Film > Alice nel paese delle meraviglie
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Autore: Fiore del deserto    22/07/2016    6 recensioni
L’autunno è colorato, matto e, al contempo, saggio. Il momento perfetto per tenere conto di ciò che abbiamo fatto, di ciò che non abbiamo fatto, e di ciò che vorremmo fare il prossimo anno. Le foglie variopinte sono le fiaccole che illuminano la via delle decisioni, il profumo della pioggia aiuta a ricordare antichi impegni. E la coscienza di Alice verrà messa a dura prova con il bivio che le si para davanti, tra una vita di sogni e tra la fredda realtà, le fantasie di una bambina e le responsabilità di una giovane adulta. E' tempo di decidere, Alice.
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Alice e il Cappellaio'
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Ciao a tutti!
Come promesso, questo capitolo è un po’ lunghetto ( e, volendo, l’ho ritagliato un po’ ), quindi non vi trattengo un minuto di più.
Se dovreste notare qualcosa che non vi aggrada, vi avverto già da ora perché, come sapete, ci tengo molto ad essere sincera con i miei lettori: ho preso ispirazione da una serie tv e ho fatto di tutto per NON plagiare. Se così non fosse, allora mi accingerò a modificare tutto.
Un BACIONE e BUONA LETTURA!
 
 
Come può un avvenimento così intimo e personale, come la proposta di un matrimonio, rimanere segreto per un po’ di tempo, per non creare subito una vasta pubblicità?
Se gli innamorati non aprono bocca, allora può anche durare in eterno.
Ma se aggiungiamo un dettaglio, allora le cose possono andare diversamente: il Cappellaio e Alice, benché tra loro vi sia sempre stata una certa alchimia, avevano due caratteri distinti.  Alice era riservata, il Cappellaio, invece, non aveva nessuna paura di manifestare i propri stati d’animo. E quando era innamorato... perdeva la testa.
Durante l’ora del tè, purtroppo, incurante della presenza di Mally e del Leprotto, aveva dato il libero sfogo alla sua gioia di avere chiesto la mano ad Alice.
Il suo atteggiamento non era passato di certo inosservato: per esempio, mentre versava il tè ad Alice con fare – esageratamente – smielato, aggiungeva frasi troppo sdolcinate del tipo “Vuoi un altro po’ di tè, dolce confettino?”, “Ci vuoi dello zucchero, mia zuccherosa caramella di fragola?”.
Roba da far strapazzare la pelliccia! Pensava Mally.
Ma il colpo finale, poveretti, fu quando il Cappellaio si era alzato dalla sua poltrona e si era messo a cantare quasi come un cantante lirico per la sua Alice.
- Aliiiiceeee! Aliiiiceeeee! Dolceeee miiiaaaa Aliiiiceeeeee! –
Alice era rossa di vergogna, nascondendo ermeticamente il viso con una mano, ma in un certo senso si sentiva lusingata da tante attenzioni.
Certo, era un po’ fastidioso tante smancerie davanti ai loro amici, ma sapeva che non poteva assolutamente fare nulla per dare un freno a quel Cappellaio così innamorato.
- Vuoi smetterla? – urlò Mally seccato – E’ tutto il giorno che ci fai una testa così – allargò le mani sopra il suo cranio come per toccare una mongolfiera invisibile – con questi tuoi modi così assurdi! Abbiamo capito che tu e Alice vi volete bene, ma la tua sdolcinatezza è tale da fare venire la carie! –
Il Leprotto, invece, non faceva altro che rimpinzarsi di gustosissimi dolcetti alla panna e fragole caramellate.
Il Cappellaio, invece, non aveva fatto caso agli ammonimenti di Mally e continuava con il suo entusiasmo da innamorato.
- Perché dici così? – il Cappellaio sfiorò i capelli di Alice che se ne stava ancora seduta al suo posto – Ti crea fastidio che io voglia tanto bene ad Alice? –
Alice alzò lo sguardo verso Tarrant e gli regalò un sorriso complice, senza dire una parola.
Mally ebbe da ridire.
- Non mi creerebbe alcun fastidio se tu non ti dessi a tutto questo teatro di moine. – si rizzò in piedi, sempre più seccato – Non potete volervi bene come tutte le coppie normali? –
- E come si amano le coppie normali? – domandò gentilmente Alice.
- Discutono su chi ha ragione, - elencava Mally – litigano, non si parlano per settimane e per dimenticare i loro problemi di coppia vanno dagli amici per lamentarsi l’uno dell’altra. –
Il Cappellaio mise le mani sopra le spalle di Alice.
- Mally, Mally, Mally. – scuoteva il capo – Non lo sai che io non sono del tutto normale? O, forse, non lo sono proprio. – spostò lo sguardo verso Alice – Nemmeno Alice lo è. Non se ha deciso di diventare la sposa di un mezzo matto come me. –
Alice raggelò. L’aveva detto. Il Cappellaio l’aveva detto davanti ai loro amici.
La mascella di Mally si spalancò enormemente e al Leprotto, che aveva sentito anche lui, andò di traverso un dolcetto.
Il Cappellaio sorrise a trentadue denti e il suo entusiasmo triplicò quando confermò quanto avesse detto.
- Sissignori, - carezzava i capelli di Alice mentre lo diceva -  io e Alice abbiamo deciso di sposarci. –
Mally non sapeva se essere felice o cos’altro. Non sapeva cosa il suo cuore stesse provando per primo. Solo dopo essersi ripreso dallo shock, era corso velocemente verso il Cappellaio con occhi pieni di gioia.
Tarrant lo afferrò per le mani e il ghiro gli si buttò letteralmente sul collo e lo abbracciò per il colletto, aggrappandosi al foulard.
- Oh, Cappellaio! Sono così felice per voi! –
Alice sorrideva. Forse, disse tra sé, era stato meglio così. D’altronde, a causa dell’entusiasmo del Cappellaio, il segreto non sarebbe durato a lungo.
Il Leprotto si mise a saltare letteralmente dalla gioia, euforico per quella notizia.
- Si sposanooooooooo! Il Cappellaio e Alice si sposaaaanooooooo! –  e prese a canticchiare le melodie di un matrimonio.
- Avete già deciso quando sposarvi? – domandò il ghiro sistemandosi sul cilindro di Tarrant.
- Non ancora. – rispose Alice.
- Vi serve un tema per il vostro matrimonio. – osservò il Leprotto e poi i suoi occhi si posarono sopra un dolcetto – Dolcino! –
- Ha ragione. – concordava Mally e quando seppe che Alice e il Cappellaio non avessero ancora deciso che tema usare, un’idea balenò nella testa del ghiro – Potremmo aiutarvi noi, se lo vorrete. –
Alice era perplessa, ma il Cappellaio, conoscendo i suoi amici, non sembrava affatto preoccupato.
- Perché no? Sarebbe davvero bello ricordare un evento così speciale, soprattutto se a renderlo tale hanno contribuito anche i nostri più cari amici. – disse il Cappellaio scaturendo ad Alice una certa fiducia. Prese la mano di Alice e la portò alle labbra per posarvi un piccolo bacio – Cosa ne pensi, mia cara? -
Ad Alice andò più che bene, però, ebbe solo una raccomandazione.
- Ho solo una richiesta. –
- Ma certo. – assicurò il Cappellaio – Tutto quello che vuoi, mia adorata. –
- Ciò che chiedo, è solo la semplicità. – propose Alice.
- Non c’è problema. - rispose il Cappellaio – Dopotutto mi sposi per questo. – prese a sogghignare con fare lusinghiero.
Alice e Mally osservavano perplessi il Cappellaio e poi si guardarono negli occhi: chi glielo diceva, adesso, al Cappellaio che Alice si stesse riferendo al tema del loro matrimonio?
 
La notizia di due anime gemelle pronte a sposarsi non rimane di certo nascosta nell’ombra quando si hanno due amici come Mally e il Leprotto ( anzi, soprattutto il Leprotto ) pronti a voler dare una mano per rendere tutto perfetto.
Poche ore e la notizia era già arrivata alle orecchie di tutti. Da McTwisp a Pincopanco e Pancopinco, da Bill a Stregatto, da Bayard alla Regina Bianca, dalla Regina Rossa a Tempo.
C’è forse bisogno di descrivere quanta gioia albergasse nei cuori di ognuno di loro (escludendo la Regina Rossa che, si sa, possiede un carattere un po’ più arcigno ma che, comunque, avrebbe dovuto partecipare al matrimonio poiché Alice e il Cappellaio erano stati presenti al suo) ? Probabilmente no.
E quando Mally e il Leprotto dissero che Alice e il Cappellaio avevano lasciato a loro il libero spazio di creare per loro un tema matrimoniale, quasi tutti quanti si erano offerti di fare la propria parte.
- Cerchiate di non esagerare. – aveva saggiamente osservato Bayard, ben sapendo che i suoi amici, per quanto potessero essere speciali, tendessero anche a lasciarsi prendere la mano.
Ma l’entusiasmo alle stelle nell’apprendere quella notizia era stata la famiglia del Cappellaio. Per quell’occasione, Alice e il Cappellaio avevano deciso di informarli di persona.
Quel pomeriggio erano andati nella casa degli Hightopp ed erano molto tesi e carichi di gioia all’idea di dover dare quella meravigliosa notizia.
Alice non avrebbe mai dimenticato lo sguardo dei genitori di Tarrant quando la rividero dopo tanto tempo. Ai loro occhi, fino a quel momento, Alice era stata colei che li aveva salvati dalle grinfie della Regina Rossa e che avesse ristabilito la pace tra il Cappellaio e  Zanik, il padre di quest’ultimo.
Ma quando Tarrant  presentò ai suoi genitori Alice come la sua futura sposa, i loro sguardi erano mutati.
Il cuore della signora Higtopp mancò un battito. Zanik era rimasto di sale.
La loro salvatrice sarebbe diventata anche la loro nuora?
Non potevano desiderare di meglio.
La signora Hightopp abbracciò il figlio con tutta la forza che avesse in corpo e poi strinse la mani di Alice, felicissima di poterla accogliere come una figlia.
Zanik non poteva che sentirsi più felice. Sorrise beato a suo figlio e senza peli sulla lingua gli disse che non avrebbe potuto scegliere una moglie migliore.
Lo so, era stata la risposta del Cappellaio.
Alice si sentì esplodere dalla felicità. Cosa c’era di più bello di sposare l’unico vero uomo che l’avesse fatta sentire amata – dopo suo padre – e di essere accettata calorosamente dalla famiglia di lui?
Zanik, però, aveva una domanda molto importante da fare ad Alice.
- Signorina, perché avete deciso di sposare mio figlio? –
Quella domanda aveva incuriosito tutti quanti, ma Alice sapeva già cosa rispondere. Non aveva nemmeno voluto prendersi più di un secondo per trovare le parole giuste.
- Lui prende la vita con allegria. E’ sempre armonioso e festaiolo più che mai. Ovunque passa, lascia la sua scia di colore e vivace follia. Non ha paura di mostrare ciò che prova. E’ un libro aperto di emozioni. Ed è per questo che non potrei scegliere un marito migliore. -
La madre del Cappellaio, si asciugò una lacrima di commozione.
Il Cappellaio era tentato di fare altrettanto, ma in presenza del padre aveva preferito trattenersi. Ma il suo stato d’animo glielo si leggeva in faccia.
Zanik le sorrise largamente.
Per tanto tempo era convinto che il figlio, per via del suo carattere ancora troppo innocente e poco serio, non avrebbe mai potuto trovare nessuna disposta a trascorrere il resto della propria vita con lui. Ma, evidentemente, qualcuna c’era. E chi meglio di Alice?
 
Non avrebbero potuto trascorrere una giornata migliore. Solo quando furono di nuovo soli, il Cappellaio colse l’occasione di ringraziare Alice con tutto il suo cuore per avere rivelato alla sua famiglia ciò che pensasse di lui.
Non se lo aspettava proprio. Si sentiva profondamente onorato che Alice avesse scelto proprio lui.
Ma la giornata non era mica finita lì.
 
Ad attenderli nel Mulino, dove erano soliti prendere il tè, c’erano tutti quanti i loro amici. Mirana compresa.
Trovarli lì aveva fatto nascere nei volti di Alice e del Cappellaio dei grandissimi sorrisi e già immaginavano il motivo di quella visita: Mally e il Leprotto dovevano avere già sparso la voce.
E ad aumentare la sorpresa era il fatto che tra loro ci fosse anche la Regina Rossa.
- Congratulazioni! – avevano detto in coro e questo fu più che sufficiente per provare che Alice e il Cappellaio non si fossero sbagliati.
Il Cappellaio e Alice si sedettero a tavola per unirsi al tè tutti insieme.
Mally prese la parola.
- Prima che arrivaste, abbiamo parlato molto dei preparativi del vostro matrimonio. –
- Sì, sì, sì, – dopo altri dieci “sì” di fila, il Leprotto aggiunse dell’altro – All’inizio eravamo in difficoltà, così anche gli altri hanno deciso di darci una mano. –
- Davvero? – domandò Alice e li ringraziò tutti quanti.
- E siete arrivati ad una conclusione? – chiese il Cappellaio mentre versava il tè ad Alice e alla Regina Rossa.
- Io mi astengo. – disse Stregatto mentre mescolava lo zucchero nel suo tè con il cucchiaino.
- Che vuoi dire? – si preoccupò Alice.
- Anche io. – aggiunse McTwisp cercando di distrarsi bevendo il suo tè.
- E anche io. – sbuffò Bayard.
Anche il Cappellaio aveva iniziato ad insospettirsi, ma la risposta non tardò ad arrivare.
Iracebeth prese immediatamente la parola.
Per quanto non la entusiasmasse l’idea del matrimonio di Alice e del Cappellaio, Iracebeth adorava poter mostrare a tutti quanti quanto fosse assolutamente brava nei preparativi e nelle occasioni speciali. Inizialmente, avrebbe voluto avere lei tutti i meriti, ma Mirana era riuscita a convincerla che non era giusto comportarsi così egoisticamente. Ovviamente, Mirana era riuscita a farla ragionare.
- Stiamo veramente procedendo a gonfie vele. – disse Iracebeth con accento autoritario – Tutto si svolgerà alla Rocca Tetra. –
- Nel vostro castello? – chiese Alice e al Cappellaio per poco non andò di traverso il proprio tè che stesse sorseggiando.
- Sì, proprio quello. – confermò Iracebeth.
Mirana sorrise dolcemente.
- Mia sorella ha pensato di farvi questo regalo. –
- Sì, - aggiunse Iracebeth cercando di non mostrarsi troppo sciolta – inizialmente avevo avuto in mente di lasciarlo a nostra cugina del regno di Pietra Tagliata per il suo di matrimonio. Ma sapete cos’è successo? Lo sposo è morto! – fece un gesto di vittoria – Sì! E ora è vostro! Sì! – un altro gesto di vittoria.
Alice e il Cappellaio erano ancora più scombussolati.
- Non è fortuna questa? – domandò Iracebeth.
- Beh... – il Cappellaio cercò di non sembrare scortese – Io e Alice vi siamo molto grati, maestà. -
- Bene. – Mally lasciò perdere il suo tè e si mise sul tavolo – Questo mi aiuta ad aggiungere che il tema che abbiamo scelto sarà di tipo... – snudò la sua piccola spada e la sollevò per aria – MEDIEVALE! –
- Medievale? – si sorprese Alice.
- Che idea carina. – disse il Cappellaio con voce un po’ acuta – Ma te lo immagini, Alice? Saremo come una principessa e un cavaliere... –
- Ed è proprio questo quello che abbiamo in mente. – aggiunse Mally e, messosi al centro del tavolo e richiamati il Leprotto, Pincopanco e Pancopinco e Bill, facendoli mettere ai loro posti per poter fare ognuno la propria parte.
Erano tutti pronti a spiegare cosa avevano avuto in mente.
Iracebeth iniziò il suo discorso.
- Veniamo alla tua entrata, Alice. Me medesima inizierò a meravigliarvi tutti quanti con la mia melodiosa, – si mise le mani al petto auto lodandosi – meravigliosa e incantevole voce per annunciare l’entrata della sposa. – prese fiato ed iniziò  a cantare uno squillante soprano, chiudendo gli occhi e sentendosi fiera della propria voce.
Tutti sobbalzarono e Alice e il Cappellaio non credevano alle proprie orecchie, le stesse che, come tutti gli altri, si erano tappati.
Ci pensò Mirana a salvarli.
- Va bene, Racy. – la fermò – Risparmia la tua meravigliosa voce per il matrimonio, non serve che ti stanchi ora. –
- E’ vero, è vero. – si convinse Iracebeth – Hai ragione. – batté le mani per richiamare all’ordine e si rivolse di nuovo ad Alice – Quando io canterò, tu entrerai e... – guardò i gemelli per far capire loro quello che dovevano fare. Purtroppo, né Pincopanco né Pancopinco capirono – ...e... Panzoni! – solo allora i gemellini capirono e presero da sotto il tavolo una grande quantità di stoffa candida come la neve.
La Regina Rossa sciolse quell’impacco di stoffa, porgendola successivamente ad Alice.
- Cos’è? – chiese Alice e la Regina Rossa glielo poggiò al collo e fece sì che la ragazza lo mostrasse a tutti, tenendolo con le braccia allargate.
- E’ una mongolfiera? – chiese il Cappellaio.
- No, è una tenda. – lo corresse Stregatto.
- A me sembra una tovaglia. – osservò McTwisp.
Iracebeth tentò di restare calma e ridacchiò nervosamente.
- No, sciocchini. E’ un vestito da sposa. – e invitò ad Alice a mostrarlo per bene.
Alice era davvero basita: quel vestito era enorme. Sembrava una grossa e grassa nuvola e non sarebbe mai riuscita ad indossarlo.
Il Cappellaio, come da copione, non si fece problemi a ridere in faccia ad Alice e alla Regina Rossa.
- Che cos’hai da ridere, tu? – ringhiò Iracebeth, facendolo tacere.
Alice cercò di usare tutta l’educazione che possedesse.
- Maestà, non posso indossarlo... non è della mia misura... –
Per la seconda volta, Mirana l’aveva salvata.
- Perché non andiamo avanti? –
- Oh, sì, giusto. – disse la Regina – E dopo che sarai entrata, ecco che verranno anche le damigelle d’onore. –
Il Cappellaio inarcò le sopracciglia.
- Sono proprio necessarie le damigelle d’onore? – chiese il Cappellaio.
- Certo che lo sono! – sottolineò la Regina Rossa – Sennò chi cavalcherà i bianchi destrieri? –
Il Cappellaio si alzò di scatto dalla poltrona.
- Bianchi destrieri?! –
Bill prese la parola.
- Forse è meglio optare per i pony... –
La Regina Rossa lo minacciò all’istante.
- Io non voglio i pony! Voglio i bianchi e regali destrieri, chiaro? – strillò e Bill non osò obiettare.
Alice tentò di spalleggiare il Cappellaio.
- Vostra Maestà, non credo che i cavalli siano necessari... –
- Certo che lo sono! – disse Iracebeth – Altrimenti le damigelle come faranno a saltare il fossato? –
- Quale fossato? – Alice era sempre più spaventata di ascoltare le idee bizzarre della Regina Rossa.
Iracebeth era un treno in corsa.
- Le damigelle d’onore ti rapiranno sotto lo squillo delle trombe, i paggetti annunceranno il tuo rapimento e a quel punto arriverà il Cappellaio che con la sua spada ti salverà dalle loro grinfie. –
- Io non voglio usare la spada contro delle fanciulle! – esclamò il Cappellaio.
- Lo farai! Come vuoi salvarla, sennò? Lanciando loro il cilindro? Piuttosto, ricordati di indossare la calzamaglia. –
Il Cappellaio era sul punto di sentirsi male.
Alice cercò di mantenere il sangue freddo.
- Sta diventando un colossale teatro. –
- Grazie, Alice. – proseguiva la Regina Rossa soddisfatta – In effetti, ci stiamo impegnando molto. –
Il Leprotto, infine, aggiunse che, come gran finale, avrebbero aggiunto miriadi di coloratissimi di fuochi d’artificio.
- E gli addetti ai giochi pirotecnici – aggiunse Iracebeth – faranno sì che i fuochi formeranno un gigantesco cuore! –
- KABOOOM! – urlò il Leprotto entusiasta.
Ma non era mica finita.
- In conclusione... – si entusiasmò Iracebeth – Preparatevi per il piatto forte. –
I poveri Alice e il Cappellaio tremarono all’idea che ci fosse dell’altro.
- Voi due vi concederete il vostro primo ballo mentre danzerete con il ritmo melodioso della mia voce. – per fortuna, risparmiò tutti con il suo canto.
Mally e gli altri erano così felici e già non vedevano l’ora che tutto iniziasse al più presto.
Tutti, all’infuori di Alice e del Cappellaio. Per fortuna, anche McTwisp, Stregatto e Bayard ( che, ricordiamo, si erano astenuti all’idea di spiegare i preparativi del matrimonio ) la pensavano come Alice e il Cappellaio.
Quest’ultimi, si guardarono negli occhi.
Dovevano parlare.
Il Cappellaio prese Alice per una mano.
- Volete scusarci solo un momento? Io e Alice vorremmo parlare da soli. –
- Ma certo, cari. – disse Mirana.
Il Cappellaio trascinò Alice il più lontano che poté da quel Mulino.
Alice fu la prima ad iniziare il discorso.
- Cappellaio, noi due dobbiamo parlare. –
- Lo so. – sbuffò il Cappellaio – La faccenda del tuo salvataggio mi preoccupa. Io non voglio indossare la calzamaglia. Non mi sento a mio agio sapendo che mi si vede... –
Alice lo fermò di colpo ( non voleva nemmeno farlo continuare, imbarazzata all’idea di che cosa alludesse il Cappellaio ).
- No, Cappellaio. Io sono preoccupata di tutto: la Rocca Tetra, i cavalli, le damigelle, i paggetti, i fuochi d’artificio, quel vestito gigantesco, tutto insomma. -   
- D’accordo, cara. Cosa possiamo fare? –
- Qui siamo in caduta libera, Cappellaio. Non è che io non apprezzi ciò che vogliano fare per noi. Ma questo è il nostro matrimonio. –
Bastarono quelle parole perché il Cappellaio capisse tutto.
- Va bene, Alice. – si grattò il capo per pensare – Cosa proponi di fare? –
- Dobbiamo parlare con loro. – tagliò corto Alice.
Il Cappellaio sgranò gli occhi ed incurvò le labbra verso il basso, assumendo un’espressione basita.
- Beeeeh... Non credo che sarà facile affrontare la Regina Rossa... –
Alice gli posò una mano sul foulard.
- Oh, Cappellaio. Hai paura? –
Quando il Cappellaio annuì, Alice gli afferrò il foulard e spinse il Cappellaio verso di sé, assumendo un tono minaccioso.
- Ti consiglio di affrontarla, prima che io ti mostri che cosa sia la vera paura. –
Gli diede uno spintone lo liberò dalla sua nervosissima presa.
Il Cappellaio si sistemò il foulard e cincischiò guardando basito, ma un po’ scherzoso, Alice: chi, al posto di quella povera ragazza, sarebbe stato capace di mantenere la calma ben sapendo che dei pazzoidi non avrebbero badato alle misure, rischiando di rovinare un giorno molto importante come un matrimonio?  
 
  
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