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Autore: DAlessiana    21/07/2016    4 recensioni
Edward fissava la foto, che conservava nel portafoglio, con sguardo perso e la mente affollata di ricordi.
"Parlami di lei..." la voce di Bella fu una dolce melodia che interruppe il filo di pensieri del ragazzo, che per qualche minuto si era dimenticato della presenza della sua fidanzata.
Genere: Generale, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alice Cullen, Carlisle Cullen, Edward Cullen, Isabella Swan, Jasper Hale | Coppie: Alice/Jasper, Bella/Edward
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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I fratelli Cullen, quando scesero a fare colazione, sapevano che non avrebbero trovato il padre, era da qualche settimana che faceva avanti e indietro dall'ospedale a casa di Mark, suo collega e grande amico, tanto che Jasper e Edward lo consideravano una specie di zio. La sua vita era cambiata radicalmente due settimane fa, quando gli era arrivata una chiamata nella quale gli avevano comunicato della morte della sorella e il marito, in un incidente stradale e, come dettato dalla volontà di lei, nei suoi ultimi minuti di vita, Mark doveva occuparsi di Emily, la figlia sedicenne della coppia.
La vita di quella ragazza era cambiata da un momento all'altro, aveva dovuto abbandonare la sua città, la sua scuola e i suoi amici, per andare a vivere a Forks, sotto la tutela dello zio. Così Carlisle cercava di dare una mano a Mark e Julia, grazie ai suoi contatti era riuscito a far ammettere Emily al liceo della cittadina, nonostante l'anno fosse già iniziato e, quando a Mark serviva, faceva anche il doppio turno per coprirlo.
Jasper e Edward, insieme a Bella e Alice, si erano ripromessi di far di tutto per far integrare Emily il più velocemente possibile, così l'avevano fatta entrare nel loro gruppo, donandole la loro amicizia. Quando scesero a fare colazione, i due giovani Cullen, non si sarebbero mai aspettati di trovare, sul tavolo, i loro cellulari e le chiavi delle loro auto. Erano successe così tante cose nell'arco di pochi giorni, che non si erano resi conto che il mese di punizione era passato.

“Vi prego, non fatemene pentire. Vi voglio bene!”


Così recitava il post-it che il padre aveva lasciato appeso al frigorifero. I due ragazzi sorrisero, finalmente liberi.

Quando arrivarono a scuola, con immenso ritardo, i due trovarono Emily davanti alla scuola con lo zaino su una spalla sola, che molto probabilmente voleva andare via e non affrontare la giornata scolastica.
“Emily! Che ci fai ancora qui? È tardissimo!” esclamò Jasper. La ragazza sobbalzò a sentire la sua voce e, scostandosi i capelli biondi dietro l'orecchio, sorrise timidamente.
“Ehm...non credo di entrare oggi” disse, quasi sussurrando. I due si accigliarono, scambiandosi uno sguardo di intesa.
“E perché? Vuoi davvero perderti le acrobazie di Bella durante il torneo di pallavolo?” chiese Edward, alludendo alla scarsa coordinazione della sua ragazza. Jasper scosse la testa, sicuro che se Bella lo avesse sentito gliela avrebbe fatta pagare per il resto della vita.
“No, davvero. Oggi non c'è la faccio. Mi fissano tutti e non mi piace essere l'ultimo pettegolezzo dell'intera scuola!” ribatté Emily, imbronciata. Odiava che tutti la fissassero, odiava gli insegnanti che ripetevano sempre le solite frasi: Ti capiamo, è un periodo difficile, non preoccuparti. Lei voleva essere trattata come una normale ragazza di sedici anni, punto e basta. Era chiedere troppo?
“Vedrai che tra qualche giorno non ti faranno sentire più così importante. Però bisogna affrontarle le cose, scappare non è una soluzione” replicò Jasper, oramai arreso all'idea che la prima ora l'avessero saltata tutti e tre.
“Dai forza entriamo. Tanto l'ora di matematica ormai è andata!” aggiunse, Emily era nella sua stessa classe di quella materia tanto odiata dagli studenti, ma che lui amava. Edward guardò il cellulare, anche lui aveva perso la prima ora, ma non si disperava, biologia era una delle sue materie preferite e il non aver seguito la lezione non l'avrebbe danneggiato.
Emily guardò negli occhi entrambi e, preso un grosso respiro e armata di coraggio, varcò l'ingresso dell'edificio scolastico.

Jasper uscì dall'aula di storia tirando un sospiro di sollievo, quella professoressa avrebbe fatto scendere la depressione anche ad un bambino di otto anni. Stava per raggiungere la mensa, quando passò davanti l'ufficio della consulente scolastica e sentì delle grida, si avvicinò e distinse la voce di Emily.
“Lei mi capisce? Sul serio? Non sapevo che anche i suoi genitori fossero morti per colpa di un idiota ubriaco!” urlò la ragazza, stufa di sentirsi sempre ripetere le stesse identiche cose da settimane, ormai.
“Non mi costringere a convocare tuo zio e mandarti dal preside. Capisco ciò che stai passando, ma devi darti una calmata” la voce della signora Taylor era dolce e comprensiva, Jasper sapeva che se si fosse trattato di un altro studente già sarebbe stato spedito nell'ufficio del preside in attesa dei genitori, da un pezzo.
“Sa una cosa, signora Taylor? Vada all'inferno!” esclamò Emily e, preso lo zaino, corse via. Jasper la bloccò e vide con la coda dell'occhio la donna che stava già camminando verso l'ufficio del preside, se c'era una cosa che la faceva infuriare quella era la mancanza di rispetto. La supplicò con lo sguardo di aspettare e la consulente annuì.
“Jasper lasciami!” stava urlando Emily, ma per tutta risposta il giovane Cullen le strinse i polsi, doveva ascoltarlo.
“Mi spieghi che cosa speri di ottenere comportandoti in questo modo? So il rapporto che hai con tuo zio e so quanto bene gli vuoi. Vuoi davvero deluderlo così tanto? Lui si sta facendo in quattro per darti tutto ciò di cui hai bisogno, Emily! Tu hai perso tua madre, ma non dimenticarti che era anche sua sorella.” aveva parlato con un tono così autoritario che impressionò anche lui, sembrava così simile a suo padre in quel momento.
Fu questione di minuti e la ragazza scoppiò in lacrime, non voleva deludere suo zio, non voleva deludere nessuno. Aveva solo bisogno di qualcuno che la capisse, si voltò e corse ad abbracciare la signora Taylor.
“Lei mi ricorda così tanto mia madre” disse tra i singhiozzi e la donna la strinse più forte, ringraziando Jasper con gli occhi, il ragazzo annuì sorridendo.

Quando il giovane Cullen fece il suo ingresso nella mensa, venne accolto da una saltellante Alice, sicuramente Edward aveva detto a lei e a Bella che erano finalmente liberi.
“Dove mi porti a festeggiare stasera?” scherzò lei, ma Jasper pensò che non era una brutta idea andare da qualche parte, aveva appena scontato un mese intero di punizione e non era di certo poco.
“Che ne dici di andare a mangiare sushi?” domandò lui, prendendola in giro. Era dove l'aveva portata al loro primo appuntamento, che aveva passato nel bagno delle donne a tenere la fronte della sua ragazza, che non aveva un buon rapporto col pesce crudo. Alice gli diede un pugno scherzoso sul braccio.
“Viva la pizza!” esclamò, baciandolo come se non lo vedesse da secoli, pregustando già la dolce serata che li attendeva.



-Salve a tutti!

Perdonate il ritardo, ma questo capitolo è uscito davvero con uno sforzo enorme. Volevo portare un po' di novità, perciò ho messo in mezzo questa Emily...Spero non abbia fatto un errore! 
Sono ancora più curiosa del solito di leggere i vostri commenti, li aspetto con ansia. 
Baci! :*

  
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