The Nekodachi
Le
stelle
stavano già scomparendo dalla volta celeste quando il
Nekodachi di Conan cacciò
la testa fuori dal grande portone del tempio, in cerca di Ai. La vide
subito,
era seduta a pochi metri da lui e teneva lo sguardo alzato, fisso sul
cielo.
-Che fai?
Non dormi?- disse cautamente Conan.
La scienziata si voltò a guardarlo. L'espressione era calma
ma era visibilmente
stanca. -Ho fatto davvero la scelta giusta?-
Il Lovedachi sospirò e si sistemò accanto a lei.
-Non potevamo fare di più.-
Ai chinò il capo di scatto strizzando gli occhi.
-TU... non potevi fare di più.- puntualizzò Conan,
e la strinse forte a sé.
-Anche Hattori e Kid hanno fatto il possibile. Hanno cercato Ayumi a
lungo, e
ora si stanno finalmente riposando. Dovresti farlo anche tu.-
La guardò
intensamente dritto negli occhi. -Stai tranquilla, Hattori mi ha detto
che
prima dell'arrivo di Ayumi ha contattato Genta. Verranno a prenderci e
diremo
agli agenti di cercare Ayumi.-
Il piccolo detective sorrise alla sua amata con calore, tuttavia Ai non
sembrava sollevata.
-Aì, non fare così...- miagolò
dolcemente lui.
-...Non... non c'entra Ayumi-chan... o almeno non è solo
quello.- disse infine la
Nekodachi.
-Su Aì, racconta.-
La scienziata lo guardò, seria. -Non ce n'è
bisogno. Vieni con me e capirai.-
-Uurf...- mugolò Kaito Kid.
Il famoso ladro non riusciva a dormire. In realtà si era
addormentato, ma gli
sembrava di essersi appisolato per solo pochi minuti. Ora giaceva nella
sala
del cristallo accanto a Heiji, che dormiva profondamente. Lo
guardò e mosse i
baffi con un guizzo di divertimento negli occhi. Vorrei avere la sua spensieratezza.
Dal buco circolare sopra al cristallo entrava la debole luce
dell'alba.
Kaito rinunciò al riposo e si mise in piedi. In quel momento
colse un movimento
fuori dalla sala. Si incamminò e oltrepassò
l'uscio, appena in tempo per vedere
Ai e Conan sparire nella porta alla sua destra, dal lato opposto delle
scale. Cos'hanno in mente?
Qualcosa lo spinse a seguirli di soppiatto. Perdonatemi, non voglio farvi nulla di male.
Alla fine li raggiunse in fondo alla
lunga camera, e
si nascose dietro uno scaffale pieno zeppo di libri.
-Sì, dovrebbe essere questo.- udì la voce di Ai.
-Un libro?- le fece eco Conan.
-Sì. Leggi.-
Kaito Kid rimase in attesa lì in quella
posizione per un bel po'.
Cominciarono addirittura a fischiargli le orecchie per l'apprensione.
Infine
sentì le parole tremanti del suo rivale.
-Allora... allora siamo...-
-Il tuo umano non è d'accordo col nostro rapporto...-
-Ma io sono un Lovedachi, no?-
-Esatto... hai idea di che cosa dobbiamo fare?-
Silenzio.
-Aì... vuoi farlo sul serio?-
-Non abbiamo altra scelta.-
-Aì...-
-Per il bene di noi tutti... per chi ci seguirà...-
-Ce la faremo?-
-Conan... noi...-
Kid inarcò le sopracciglia. Cosa? Che sta succedendo?
Si mosse
leggermente, quel tanto per riuscire a vederli. Dietro di loro vi era
una
scrivania e davanti a Conan, sul pavimento, si trovava un libro enorme
dalla
copertina gialla. Ai avanzò verso il detective e gli prese
le zampe con le sue.
-Aì...-
-E' questo, Conan... il nostro destino. Noi saremo i primi.-
Il Nekodachi più grande inghiottì la saliva, ma
appena fece ciò vide l'orecchio
di Ai ruotare nella sua direzione, e si irrigidì.
-Lo so che sei lì, Kaito-sama.-
Allora l'interessato fece qualche passo avanti e si mostrò
ai suoi due piccoli
amici.
-M-mi spiace, non volevo, davvero...- disse mortificato. -Ma... avrai
mica
sentito che ho...?-
-Cosa?- Ai spalancò leggermente gli occhi, poi disse in
tono canzonatorio:
-Ho solo sentito il tuo odore-.
Conan spostò lo sguardo prima su Ai e poi su Kaito Kid.
-Ehy... non provare ad
annusare gli altri, tu, piccola...- e le sfregò con forza la
zampa anteriore
sul ciuffo ramato in testa.
-Ahah... sei geloso?-
-Non dovrei?-
-Non rovinarmi il ciuffo!-
-Posso... posso sapere cosa avete in mente?- si intromise il ladro
timidamente.
I due Nekodachi smisero di scherzare e lo guardarono con attenzione. Il
detective guardò l'amata e si sforzò di dire: -Ci
potrebbe aiutare...-
Ai rimase zitta per qualche secondo, poi finalmente parlò.
-Va bene. La verità è che noi...-
***
-Yokoooo, sei meravigliosa! Grande, grandeee!-
-Papà, ti pare il momento?!-
Era il pomeriggio dopo la lunga notte passata alla centrale di polizia.
Kogoro
non aveva ricevuto alcun caso su cui indagare, perciò si era
concesso qualche
ora di piacere guardando il suo programma preferito con Yoko Okino. Ora
guardava estasiato lo schermo, mentre il suo Nekodachi era
lì accanto che
fumava una sigaretta. Ran squadrò il padre da capo a piedi.
-Stiamo aspettando che gli agenti ci dicano qualcosa sul Nekodachi di
Conan-kun
e tu te ne stai lì a sbavare davanti alla tv?!-
La Nekodachi della ragazza sbuffò, poi drizzò le
orecchie. Un istante dopo si
sentì bussare alla porta.
-Avanti!- disse Ran ad alta voce.
-Ehy salve! Sono io!-
Un ragazzo dal ciuffo sbarazzino entrò nella camera
principale dell'agenzia.
-Heiji-kun! Sei arrivato!- sorrise Ran sorpresa.
-Già, ehm... dov'è il piccoletto?-
-Il nanerottolo è dal dottor Agasa. Sta sempre da lui in
'sto periodo...-
-Beh è normale... vuole stare con i suoi amici, in un momento
come questo.-
disse Ran comprensiva.
-Peeeerfetto, lo raggiungo all'istante.-
-Ah aspetta! Kazuha non è con te?- domandò Ran.
-No, è a Osaka, ma comunque sa già tutto. Beh, io
vado!-
Appena Heiji scomparve oltre la porta, la Nekodachi di Ran si rivolse
alla tua
Teemee.
-Secondo me Heiji nonostante la situazione è
tranquillissimo.-
-Cosa te lo fa pensare?-
-Beh, su di lui non vi era alcun odore di paura o simili!-
....
...Capitolo di transizione, nulla di che. Siamo vicini alla fine raga! Contenti? xD