A volte, Baekhyun trovava che
il suo problema più grande non era essere innamorato del suo
migliore amico, ma che Chanyeol era troppo perfetto. Dopotutto, non era
colpa di Baekhyun se si era innamorato di lui! Era colpa di Chanyeol
perché era troppo amabile. Baekhyun poteva gestire l'essere
innamorato di lui; si era esercitato per tanti anni, era bravo a
nasconderlo, era fattibile. Era Chanyeol che lo rendeva difficile.
Non era che
Chanyeol non avesse difetti, perché ne aveva, e a
Baekhyun non piaceva nemmeno pensare che non li avesse. Chanyeol era
troppo rumoroso, a volte troppo insensibile, troppo ottuso e troppo
irrazionale, e per metà del tempo infastidiva a morte
Baekhyun. Ma in qualche modo, tutte queste caratteristiche sembravano
rendere i momenti di assoluta perfezione di Chanyeol ancora
più insopportabili. Come poteva qualcuno che faceva
regolarmente venire voglia a Baekhyun di strangolarlo essere
così inspiegabilmente fantastico?
A volte
rendeva Baekhyun un po' acido, il modo in cui Chanyeol riusciva ad
essere così e farsi amare così tanto, e fu per
questo che, la domenica pomeriggio, si trovò ad aggrottare
le sopracciglia al diorama che lui e Chanyeol stavano mettendo insieme
per un progetto.
“Stai
bene,
Baek?” gli chiese Chanyeol, probabilmente già per
la quinta o sesta volta quel giorno. “Non hai freddo, vero?
So che senti freddo molto più facilmente di me. Posso
procurarti un maglione o qualcosa del genere.”
Baekhyun
scrollò le spalle miseramente, e Chanyeol lasciò
il tavolo della cucina per correre in camera, tornando un momento dopo
con una delle proprie felpe e aiutando Baekhyun ad indossarla. Era
enorme, perché Chanyeol era già molto
più alto di Baekhyun, e poi comprava sempre le felpe di una
misura più grande, per qualche motivo, ma Baekhyun era
abituato ad indossarle. Aveva perfezionato l'arte di arrotolare le
maniche, a questo punto.
“Così
va meglio, vero?”
disse Chanyeol, sorridendo mentre sollevava il cappuccio e stringeva i
lacci in modo che coprisse gli occhi di Baekhyun.
Il ragazzo
rise, togliendosi il cappuccio e appiattendosi i capelli. “Sì.
Grazie, Yeol.”
“Vuoi
qualcosa da bere?”
chiese Chanyeol, toccando un pezzo del loro diorama per assicurarsi che
fosse attaccato bene. “Abbiamo quasi finito tanto. Dobbiamo
solo dipingere una paio di cose, posso farlo da solo.”
“Non
devi farlo,”
disse Baekhyun, sospirando. “Hai già fatto tutto
il lavoro più difficile.”
“Voglio
farlo!”
esclamò Chanyeol. “Dipingere non è
nemmeno un lavoro. E poi, sei già abbastanza impegnato con
tutte le tue cose. Posso farlo io.” Si rialzò e
disse, “Vado a fare un po' di cioccolata calda. Stai
seduto!”
Baekhyun
sbuffò e diede un colpetto ad un filatoio del loro diorama
mentre Chanyeol spadellava in cucina. Poteva sentire l'acqua che
riempiva il pentolino, e quando sollevò lo sguardo, vide
Chanyeol prendere due tazze – una completamente bianca, e
l'altra con dei cagnolini disegnati sul bordo. Quella era la tazza
preferita di Baekhyun. Chanyeol versava sempre le sue bevande in quella
tazza, sebbene Baekhyun avesse fatto quel commento solo una o due
volte. Mentre Baekhyun guardava, Chanyeol mise la polverina di
cioccolata calda in entrambe le tazze, e poi mise un piccolo bastoncino
di caramella alla menta rossa e bianca in quella dell'amico, e un po'
di latte e sei o sette mini marshmallows. Non mise niente di speciale
nella propria tazza.
Baekhyun non
aveva mai detto a Chanyeol come gli piacesse la cioccolata calda.
Poteva solo presupporre che l'amico lo avesse visto prepararla una
volta, e avesse messo da parte quelle informazioni con lo scopo di
essere dolorosamente fantastico in futuro.
Chanyeol
tornò con le loro bevande qualche minuto dopo, e Baekhyun
sorseggiò dalla propria tazza mentre l'amico toccava diverse
parti del diorama per assicurarsi che fossero ben fissate e gli diceva
di quanti problemi gli avesse causato quel filatoio la notte precedente.
“Funziona
perfettamente ora che sei qui, però,” disse Chanyeol con
un sorriso. “Ora capisco che tutto quello che mi serviva per
aggiustare tutto era un Baekhyun. Non dovrebbe essere una sorpresa. Ho
imparato che i Baekhyun sono gli aggiusta-tutto della vita.”
Baekhyun
grugnì, sentendo un stretta particolarmente dolorosa al
cuore. “Ah sì?”
Chanyeol
annuì deciso. “Davvero e veramente.”
“Che
mi dici di quando rovinano tutto e hanno attacchi di panico
perché si sono iscritti a troppe attività
extra-scolastiche?”
“Hmm.” Chanyeol si
picchiettò il mento pensieroso. “Allora
è perché Chanyeol non sta facendo correttamente
il proprio lavoro.”
“E
quale sarebbe il lavoro di Chanyeol, esattamente?”
“Rendere
perfettamente felici i Baekhyun tutto il tempo!”
dichiarò il ragazzo. “Tutti sanno che i Baekhyun
non funzionano bene senza i propri Chanyeol, e viceversa.”
Chanyeol era
tutto ciò di cui Baekhyun aveva bisogno, e tutto
ciò che Baekhyun non poteva avere. Non nel modo in cui
voleva. “Già,” disse debolmente.
“Hey, ti va di guardare un film?
Ti lascio scegliere quale,” suggerì allegro
l'amico.
Baekhyun si
morse il labbro e per un minuto pensò egoisticamente al
proprio cuore. “A dire il vero, Yeol,
io…pensò che andrò da Minseok-hyung
oggi.”
Le
sopracciglia di Chanyeol si alzarono per la sorpresa, e Baekhyun
trattenne il fiato, aspettando una risposta. Forse, se Chanyeol avesse
voluto che restasse, questo avrebbe significato— “Oh.
Okay, penso. Non sapevo foste così amici, ma... voglio dire,
se vuoi andare, fai pure. Chi sono io per fermarti?” rise
piano.
Baekhyun
deglutì a fatica. Non si sarebbe dovuto aspettare un'altra
risposta. “Già. Ho solo... voglia di stare un po'
con Minseok-hyung oggi.”
“D'accordo.
Posso finire di dipingere questo, allora, e sarà pronto per
essere consegnato domani!”
Baekhyun
desiderava non facesse così male. “Posso stare, se
vuoi,” disse, cercando disperatamente qualcosa che lo
trattenesse dall'andare, un segno positivo, qualsiasi cosa.
Ma Chanyeol
disse semplicemente,
“Nah, vai pure! Se vuoi stare con Minseok-hyung, allora...
vai e fallo. Non è che sono il tuo solo amico!”
Baekhyun
dovette usare tutto il proprio autocontrollo per non sussultare.
“Okay. Allora... io vado. Grazie per tutto, sai, il progetto
e la cioccolata calda e tutto.”
Chanyeol
sorrise. “Tutto per il mio Baekhyun!”
Perché
doveva fare così male?
Baekhyun non
aveva davvero pianificato di andare da Minseok quel giorno, ma a questo
punto, pensava davvero di averne bisogno. Minseok era l'unica persona
che capiva. Oltre ad aver fatto in effetti coming out, Minseok non era
proprio in una situazione migliore di quella di Baekhyun, e a volte
aveva semplicemente bisogno di qualcuno tanto miserabile e perso quanto
lui.
Sperando di
non interrompere niente, Baekhyun andò dritto da casa di
Chanyeol a casa di Minseok, affrontando il freddo invece di prendere
l'autobus perché pensava che l'aria fresca lo avrebbe
aiutato a sentirsi meglio. Tutto ciò che fece fu deprimerlo
ancora di più.
Minseok
rispose alla porta, sembrando un po' più che sorpreso di
vederlo. “Oh, hey. Che succede?”
Baekhyun
scrollò tristemente le spalle. “Non lo so. Mi
sento una merda. Tu ti senti una merda?”
Minseok lo
fissò per un lungo momento, poi disse,
“Sì, più o meno. Ti va di
entrare?”
“Mi
piacerebbe.”
Baekhyun lo seguì dentro e si tolse il giubbotto, sfilandosi
le scarpe mentre diceva, “Scusa se ti disturbo tutto il
tempo.”
Minseok rise
leggermente e disse, “Non è un problema, essere
triste con qualcun altro piuttosto che essere triste da solo.”
“Sono
felice la pensi così,” sospirò
Baekhyun. Entrò in camera di Minseok seguendo il maggiore.
“Ti
va di parlarne, o metto un po' di musica?” chiese Minseok,
attaccando già l'iPod alle casse.
“Mi farebbe piacere un po' di
musica,” disse lui, e si sdraiò sul pavimento,
sollevando la gambe per poggiarle sul letto di Minseok. Il maggiore
finì di far partire la musica, e si voltò a
guardarlo, fissandolo a lungo prima di raggiungerlo senza dire una
parola. Baekhyun sorrise leggermente. Il pavimento era il miglior posto
per compatirsi, ed era sempre piacevole avere qualcuno che si compativa
volontariamente con te.
Rimasero a
lungo in silenzio, semplicemente ascoltando la musica e pensando, e
Baekhyun sentiva come se Minseok stesse aspettando che dicesse
qualcosa, ma non lo stava spingendo a parlare, e lo apprezzava.
Chiaramente, Minseok aveva molta esperienza col non essere pronto a
dire qualcosa ancora.
In effetti,
Minseok aveva davvero esperienza, ed era per questo che
aspettò in silenzio che Baekhyun fosse pronto, anche se non
fosse stato oggi, ammirava il più piccolo per essere stato
in grado di amare qualcuno così a lungo senza dire niente.
Ovviamente era molto più bravo con tutta questa cosa dei
sentimenti rispetto a Minseok.
Ma tutti
avevano i propri limiti, e Baekhyun sembrava aver raggiunto il proprio,
perché le prime parole che lasciarono la sua bocca da quando
Minseok aveva messo la musica furono, “Essere innamorati
è così difficile.”
Minseok fece
un suono vago, guardando il ragazzo accanto a sé, e disse
gentilmente,
“Non sapevo che fossi innamorato,”
perché Baekhyun non aveva mai ammesso nulla, e Minseok non
lo avrebbe forzato a fare niente.
Baekhyun lo
guardò, sorridendo grato, e poi disse, “Potrei
esserlo.”
“Vuoi
dirmi di chi si tratta?”
chiese Minseok. “O preferisci di no?” Minseok
sapeva chi era, comunque (perché non poteva essere nessun
altro), ma se Baekhyun voleva tenerlo anonimo, era una scelta sua.
Il
più piccolo sospirò. “Non l'ho mai detto
a nessuno prima.”
“Non
devi farlo. Fa molta paura. Io lo so bene.”
Baekhyun
rimase in silenzio per molto tempo, e poi disse, “Sono
innamorato di Chanyeol.”
“Sono
innamorato di Luhan.”
Baekhyun lo
guardò. “Lo sapevo.”
Minseok
sorrise. “Anche io.”
Ci fu un
breve momento di assoluto silenzio quando cambiò canzone
nell'iPod, e poi Baekhyun mugolò e chiese, “Quanto
è ovvio?”
“Non
lo è,”
gli assicurò il maggiore. “A meno che non lo
sappia già. Mi hai dato un sacco di indizi, però.
Non ti preoccupare, non è che lo sappiano tutti. Non come tutti sanno di
me.”
Baekhyun
sbuffò una piccola risatina triste. “Siamo un po'
patetici, non è così?”
“Forse.” Minseok
fissò il soffitto. “Non è una
situazione facile, comunque.”
“Non
dirlo a me,”
mormorò Baekhyun. “Più il tempo passa,
più diventa difficile.”
Minseok
grugnì. Non era quello che avrebbe voluto sentire.
“Come posso uscirne?”
Baekhyun rise
amaramente. “Se ci fosse un modo, l'avrei fatto tipo sei anni
fa.”
“Sei
una leggenda nel mondo dell'amore non corrisposto.”
Baekhyun
sospirò pesantemente. “Non pensi sia strano,
però? Che sia innamorato di Chanyeol?”
Minseok
scrollò le spalle. “Non proprio. Voglio dire, se
devo essere onesto al 100%, mi rende un po' egoisticamente felice,
perché sono stato l'unico ragazzo gay della scuola per anni.
Diventa stancante.”
“Io non sono gay,”
mormorò Baekhyun.
“Lo
so,”
gli assicurò Minseok. “Ma il fatto che ti piaccia
un altro ragazzo mi fa sentire un po' meglio per me stesso. In ogni
caso, non lo trovo strano.” Sorrise, poi disse, “Mi
piace pensare che tutti siano un po' gay.”
Baekhyun
rise. “Jongdae dice che glielo dici tutto il tempo.”
“È vero,”
rise Minseok. “E lo credo fermamente.”
“Dovrei
chiederlo a Chanyeol,”
disse un po' amaramente Baekhyun. “Vedere cosa ne
pensa.”
“Potrebbe
essere una buona idea, onestamente,” disse Minseok.
“Potrebbe aiutarti a capire come gestire le cose, se sei
stanco della posizione in cui ti trovi.”
“Sono
davvero stanco,”
si lamentò il ragazzo, e Minseok non soffriva nemmeno
lontanamente da tanto quanto Baekhyun, ma in un certo senso capiva.
Regnò
il silenzio, ancora, ma a Minseok non dispiaceva. Ascoltò la
musica che usciva dalle casse, pensando ai suoi sentimenti, all'amore e
a tutte le cose che Luhan gli aveva detto la mattina precedente.
Quando alla
fine Baekhyun riprese a parlare, fu per dire, “Non sarebbe da
pazzi se tu dicessi a Luhan che usciamo insieme e io dicessi a Chanyeol
la stessa cosa? Sarebbe pazzesco, vero? Mi chiedo cosa
farebbero.”
Minseok
grugnì. “È un'idea terribile.”
“Lo
so,”
disse Baekhyun. “Ma ci stavo solo pensando.”
Ora ci stava
pensando anche Minseok, e sì, era ancora una cattiva idea,
ma era comunque qualcosa da chiedersi. Cosa avrebbero fatto? Avrebbe risposto a un
paio di domande, no? Come avessero reagito ad una cosa del genere
avrebbe detto un bel po' su cosa provassero. (Fu un'idea allettante,
per un secondo, prima che Minseok si ricordasse quanto sarebbe potuta
finire male.)
“Hey hyung,” disse
Baekhyun un minuto dopo. “Come ti sentiresti se ci tenessimo
per mano per un po'?”
Minseok si
voltò verso di lui con un sopracciglio alzato
incredulamente. “Cominci a sembrare Luhan.”
Baekhyun
rise. “È solo che – Chanyeol si offre
sempre di tenermi la mano quando sono in un momento difficile. E ho
pensato che forse sarebbe una buona idea tenere la mano di qualcun
altro, per cambiare.” Si morse il labbro per un momento, poi
aggiunse, “A volte mi chiedo com'è tenere la mano
di qualcuno che non sia Chanyeol.”
Minseok
osservò il ragazzo per un momento, e davvero, quest'idea era
nettamente migliore rispetto alla precedente, quindi disse,
“Certo.”
Baekhyun
intrecciò le loro dita immediatamente, lasciando cadere le
mani tra di loro sul pavimento, i loro palmi premuti insieme ma non
troppo stretti. Non era intimo o niente del genere, più
confortante che altro, come se stessero prendendo forza e supporto
l'uno dall'altro. Nonostante questo, era... strano. Certo, Baekhyun e
Minseok non erano gli amici più stretti, nonostante le
simili circostanze, ma tenere la mano di Baekhyun non sembrava...
giusto.
“La
tua mano è troppo piccola,” disse piano
Baekhyun. “La mano di Chanyeol è molto
più grande. E calda. Le nostre mani stanno meglio insieme
rispetto alla mia e a quella di Chanyeol, ma non è... la
grandezza giusta.”
“Già,” disse Minseok,
perché sapeva cosa volesse dire il più piccolo.
Ma nessuno
dei due lasciò la presa, e Minseok alzò il volume
della musica, e non parlarono più, si limitarono a rimanere
sdraiati sul pavimento di Minseok, tenendosi per mano, in una domenica
pomeriggio, con la musica un po' troppo alta e autocommiserandosi,
perché questa era l'unica cosa che potessero fare. Probabilmente era strano
– probabilmente molto strano – ma a Minseok
non dispiaceva, e nemmeno a Baekhyun, quindi questo era quello che
fecero.
E avrebbero
continuato a farlo per molto tempo, se la porta di Minseok non fosse
stata aperta all'improvviso e Luhan non fosse entrato nella stanza.
Minseok dovette inclinare la testa in modo scomodo per vederlo, e lo
guardò sorpreso, perché cosa ci faceva
lì Luhan? Il ragazzo ricambiò lo sguardo, vedendo
Minseok con Baekhyun accanto, e Minseok non sapeva assolutamente cosa
dire.
“Uhhhh,” disse
stupidamente Luhan, gli occhi si spostarono sulle mani unite dei due
ragazzi.
Minseok si
rese conto all'improvviso di quanto strano potesse sembrare e
cercò immediatamente di ritrarre la mano, ma Baekhyun
strinse la presa, sorprendentemente forte e testardo. Minseok
cercò nervosamente di trovare un modo per spiegare la
situazione (senza che sembrasse sospetto). “Hey,
uh—”
“Ero
a casa di Kyungsoo,”
disse lentamente Luhan, continuando a guardare Minseok e Baekhyun con
le sopracciglia leggermente aggrottate. “E ho sentito la
musica. Ho bussato, ma non ha risposto nessuno, quindi sono
entrato.”
Minseok
deglutì, provando a mettersi a sedere nonostante Baekhyun si
rifiutasse ancora di lasciargli andare la mano. Il più
piccolo si spostò in modo che potessero rimanere attaccati,
sedendosi accanto a lui, e Luhan seguì il movimento con gli
occhi. “Già, uh, scusa,”
balbettò Minseok. “Non sapevo saresti
passato.”
“Non
sapevo che Baekhyun sarebbe stato qui,” disse Luhan.
“Non sapevo che voi due foste così...
intimi.”
Minseok
aprì la bocca per dire qualcosa (probabilmente qualcosa di
stupido), ma prima che potesse farlo, parlò Baekhyun,
“Solo ultimamente mi sono interessato ad avvicinarmi a
Minseok-hyung.” Il suo tono era deciso e sicuro, non lasciava
spazio alla conversazione.
Luhan lo
fissò per un momento, poi chiese, “Che mi dici di
Chanyeol?”
Minseok
guardò velocemente Baekhyun, giusto in tempo per vedere la
sua espressione incupirsi e il suo mento sollevarsi in un gesto di
sfida, anche se nei suoi occhi ci fu un breve lampo di paura.
“Cosa dovrei dirti di Chanyeol?”
chiese con fervore.
Luhan
abbassò immediatamente la testa, tirandosi indietro.
“Niente. Ho solo... pensato—”
“Il
rapporto che ho con Chanyeol è molto diverso da quello che ho con Minseok-hyung,”
puntualizzò Baekhyun.
“Oh,” disse piano
Luhan, e tornò a guardare Minseok, il quale distolse lo
sguardo velocemente.
Alla fine,
Baekhyun lasciò la presa ferrea che aveva sulla mano di
Minseok e si alzò in piedi. “Devo
andare,” disse. “Ciao, Minseok-hyung.” Lo
guardò e gli sorrise leggermente, gli occhi si addolcirono
per un momento mentre diceva, “Grazie per avermi ospitato
oggi.” Minseok annuì stupidamente, e Baekhyun
spostò lo sguardo su Luhan. “Ciao,
Luhan-hyung.”
“Ciao,”
ricambiò Luhan, sembrando ancora confuso e turbato, ma
comunque impassibile.
Baekhyun
uscì lanciando uno sguardo a Minseok, il quale
però non lo comprese, e lasciò il maggiore e
Luhan nella stanza, in silenzio e ovviamente a disagio. Minseok non
sapeva dove guardare e cosa dire, quindi si tenne impegnato alzandosi
da terra e abbassando la musica, e spolverandosi i pantaloni.
Luhan rimase
al suo posto sulla porta, guardando Minseok senza dire una parola, fino
a che all'improvviso non disse, “Baekhyun è
gay?”
Minseok si
irrigidì, il cuore gli batteva nervoso, e non aveva idea di
come rispondere. Cosa avrebbe voluto che dicesse Baekhyun? Alla fine
disse semplicemente, “Sai cosa ti ho detto sulle persone che
fanno un'eccezione per la persona giusta? Credo che Baekhyun sia
così.”
E Luhan
continuò a fissarlo, le dita si stringevano attorno al
giubbotto che aveva tra le braccia, e disse, “Oh.”
Minseok
deglutì e si strofinò i palmi sudati sulle cosce.
“Allora, uh, stai qui per un po'?”
Luhan ci mise
stranamente tanto a rispondere, “No, devo andare. Volevo solo
passare a vederti.”
“Oh. Okay. Fra – fra
un po' faccio merenda, se vuoi rimanere almeno per quello,”
disse Minseok, innervosito da quanto Luhan sembrasse passivo al momento.
“È tutto
okay,” rispose Luhan. “Devo davvero andare. Ci
vediamo a scuola. Ciao, Seok-ah.”
“Ciao,” disse debolmente
Minseok, e Luhan si voltò e si diresse alla porta.
Non appena se
ne fu andato, Minseok si sdraiò sul letto e
ripensò ai minuti appena passati, confuso, turbato e
incerto. Minseok era terribile a leggere le persone – il
peggiore, davvero - ma non sapeva nemmeno cosa Luhan pensasse che lui avesse
voluto
dire. Pensava che significasse che a Baekhyun piaceva Minseok, o aveva automaticamente
presupposto che si riferisse a Chanyeol?
Minseok
voleva fingere che non gli importasse cosa pensava Luhan,
perché per lui non avrebbe fatto alcuna
differenza, ma avrebbe solo mentito a se stesso.
Ci
pensò molto, per il resto della giornata. Ripensò
alla prima, cattiva idea di Baekhyun. Cosa avrebbe detto Luhan se Minseok gli
avesse detto che stava uscendo con Baekhyun. Gli sarebbe importato?
Avrebbe reagito con la stessa espressione impassibile? Si sarebbe congratulato? E
l'avrebbe fatto con sincerità?
Minseok aveva
il presentimento che Kyungsoo lo avrebbe rimproverato per averci
pensato per più di pochi minuti. Di solito, questo
significava che doveva smetterla di pensarci. Ma Minseok non era mai
stato sveglio per queste cose quanto Kyungsoo.
Sehun non
aveva un lungo trascorso di felicità. C'era stato davvero
poco spazio per la felicità nella sua vita, non quando aveva
passato i suoi primi anni in custodia del suo terrificante vicino
spacciatore di droga mentre sua madre lavorava per comprarsi una dose,
non nei suoi anni alle elementari e alle medie in cui passava da una
famiglia adottiva ad un'altra, bullizzato o rifiutato a scuola e
ignorato o usato a casa. Sehun aveva smesso di sperare nella
felicità, e aveva imparato a sopravvivere senza di essa. Era
diventato qualcosa di cui non aveva bisogno, qualcosa che avrebbe
portato solo delusione e rimorsi in futuro, qualcosa per cui non c'era
spazio nella sua vita.
Ma le cose
erano diverse ora. Il primo assaggio di Sehun di quello che sarebbe
potuto essere felicità era stato quando lui e Luhan erano
andati a prendere il bubble tea, e Luhan si era comportato come... come
un amico.
Come
se gli fosse piaciuto Sehun. Luhan si era sempre
comportato così, ma quel giorno era stato la prima volta in
cui Sehun, forse, gli aveva creduto. Ed era successo così
tanto da allora. Per la prima volta in tutta la sua vita, Sehun aveva
sentito di piacere, di essere apprezzato e ben voluto. Aveva condiviso qualcosa della
propria vita con qualcuno, e in cambio quel qualcuno aveva condiviso
qualcosa della propria. Era stato spaventoso, e ci era voluto tanto
perché Sehun si sentisse a proprio agio con l'idea, ma aveva
imparato che sorridere di tanto in tanto non faceva male a nessuno, e
aveva imparato che ridere era un'emozione incredibilmente liberatoria,
Sin dal
giorno di San Valentino, Jongin era diventato... diverso. Solo un po',
ma Sehun l'aveva notato. Guardava Sehun, lo guardava e basta, e non
diceva davvero niente ma l'espressione sul suo viso era diversa.
Cercava di far ridere Sehun con ogni mezzo, e sebbene non avesse
successo molto spesso, riusciva comunque a farlo sorridere di
frequente. Sehun non cercava più di trattenersi. Jongin era
diventato anche più intraprendente con il contatto fisico,
gettando un braccio sopra le sue spalle o guidandolo con un braccio
attorno ai fianchi. Una mattina, sorprese Sehun abbracciandolo da
dietro davanti agli armadietti, posando la testa sopra la sua spalla, e
Luhan lo aveva abbracciato qualche volta, ma questo gli era sembrato...
molto diverso. Sehun non era sicuro in che modo fosse stato diverso, ma era
così, e forse non in modo negativo. Pensava avesse qualcosa
a che fare con il modo in cui il suo cuore avesse accelerato, e di come
si fosse sentito freddo quando Jongin lo aveva lasciato andare.
Febbraio
diventò Marzo, e il tempo si fece lentamente un po' meno
terribile, e con ogni giorno che passava, Sehun sorrideva di
più, e si sentiva più leggero. Cominciava a
sentire come se la felicità non fosso proprio fuori
questione, dopotutto.
Avrebbe
dovuto sapere bene che non era così.
Come parte
del suo programma adottivo, Sehun di tanto in tanto doveva stare a
scuola dopo le lezioni per parlare con il consulente scolastico e con
il preside, e doveva essere visitato dall'infermiera per controllare
che andasse tutto bene sia a scuola che a casa. Di solito questo
avveniva di venerdì, quindi Jongin non poteva aspettarlo
perché aveva le lezioni di danza, ma questo volta era un
giovedì, perché il giorno seguente sarebbe stato
vacanza, e Jongin aveva detto a Sehun di incontrarlo subito dopo in
modo da poter fare qualcosa insieme. L'incontro andò
esattamente come tutte le altre volte, forse un po' meglio del solito
perché Sehun disse loro le cose senza essere costretto, e
uscì in meno di un'ora.
Uscì
dall'ufficio e si guardò intorno, rendendosi conto
all'improvviso che non aveva idea di dove avrebbe dovuto incontrare
Jongin. Probabilmente da qualche parte dentro la scuola, dato che c'era
troppo freddo per aspettare fuori così a lungo. Scrollando
le spalle, si diresse verso la propria classe, immaginando che il
ragazzo potesse essere lì.
Jongin non
era in classe, non era agli armadietti, e non era nemmeno ai bagni del
secondo piano. Sospirando con un piccolo sorriso che gli tirava le
labbra, Sehun si diresse verso le scale per vedere se Jongin lo stesse
aspettando da qualche parte al piano di sotto, e passò
vicino ad un paio di ragazzi che si lamentavano dei turni delle pulizie.
Sehun era
riuscito a non farsi notare da nessuno tranne Luhan e Jongin fino ad
ora, e avrebbe dovuto sapere che non sarebbe potuta durare a lungo.
Superò
il gruppetto di ragazzi rumorosi senza guardarli due volte, ma quando
raggiunse il pianerottolo tra la prima e la seconda rampa di scale, un
ragazzo con dei capelli neri e scompigliati e un'espressione irritata
sul viso gli passò davanti dandogli una spallata, e per
istinto, Sehun fece lo stesso; il ragazzo inciampò di lato.
Immediatamente, il ragazzo si fermò e si voltò
verso di lui, e una familiare sensazione di terrore fece gelare Sehun.
“Non chiedi scusa,
huh?” abbaiò il ragazzo, e Sehun
cominciò ad ansimare. Non poteva accadere di nuovo. Non
poteva ricominciare, quando Sehun aveva finalmente pensato di essere
riuscito a scamparla.
“Mi
vuoi spingere ancora?”
gli chiese, spingendo violentemente Sehun con un gomito. Era
considerevolmente più grande di lui, fisicamente, e Sehun
indietreggiò, evitando il suo sguardo mentre rimbalzava
leggermente contro il muro. “Non sei più tanto
coraggioso ora, vero? Pensi di poter spingere le persone sulle scale, e
poi scappare via prima di affrontare le conseguenze?”
Sehun non
fece niente, non reagì, non alzò la testa e non
si mosse o parlò. Tutto quello che fece fu sussultare quando
il ragazzo gli afferrò l'uniforme e lo tirò in
avanti leggermente prima di sbatterlo nuovamente contro il muro,
abbastanza forte da fargli sbattere la testa e renderlo vagamente
intontito prima che il dolore cominciasse a pulsare. Trattenne un
lamento di dolore.
“Non
ti ribelli, ragazzino? Non riesci nemmeno a difenderti, huh? Andiamo,
colpiscimi,” lo derise il ragazzo, spingendo Sehun di lato e
colpendolo leggermente sulla guancia. “Colpiscimi, vediamo
cosa possono fare quelle braccina magre.” Lo spinse ancora
contro il muro, e Sehun ansimò quando la testa gli
pulsò. Si guardò intorno disperato, tremante,
sentendosi nauseato mentre il ragazzo lo scuoteva, cercando di farlo
reagire. Riusciva a sentire vagamente i ragazzi di prima chiamare il
ragazzo che lo stava mettendo all'angolo, ma a malapena sentiva
qualcosa sopra il proprio battito. Tremava violentemente a questo
punto, l'unico movimento permesso dal suo terrore agghiacciante, e
sapeva di non dover lottare, o dire niente, ma doveva fare qualcosa
perché sentiva di poter svenire da un momento all'altro.
E proprio
mentre pensava che il panico gli avrebbe fatto fare qualcosa di cui si
sarebbe davvero pentito, con la coda dell'occhio vide un movimento alla
fine delle scale, e guardò in basso vedendo Jongin che lo
fissava.
Il ragazzo
che gli stava punzecchiando il petto smise quando notò gli
occhi spalancati di Sehun, e si voltò verso Jongin.
Grugnì forte. “Oh, hai chiamato
quella femminuccia di Kim Jongin per venire a salvarti?”
sghignazzò.
Sehun
aspettò che Jongin facesse qualcosa, qualsiasi cosa, ma il ragazzo rimase
lì, immobile, e qualcosa si strinse e morì nel
petto di Sehun. Un altro ragazzo apparve in cima alle scale,
richiamando quello che lo stava infastidendo, il quale
sbuffò e gli diede un'ultima spinta per poi andare a
raggiungere gli amici. Risero mentre si allontanavano, abbastanza forte
perché Sehun capisse che stavano ridendo di lui, e la
sensazione di vergogna e disgusto erano tanto forti quanto il dolore
che provava alla testa. Sehun non riusciva a muoversi dal suo posto
all'angolo del pianerottolo; continuò a fissare Jongin, il
quale ricambiava lo sguardo con occhi sgranati e spaventati.
Alla fine,
Sehun prese un profondo respiro, e poi scese le scale e
superò Jongin, scrollando via la mano che cercò
di afferrargli il braccio, e si diresse in fondo al corridoio.
“Sehun!” lo
chiamò Jongin, come se si fosse risvegliato dalla sua trance.
Sehun
continuò a camminare, a malapena riusciva a respirare mentre
la gola gli si chiudeva e gli occhi cominciavano a bruciargli; non si
voltò e aumentò il passo.
“Sehun, aspetta!” lo
chiamò ancora Jongin, e Sehun cominciò a correre.
Una mano si
posò sulla sua spalla, e Sehun la colpì forte,
per poi aprire per la prima volta la bocca e urlare, “Non toccarmi! Ti odio!”
“Sehun, ti prego, lasciami
– lasciami solo—” disse disperatamente il
ragazzo.
Ma Sehun non
si fermò, nemmeno per un secondo, continuò a
cercare di allontanarsi da Jongin, non era sicuro di volere che Jongin
lo seguisse. Ma ovviamente, Jongin lo fece, fermandolo e dicendo, “Mi dispiace,
Sehun, io—”
E Sehun lo
interruppe, rifiutandosi di guardarlo, e disse, “Non hai nemmeno
fatto niente! Non hai nemmeno finto che ti importasse.”
La sua voce era pericolosamente vicina al punto di rottura, e Sehun era
così arrabbiato, così umiliato, così
incredibilmente distrutto.
“Mi
dispiace, Sehun, non sapevo cosa fare, mi sono bloccato, ti prego
lasciami parlare,”
disse Jongin, e sembrava stesse per mettersi a piangere, ma a Sehun non
importava.
“Non
voglio parlare con te,”
scattò Sehun. “Non voglio parlare con nessuno.
Lasciami—”
Prima che
potesse finire, delle forti mani lo fecero voltare e lo tirarono in
avanti, e Sehun inciampò e cadde contro un robusto petto
mentre delle braccia calde lo circondavano. Sehun lottò per
districarsi, gridando contro Jongin, ma il ragazzo non lo
lasciò andare, stringendolo più forte e
nascondendo il viso nella sua spalla. “Mi
dispiace,” singhiozzò. “Mi dispiace, mi
dispiace, volevo aiutarti.”
E qualcosa in
Sehun si ruppe, e si lasciò andare, completamente e senza
riserva, collassando contro Jongin e singhiozzando forte. Il ragazzo lo
abbracciò, poggiandosi contro il muro e scivolando sul
pavimento mentre Sehun si aggrappava a lui disperatamente, incapace di
fermarsi mentre crollava del tutto. “Dico
davvero,” disse rocamente, “Mi dispiace, non vorrei
mai che ti facessi male.”
E tutto
quello che Sehun poté fare fu attaccarsi a lui, nascondere
il viso contro il petto di Jongin mentre piangeva. “Non hai il
permesso di smettere di tenere a me. Non puoi.”
Jongin lo
strinse più forte, chiudendo i pugni attorno alla sua
camicia. “Non potrei mai, mi importa sempre, mi
importerà sempre di te, lo giuro.”
Sehun pianse
fino a non avere più lacrime. Le lasciò cadere
liberamente, con i singhiozzi che gli dilaniavano il petto; pianse
tutte le lacrime che aveva trattenuto per anni, pianse per il bambino
che non aveva mai avuto un'infanzia normale e per il ragazzino che non
aveva mai saputo cosa significasse essere amati. Ci volle molto tempo
perché si calmasse, probabilmente troppo, ma Jongin lo tenne
semplicemente stretto e non disse nulla, lasciando che Sehun si sedesse
sulle sue gambe e si poggiasse contro il suo petto mentre piangeva.
Anche Sehun non disse niente, ma nella sua testa, ogni singhiozzo
inespresso era un'altra spiegazione, un altro 'nessuno ha mai voluto
aiutarmi, a nessuno è mai importato di me, nessuno mi ha mai
voluto'. E nella sua testa, immaginava Jongin che gli sussurrava,
“Io
sì,
io
si,
io
sì.”
E forse, se
l'avesse lasciata, la voce interiore di Sehun avrebbe detto, 'Nessuno mi ha mai amato,' e
la voce di Jongin nella sua testa avrebbe sussurrato, “Io
sì.”
Alla fine, i
singhiozzi di Sehun si placarono fino a diventare respiri interrotti, e
Jongin lo tenne contro il proprio petto e gli accarezzò i
capelli, confortandolo in silenzio. Con un ultimo respiro tremante,
Sehun si strofinò gli occhi, poi sollevò con
esitazione la testa per guardare Jongin. Il ragazzo incontrò
il suo sguardo senza riserva, la sua espressione era completamente
sincera e aperta, e Sehun non riusciva a respirare, e non riusciva a
distogliere lo sguardo, e quella cosa che gli era morta nel petto
tornò in vita in un istante.
“Sehun,”
sussurrò Jongin, e lo sguardo che gli lanciò era
troppo lungo, troppo intenso, significava troppo. E poi si
chinò in avanti, e Sehun era completamente immobile mentre
Jongin lentamente – terribilmente lento –
eliminò i pochi centimetri che li separavano e premette le
loro labbra insieme.
Il bacio fu
abbastanza lungo e deciso da scioccare Sehun nel profondo. Jongin si
ritrasse un momento dopo, continuando a guardarlo, e Sehun
ricambiò lo sguardo, non sapendo cosa dire mentre Jongin
sembrava diventare sempre più nervoso e insicuro.
“…Sehun?” disse Jongin,
con voce piccola e titubante.
Ci volle un
altro momento perché Sehun ritrovasse la voce. “Perché
l'hai fatto?”
Jongin
deglutì a fatica, tutto il coraggio di prima evaporato.
“Sehun, io ti piaccio?”
“Perché
l'hai fatto,
Jongin?”
Un profondo
respiro, e poi,
“Perché volevo farlo.”
“Perché?” Premette Sehun.
Jongin emise
un suono di frustrazione, e alla fine rispose,
“Perché mi piaci, e a volte è difficile
non baciare la persona che ti piace.”
“Io
ti piaccio.”
Più che una domanda, era un'affermazione incredula.
“Davvero
tanto.”
“Perché?”
Jongin rise
leggermente. “Non lo so di preciso nemmeno io. Queste cose
accadono e basta a volte. Tu mi piaci da tanto,
però.”
Sehun
deglutì, la testa gli girava. “Ti piaccio senza
motivo.”
“Mi
piaci per diversi motivi,” ribatté
Jongin.
“Hai
appena detto che non sai perché.”
Jongin si
morse il labbro, guardando Sehun con intensità, poi disse,
“Mi piaci perché sono sempre felice quando ti
vedo, e perché sono triste quando non posso. Mi piaci
perché ogni volta che ti guardo, provo quest'intensa ondata
di emozioni e affetto e il mio cuore palpita per tutte queste
sensazioni. E quando mi sorridi, vorrei davvero baciarti. Praticamente
vorrei baciarti tutto il tempo. È per questo che so che mi
piaci.”
Sehun lo
fissò, senza fiato e totalmente scioccato. Non sapeva come
rispondere. “Non sono mai piaciuto a nessuno
prima,” disse debolmente.
“Beh,
a me sì.”
Ricordò
a Sehun la conversazione immaginaria di pochi minuti fa nella sua testa. “Non so cosa
fare,” disse onestamente.
Jongin lo
guardò con occhi gentili. “Puoi fare quello che
vuoi.”
“Non
ti interessa?”
“Mi
interessa molto. Ci sono un paio di cose che spero farai, e altre che
spero vivamente non farai. Ma non ti voglio pressare,” disse deciso
Jongin.
Sehun si
sentiva frastornato. Era troppo, aveva provato sin troppe emozioni
nell'ora passata ed era stravolto e non sapeva cosa fare, o cosa
provare. “Cosa speri che faccia?” chiese,
perché voleva sapere a cosa puntasse Jongin. Sehun sapeva
più di chiunque altro che alcune persone avevano idee
diverse circa le relazioni, che fossero romantiche o no.
Jongin si
leccò le labbra nervosamente. “In tutta
onestà?”
“In
tutta onestà.”
“Speravo
ricambiassi il mio bacio,” ammise Jongin,
abbassando la testa imbarazzato. “E che mi dicessi che anche
io ti piaccio. E poi speravo che avremmo potuto avere alcuni
appuntamenti davvero smielati e che ti avrei potuto tenere per mano in
corridoio e magari baciarti qualche volta, e avrei potuto aiutarti con
tutti i tuoi problemi e tu avresti potuto ridere alle mie battute e,
sai, cose così. Ma, voglio dire, non sono troppo
esigente.” Sorrise leggermente, le guance rosse mentre
abbracciava Sehun gentilmente, così delicatamente, ma
abbastanza stretto da far sentire Sehun al sicuro. Un senso di
sicurezza non era qualcosa a cui Sehun era abituato.
Un sorriso
tirò le labbra di Sehun – qualcosa che, fino a
pochi minuti fa, non pensava sarebbe successo di nuovo così
velocemente, se mai fosse successo ancora. “Ci hai pensato
davvero tanto.”
“Già,” ammise Jongin.
Il cuore di
Sehun cominciò a battere velocemente, e qualcosa gli si
strinse nel petto, ma qualcosa di positivo. Sehun conosceva il dolore,
e questo era esattamente l'opposto. (Questa era la cura) “Devo prendere la
mia decisione ora?”
Gli occhi di Jongin si spalancarono
immediatamente, e scosse la testa. “No! No, certo che no.
Prenditi tutto il tempo di cui hai bisogno. Io posso aspettare. Posso
aspettare per sempre.”
Nessuno dei
due si mosse, e Sehun guardò a lungo Jongin, lo
guardò dritto negli occhi, e vide sincerità e
onestà senza confini, e qualcos'altro, qualcosa come
affetto, qualcosa che forse Sehun avrebbe dovuto vedere tempo fa. Sehun
lo guardò, semplicemente provando, e la sua testa era troppo
confusa per gestire le cose, quindi si affidò solo
all'istinto. Sehun non aveva mai lasciato che fosse il suo cuore a
pensare per lui, perché il cuore dimenticava il dolore e il
rimorso troppo facilmente, ma in questo momento, Sehun pensava che il
suo cuore conoscesse la risposta migliore. “Okay,”
sussurrò, e si chinò molto lentamente, come
Jongin aveva fatto poco prima. Gli occhi del ragazzo si spalancarono, e
Sehun gettò al vento l'apprensione e la paranoia,
perché sentiva che questo era giusto, sentiva che era una buona idea, e lo
sentì ancora di più quando prese il viso di
Jongin tra le mani per baciarlo gentilmente. Le cose erano davvero
incasinate, e davvero confuse nella testa di Sehun, ma questo era
davvero semplice. A volte, Jongin era l'unica cosa che brillava
luminosa e chiara nella vita offuscata di Sehun.
Quando Sehun
si ritrasse un momento dopo, Jongin lo stava guardando con occhi
meravigliati, come se non riuscisse a credere che questo stava
succedendo. Sinceramente, Sehun conosceva quella sensazione. “Sai,”
disse Jongin, fermandosi per schiarirsi la voce. “Spero tu
sappia che questo significa che non ti libererai mai più di
me.”
E Sehun
sorrise, luminoso e non trattenuto (rotto, ma curato), e Jongin lo
tirò in un altro bacio. “Non mi
è mai piaciuto nessuno prima,” sussurrò
Sehun contro le sue labbra calde.
Jongin
annuì, e la sensazione travolse Sehun come un brivido di
felicità. “Penso mi piacerebbe essere il tuo
primo.”
Sehun rise,
troppo stravolto per trattenersi (o forse non ne aveva semplicemente
bisogno), e sussurrò, “Sì,
forse.”