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Autore: Bunny05    18/07/2016    4 recensioni
Cosa accade quando due mondi completamente diversi si incontrano?
La protagonista sarà costretta a cambiare il suo modo di vita, che è molto burrascoso, e entrare in un nuovo mondo, fatto di persone diverse da lei, di situazione diverse dalle sue. Nuove conoscenze, amicizie e amori sconvolgeranno la sua vita. Scoprirà che le persone di cui è circondata non sono proprio come le vede e che hanno qualcosa di più profondo.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Dove sei? 

Sono nervosa, frustrata, non ne posso più di tutto questo e non mi va che tutti si preoccupino per me e tentino di difendermi. Sono tutti fuori nel corridoio che parlano, si confrontano per decidere cosa fare, mentre io mi sono chiusa in camera mia a pensare, a pensare come agire, come uscire da tutta questa stupida situazione che si è creata intorno a me. Non dovrei essere qua, ora ne sono ancora più convinta, sono stata così stupida da pensare di poter rimanere qua, di integrarmi fra loro, mi sono rilassata senza pensare alla realtà, io non sono fatta per questo posto e non lo sarò mai. Mi sono illusa di poter essere felice anche io, che la mia vita in qualche modo potesse cambiare, ma non è così, non è mai stato così. Vedere come i miei amici ci tengono a me, come Jorge tiene a me mi impaurisce, io non sono nessuno e non lo sono mai stata e loro stanno rischiando tutto per me che non dovrei nemmeno essere qui. Dovrebbero lasciarmi perdere, dovevano lasciarmi perdere e non cercare di farmi integrare in tutto questo, io non centro nulla qui e ora l’ho capito. Mi alzo di scatto dal letto, vedo verso l’armadio e tiro fuori il borsone con cui sono arrivata, lo apro e lo getto sul letto in modo veloce, il mio respiro si fa più affannoso, non mi perdoneranno mai per quello che sto per fare, ma devo, ora capisco, ora mi rendo conto che questo posto non è la mia vita, che non dovrei essere qui e che loro non dovrebbero preoccuparsi così tanto per me. Tiro fuori un po’ di vestiti dall’armadio, giusto quelli che mi serviranno, prendo cose che potrebbero servirmi, con foga, ma anche con rabbia le infilo nel borsone. Mi mancheranno, mi mancherà vederli tutti i giorni, mi mancherà vedere i loro sorrisi sinceri, con me sono stati davvero gentili, sono diventati miei amici, mi hanno aiutata, ma ora è troppo, non possono rischiare la loro vita per colpa mia, perché è sempre colpa mia, ogni cosa nella mia vita si distrugge e non voglio distruggere anche loro e portarli sul fondo con me. Mi fermo un attimo e sospiro, stringo in mano una maglietta che sto mettendo nel borsone e chiudo gl’occhi, l’immagine di Jorge che mi guarda e mi sorride si fa largo nei miei pensieri, quel ragazzo mi è entrato nel cuore, nessuno è mai riuscito a farmi provare quello cose, nessuno è mai riuscito a farmi sentire amata e voluta, mi si spezza il cuore a pensare di non vederlo più, di lasciarlo qua tra le mani di Stephie, vorrei portarlo con me ma non voglio distruggere la sua vita, perché lui si merita il meglio e di certo io non potrò mai darglielo. La porta della mia camera si apre, mi spavento perché ero persa via nei miei pensieri, Jorge sulla soglia mi guarda per qualche secondo e poi capisce, fissa me e poi il borsone e poi ancora me, incredulo, spaventato e confuso. << Cosa stai facendo? >> mi chiede avvicinandosi lentamente a me, io non rispondo subito, abbasso lo sguardo per non guardare i suoi occhi perché so che mi ci perderei dentro e non riuscirei più a lasciarli. << Martina! >> mi richiama lui, alla fine mi decido a parlare << Vado via >> dico piano chiudendo piano gl’occhi, << Cosa? >> mi domanda lui stupito << Non puoi andare via! E poi perché dovresti farlo? >> mi chiede appoggiando una sua mano sul mio viso, questo mi costringe a guardarlo e nei suoi occhi vedo la paura, la rabbia e tutto il nervosismo che si diffonde in lui. << Io devo >> gli rispondo << Non sarei mai dovuta venire qua >> continuo, << Smettila di dire queste cose >> ribadisce lui un po’ arrabbiato, << Non capisci? Se resto qui non cambierà mai niente Jorge, e poi voi continuate a difendermi e io non voglio, non voglio mettervi in mezzo a queste cose, farvi rischiare solo perché volete proteggermi, ho bisogno di sapere che voi siete qua senza problemi, che siate felici >>, lo guardo per pochi secondi << Senza che io vi distrugga la vita >>, << Tu non distruggi niente, siamo noi che scegliamo cosa fare! >>, << Si ma le vostre scelte sono influenzate da me, mi dispiace ma… >>, << Martina non farlo >>, << Devo >> rispondo io voltandomi e ricominciando a infilare le cose nel borsone, Jorge mi guarda, rimane li fermo a fissarmi, incredulo, spaventato, non dice una parola mi guarda solo, confuso, lo guardo con la coda dell’occhio, vedo che tenta di parlare ma poi cambia idea. Lentamente si volta e se ne va, senza dire niente, frustrato, arrabbiato, l’ho ferito e per questo mi sento male ma devo andarmene, devo fare in modo che tutti loro vivano la vita che si meritano, non posso restare, non posso rischiare di rovinare altre vite come è stata rovinata la mia, ho bisogno di sapere che la loro vita sarà spettacolare come la immagino, nella mia testa prende forma il ricordo dei loro volti, dei loro sorrisi, uno a uno mi passano per la testa, e infine l’immagine di Jorge, del suo sorriso, del suo amore.

Chiudo il borsone e esco dalla mia camera. Non c’è nessuno e questo rende il tutto più facile, pensavo di dover lottare contro l’ira di Mechi, di trovarmi Cande che mi sbarrava la porta e sentire la ramanzina da Alba, ma non c’è nessuno. Mi avvio verso la porta sospirando profondamente, appoggio la mano sulla maniglia ma prima di aprirla mi volto e guardo per l’ultima volta quella che è stata la mia casa, ricordo ogni singolo istante, ogni gioia, ogni frustrazione, le litigate, le risate, ricordo ogni cosa che è successa da quando sono qua. Ricordo come mi sono sentita quando Mechi e gl’altri mi trattavano come una amica, una persona normale, non ero abituata a trovare persone come loro che mi trattavano bene, mi sono entrati nel cuore uno a uno seppur io non volessi, ho sempre distrutto tutto, ho sempre tutti. Quando apro la porta e mi ritrovo in corridoio ho una sensazione strana, difatti quando mi volto dal fondo del corridoio, Miranda sta venendo verso di me, con passo lungo e con uno sguardo confuso, dietro di lei scorgo Jorge e capisco. << Non mi farete cambiare idea >> dico guardandoli, Miranda mi sorride leggermente, << Non sono qui per farti cambiare idea >> risponde lei e sia io che Jorge la guardiamo straniti, << Sono qui per dirti che io credo alla tua innocenza è che non c’è bisogno che tu te ne vada Martina >>, < Ma… >> inizio a parlare io confusa più che mai, << Senti >> sospira la direttrice << Non potevo tenerti la parte nel mio studio, avrei insospettito il professor Brown e l’avrei fatto arrabbiare ancora di più, dovevo essere formale, se tu dici di non essere stata tu io ti credo >>, << Perché? >> gli domando stupita, << Perché conosco le persone come te, so come ragioni, so come ti comporti, so anche che se fossi stata tu lo avresti ammesso senza problemi, arrivi dalla strada, hai un carattere forte e le persone come te non si nascondo quando vogliono ribellarsi perché vogliono cambiare le cose, mostrare la verità, quindi se fossi stata tu avresti ammesso subito di averlo fatto e invece >>, << Come fa ad esserne sicura? >> chiedo ancora, Jorge è confuso, non capisce quello che la direttrice cerca di dirmi, ma infondo lei ha ragione, io non mi nasconderei mai, mi prendo la responsabilità di tutto quello che faccio, e lei lo sa, sa che non sono stata io perché se fosse stato così non avrei mai lasciato che i miei amici rischiassero per me, avrei confessato subito pur di saperli al sicuro, << Perché io lo so Martina >> mi risponde lei tranquillamente << Ora torna nella tua stanza perché devo risolvere questo casino e finché non l’avrò fatto voglio che tu rimanga nella tua camera >> borbotta lei. Sono già passate tre ore da quando ho cercato di andarmene, è notte, Mechi sta dormendo nella sua stanza, non sa che ho cercato di andarmene se no sarebbe ancora qua a farmi la ramanzina, sto pensando alla direttrice e alle sue parole, lei sa che non sono stata io ma questo non cambia di certo le cose. Sono seduta in salotto e continuo a muovere una gamba per la tensione accumulata, sono ancora convinta che non dovrei essere qua, anche se la direttrice mi crede, per quanto dovrà continuare tutto questo, perché sarà sempre così, ci sarà sempre qualcuno che mi metterà i bastoni tra le ruote, che cercherà di mandarmi via, di incolparmi e ora non so se ho voglia di combattere con tutto questo? Quando sono sicura che tutti dormono, che nessuno possa sentirmi mi alzo e prendo il borsone infilato sotto il letto, ancora pronto. Senza voltarmi indietro stavolta esco dalla mi camera, un senso di dispiacere si diffonde in me, mi dispiace lasciarli, di non vederli più, di abbandonarli così senza avviso, mi dispiace per Jorge, per quello che proverà quando vedrà che non sono più qua, quando sia accorgerà che l’ho lasciato solo, senza nemmno dirgli addio. Gl’occhi diventano lucidi mentre percorro i corridoi del dormitorio, senza fare il minimo rumore esco dall’edificio, attraverso tutto il cortile della scuola, nel silenzio più assoluto, il buio rende tutto più facile, non vedere la scuola con i miei amici che si allontana da me, è una mia decisione, vivranno una vita migliore senza me, ritorneranno alla loro vita senza i miei problemi e tutte quelle preoccupazione che ho procurato a tutti. Me ne vado lasciando un pezzo di cuore, un pezzo della mia anima, perché loro sono riusciti a ricucire alcuni strappi che portavo dentro di me e non potrò mai ringraziarli abbastanza per questo. Arrivo al grande cancello, all’entrata, mi metto alla destra e lancio il borsone al di là della siepe che circonda la scuola e poi inizio ad arrampicarmi, senza fretta per non procurare troppo rumore, finché con un balzo non atterro sul marciapiede, quando i miei piedi toccano terra una sensazione strana mi pervade, una sensazione famigliare, una libertà che mi mancava, sono tornata nel mio posto, nella vita che conosco bene, sono di nuovo la Martina che vive per strada, la Martina che cerca di sopravvivere, sono tornata alla mia vita, sono tornata a casa.

JORGE BLANCO
 
Quando mi sveglio una sensazione strana si diffonde in me, è come se mi mancasse qualcosa, come se un pezzo di me fosse sparito. Mi tiro su a sedere sul letto con questa sensazione che non mi lascia. Mi vesto lentamente, tutto quello che sta succedendo è una cosa stupida, fare tutto questo per incastrare Martina, per fare in modo che se ne vada e ancora non riesco a crederci, sono più che convinto che Stephie centri qualcosa con tutto questo ma non posso incolparla senza prove, devo trovare qualcosa che discolpi Martina da tutto ciò. La vedo stanca, affranta e non posso biasimarla se ha pensato di scappare, di lasciare questo posto dove non si è mai sentita accettata da tutti, ma il pensiero di perderla mi lascia senza fiato, non credo di poter immaginare la mia vita senza di lei ormai, ho bisogno di saperla al sicuro e sapere che sta bene dopo tutto, nonostante tutto, so che è forte ma so anche che è difficile vivere la sua vita, e anche lei qualche volta ha il diritto di crollare dopo tutto il peso che si è portata sulla spalle da tutta la vita. Mi vesto lentamente, Diego mi da il buongiorno mentre passa davanti la porta di camera mia dirigendosi in bagno, poco dopo busso alla porta, << Diego svegliati a uscire che devo andare da Martina >> borbotto io ancora mezzo assonnato, ho fatto fatica ad addormentarmi perché i pensieri continuavano a viaggiare nella mia testa senza fermarsi mai. Quando finalmente Diego esce dal bagno e sto per entrare la porta dell’alloggio si spalanca e va a sbattere contro il muro, << Che succede? >> chiede spaventato Diego, sulla soglia Mechi con gl’occhi sgranati e il fiatone ci guarda, la raggiungiamo in salotto correndo, << Cos’hai Mechi? >> chiede Diego e ad un tratto quella sensazione strana che ho provato stamattina prende il sopravvento, Diego prende le spalle di Mechi e lei però punta gl’occhi su di me e capisco che qualcosa non va, << Martina se ne è andata! >> esclama la bionda a bassa voce, con gl’occhi tristi, la voce spenta e lo sguardo affranto, << C-cosa? >> balbetto io, << Dove è andata? >> le chiede poi Diego, << Non ne ho idea >> risponde lei ancora con quel tono di voce, vedo la tristezza nei suoi occhi, non se lo aspettava, nessuno si aspettava che se ne sarebbe andata, ma quella sensazione che ho provato fin ora capisco da dove arrivava, il fatto che Martina non fosse più qui, in questo edificio mi fa mancare un pezzo di me, mi fa capire quanto io ho bisogno di lei, di quanto io la ami, ma lei non lo sa, non gliel’ho mai detto, non gli ho mai confessato quello che realmente provo per lei, da quando l’ho vista la prima volta credo di averla amata fin da subito. << Jorge >> esclama piano Mechi vedendomi perso nei miei pensieri, non riesco ad immaginare la mia vita senza lei, senza i suoi occhi, il suo sorriso, il suo modo di ridere e tutte quelle piccole cose che me la fanno amare sempre di più ogni minuto che passa. Quando alzo lo sguardo trovo Mechi abbracciata a Diego mentre lui le accarezza delicatamente la testa, a vederli il vuoto che provo si espande, diventa sempre più forte e mi sembra di cadere in un baratro. << Devo trovarla >> dico uscendo dal mio alloggio velocemente seguito da Mechi e Diego, << Come pensi di fare? >> mi chiede Diego, << Non lo so ma devo riportarla qua >> dico senza fiato, arrabbiato, non con lei ma con me, << Ti aiutiamo noi >> borbotta Mechi mentre, ad un certo punto all’entrata dell’edificio del dormitorio ci sono tutti, Ruggero capisce subito che qualcosa non va e viene verso di noi mentre Alba ci guarda confusa, << Che succede? >> domanda Facu, << Martina se né andata >> risponde Mechi perché le parole non mi escono, perché solo a dirlo mi viene da star male, << COSA? >> esclama Cande che deglutisce sonoramente e poi gl’occhi gli diventano lucidi, spero che non si metta a piangere perché non so se resisterei dal farlo anche io, sento quel groppo alla gola che mi perseguita, << Cosa pensi di fare? >> mi chiede Ruggero appoggiandomi una mano sulla spalla, << Devo trovarla >> dico con la voce piatta senza emozione, mi sento vuoto, << Pensi di andare in giro per tutta Buenos Aires? >> mi domanda Alba << Sarà difficile trovarla >> continua lei, << Già lei conosce bene ogni singolo angolo di questa città, è cresciuta tra le strade >> borbotta Facu, << Io devo trovarla >> dico stringendo i pugni, << Ti aiutiamo >> esclama Cande riprendendo un po’ di forza, << Io e Alba chiamiamo Josh, magari lui sa dove può essere andata >> mi dice Facu mettendosi in moto e prendendo per mano Alba e insieme escono dall’edificio, << Noi andiamo dalla direttrice e l’avvertiamo che Martina non c’è e che tu sei uscita a cercarla, noi rimaniamo qui in caso tornasse ok? >> mi dice Cande stringendomi a se, forte, << Ci teniamo tutti in contatto >> borbotta Ruggero sicuro di se, << E noi? >> mi domanda Mechi, << Cercatela >> dico io, << Ovunque, in ogni angolo, dobbiamo trovarla >>, ho la voce spezzata e Mechi se ne accorge sgranando leggermente gl’occhi, << Bene noi andiamo dalla direttrice >> Cande e Ruggero escono mentre io, Diego e Mechi ci dirigiamo velocemente all’uscita dell’accademia, << La troveremo >> dice Mechi per rassicurarmi << Non preoccuparti lei se la sa cavare benissimo >> mi sorride leggermente per darmi sicurezza. << Aspetta >> dice poi Diego che ha avuto un illuminazione, << Che c’è? >> gli chiedo impaziente, << Devi trovare Alexandra e Finn >> dice poi, << Forse loro sanno dove può essere andata o magari è con loro >>, << Hai ragione >> esclama Mechi << Io e Diego andiamo da questa parte, se la troviamo o se troviamo Finn e Alexandra ti chiamiamo >> esclama lei, io annuisco senza dire nulla e loro si allontanano. Inizio a correre e tutti i ricordi che ho di Martina mi passano per la testa, corro e vedo lei, il suo sorriso, la vedo ridere, vedo il suo volto quando si difende, quando lotta, amo tutto di lei, ogni singola cosa che le appartiene, ogni sorriso, ogni sguardo e pensare di non poterli vedere mai più mi spezza il cuore, mi distrugge dentro, non ho voglia di provare niente se lei non è con me. Corro, corro, corro e sono quasi senza fiato, inizio a perdere le speranze, Josh è in movimento e cerca Martina, la direttrice ha mandato una foto di Martina a bar, ristoranti, qualsiasi posto dove lei potrebbe passare, ma dopo due ore ancora niente. Inizio a perdere le speranze, lei sa dove nascondersi, lei sa dove andare per non essere trovata, è la sua vita, è sempre stata la sua vita vivere qua in strada e nessuno meglio di lei sa dove andare. Poi ad un certo punto sento una voce familiare, mi volto di scatto e sulla strada dietro di me, Alexandra sta ridendo insieme a Finn mentre stanno mangiando un panino, corro verso di loro e quando mi piazzo davanti loro mi guardano stupiti, << Jorge? >> esclama Finn, << Cosa ci fai qui? >> mi chiede Alexandra piegando il capo, dal suo sguardo credo abbia capito che qualcosa non va, << Ti senti bene? >> chiede poi Finn, << No >> esclamo con il fiatone << Martina è scomparsa >> continuo io, loro sgranano leggermente gl’occhi, << L’avete vista? Sapete dove può essere? Vi ha contattati? >> parlo a raffica e loro sembrano spaesati e poi Alexandra ridacchia, << Perché ridi? >> le chiedo in modo brusco e poi mi scuso, non riesco a controllarmi quando sono così in pensiero, << Jorge >> mi dice lei tranquillamente << Ti porto io da lei >>, Finn le sorride, << L’avete vista? >> chiedo speranzoso, << No >> borbotta Finn, << Allora… >> inizio a parlare confuso, << Non l’abbiamo ne vista ne sentita, ma so dove si trova >>. Iniziamo a camminare, le case iniziano diventare sempre meno finchè non arriviamo in una stradina di terra circondata di alberi, un sentiero che porta su una delle colline della città dove la si può osservare dall’alto, << Come fate ad essere sicuri che sia qua? >> chiedo dopo aver spiegato a Finn e Alexandra cosa è successo, << Martina quando vuole stare sola raggiunge la cima della collina, questa collina precisamente perché è l’unica da dove si vede la città per intero da lassù, lei ama vedere la città dall’alto, dice che la rilassa, che riesce a pensare lucidamente la sopra, quando vuole scappare o allontanarsi va li >> mi risponde Finn, << E da quello che ci hai raccontato è molto probabile che sia qui, avrà bisogno di pensare e poi si sentirà in colpa per avervi lasciato, soprattutto te a quanto pare >> mi dice maliziosa lei. Io arrossisco un po’ ma non rispondo, continuiamo a camminare per quasi un ora << Credo che ora debba andare da solo >> mi dice Finn fermandosi, << Continua dritto ancora per 10 minuti e sei arrivato >> sorride Alexandra. Li ringrazio con un cenno, << Ti aspettiamo qui in caso non la trovassi >> borbotta Finn e solo l’idea di non trovarla mi fa mancare l’aria. Cammino, e sono sempre più nervoso, agitato, voglio vederla, voglio che sia qui, quando giro a una piccola curva, seduta vicino ad un dirupo che dà sulla città vista dall’alto, c’è lei e il cuore mi si ferma. Mi avvicino lentamente mentre la guardo che con gl’occhi chiusi si assapora tutta l’aria fresca che gli scivola sul viso e gli sposta i capelli sciolti, sembra tranquilla, ma capisco che sta cercando di rilassarsi perché poi inizia a respirare profondamente. Un rametto sotto i miei piedi si spezza e lei si volta con uno scatto, sgrana gl’occhi quando mi vede e si alza in piedi. << Jorge >> dice lei e solo sentire il mio nome pronunciato dalla sua bocca mi fa rilassare, << Come sei arrivato fin qua? >> mi chiede poi e io mi avvicino di qualche passo, << Ci è voluto un po’ ma poi ti ho trovata >> le dico con la voce ancora spezzata, << Scusami >> dice poi lei << Non volevo farti preoccupare >>, << Sono tutti preoccupati per te Martina >> le dico e lei abbassa la testa mortificata, << Non volevo andarmene così, ma ho dovuto farlo, voi non mi avreste mai permesso di farlo >>, << Nessuno vuole che tu te ne vada >> borbotto avvicinandomi ancora a lei, ho bisogno di toccarla per sentire che è reale ma esito, << Dovevo farlo, sto rovinando la vita a tutti >>, << Non è vero >> ribatto io, << Non c'entro niente con quel posto lo sai benissimo >>, << Nemmeno io >> le rispondo e lei mi guarda stranita, << Senza di te non mi interessa stare lì >> affermo io e lei mi guarda negl’occhi incredula alle mie parole, << Ti vogliamo tutti bene, ti vogliamo con noi perché in qualche modo ci hai riempito la vita, pensavamo di avere tutto e poi sei arrivata tu e abbiamo capito che non avevamo ciò che realmente volevamo, tu sei riuscita ad entrare nei nostri cuori, sono tutti preoccupati e ti stanno cercando, ho girato per ore senza sapere se ti avrei rivisto e stavo male al sol pensiero di non vederti più, Mechi è triste, Cande è triste, tutti sono tristi, noi vogliamo stare dalla tua parte anche se questo vuol dire rischiare, perché sei più importante tu di una scuola o della reputazione che abbiamo, c’è l’hai insegnato tu >> le dico mentre lei mi ascolta attentamente e finalmente riesco ad avvicinarmi a lei prendendola tra le mie braccia, stringendola a me << Mi hai fatto spaventare >> le rivelo poi, lei mette la sua testa tra il mio collo e la spalla e si accoccola a me e capisco che gli sono mancato davvero e inizio a capire che per lei non è stato facile lasciare tutti noi, << Torna con me >> le dico poi facendo un passo indietro per guardarla, << Io non so se posso >> risponde lei, << Si che puoi e insieme sistemeremo tutto >>, << Jorge… >>, e non resisto più, devo fargli capire che per me è importante, che non esiste una vita senza di lei per me, che la scuola, mia madre, la carriera può andare a farsi fottere se lei non è con me, << Ti amo Martina, ti amo così tanto che non posso pensare di tornare senza te perché vivrei una vita a metà, perché se te ne vai, perché se ti allontani da me ti porterai via il mio cuore >> confesso guardandola in quei grandi occhi stupiti dalle mie parole, trattiene il fiato per qualche secondo, poi la stringo a me << Ti amo, torna con me, ho bisogno di te >> le dico vicino all’orecchio e il suo respiro inizia a diventare più forte e alla fine le sue braccia mi stringono ancora, in modo forte e deciso, << Ti amo anche io >> risponde lei con la bocca che sfiora il mio collo, lo dice dolcemente e io mi sciolgo a quelle parole, la amo e lei mi ama e questo mi rende felice, è come una conferma, ora so che lotterà per restare con me, che tornerà con me e che non proverà più a scappare, le sposto una ciocca di capelli dal viso e le accarezzo una guancia, poi lentamente la bacio, l’aria fresca ci sfiora la pelle, la città enorme e vista dall’alto ci fa da sfondo, in un momento così puro, così romantico, la amo, la amo con tutto me stesso.

Ps: Eccoci qua al nuovo capitolo, spero che vi sia piaciuto. Martina se ne va, con mille dubbi, mille dilemmi che ha in testa, le sue paure la portano ad allontanarsi da tutti anche se per lei non è comunque facile, quei ragazzi gli sono entrati nel cuore come quasi nessuno ha mai fatto nella sua vita, e per lei è stata dura andare via ma sentiva che doveva farlo. Jorge e tutti gl'altri ovviamente si mobilitano nel trovarla, soprattutto Jorge che si rende conto di non aver mai detto a Martina di amarla, da sempre, dal primo giorno che l'ha vista, inizia a cercarla anche perchè vuole dirglielo, non vuole che lei se ne vada senza sapere che lui la ama. Poi alla fine grazie ad Alexandra e finn la trova. ora cosa succederà, troveranno il colpevole di tutto quello  che è successo? Ringrazio tutti come sempre, siete molto gentili, a lunedì con il prossimo capitolo. ;)
 
   
 
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