Conoscevo tutto io di te:
la piega del collo al profumo di fragole,
il tremolio della voce consumata dal terrore,
la forza della rabbia che traspariva dalla pelle.
Ricordavo tutto io di te:
degli scherzi fatti di nuvole,
del pianto incontrollabile tra le coperte,
degli abbracci muti e indispensabili.
E tu, non hai saputo niente di me:
delle notti bianche che sapevano delle tue carezze,
dei nodi fatti di stomaco, cuore e cervello,
delle grida su quel palazzo di sogni.
Il mio sentimento ignorato, distrutto, ucciso, dilaniato,
da quando gli occhi tuoi hanno smesso di parlarmi.
Ora rimangono i miei ricordi, quando le sere si fanno di piombo,
ma dimmi
se quando i tuoi occhi per sbaglio riconoscono i miei,
ti manco.