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Autore: acchiappanuvole    21/07/2016    1 recensioni
"...la maggior parte di quelle persone sono nate dormendo, vivono dormendo, si sposano dormendo, allevano i figli dormendo, muoiono dormendo senza mai svegliarsi. Non arrivano mai a comprendere la bellezza e lo splendore di quella cosa che chiamiamo esistenza."
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Reim

Nella camera c è silenzio. Il fuoco acceso. La culla ai piedi del letto. E’ la stanza con la grande vetrata dove aveva vissuto Break per tutti gli anni che le era rimasto a fianco. Sharon, tornata alla residenza dei Rainsworth come sposa, l’aveva scelta per questa ragione. Sua figlia è  nata in quella stanza. Là dormono lei e Reim; Reim sul lato sinistro del letto. Sharon sul lato destro.  Quando lui è assente, le è difficile addormentarsi senza il calore rassicurante del suo corpo. La loro identità si fonde in quella stanza, in quel letto.
Reim guarda oltre la vetrata. Sharon si chiede se stia guardando il bosco, il lago o  il passato. Sa che vede ancora quest’ultimo, come accade anche a lei. E’ una giornata fredda e luminosa , con la luce che gli investe il volto, Reim sembra ancora molto giovane. A volte Sharon ha l’impressione che il tempo per lei abbia iniziato ad andare troppo in fretta, a vendicarsi di tutti gli anni ai quali lei si è sottratta senza che lo scorrere delle ore alterasse il suo aspetto. Perché lei inizia ad avere dei capelli bianchi e lui no? Il viso di Reim rivela il suo passato, i ricordi, i momenti più difficili. Ma quei segni affiorano solo quando è stanco o depresso. Quando è preso da qualche nuovo progetto per la proprietà o per un orfanotrofio, quasi scompaiono. Si muove con la disciplina di un tempo, parla con lo stesso dolce fervore. Allora sembra giovane e anche avanti con gli anni. A volte Sharon pensa “ è un uomo giovane legato a una moglie che invecchia”. Si abbandona sui cuscini e chiude gli occhi. Cerca di dominare le lacrime, le odia e le disprezza perché l’assalgono nei momenti inaspettati, in una reazione fisica incontrollabile. E’ inutile che i dottori le dicano che quella depressione era prevedibile dopo un parto difficile come il suo.
“Tesoro”, Reim ha visto le lacrime. La prende fra le braccia, “non piangere. E’ per qualcosa che ho detto?”
“No, certo che no.” Sharon si asciuga gli occhi con aria malinconica “sono piena di malinconie e…oh, mi sento vecchia e stizzosa. Insopportabile. Scusami.”
“Vecchia?”
“Reim non mentire, mi vedo allo specchio.”
“Sei bella, e lo sai. I tuoi capelli risplendono, la tua pelle è morbida, gli occhi sono pieni di luce. Ora li bacerò  e non voglio vederti piangere. Ecco, vedi? Sei incantevole come tua figlia.”
Sharon sorride, “Reim, non è incantevole. Lo sappiamo. L’amo con tutto il cuore, ma resta il fatto…”
“Quale fatto?”
“Ha pochi capelli. Ha la faccia rossa, soprattutto quando strilla. Ed è magra. Ammettilo, abbiamo una figlia pelle e ossa.”
“Non è vero” Reim si alza. Va a guardare la culla. “Adesso non strilla, non è rossa in viso. Ha le orecchie che sembrano conchiglie delicate. E le unghiette…e poi…”
“e poi?”
“Avrà le lentiggini. Sul naso. E i capelli come i tuoi”, Reim si riavvicina al letto e prende le mani di Sharon.
“Prometti che non piangerai più.”
“Non posso. Sono sentimentale. Piangerò alla cerimonia.”
“Va bene, potrai versare qualche lacrima. Poi nulla fino a …”
“fino a quando?”
“Alle sue nozze, credo. Allora le madri piangono sempre.”
“Dovranno passare anni.”
“Meglio.”
“Tanto tempo senza lacrime…”
“ Gli anni non sono niente. Pensa a tutto ciò che abbiamo! Sai cosa ho pensato quando è nata?”
“Cosa?”
“Ho pensato a tutte le cose che non ho fatto. Le cose che la mia famiglia si aspettava da me. Ho pensato a Break, a quanto posso averlo deluso.”
“Reim, non lo hai mai deluso.”
“Invece sì e non ha più importanza, capisci? Perché due cose giuste le ho fatte. Ho sposato te e abbiamo avuto lei”, Reim indica la culla, “non è una gran cosa, dopotutto altri uomini hanno figli. Ma per me è importante. Ho realizzato qualcosa insieme a te. Sai, preferisco avere lei piuttosto che costruire una città, governare un regno. Darei tutte le poesie di questo mondo, per quanto siano belle, non sono nulla in confronto a lei. O a noi”, le stringe la mano, “spero che non ti dispiaccia. O forse si? Forse preferiresti un marito più ambizioso.”
“Non preferisco nessun altro marito, lo sai.”
Sharon gli bacia il dorso della mano. Reim scorge sul suo volto una forza che sentiva di non possedere più, china la testa. Sharon gli accarezza i capelli e Reim si sente finalmente in pace. Dopo qualche istante si raddrizza, bacia la moglie a fior di labbra.
“Devo andare, Gilbert mi sta aspettando. Prometti che cercherai di dormire. Vuoi che chieda a Ada di farti compagnia?”
“Sì, mi farebbe piacere. Lavora a maglia ed io ascolto il tintinnio dei ferri.”
“Tu e lei vi siete avvicinate molto” Reim la guarda con un sorriso perplesso.
“E’ un’amica. Sono contenta che ora sia qui; mi dispiaceva quando doveva vivere sola in quella grande casa.”
“Sì. Forse hai ragione” Reim esita , “allora glielo domanderò.”
“Grazie. Ho tanto sonno. Mi si chiudono gli occhi.”
Reim la sfiora ancora, sussurra un “ti amo” che forse, un giorno, verrà ricambiato. 
  
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