Era ufficialmente il suo primo
giorno di
lavoro.
Non poteva negare di essere un po’ di
ansia, non era riuscita neanche a fare una colazione decente.
Si era incontrata con Abbie appena fuori
dal ministero.
“Buongiorno cara” la salutò
l’amica.
“Buongiorno”
Le due ragazze si diressero insieme al
Quartier Generale degli Auror.
Tutta la squadra venne fatta attendere
appena fuori dall’ufficio, poi Charlotte li fece entrare
nello stanzone che
avrebbe ospitato la squadra Auror numero 327.
I giovani Auror si diressero subito verso
le scrivanie con i loro nomi.
Sopra alla sua scrivania Emily trovò un
delicato mazzetto di fiori di campo.
Buona
fortuna –J diceva il
biglietto
(108 parole)
Quell’estate
erano
stati invitati a passare una settimana nella casa estiva della famiglia
Blackwood.
Avevano colto l’occasione
per annunciare a tutti il loro fidanzamento ufficiale.
Anne, la madre di
Justin, saltò subito in piedi come una molla e corse ad
abbracciare i due
ragazzi, con gli occhi pieni di commozione.
Il fratello e la
sorella si mostrarono un po’ meno esuberanti, ma comunque
contenti della
notizia.
Quasi un anno dopo
si sarebbero sposati, circondati dall’affetto della famiglia
e degli amici di
entrambi.
Emily avrebbe
indossato il vestito che era stato di sua madre. E Justin
poté giurare che non
era mai stata così bella. Almeno fino a quel momento.
(109 parole)
Lei e Justin se ne stavano
abbracciati
dentro al letto, godendosi il tepore delle coperte.
Ritardavano il più possibile il momento di
alzarsi per andare a lavoro, dopotutto era solo l’alba.
Emily si accarezzava lentamente la pancia,
pensando alla vita che le stava crescendo dentro. Solo un paio di
giorni prima
avevano scoperto che si trattava di un maschietto.
E da allora le era balenata in mente un’idea.
“Justin…” lo chiamò
“Mh” biascicò lui, che si sarebbe
riassopito volentieri
“Per il bambino…ho pensato…potremmo
chiamarlo Andrew, come tuo padre, che ne dici?”
“Dico che è un’ottima idea” e
si sporse
per baciarla.
(101 parole)
Emily
se ne stava
seduta nel piccolo giardino davanti la loro casa. Aveva messo i piedi
in una
piscina gonfiabile per bambini, nel vano tentativo di sfuggire al
calore di
quella giornata di Maggio.
Andrew, quattro
anni faceva il sonnellino al piano superiore mentre lei si godeva gli
ultimi
mesi di gravidanza.
Aspettava il
ritorno di Justin dal lavoro, e infatti non passò molto
prima che il ragazzo si
materializzasse appena dietro al cancello di ferro battuto.
Aveva un aspetto
funereo, che la spinse ad alzarsi di scatto e a raggiungerlo a passi
decisi.
“Che è successo?”
“Tesoro, mi
dispiace tanto… Abbie non si trova più”
Qualcosa dentro di
lei si spezzò.
Non si credeva
capace di piangere così tanto e così forte.
(123 parole)
Erano passati un paio di mesi
dalla
scomparsa di Abbie. Al contrario di James, Emily aveva sempre pensato
che la
ragazza fosse morta, anzi lo aveva quasi sperato. Non riusciva ad
immaginarla
torturata o rinchiusa. Non voleva farlo.
Ma non era il momento di pensare a quello.
Stava ritornando a casa con sua figlia.
Justin entrò prima di lei e lo sentì
rivolgersi al figlio “Hey campione,
com’è andata con zia Julia?”
Poco dopo entrò lei, si inginocchiò al
livello del bambino in modo di fargli vedere il fagottino che teneva in
braccio.
“Andrew, ti presento Abigail Marie
Blackwood”
(99 parole)