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Autore: sku    22/04/2009    1 recensioni
Vent'anni prima Allanon aveva svelato a Shea la sua discendenza reale e lui aveva sconfitto il Signore degli Inganni. Adesso un nuovo nemico minaccia le Quattro Terre e il druido torna a calcarle per fermarlo.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Allanon, Altro Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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30.
C'era qualcosa di sbagliato in quelle parole, qualcosa che Leian non riusciva a decifrare. Dreiden era morto, eppure era lì a consigliarla. E lei aveva un disperato bisogno del suo consiglio. La voce dell'uomo l'aveva fatta sentire di nuovo protetta, ma una nota stonata continuava a risuonare nell'aria polverosa della caverna mettendola in allarme.
Non era il fatto che Dreiden fosse morto, perché lei sapeva che l'aveva lasciata per sempre. Era qualcosa nelle sue parole che non la convinceva fino in fondo; "Qualcosa che non quadra".
Leian non riusciva a ragionare lucidamente, la mente annebbiata dalla stanchezza, dalla paura e dall'indecisione.
- Devi solo fidarti. - ripeté la voce di Dreiden uscendo dall'oscurità.
"Devo fidarmi. Dreiden devo davvero fidarmi?"
E poi, improvvisa come un temporale estivo, la comprensione arrivò. Leian si rialzò certa che Dreiden non fosse lì. Non perché non era più vivo, ma perché Dreiden non si sarebbe mai fidato e non le avrebbe certo consigliato di farlo.
- Tu non sei Dreiden. Lui non è qui. -
- Lo so bene. - rispose la voce incolore che aveva parlato con lei fino a quel momento.
- Perché mentirmi? -
- Perché sembra che tu riesca a fidarti solo di chi ti nasconde qualcosa. -
Era la verità, ma quella frase non fece altro che rinforzare la parte razionale di Leian che le diceva che doveva mettere la parola fine a quella discussione.
- Leian... - la chiamò dolcemente come solo una madre potrebbe fare, e la ragazza si sentì sciogliere. - Ti ho cercata a lungo. -
- Tu mi hai cercata? Dove? - Era incredula, perché un essere così potente doveva cercare proprio lei?
- Nella tua terra, tra la gente di tua madre. -
Leian sentì nuovamente risuonare la nota stonata nella melodia che lui stava componendo per lei.
- Perché l'avresti fatto? - chiese ancora, curiosa e allo stesso tempo timorosa della risposta che lui poteva darle.
- Ci sono tanti motivi. Non riesci a credere che qualcuno possa darsi tanto da fare per te? -
Leian era stupita e, nonostante sapesse che fosse profondamente sbagliato, lusingata. "Qualcuno che vuole me... Ma Abaddon è qualcuno? O è qualcosa?"
Sotto la casacca le pietre pulsavano sempre più debolmente, Leian non avvertiva quasi più il loro fastidioso movimento.
- Non riuscendo a trovarti ti ho chiamata. E finalmente sei arrivata da me. -
Adesso erano tante le note in disaccordo con la melodia e Leian riuscì a sentirle nitidamente, rendendosi conto ad un tratto della rete che Abaddon aveva costruito attorno a lei.
- Come mi hai cercato? - chiese atterrita. "Nella mia terra, tra la gente di mia madre, tra gli Elfi. Gli Elfi spariti..."
- Come mi hai chiamata? - domandò pressante. "La siccità, ha causato la siccità per attirarmi a sé, perché io controllo l'acqua."
Le pietre ricominciarono a pulsare sempre più forte, sempre più velocemente, fino a raggiungere il ritmo del battito del cuore della ragazza. Chiuse la mano attorno a sacchetto e sentì il calore che irradiavano. Alla mezzosangue pareva di avere un cuore pulsante tra le dita.
Le sembrava di svegliarsi da un sonno agitato. L'aria attorno a  lei si mosse, percorsa da una rabbia a lungo soffocata. Leian estrasse le pietre dal sacchetto e le strinse forte cercando nel loro calore la protezione contro l'ira che montava intorno a lei.


- Non è possibile! Gli Gnomi non sono mai arrivati a tanto! - urlò qualcuno da un punto imprecisato della sala del Consiglio. - E poi non hanno la preparazione necessaria! -
- Hanno combattuto contro di noi così a lungo che hanno ormai la nostra stessa esperienza! - obbiettò qualcun'altro.
Le voci si sovrapponevano e aumentavano sempre più di volume, cercando di sovrastarsi nel tentativo di far prevalere le proprie opinioni.
I reduci guardavano disgustati la scena; avevano combattuto e molti di loro erano morti per cosa? perché altri nani potessero discutere se credere loro o meno?
Il vice comandante salì sul palco rialzato degli anziani e sbatté violentemente la sua ascia sul tavolo posto dinnanzi a loro ottenendo un silenzio sbigottito.
- Credevo di far parte di un grande popolo, ma a quanto pare mi sbagliavo. - disse poi - Mentre voi state qui a discutere su cosa gli Gnomi possano o non possano fare, loro stanno invadendo l'Anar Inferiore, la nostra terra, e di certo non pacificamente. Se non prendiamo in fretta una decisione e non ci muoviamo ce li troveremo ben presto nei Giardini di Culhaven. E non saranno soli. - Detto questo il vice comandante prese la sua ascia e si allontanò per raggiungere i suoi uomini.

I Nani non avrebbero mai permesso agli Gnomi di entrare impunemente nella loro capitale. Ben presto furono radunate le truppe e furono inviati messaggeri nei villaggi per avvisare la popolazione del pericolo e per richiamare gli uomini abili alla guerra.
L'esercito si mosse in fretta verso le terre di confine.
Quando l'araldo del regno di Leah giunse a Culhaven trovò la città in stato di emergenza e chiese un colloquio urgente con gli Anziani che gli venne prontamente concesso e mise gli Anziani a conoscenza della difficile situazione del regno sull'Altipiano.
- Purtroppo non possiamo aiutarvi mandando truppe in vostro soccorso, poiché sono impiegate nella difesa della nostra terra dalla minaccia degli Gnomi. -
- Lo comprendiamo benissimo. - disse l'uomo deluso.
- Possiamo però frenare gli Gnomi perché non si riuniscano all'esercito del Sud. -
Il messaggero non aveva pensato a quella pericolosa eventualità. - Ve ne saremo eternamente grati, il regno di Leah sa di avere in voi dei preziosi alleati. Questa sera stessa tornerò dal mio re per comunicargli le vostre notizie. -


Eventine Elessedil non era certo un regnante in grado di delegare, soprattutto sulle questioni riguardanti la salvezza del suo popolo. Quando l'araldo del regno di Leah giunse alla sua presenza, aveva già predisposto la difesa della città di Arborlon e dei villaggi delle Terre dell'Ovest ed era pronto a comandare un parte del suo esercito per correre in aiuto dell'alleato. Il messaggero non ebbe quasi bisogno di comunicare il messaggio del re di Leah che Eventine Elessedil aveva già preso la decisione di aiutarlo.
Re Eventine ricordava poco Menion Leah, sapeva però che era amico dell'uomo che l'aveva salvato mentre era prigioniero del Signore degli Inganni e tanto gli bastava. Aveva un debito con gli Uomini e l'avrebbe saldato.


Balinor Buckhannah, re di Tyrsis, di Kern e di Varfleet, ricevette il messaggero nella biblioteca del palazzo. Non era esattamente il luogo più consono per ricevere un ambasciatore ufficiale, ma l'uomo voleva riflettere con calma sulle notizie che questo portava per poter decidere senza le pressioni esterne dei suoi consiglieri.
- Il re di Leah, Menion Leah, vi avverte che un consistente esercito delle Terre del Sud, sta marciando verso Nord con l'intento di annettere tutte le terre abitate dagli Uomini, compreso il Callahorn; per poi muovere guerra a Nani ed Elfi e conquistare anche l'Est e l'Ovest.
Vi chiede, in nome di una vecchia impresa che avete condiviso e della libertà per entrambi i regni, di intervenire in suo aiuto per ostacolare l'avanzata dell'esercito nemico. -
Balinor si accarezzò la barba distogliendo lo sguardo dall'uomo che aveva parlato e rivolgendolo al panorama della città di Tyrsis che si vedeva dalla finestra.
Il messaggero si schiarì la gola per riportare l'attenzione su di lui.
Balinor inarcò le sopracciglia e l'osservò perplesso. - Avete altro da aggiungere? -
- Un messaggio personale della regina, Shirl Leah. -
Il re sorrise a quel nome, ricordando la donna che Menion aveva sposato. "La stessa donna che mio fratello..." Interruppe subito quel flusso di pensieri che l'avrebbero solo intristito. Suo fratello era morto tanto tempo prima ed era inutile rivangare un passato che tutti, lui per primo, cercavano di dimenticare.
- Parlate. -
- Shirl Ravenlock, ora regina di Leah, vi chiede di aiutare il popolo che l'ha accolta calorosamente per risaldare l'alleanza tra il Callahorn, la terra d'origine di entrambi, e il regno dell'Altipiano. -
- Nient'altro? - chiese Balinor
- C'è dell'altro ma non è una comunicazione ufficiale. Shirl Ravenlock, regina di Leah, spera che non crediate che lei abbia tradito vostro fratello sposandosi con Menion Leah, e che per Palance ha sempre nutrito affetto e che non l'avrebbe mai fatto soffrire. -
- Per quello sono bastato io. - mormorò il re, a voce così bassa che il messaggero non capì. Balinor lo congedò, restando solo ad osservare la sua città brulicante di vita. "Ma per quanto?" Tyrsis aveva mura possenti e poteva resistere ad un assedio per mesi, la Legione della Frontiera, che non aveva mai perso una battaglia in duecento e più anni, poteva resistere ad una guerra; ma se il Sud cadeva, come potevano salvarsi le Terre di Confine su cui regnava?
"E' inutile tergiversare, la mia decisione l'ho già presa. Sarà un decisione scomoda e che pochi accetteranno di buon grado, ma è l'unica possibile."
  
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