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Autore: hooligan9819    22/07/2016    2 recensioni
"Quando smetterai di chiamarmi boss?"
"Quando smetterai di voler avere il controllo su tutto."
"Vorrei avere davvero il controllo su tutto."
"Su cosa non ce l'hai?"
"Su di te e quello che mi fai sentire."
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Justin Bieber
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I miei erano seduti in soggiorno, sul divano più grande.
Dalla cucina sentivo mia mamma farmi i complimenti per come avessi arredato la nuova casa.
Non era da molto che vivevo a Los Angeles, ma sapendo di dover aver base stabile lì decisi di acquistare un appartamento abbastanza accogliente.
Stavo preparando loro un the, dato che entrambi ne andavano pazzi.

“Dai Megan, magari non ti faranno quella domanda. Magari sono solo venuti per rivedere la loro “bambina”, deve essere per forza così.”

Pensai, immergendo le bustine nelle tazze colme di acqua bollente.

Le presi, recandomi di fronte a loro e porgendogliele, sedendomi poi sulla poltrona posta davanti al divano.

Normale conversazione fra genitori e figlia per i primi venti minuti, mi chiesero come andasse con i concerti, se mi sentissi bene e la classica domanda “Mangi?”.

Ogni tanto mio padre faceva qualche sua battutina che riteneva divertente, e che invece scatenava in mamma un’espressione severa come per dirgli di star zitto.

A quel punto cercava il mio sguardo in modo da avere un po’ di appoggio, stile “Hey, dai, ti ho dato la vita, ridi”, e così facevo.
Anche se molto forzatamente.

Mia madre posò la tazza sul tavolino dinanzi a lei, pronunciando un “tesoro…” che sarebbe stato seguito da una domanda.

Ecco, lo sapevo, era arrivato quel momento.

“Io e papà, ecco, vorremmo sapere come va con Mike.. E’ da tanto che non lo nomini ogni volta che siamo su skype, ed insomma, vorremmo sapere come va la vostra storia..”

Mike, il mio ex.

Beh, loro non lo sapevano.

Lo so, si potrebbe pensare che sono una scema per non averglielo detto, ma la situazione era molto più delicata di quello che sembra.
Ho una sorella, Mary, la quale è sempre stata un gradino sopra di me, possiamo dire.
In poche parole, io mi sono diplomata con il minimo dei voti ed ho abbandonato l’idea dell’università perché volevo inseguire il mio sogno di diventare una ballerina, avendo accanto a me il ragazzo che i miei adoravano, figlio di amici di famiglia.
Era la mia prima relazione seria e andrò a puttane tutto... cosa che ovviamente ‘a Mary non sarebbe mai successa’, perché lei non sbagliava mai.
Anzi, qualche tempo prima della visita, durante una delle videochiamate su skype, sfoggiò di fronte alla webcam un anello costellato di diamanti con cui il suo fidanzato le aveva chiesto di sposarla.

Ero felice, questo è ovvio, ma sapevo anche che a quel punto le aspettative dei miei genitori nei miei confronti sarebbero diventate sempre di più.

Speravo di poterli finalmente rendere felici, restando con Mike, ma lui decise di lasciarmi pochissimo tempo dopo esserci trasferiti a Los Angeles.

Diceva che avevamo obiettivi diversi, che i miei continui viaggi per i tour lo avrebbero fatto solo stare male e che addirittura soffrì quando scoprì che ero stata presa tra i ballerini di Bieber.

Deglutii nervosamente, guardando entrambi i miei.

Le parole mi si bloccavano in bocca, non avevo idea di cosa inventarmi per non deluderli.

-“E’…finita…”

Dissi con un filo di voce.

Mia mamma scosse la testa e mio padre sospirò, scrocchiandosi le dita.

-“Cosa hai combinato, Megan?”-

Come immaginavo, lei dava per scontato che fosse per qualcosa che avevo fatto io, e così cominciò a parlare parlare e parlare su come io stessi distruggendo tutto quello che avevo creato fino a quel momento.
Non avrei mai potuto dirle che era per il lavoro che avevo trovato, mi avrebbe costretta a pensarci su con ramanzine di ore ed ore su come quel mio sogno fosse solo un qualcosa di lontano, su come avesse rovinato le altre possibilità di avere una carriera andando all’università e bla bla bla.

E soprattutto, su come avesse rovinato la mia relazione più duratura.

-“Mi sono innamorata di una persona famosa!”- sbottai.

Realizzai solamente dopo di essermi messa ancora più nella merda, ma ormai era troppo tardi per rimangiare quello che avevo detto.
Mia mamma si interruppe nel suo monologo e mi fissò, spalancando gli occhi e serrando le labbra.
Mio padre assunse un’espressione interrogativa ed anche un po’ scioccata.
Borbottai qualche “ehm”, riconoscendo di averla fatta grossa.

-“E chi sarebbe?”-

Chiese successivamente lui, notando che sua moglie continuava a guardarmi insistentemente, senza riuscire a dire una parola.

-“Io… ecco…”-

Tentennai un pò. 

-“Stai dicendo una bugia?!”-

Disse tutto d’un tratto con voce squillante lei, continuando a tenere gli occhi spalancati come chi aveva visto un fantasma. Non avevo mai visto mia mamma così nervosa, ma non capivo se lo fosse positivamente o negativamente.
In entrambi i casi, mi spaventava, ed anche mio padre non sembrava molto tranquillo nello starle accanto.
Le posò le mani sulle spalle, cercando di tranquillizzarla, ma lei non ne voleva sapere e con uno scatto della mano sinistra fece per farlo smettere.

-“No, è che non posso dirlo perché mi è stato detto di non dirlo a nessuno fino a quando non lo avesse deciso lui, ecco!”-

Mi sarei presa volentieri a schiaffi in faccia e me li sarei anche meritati.

“Cosa cazzo stai dicendo, cretina!” sentivo la vocina della mia coscienza insultarmi, il che era comico, dato che forse era rimasta l’unica a non farlo.

-“Oh beh, se è così allora aspetteremo che tu ce lo presenti. D’altronde, non penso che trascorrerà così tanto tempo, no?”-

-“Certo che no, papà.”-

Sorrisi forzatamente, un’altra volta.

Forse sarebbe stato meglio sorbirmi due ore di soliloquio di mia madre, perché adesso sarebbe stata una vita intera. I miei finalmente decisero di andare ad alloggiare in albergo, così uscirono di casa.

Lasciai la porta chiudersi dietro le mie spalle e cominciai a manifestare delle risatine isteriche ogni tanto, girando in tondo per le stanze, pensando e pensando a cosa fare.

Arrivai alla conclusione che la soluzione era una sola, nonostante mi irritasse da morire. Mi morsi le labbra e cominciai a sbattermi la testa contro il muro, ripetendomi quanto fossi scema ed insultandomi ripetutamente, gesticolando a dovere.

“Non posso farlo sul serio!” Dissi tra me e me.

“Ed invece ora ti prendi le conseguenze per ciò che esce dalla tua boccaccia e lo fai!”

Ancora quella vocina.
Che poi non capivo da che parte stesse, era nella mia testa, perché mi andava contro?
Decisi anche che dopo aver risolto questa faccenda, mi sarei fatta visitare da qualcuno di bravo.

Afferrai il cellulare e composi un messaggio:
 
“Hai ancora voglia di prendere quel caffè?”
   
 
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