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Autore: Caskett_94    18/07/2016    1 recensioni
Seguito alla 8x22... Sette anni dopo. Questa fanfiction è arrivata un po' per volta nei giorni di vuoto misto a tristezza successivi al Series Finale. Per me ci sarebbe stato ancora molto da raccontare. Bastava volerlo davvero. Ho una mezza trama in testa ma sto costruendo di volta in volta le Slice of life e i momenti Caskett che caratterizzeranno concretamente la fanfiction. Buona lettura! E.V.
Genere: Romantico, Slice of life, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Quasi tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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Come la sera precedente il cielo di New York contnuava ad essere coperto, il sole non accennava nemmeno il minimo spiraglio di luce tra le nuvole.
Kate non era mai stata meteopatica, escludendo il periodo della prima gravidanza, ma quella mattina si sentiva leggermente inquieta mentre guidava verso la casa di riposo che ospitava il dottor Nieman. Fu Castle a farle notare che stava, forse, premendo un po’ troppo il piede sull’ acceleratore.
Kate aveva fretta di raggiungere la Carnegie East House for Seniors, mancavano davvero pochi chilometri e per di più stava percorrendo la FDR Drive, il tratto di strada per nulla trafficato che costeggia l’ East River nei pressi della Rockefeller University.  «Castle, da quando hai smesso di fidarti della mia guida? » deviò Kate, sperando di chiudere lì il discorso. «Non è questo, Kate, è solo che… Lo vedo che sei nervosa, hai fretta di incontrare Nieman. Devi cercare di stare più calma, abbiamo aspettato fino ad ora, non saranno pochi minuti a cambiare le cose » affermò Rick, sincero. «Lo so, hai ragione. È solo che non posso fare a meno di chiedermi cosa sia davvero successo. Quando inizio a pensarci entro in un circolo vizioso, formulando diverse ipotesi e… Sì, insomma, ero solo sovrappensiero, Rick, non ti devi preoccupare» lo tranquillizzò lei. Castle sembrò poco convinto. Kate svoltò leggermente a sinistra, immettendosi sulla York Ave; percorse il rettilineo cercando di tranquillizzarsi regolarizzando il respiro.

Qualche chilometro più avanti, e con qualche battito cardiaco al minuto in meno, Kate parcheggiò la propria auto davanti alla casa di riposo. Castle osservò l’edifico dal finestrino: un palazzo di circa una ventina di piani color rosso mattone, disseminato di finestre.
Dava più l’idea di un hotel piuttosto che una casa di riposo per anziani.
La sua idea venne incrementata quando lui e Kate fecero il loro ingresso nella hall. Notarono una receptionist di mezza età sorridere dietro il bancone, alle cui spalle vi era uno scaffale con delle piccole nicchie che contenevano delle chiavi numerate, proprio come quelle degli alberghi. «Me l’aspettavo un tantino diverso questo posto» commentò Castle, ricevendo un sogghigno d’approvazione dalla moglie che si avviava accanto a lui verso la reception.

«Buongiorno, siamo qui per incontrare il signor Jonathan Nieman… Ci è stato detto che da qualche tempo alloggia qui» iniziò Kate, nel tono più confidenziale possibile. La receptionist li scrutò entrambi con sguardo sospettoso. «Voi sareste…?» esordì la donna. «Siamo dei conoscenti del dottore. Non lo vediamo da molto tempo e visto che siamo in città abbiamo pensato di fargli visita» spiegò Beckett. «Quindi non siete suoi parenti. Mi dispiace, ma solo i parenti ed i conoscenti presenti sulla lista che l’ospite ci ha fornito all’inizio della sua permanenza qui possono incontrarlo» li deluse la signora Thompson, il cui nome spiccava a caratteri neri ed eleganti sul cartellino agganciato alla sua giacca.
Kate, in difficoltà, cercò lo sguardo di Castle, il quale stava già per prendere la parola, ma venne preceduto proprio dalla receptionist. La donna sembrava avere assunto uno sguardo più amichevole. «In effetti ci sarebbe un altro modo… E penso anche che faccia proprio al caso vostro» commentò poi. Rick e Kate la guardarono incuriositi. «Avanti signor Castle, non mi dica che non ha mai approfittato del distintivo di sua moglie per ottenere qualche favore» scherzò la signora Thompson. «La signora sembra essere una tua fan, Rick» commentò Kate.
A Castle si illuminò lo sguardo. Dopo la delusione avuta al Ferrari Store, dove la giovane commessa si era addirittura permessa di chiedergli come si chiamasse, finalmente lo scrittore aveva avuto la sua rivincita. «Te l’avevo detto che la gente mi riconosce ancora per strada! Sì, insomma, non parliamo più di ragazzine come un tempo però… Ops…» si bloccò Castle, capendo di essere andato troppo oltre facendo riferimento all’età della receptionist. «Signora, lo deve scusare. Mio marito spesso parla davvero troppo» cercò di rimediare Kate. «Non si preoccupi, Katherine, se vogliamo dirla tutta nemmeno lui è più un ragazzino!» si riscattò la donna. Kate scoppiò a ridere, mentre Castle non nascose la tipica espressione da uomo ferito nel suo orgoglio. «Spero di non averla offesa, signor Castle. Se posso rimediare… E, soprattutto, se sua moglie me lo permette… Ci tenevo a dirle che di persona è ancora più affascinante!» aggiunse la receptionist osservandolo con sguardo ammaliato. «Beh, se la mettiamo così sono costretto a perdonarla» concluse lo scrittore ridendo.
«Torniamo a noi» riprese la signora Thompson. «Come vi dicevo, sono obbligata a consentire il libero accesso a qualsiasi pubblico ufficiale si presenti alla nostra residenza per anziani. Questo significa che lei, signora Castle, potrà liberamente incontrare il signor Nieman. Spero di non essere stata troppo invadente, ma sono una fan molto accanita e so tutto della vita privata di suo marito… E di conseguenza anche della sua » concluse la receptionist. «Non si preoccupi, non c’è nessun problema. Anzi, se al suo posto ci fosse stata una persona qualunque, non ci avrebbe nemmeno informati riguardo a questa possibilità d’accesso» le rispose Kate.
 
La signora Thompson raggiunse Rick e Kate scendendo i tre scalini che rialzavano il bancone della reception. «Seguitemi, ora vi accompagno dal dottor Jonathan, come tutti lo chiamiamo qui» spiegò la donna mentre faceva loro strada verso l’ascensore.
 Castle e Beckett la seguirono, scrutando in modo più approfondito l’ambiente nel quale si trovavano. Appariva tutto molto accogliente, l’arredamento in stile classico e l’atmosfera creata dalla signora Thompson contribuirono a mantenere tranquillo lo stato d’animo che Kate era riuscita a forgiare dentro di sé.

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Nota dell’autrice:
Chiedo perdono per l’immenso ritardo! Grazie per aver continuato comunque a leggere, commentare e seguire la storia. Mi fa molto piacere. :) A presto, E.V.
   
 
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