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Autore: Dragoon    18/07/2016    0 recensioni
Immagina Harry Potter, ambientato in un altro universo dove Harry e Tom non sono mai esistiti. Dove uno dei protagonisti è un mago italiano, il quale ha fatto amicizia con Ron ed Hermione, i quali però, maghi oscuri appartenenti a famiglie malvagie, lo sfruttano solamente per sembrare persone normali agli occhi di chiunque. Dove Severus è finalmente docente di Difesa Contro le Arti Oscure, e dove Minerva, logorata dal suo amore verso Albus, ahimè non ricambiato, decide di ucciderlo e d'intraprendere una strada ben diversa da quella che conosciamo. Il tutto condito con un giovane mago oscuro, nipote di Gellert Grindelwald che decide di aiutare il protagonista a salvarsi da spiacevoli avvenimenti, arrivando a collaborare con lui eseguendo qualcosa di impensabile, come il viaggio nel tempo. Il tutto nato dall'incubo di un amico raccontato in una discussione notturna.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Albus Silente/Minerva McGranitt, Ron/Hermione
Note: Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Contesto generale/vago
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1997

Giuseppe Reale appartiene ad una famiglia di maghi, non tutti però nella sua famiglia sono dotati dell'uso della magia. A quell'epoca avrebbe dovuto avere 17 anni. Era un ragazzo normale, viveva in Calabria ed all'età di 11 anni ricevette la sua lettera d'ammissione ad Hogwarts, proprio come molti dei suoi coetanei. Ma non siamo qui per parlare dei suoi undici anni, bensì di ciò che accadde quando si ritrovò a frequentare il sesto anno.
Non aveva molti amici, ma non era asociale. Frequentava ragazzi e ragazze di ogni casata. Ultimamente però aveva fatto la conoscenza di due Grifondoro, proprio come lui: Hermione Jean Granger e Ronald Bilius Weasley, meglio noto come Ron. La prima era una nata babbana ed il secondo era un mago purosangue, la cui famiglia però, non vantava di chissà quali ricchezze. Nonostante ciò, i due giovani erano maghi oscuri, i quali erano molto più preparati dei loro compagni di Hogwarts, ma nonostante ciò, riuscivano a sembrare persone normali agli occhi di chiunque.

[Time Skip]

Quel pomeriggio sembrava non finire. Giuseppe guardava fuori dalla finestra, la quale affacciava su uno dei cortili esterni di Hogwarts. Nel mentre che leggeva un libro di aritmanzia, Giuseppe si accorse del veloce mutare del cielo. Fino a poco prima sembrava una normalissima giornata d'autunno, il cielo aveva qualche nuvola, ma d'un tratto quest'ultimo venne colmato da enormi nuvole d'un grigio scuro, le quali pian piano diventavano sempre più scure, avvicinandosi al nero. Sembrava quasi notte, quando qualcosa allertò gli studenti ed i docenti di tutta la scuola. 
Giuseppe richiuse il suo libro e lo poggiò sulla finestra accanto al suo letto, ignaro che non avrebbe mai fatto ritorno per riprendere quella lettura che tanto lo affascinava.
Erano tempi calmi ad Hogwarts, nulla aveva mai suscitato il minimo sospetto che la magia nera sarebbe potuta tornare in circolazione. Purtroppo però vi erano stregoni malvagi ancora attivi, i quali riuscivano facilmente a nascondere la loro vera natura. Tra loro vi era Minerva McGonagall (McGranitt), la quale era una potentissima mezzosangue, che in passato aveva strabiliato tutti con le proprie capacità. Nella scuola tutti sospettavano che tra lei ed il preside, Albus, ci fosse qualcosa, ma nonostante questi pettegolezzi, presto si venne a scoprire che Albus non ricambiava i sentimenti che Minerva aveva a lungo cercato di dimostrargli. Quel pomeriggio i due si ritrovarono a discutere per l'ennesima volta. Era qualcosa di normalissimo per gli alunni vedere due professori discutere tra di loro, eppure quella volta vi era qualcosa d'insolito; la loro discussione era molto più accesa rispetto alle altre volte, e nonostante Albus stesse cercando di trattenersi, evitando lo scontro che Minerva tanto desiderava, non poté frenarsi a lungo. Tutti gli studenti ed i professori si erano riuniti nell'atrio che portava al portone d'ingresso del castello, ad assistere alla scena.
La professoressa era arrivata quasi a sbraitare contro il preside, il quale rispondeva sempre a modo, cercando di convincere la donna ad accettare il suo volere. Dopo anni di collaborazione e vita insieme, Minerva era convinta che i due avrebbero potuto vivere una vecchiaia felice insieme, ma la magia oscura che praticava le si era insidiata nella mente, arrivando a corromperla persino in amore, privandola della razionalità, la quale era uno dei suoi pregi più evidenti. La discussione durò poco. Dalla bacchetta della donna partirono immediatamente svariati schiantesimi, volti a distrarre l'uomo ed impedirgli di difendersi prontamente. Egli però non era forzato ad utilizzare la bacchetta o altri catalizzatori magici per eseguire i suoi incantesimi, infatti era risaputo che fosse uno dei maghi più potenti di quel tempo, e senza esitare innalzò un sortilegio scudo attorno a sé per resistere agli attacchi incessanti della donna. 
Giuseppe si trovava in mezzo alla folla ad ammirare lo scontro dei due, preoccupato ovviamente per l'esito finale che sarebbe potuto finire in tragedia. 
Mentre lo scontro si spostava nel cortile, gli studenti si posizionarono a semicerchio attorno ai due professori, lasciandogli lo spazio di cui necessitavano per duellare.
L'obiettivo attuale di Minerva però non era quello di ottenere l'amore di Albus, ella aveva pianificato tutto ciò da svariate settimane, quasi mesi. Corrotta da ideali malsani i quali si erano impossessati della sua mente, aveva creato un piccolo esercito di maghi oscuri, sia all'interno che all'esterno della scuola. 
Infatti quello scontro serviva solamente per distrarre tutti, al fine di permettere ai suoi collaboratori di abbassare le difese di Hogwarts, e penetrare finalmente nell'edificio.
L'anziana donna desiderava rompere quell'equilibrio quasi noioso che si era andato a creare in quegli anni ad Hogwarts. Era stanca di tutto ciò, le sembrava una stupida fiaba per bambini, tutto rose e fiori. Consumata dal malvagio, aspirava all'anarchia nel mondo magico, e quale sarebbe stato il miglior modo per iniziare se non abbattere l'istituto di magia più famoso di sempre? 
Il preside non si accorse subito delle intenzioni della donna, la quale riuscì a guadagnare abbastanza tempo con quel diversivo. I due s'interruppero per qualche secondo, notando delle evidenti crepe nel cielo che li circondava, evidente segno che qualcuno era riuscito ad abbattere le difese di Hogwarts. Albus intuì subito tutto, almeno in parte. Solamente un gran numero di maghi oscuri molto potenti avrebbero potuto distruggere i potenti incantesimi che si trovavano a difesa della scuola.

Albus: <>
Domandò l'uomo anziano, dalla folta barba bianca, con il suo solito sguardo stupito, quasi incredulo nel realizzare il gesto della collega.
Minerva: <>
Rispose prontamente la donna, con un tono freddo e maligno, anticipando le sue intenzioni.

Nell'esatto momento in cui la donna tacque, alzò la propria bacchetta tenendo il braccio ben teso verso l'uomo, scagliando una delle tre maledizioni senza perdono contro di lui, l'Avada Kedavra, decisa a porre fine alla sua lunga vita.

Dalla folla un uomo vestito di nero si fece largo, correndo verso i due con tutta la forza, giungendo infine verso Albus, qualche istante prima che l'incantesimo avrebbe sfiorato il corpo dell'uomo, uccidendolo. Era il professore di Difesa Contro le Arti Oscure, Severus Snape, ex alunno di Dumbledore, e suo più fidato alleato. Appena raggiunto il vecchio, Snape lo afferrò per una mano, per poi smaterializzarsi insieme a lui, convinto che la fattura anti smaterializzazione attorno ad Hogwarts non avrebbe più avuto effetto.

L'attacco aveva avuto inizio. Gli studenti, figli dei più grandi maghi oscuri di quel tempo, che a lungo si erano celati dietro false vite da maghi bianchi, si rivoltarono contro i loro "compagni", fomentando ancora di più il caos generale che si era creato in seguito a quei veloci avvenimenti. Nel mentre, centinaia di stregoni e streghe malvagi fecero irruzione nella scuola, distruggendo ed attaccando a vista qualsiasi struttura e mago che si trovasse sulla loro via.

 
   
 
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