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Autore: lobelia181    20/07/2016    2 recensioni
[solo i 19 anni dopo non esistono, il resto rimane invariato]
Severus Piton, nonostante abbia ricoperto il ruolo di preside per un solo anno, fa comunque parte dei quadri appesi alla parete dell'ufficio del preside ad Hogwarts. Hermione ormai conosce il passato del suo ex professore di pozioni: come si comporterà?
DAL CAPITOLO 3
«Dovrebbe essere intelligente…eppure alle volte si intestardisce così tanto… Dovrebbe vivere la sua vita e basta senza attaccarsi troppo a ciò che non potrà mai avere»
Silente rise di gusto.
«E’ strano Severus, è proprio ciò che cercavo di farti capire io, qualche anno fa».

DAL CAPITOLO 5
Si avvicinò al quadro con furia e lo staccò dal muro sotto lo sguardo divertito di Albus che aveva assistito alla scena nel più completo mutismo.
«Che sta facendo Granger?», ringhiò Severus, ma lei si limitò a rimanere in silenzio e prese a marciare verso l’uscita. Spalancò la porta e camminò a falcate lunghe, sotto gli occhi attoniti di alcuni ragazzi che la osservavano tenere fra le braccia il quadro adirato e non si fermò fino a che non arrivò alla torre, all’esterno del castello.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Silente, Hermione Granger, Minerva McGranitt, Severus Piton, Un po' tutti | Coppie: Hermione/Severus
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Capitolo 04
 
Il tempo trascorreva velocemente ad Hogwarts ed Hermione cominciava ad abituarsi ai nuovi ritmi da insegnante; aveva molto tempo libero nel tardo pomeriggio e lo trascorreva immersa nei libri o a correggere i compiti dei suoi alunni.
Brevemente, aveva imparato a memoria i nomi di tutti e ormai non aveva alcun problema a richiamare l’attenzione in aula. Tra le sue classi si era affezionata moltissimo a quelli del primo anno, perché i bambini erano gioiosi e pieni di curiosità. Certo, erano anche chiassosi, ma sempre volenterosi di imparare cose nuove e questo lei lo apprezzava molto.
Le classi del sesto e settimo anno invece, erano quelle che conosceva meno, perché Minerva l’affiancava nelle lezioni aiutandola ad ottenere il rispetto di quei ragazzi e dandole una mano negli argomenti più complicati.
Inoltre si era resa conto che non era molto apprezzata dagli studenti più grandi, aveva visto benissimo le occhiate torve che gli lanciavano mentre passava tra i banchi. Inizialmente pensava fosse per la sua natura di nata babbana, poi invece intuì fosse per via della sua età, più di una volta aveva sentito sussurrare fra i banchi cose come “perché dovremmo dare retta a quella lì? Ha praticamente la nostra età!”. Le prime volte che quelle frasi arrivarono alle sue orecchie cercò di non farci caso, era convinta non sarebbero durate molto, quando si accorse però che proseguivano nel tempo iniziarono ad infastidirla.
Aveva provato più volte a far tacere quelle malignità, cercando di dare il massimo come insegnante e di far notare la sua bravura, ma i suoi tentativi erano tutti falliti miseramente.
Quando ormai aveva perso le speranze, una mattina di novembre Minerva mise a zittire tutti con poche e semplici parole.
«Ora basta!», aveva urlato facendo calare la classe in un silenzio intimorito «dovreste essere orgogliosi di avere una professoressa come lei ad insegnarvi, è stata al fianco di Harry Potter, il bambino sopravvissuto, aiutandolo a sconfiggere Voldemort», nel sentir pronunciare quel nome, un chiacchiericcio spaventato si levò nell’aula, ma durò poco «dovreste soltanto ringraziarla, perché è anche merito suo se siete qui oggi! Quindi, se volete ancora aprire bocca, fatelo solo se avete qualcosa di intelligente da dire e non per sputare sentenze!».
Hermione era rimasta stupita dal comportamento della preside, ma non poté che esserne felice ed orgogliosa, le faceva piacere essere apprezzata.
Da quel momento in poi, i commenti negativi su di lei scomparvero completamente ed anzi, qualche ragazzo le si avvicinò per ringraziarla del suo contributo durante la guerra.
Era finalmente serena e le sue giornate iniziarono a trascorrere ancora più pacificamente di prima.
Un venerdì pomeriggio, proprio mentre Hermione aveva deciso di prendersi un attimo di pausa da tutto facendo una passeggiata fuori dal castello Neville arrivò al suo fianco trafelato. «Ciao Hermione!», esordì cercando di riprendere fiato «era da un po’ che ti cercavo, domani verresti ai tre manici di scopa? Ci saranno anche Harry, Ron e Ginny».
La ragazza sorrise «certamente Neville! Andiamo assieme?»
Lui annuì e poi scappò all’interno del castello perché aveva un incontro con la professoressa Sprite.
Hermione si sistemò la sciarpa attorno al collo e cominciò a passeggiare con uno spirito più leggero, era da tanto che non vedeva i suoi amici, certo era sempre rimasta in contatto con loro tramite le lettere, ma l’effettiva presenza e compagnia dei suoi amici le era mancava davvero molto.
 
**********
 
Lo guardò con aria interrogativa mentre mille domande cominciarono a farsi largo nella sua testa «cosa intendevi dire con “Piton non è mai stato tuo, è sempre stato di Silente?”»
Harry si sistemò gli occhiali e contemplò l’amica con aria colpevole «esattamente ciò che ho detto Hermione. Il professor Piton è sempre stato dalla nostra parte ed io ero così convinto che facesse ancora parte dei mangiamorte che non mi sono mai interessato a verificare la veridicità del mio pensiero, convincendo anche voi della sua colpevolezza!»
«Miseriaccia! Vuoi dirmi che il professore è sempre stato dalla nostra parte Harry?», domandò Ron cercando la mano di Hermione e stringendogliela.
«Esatto…Severus è sempre stato dalla parte dei buoni. O meglio, da giovane faceva sì parte dei mangiamorte, ma a causa di mia madre poi-», il ragazzo fu prontamente interrotto dal suo migliore amico «che c’entra tua madre adesso?»
Harry si passò una mano sulla sua cicatrice, ormai solo più per abitudine, non più per dolore «Severus era innamorato di Lily, mia madre, per questo poi decise di far da spia per conto di Silente, perché si sentiva in colpa per ciò che era successo ed aveva promesso di proteggermi per rimediare agli errori del passato», il ragazzo sospirò, ormai stanco «ero così preso da me stesso che non ho nemmeno fatto caso alle persone che davvero mi volevano proteggere».
Ginny si strinse contro di lui, trovando quel contatto da tempo desiderato, scuotendo più volte la testa. «Non dire così Harry, nessuno aveva notato le reali intenzioni del professore, non fartene una colpa!»
«Nemmeno la professoressa McGranitt credeva più nel professore e nella sua fedeltà verso Silente», proseguì sconsolata Hermione per dare man forte all’amica.
Pronunciando quelle parole una strana sensazione le pervase lo stomaco.
Severus, da tutti temuto e da molti altri anche odiato, era stato quello che più aveva cercato di proteggere Harry da Voldemort e lo aveva fatto nella più completa solitudine.
Era così coinvolto nella guerra che non aveva la possibilità di confidarsi con nessuno.
Com’era stato possibile che nessuno, fra professori ed alunni, si fosse accorto di quanto stesse facendo per loro?
Se lo immaginò quel suo professore cupo: immerso nel buio dei sotterranei a combattere da solo una battaglia più grande di altri.
A quel pensiero, un brivido le percorse lungo la schiena, facendola tremare.
Ron che aveva sentito quel lieve fremito le domandò se avesse freddo, ma lei negò con la testa, era solo stanca, gli rispose. Solo stanca.
 
**********
 
Gli occhi di Ronald erano stati fissi su di lei per quasi tutto il pomeriggio ed Hermione si sentì quasi in imbarazzo per l’insistenza di quello sguardo.
Lo sapeva che Ron provava ancora qualcosa per lei, ma averne l’assoluta certezza la metteva stranamente a disagio. Si sentiva in colpa per come erano andate le cose con lui. Durante la guerra era certa che i suoi sentimenti per lui fossero sinceri, ma a seguito di essa si era sentita vacillare.
La passione e quell’amore che aveva provato all’inizio erano semplicemente spariti.
Spariti e sostituiti da altri.
Spostò la sua attenzione sull’unica coppia in quel tavolo: Harry e Ginny.
Era contenta per loro e li trovava davvero perfetti l’uno per l’altra. Harry a seguito della battaglia, aveva la tendenza a lasciarsi andare alla tristezza e Ginevra sapeva benissimo come tirarlo su di morale e farlo tornare a sorridere nuovamente. D’altro canto Harry, era stato accanto a tutta la famiglia Weasley nei momenti più difficili, come ad esempio al funerale di Fred. Se lo ricordava ancora, Hermione, tutte quelle teste rosse unite nello stesso cordoglio con la faccia stravolta dal tormento. Non poteva dimenticare soprattutto lo sguardo di Molly, quell’espressione avvolta dal rimpianto, dal senso di colpa e da un cieco ed assoluto dolore.
I suoi pensieri furono interrotti da Ginny che le si avvicinò e le chiese come stava andando ad Hogwarts, nonostante fossero lì da almeno un’ora, nessuno le aveva ancora rivolto quella domanda ed Hermione non poté che sorridere orgogliosa e raccontare tutto all’amica.
Fu una giornata splendida, notò Hermione, ritrovarsi assieme ai suoi amici l’aveva fatta tornare indietro nel tempo e si domandò come mai non erano riusciti a incontrarsi prima.
Quei momenti di sincera intimità le erano mancati davvero troppo.
Prima che si salutassero, Harry le si avvicinò e le chiese: «allora, hai avuto modo di parlarci?»
Hermione si strinse nelle spalle.
Come avrebbe potuto dirgli che, durante il suo ultimo anno da studentessa, aveva praticamente assediato l’ufficio della preside con il solo scopo di poter parlare con lui?
«Si», biascicò lei.
«E…?», insistette il suo amico «sei riuscita a fargli sapere quella cosa?»
Hermione grugnì.
Certo che ci era riuscita, se lo ricordava bene il primo incontro con Severus.
 
 
**********
 
«Allora, vuole dirmi che ci fa qui, signorina Granger?», sputò lui, non appena vide che la ragazza non accennava a muoversi e non sembrava intenzionata ad aprir bocca.
Hermione stava cercando le parole giuste, ma non riuscì a proferirne nemmeno una.
Si sentì stranamente seccata all’idea di non riuscire a trovare delle frasi adatte, così era rimasta imbambolata davanti a quel quadro incapace di fare alcunché.
«Per l’amor di Merlino, Granger, contegno! E chiuda quella bocca, non sono interessato a sapere cosa ha mangiato nelle precedenti ore», riprese lui.
Quel richiamo bastò a ridestare la ragazza, facendola arrossire e chiudere di scatto la mascella.
«Quindi, Granger?», domandò nuovamente lui, visibilmente seccato.
«Volevo ringraziarla, professore», esclamò lei.
«E di cosa?»
«Di tutto l’aiuto che ci ha dato, della protezione che ha dato ad Harry, a noi, a tutta Hogwarts, all’intero mondo magico. Sono certa che non avremmo vinto senza il suo aiuto ed Harry ci teneva a farle sapere quanto ha apprezzato tutto ciò che ha fatto per lui»
Le labbra di Severus si fecero ancora più sottili, mentre un sopracciglio si inarcò spaventosamente in alto, rendendo l’espressione del professore tutt’altro che accondiscendente.
«Il signor Potter ha apprezzato talmente tanto da sentirsi in obbligo di mandare lei per riferirmi queste parole, Granger?»
Hermione arrossì di nuovo ed annuì, si sentì stranamente stupida in quel momento, la frase del professore le aveva fatto notare quanto poco potevano sembrargli reali i ringraziamenti di Harry, dato che non provenivano direttamente da lui, ma da qualcun altro.
«Immagino che Potter si sia sentito troppo sveglio per concludere l’ultimo anno ad Hogwarts» proseguì laconico lui «devo dedurne forse che il bambino che è sopravvissuto si senta troppo intelligente per queste mura? Non si ha mai finito di imparare, Granger!»
Lei stava per ribattere, per difendere il suo amico, ma con uno sbuffò spazientito il professore di pozioni scomparve, lasciando il quadro vuoto e lasciando lei sola.
La mora rifletté su quelle parole, inizialmente non vi trovò alcun collegamento con ciò che lei gli aveva comunicato, non capiva come i suoi ringraziamenti avessero potuto portarlo a schernire per l’ennesima volta Harry.
Poi capì: era la stoccata finale che aveva rivolto a tutti loro, quel suo breve accenno al fatto che non si finiva mai di imparare era riferito al ruolo che aveva avuto lui stesso durante la guerra e al fatto che nessuno avesse capito da che parte stava.
Che solo lo studio e la conoscenza avrebbero potuto fare più di qualunque altra cosa e che invece lo scegliere di non farlo avrebbe potuto portare a commettere gli stessi errori del passato.
Hermione, a quella rivelazione, si sentì strana.
Per la prima volta si ritrovò d’accordo con i pensieri di Severus, o forse, per la prima volta, lo aveva realmente ascoltato senza giudicarlo e basta.
 
**********
 
«E’ rimasto lo stesso scorbutico professore di sempre Harry, non è cambiato per niente! Ha accolto i ringraziamenti come se qualcuno gli avesse lanciato una cruciatus», le rispose lei, omettendo tutto il resto dell’episodio, ma a ripensarci non poté fare a meno di sorridere.
Severus era davvero rimasto il solito intrattabile professore di sempre, neanche la morte aveva scalfito il suo spirito brusco.
Nonostante tutto però, lei aveva iniziato ad apprezzare quel suo carattere e quella sua ironia critica e pungente che lo contraddistingueva.
Ginny, che aveva ascoltato di nascosto la conversazione e che aveva notato il sorriso dell’amica dipingersi fra le labbra si avvicinò. «E questo ti fa sorridere?», chiese innocentemente.
Hermione avrebbe potuto inventarsi mille scuse e negare l’evidenza dei fatti, ma non riuscì a mentire e alla fine cedette «si», rispose soltanto, suscitando così l’interesse della rossa.
«E perché? Quando era un professore noi tutti lo temevamo e se dici che non è cambiato affatto, non capisco come quel suo comportamento ti possa far sorridere ora. Cosa è cambiato?»
«Tutto», la sua risposta fu solo un flebile sussurro, che però arrivò chiaramente alle orecchie di Ginny che spalancò gli occhi, sorpresa. Hermione distolse lo sguardo e sperò che la sua amica non avesse intuito cosa realmente si celava dietro a quella sua dichiarazione.
«Hermione, dobbiamo andare» esclamò Neville alle sue spalle salvandola dall’interrogatorio che ne sarebbe potuto seguire.



NOTE DELL'AUTRICE: scusatemi per il ritardo, ma il mio computer ha pensato bene di spegnersi sul più bello eliminando del tutto il capitolo che stavo scrivendo, così ho dovuto ripartire da capo... Ora salvo ogni 10 secondi il file di word!!
Spero sia una piacevole lettura.... Al prossimo capitolo!!
  
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