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Autore: Sainthumangrace    20/07/2016    1 recensioni
Il mondo va avanti anche quando tutti vorremmo che si fermasse, un attimo solo, per darci il tempo di respirare. E' questa la verità contro la quale tutti i giovani sbattono il muso prima di crescere. E Marco, il muso, se l'è quasi spaccato. Il ricordo infantile di una favola, di un peluche, di una coperta, del latte zuccherato. Il ricordo infantile di una mamma e la consapevolezza adolescenziale che ormai la vita sia andata avanti. Saranno queste le premesse per una nuova vita per Marco Calendula, che una mamma non l'ha mai conosciuta e che l'amore lo conosce soltanto per finta. La storia di come l'amore, quello vero, quello degli amici, della famiglia, quello che si trova solanto nella persona giusta, possa aggiustare un cuore rotto sin dalla partenza. Incrinato, mai curato, mai preso in considerazione per davvero.
-Storia precedentemente pubblicata su un altro mio account EFP che purtroppo mi dava problemi. Capitoli revisionati e pronti alla pubblicazione fino al decimo (il resto della storia è ancora 'in cantiere'). Mi scuso per il disagio.-
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Prologo.


Era il 17 Novembre 1999 quando Maria Sara De Maggio bussò alla porta dei Gentile con un pargolo tra le braccia, talmente piccolo da non capire cosa stesse succedendo; ma abbastanza grande da poter ancora ricordare cosa successe quella sera. E siccome i bambini tendono a far diventare habitat qualsiasi luogo in cui si trovano, la De Maggio aveva proprio studiato tutto. Quando Maria Sara De Maggio conobbe Fabio Calendula, andava ancora all'università di medicina in una città non troppo lontana dal suo piccolo paesino natale, ed amava talmente tanto la sua materia da volerla osservare più da vicino in ogni momento della sua futile vita adolescenziale. Media impeccabile in ogni singolo anno scolastico, e due o tre amiche fidate con cui passare il sabato sera, Maria leggeva libri su suture e tachicardie nutrendosi del loro contenuto così come della Nutella, e guardava video sanguinolenti e assisteva alle operazioni con una rigidità ed una passione negli occhi reverenziali. Il desiderio di operare ella stessa su corpi vivi e caldi, con sangue vero ed adrenalina pura nel corpo, era sempre stata talmente forte in lei da rasentare la perversione, e a tutti era sempre bastato uno sguardo per capire che la De Maggio non era affatto una persona speciale. Nessuna ambizione se non quella di squartare dei corpi chirurgicamente, una personalità piatta e neanche l'ombra di quella scintilla che caratterizza gli occhi dei giovani, e zero, ma proprio zero, di gentilezza. Vanitosa e desiderosa di emergere, Maria Sara aveva iniziato ad apprezzare l'indirizzo medico, inizialmente pensato per scherzo, e a nutrire una crescente passione per la vita umana fantasticando sul suo camice verde nuovo di zecca e sperando di portare a buon termine ogni futura operazione, beccandosi i così tanto agognati meriti e grazie tante. Essendo cresciuta in una famiglia agiata, con la possibilità di permettersi gli studi seppur pagati di controvoglia, con una mente brillante e attenta quale la sua, non fu difficile per lei diventare un mito nella materia. E con un distacco professionale impeccabile e nessun tipo di senso di colpa per un'operazione finita male, si capiva bene e subito che la De Maggio non ci avesse mai tenuto particolarmente ai suoi pazienti, e che non era legata alle persone nemmeno un decimo di quando lo era a sé stessa, e nessuno, neanche a distanza di anni, riusciva ancora a spiegarsi come un uomo rispettabile e sensibile quale il Sig. Calendula fosse mai riuscito ad innamorarsi di lei, o come lei avesse mai fatto ad accalappiare un uomo  di buon cuore come lui, seppur che fosse brava nel suo lavoro fosse innegabile. Nella famiglia De Maggio girava da anni la convinzione che la figlia di Marisa e Pasquale De Maggio sarebbe vissuta e poi morta in solitudine, e nella sua tomba a farle compagnia ci sarebbe stato solo il suo bisturi. Convinzione così tanto diramata nelle loro menti che, all'arrivo delle partecipazioni, con tanto di lista nozze allegata, alla nonna di Maria era quasi venuto un infarto, e quando a distanza di due anni dal matrimonio scoprì di essere incinta, l'infarto venne quasi a lei. Fabio Calendula era sempre stato per Maria il marito che tutte le donne desiderano, ma tutto ciò da cui lei non vedeva l'ora di scappare. Prima di sposare Fabio con il quale aveva convissuto per almeno due mesi, dopo un anno di fidanzamento, tutti credevano che finalmente lei - propensa alle scelte affrettate - avesse trovato qualcuno capace di gestirla. Evidentemente non era così, e dopotutto, Maria era sempre stata l'enigma di tutta la famiglia. Aveva chiesto il divorzio da suo marito circa un anno e mezzo dopo le nozze, e scoprire di essere incinta rovinava decisamente tutto. La sua reputazione ne era compromessa per sempre, e così diventava inoltre inevitabile il dover restare con Fabio per altrettanto tempo. Si chiedeva sinceramente, nella solitudine delle sue pause pranzo, se sarebbe mai riuscita ad ottenere ciò che voleva: la sua libertà, il cui desiderio malato la stava portando alla depravazione totale, un desiderio clinico, derivante dai più reconditi meandri della sua mente, impossibile da curare, e che la stava portando sulla lunga ed infinita strada della pazzia. La medicina era vita per lei, e studiava ogni singolo batterio nuovo per sperimentarne nuove cure. Aveva fatto nascere decine e decine di bambini chirurgicamente, ed egregiamente, ma se era del suo utero a trattarsi allora era un altro paio di maniche. Maria era consapevole dei suoi problemi, e ad essi non aveva intenzione di aggiungerne altri. Furono queste le premesse per il primo aborto nella storia dei secoli della famiglia De Maggio, bigotta e contraria all'innaturale per principio, e dalla quale Maria si era sempre sentita una cosa a parte. La motivazione per la quale presto il primario di chirurgia più famoso del paese, Maria Sara De Maggio in Calendula, venne bandita dalla sua famiglia, era senz'altro la goccia che fece traboccare il vaso, dopo anni di decisioni antisonanti con le proprie radici ed azioni deplorevoli per l'intero cognome della sua casata. Maria aveva sempre affrontato tutto a testa alta, era riuscita a farsi perdonare da Fabio per il bambino perduto, aveva voltato pagina con la sua famiglia, e soprattutto, era ritornata alla solita routine lavorativa che le teneva occupata la mente e le permetteva di restare con i piedi ancorati per terra. Le cose iniziarono ad andare per lo scatafascio quando Fabio Calendula si ammalò di cancro, e quando, a distanza di un mese dalla morte del marito, Maria Sara scoprì di essere incinta di un secondo bambino, e l'aborto le venne vietato, troncato da una gravidanza scoperta già al quinto mese, quando ormai era impossibile eliminare il feto. I parametri vitali della madre, e tanto meno i suoi valori psicologici le resero possibile un aborto terapeutico, e fu presto costretta a dover tenere il bambino, che nacque, e visse per i primi tre anni della sua vita con la madre. Se due certezze si possono avere adesso su Maria De Maggio, esse sono la sua puntualità e bravura nel lavoro, e la sua crescente infermità mentale. Un accennato bipolarismo non diagnosticato decisamente peggiorato dopo lo scorrere degli ultimi eventi, e che stava portando la vita della donna al collasso. Fu nella solitudine di una famiglia che l'aveva abbandonata e la depressione di un marito morto e lo stress di un bambino non voluto che Maria perse il lavoro. E solo allora, fu certa di aver perso tutto. Fu all'asilo che le maestre si accorsero delle piccole incisioni sul corpo del piccolo Marco Calendula. E fu solo grazie agli assistenti sociali che il piccolo venne sottratto alla sua unica famiglia. Non fu poi tutto questo gran colpo scoprire che non poteva più tenere il suo bambino, ma senz'altro lo fu il fatto che egli doveva vivere con i più vicini parenti di sangue che l'avessero voluto. I nonni erano da escludersi, dato che con i suoi genitori non parlava mai, e i suoceri erano rispettivamente uno morto e l'altra all'ospizio. Le sorelle di lei erano troppo piccole, e Fabio era figlio unico. Fu così che la decisione ricadde sui Gentile, lontani cugini, che non sapevano neanche della sua esistenza.






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Salve a tutti e ben ritrovati sulla ripubblicazione, speriamo ufficiale stavolta, di "Come zucchero filato"!
Innanzitutto un benvenuto di tutto cuore ai nuovi lettori
(che spero ci saranno), ignari di tutto il casinaccio che si cela dietro questa storia.

Per tutti i vecchi lettori invece (che mi premurerò di contattare personalmente) UN ENORME SCUSA. Non solo per i non aggiornamenti ultimamente ma anche per aver dovuto eliminare la storia dal mio vecchio account. Una piaga, vi giuro. Avevo problemi ovunque e di ogni genere, non riuscivo più a pubblicare, mi si eliminavano i capitoli e si modificavano in perfetta autonomia, non mi faceva spesso accedere... insomma, uno strazio. Ma una mia amica che ha avuto lo stesso problema mi ha consigliato di provare a cambiare account e visto che con lei ha funzionato, l'ho fatto e MI AUGURO dunque che funzioni anche per me.
Ho naturalmente salvato tutte le vostre fantastiche recensioni, che ovviamente non potevano andare perdute, e tutti i vostri messaggi di incitazione. Mi scuso enormemente per il disagio creatosi ma sono stata più o meno costretta...

Perlomeno ora siamo in piena carreggiata! Inoltre i capitoli sono tutti revisionati perciò spero che per i vecchi lettori non sia uno strazio rileggerli.

Alla prossima dunque,

Sainthumangrace
   
 
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