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Autore: piccolimarcoakajohn    22/07/2016    0 recensioni
Chiunque abbia vissuto le difficoltà di scalare o scendere in bici un passo di montagna oppure di percorrere almeno una cinquantina di chilometri immersi in un paesaggio costante saprà presto riconoscere lo spunto della mia riflessione. Buona lettura.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La salita

Affrontare una salita, per quanto difficoltosa e impegnativa, è più semplice della discesa, dice il cronista.
Io sono disteso in salotto, sento la pelle morta e conciata della vacca premere sulla mia di pelle,
apparentemente fresca e viva, sicuramente sudata. L'estate si porta dietro pure quegli interminabili
pomeriggi di calura annientante accompagnati dal dolce suono della voce che accompagna il giro di Francia.
  E oggi si è portato pure dietro un'ottima analogia su cui poter imbastire una riflessione capace di attirare
su di sé quel poco di energia che mi è rimasta. E questo è bene. Arrivare a stabilire che il cronista ha ragione.
Che dalle azioni fisiche di un gruppo di atleti, filmati e trasmessi via etere, possa trarre del beneficio a
lungo termine, oltre ad un'immediato godimento.

Che da questa esperienza possa trarre delle conclusioni e da queste conclusioni possa ritrovare sicurezza nelle
mie azioni e scelte, anche considerandole come inevitabili. Che poi possa pure arrivare a scriverne, dando ascolto
alla parte di me che vuole condividere ciò che ha trovato ed evitare ad altri i brutti incontri, con tutto quello
che implica una siffatta affermazione, sicuramente velleitaria e in qualche modo fuori luogo.

Ecco che tutto questo sia il frutto di una innocente constatazione del cronista sopra alle difficoltà del ciclista,
della tappa e del clima, ha dell'incredibile ma sicuramente si è verificato. Ebbene questo maledetto cronista ha
detto che un ciclista adesso ha tutti gli strumenti necessari per arrivare preparato, anche in condizione di brutto
tempo, nell'affrontare la più impervia delle salite, al contrario delle discese. Mentre nella discesa bagnata ci si
deve affidare all'abilità personale,
 all'attimo, all'occasione e brutalmente alla casualità del gesto vissuto istante
per istante, alla salita ci si prensenta già con un piano, consapevoli fin dove poter arrivare, se ci si stancherà
prima, quale passo tenere, se questo è in linea con le strategie
 generali di tappa e di classifica.
Nulla è lasciato al caso nell'affrontare una salita. E il caldo lo si teme certo, ma facilmente ci si può arrangiare
per contrastarlo. Al massimo si può smontare in tutta sicurezza e proseguire a piedi.

  E in questo arrivo alla conclusione di come la mia vita non assomigli per niente ad una calcolabile salita,
ma di quanto invece vorrei che lo fosse. La fatica non mi spaventa. La possibilità di controllare e pianificare
le prestazioni e i risultati mi rassicura.

Eppure continuo a non sentimici  giusto. In un siffato percorso mi sentirei asfissiato. Non troverei alcuno stimolo.
Non potrei essere sorpreso degli accidenti, delle occasioni uniche. Ma capisco pure che se per caso mi ritrovassi di
fronte ad una salita, saprei benissimo come affrontarla. Che trattare una salita per una discesa sarebbe un'occasione
persa, mal sfruttata.

  Tutto troppo esplicito, ma forse attinente al tema. Quesdta era la mia personale salita quotidiana, più simile alla
rampa del parcheggio che al passo di montagna, ma sempre di salita si tratta.

         
​                                       ​                                       ​                           210022072016
  
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