dall'idea a come era venuto. Vi posto quindi questa nuova versione che, sebbene non mi soddisfi totalmente mi piace molto.
Volevo anche fare un mezzo appunto su questa shot: come avrete notato è una AU e sinceramente non so come sia venuta. Vorrei davvero sapere che ne pensate perchè è un mezzo esperimento.
Grazie, davvero grazie a chi non mi ha abbandonato, a chi ha aperto la storia per la prima volta, a chi ha recensito gli scorsi capitoli.
Vi saluto e spero di riuscire a tornare presto con il prossimo capitolo.
Tata

 
   
 
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