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Autore: Meramadia94    22/07/2016    1 recensioni
E se oltre ai personaggi che gia conosciamo, ci fosse un'altra persona a sapere la verità su Aramis?
E' un piccolo esperimento dove ho riscritto alcuni pezzi di qualche episodio per me significativo con un'aggiunta: Lunette, cameriera di Aramis e sua fidata amica.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Aramis, Athos, D'Artagnan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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~'' Sto cercando mia moglie...''- fece Nicolàs quando incontrò Vesmount, il guardiano della prigione, pregando in tutte le lingue conosciute dall'uomo ed anche in quelle ancora da scoprire, che l'uomo lo aiutasse a capire cosa diavolo poteva essere successo a sua moglie.
Era arrivato alla prigione come se avesse alle calcagna il diavolo in persona, rallentando solo quando si imbatteva in una donna, sperando che questa fosse sua moglie. Ma ogni volta...
'' Oh, mi dispiace molto conte...''- fece l'uomo -'' ma la contessa vostra moglie è andata via da almeno mezz'ora.''
Era andata via.
Beh, questo poteva essere considerato un bene .
Lunette era uscita da quella prigione, dalla cella di Milady con le sue gambe. Cosa che non le sarebbe certo stata possibile se Milady l'avesse ferita o aggredita in qualsiasi modo... forse Lunette si era davvero fermata per strada ed aveva perso la cognizione del tempo e non le era successo niente di grave... ma allora come mai sentiva la gola ed il cuore come serrati da una morsa?
Forse era stata aggredita da qualcuno sulla via del ritorno, in fin dei conti una giovane nobile che camminava da sola per strada faceva gola a parecchi borseggiatori, ma anche se così fosse stato sarebbe stata aggredita in una strada dove di gente c'è n'era parecchia, strano che nessuno si fosse accorto di nulla o non avesse informato qualcuno.
'' Però...''- fece il guardiano della prigione ripensandoci -'' Aveva una strana espressione in viso.''
'' Che genere di espressione?''- lo interrogò il giovane conte -'' era sconvolta, arrabbiata, spaventata...?''
L'interpellato scosse la testa in un cenno di dissenso.
'' Niente di tutto questo...''- rispose Vesmount -'' sembrava che stesse dormendo, ma aveva gli occhi aperti. Totalmente inespressiva e quando l'ho salutata non mi ha risposto.''
Nicolàs iniziava davvero a preoccuparsi. Da come quell'uomo aveva appena parlato di Lunette, pareva che stesse descrivendo un cadavere che camminava.
Non gli piaceva affatto quella storia: Milady doveva averle fatto qualcosa. Senza dubbio.
Ma gliel'avrebbe fatta dire lui la verità, ad ogni costo.
Chiese a Vesmount di accompagnarlo alla cella ove era rinchiusa la perfida inglese, deciso a scoprire cosa avesse fatto quella strega.
Non gli piaceva usare il termine strega in quanto veniva usato troppo spesso e a sproposito, ma aveva misurato le parole e strega era uscito preciso per Milady.
'' Toh, guarda guarda chi abbiamo qui...''- lo schernì Milady quando lo vide -'' Il conte Nicolàs Montmercy, tornato dall'inferno. A cosa debbo l'onore di questa visita?''
Nicolàs la guardò con i suoi occhi azzurri che tremavano dall'odio e dalla paura -'' Dov'è?''
'' Ma che maleducato.''- fece Milady, offesa -'' Vostra madre non vi ha insegnato che è maleducazione parlare con quel tono ad una dama? E rispodendere ad una domanda con un' altra domanda, poi...''
'' Voi sapete perchè sono qui...''- fece Nicolàs sempre più nervoso -'' Dov'è Lunette?''
'' Oh... siete venuto a cercare la vostra servetta vestita un po' da contessa ed un po' da moschettiere.''
'' Esatto. So che è venuta qui a consegnarvi la vostra condanna e che poi non ha più fatto ritorno.''
'' E allora? Io che cosa c'entro?''
'' So che le avete fatto qualcosa.''- fece Nicolàs sempre più disperato, ma guardandosi bene dal far intuire la disperazione che si portava nel cuore proprio a quella perfida donna -'' E' uscita da qui che pareva uno zombie, a quanto ho saputo... voi siete l'unica che potete averle fatto qualcosa.''
'' Vi ha sfiorato il pensiero che forse...''- lo prese in giro Milady con un sorriso provocatorio -'' che se ne sia andata perchè tutto ad un tratto si è resa conto con chi si è sposata? Magari ha preferito andarsene piuttosto che passare un altro singolo giorno con voi.''
Nicolàs dirigrignò i denti auto-imponendosi di non strangolarla.
Proposito molto difficile da mantenere in quel momento.
'' Vi avevo avvertito: l'amore è solo un illusione.''
'' Che cosa hai fatto a mia moglie?''- ripetè di nuovo.
'' Non le ho fatto niente... abbiamo solo parlato... e poi lei se n'è andata. Ha detto di avere un appuntamento importante a mezzogiorno.''
Mezzogiorno... qualunque cosa le fosse accaduta... sarebbe stata viva... fino a quell'ora... il che significava...
Che a meno che non fosse riuscito a trovarla in tempo...
Tra poco più di due ore, sua moglie l'avrebbe lasciato vedovo e la loro figlia orfana.
Il desiderio di uccidere Milady c'era. E l'avrebbe fatto... ne era certo, non c'era niente a trattenerlo... ma ogni secondo che perdeva con Milady era un secondo sprecato che poteva essere utilizzato per trovare Lunette e salvarla.
Uscì dalla cella e dalla prigione senza fermarsi, travolgendo tutti quelli che incrociavano il suo cammino, con l'immagine della moglie negli occhi.
'' Ti ritroverò... vedrai. Ti ritroverò.''

'' Vesmount mi ha detto che Lunette è uscita dallo Chatelet come se fosse addormentata ma sveglia al tempo stesso.''- fece Nicolàs una volta arrivato a casa del sarto Bonacieux dove si trovavano anche i quattro moschettieri.
Erano tutti molto agitati: avevano cercato la loro amica in ogni dove fosse venuto loro in mente e poi erano andati a casa di Costance, credendo e supplicando che la giovane fosse stata presa da un attacco di nostalgia per la figlia, che non ce la facesse ad aspettare fino a sera per riportarsela a casa e fosse andata dalla bambina e avesse perso il senso del tempo...
Poi Nicolàs arrivava con quell'espressione sconvolta il viso, dicendo frasi incomprensibili... davvero c'era poco da stare allegri ed ottimisti.
'' Addormentata ma sveglia?''- pensò tra sè e sè Athos.
Dove aveva già sentito la descrizione di uno stato simile?
Mentre ci pensava, D'artagnan parve in preda al panico.
'' No...''
'' Che succede, ti è venuto in mente qualcosa?''- fece Porthos in ansia per la sorte dell'amica che ormai mancava da un po' di tempo e certi ormai che le fosse successo qualcosa di spiacevole.
'' E' solo un ipotesi... ma ciò non la rende meno spaventosa, anzi.''- spiegò D'artagnan -'' Milady ha la straordinaria dote di  ipnotizzare gli animali per costringerli a fare quello che vuole...ed una volta ci ha provato anche con me, quando eravamo in Inghilterra... e a sentire Costance lo ha fatto anche con Monseiur Bonacieux.''
In quel momento, Athos intuì dove il più giovane dei moschettieri voleva andare a parare. Dovette convenire con lui.
Era solo un'ipotesi ed anche abbastanza azzardata, ma le condizioni di Lunette uscita dalla prigione erano perfettamente identiche a quelle di una persona che era stata ipnotizzata.
E non ci voleva molto a capire cosa sarebbe accaduto.
'' Lunette è ancora viva, per fortuna.''- fece Athos -'' O almeno lo sarà fino alle dodici di oggi. Temo che Milady abbia ipnotizzato la nostra amica per convincerla a togliersi la vita allo scoccare del mezzogiorno.''
L'angoscia e l'inquietudine si diffuse a macchia d'olio tra i presenti ed anche un vago senso di terrore iniziò a far da sovrano: persino dalla cella più oscura e solitaria di tutta la Francia quella donna diabolica riusciva a rovinare le loro vite.
La piccola Reneè, probabilmente aveva avvertito che la sua  mamma era in pericolo, ed iniziò a piangere disperatamente.
A nulla valsero i tentativi di Martha, Costance e Lucille di calmarla.
'' Da-da-datela a me...''- fece Nicolàs con le braccia tremanti e gli occhi pieni di lacrime. Ma che aveva fatto di male nella vita? Non riusciva a darsi una spiegazione valida.
Tutte le persone importanti per lui, il cosiddetto centro del mondo, gli veniva brutalmente strappate: i suoi genitori erano stati uccisi quando era solo un bambino... sua zia, l'unica ad averlo avuto sinceramente a cuore per quello che era, era stata stroncata da una crudele malattia... ed ora che aveva trovato l'amore, il vero amore... no, non poteva accettare un simile epilogo per la storia della sua vita.
'' Dio...''- pensò il giovane conte cullando la figlia tentando di calmarla -'' Dio, se ti ho fatto qualcosa... ti supplico perdonami... ma non portarmela via. Non portarmela via ti prego...''- no, Dio non poteva essere così crudele da lasciare una bimba così piccola senza la mamma.
Aramis si sentiva come in preda al panico al pensiero che la sua amica, seppur senza volerlo, tra pochissimo si sarebbe tolta la vita.
Milady aveva organizzato il così detto '' delitto perfetto'': niente testimoni, niente prove, niente arma del delitto... in fin dei conti non servivano quando una persona decideva di morire per sua volontà.
Nessuno avrebbe potuto incolparla di aver assassinato la contessa Montmercy, poichè quando Lunette sarebbe morta... Milady era chiusa in isolamento allo Chatelet.
Solo che lei non ci poteva credere... Lunette era sopravvissuta a dieci anni di percosse, umiliazioni e maltrattamenti, poi a mille battaglie contro nemici pericolosissimi che l'avrebbero ben volentieri vista nella tomba malgrado avessero di fronte un' adolescente solo perchè lottava con i moschettieri... era sopravvissuta persino ad un salto pericolosissimo dalla scogliera dell'isola di Bel-Ile... il pensiero che alla sua Lunette fosse stata riservata una morte così indegna di lei aveva dell'assurdo.
Lunette, in fin dei conti... era pur sempre un moschettiere del re. E se un moschettiere moriva, era sul campo di battaglia, con onore.

'' Questo è quanto capitano...''- fece Athos parlando a nome di Nicolàs e dei moschettieri presenti nell'ufficio del militare una volta che l'ebbero informato di quanto era accaduto e messo al corrente dei loro terribili quanto fondati sospetti.
Il militare quasi impallidì. Erano quasi le undici.
Il che voleva dire che non avevano molto tempo per trovare Lunette ed impedirle di togliersi la vita.
'' Qual'è il piano di battaglia...?''- tentò Porthos con una morsa d'ansia che gli serrava lo stomaco.
Il capitano parve non avere dubbi in proposito.
'' Mi pare ovvio.''- fece il militare -'' Dividiamoci e cerchiamola. Avvertite le guardie del cardinale e chiedete la massima collaborazione.
Purtroppo non abbiamo più molto tempo, e dobbiamo assolutamente trovarla viva.''
'' Sissignore.''- fecero i moschettieri all'unisono uscendo di corsa dalla stanza.
Nicolàs fece per imitarli, quando il capitano lo trattenne, assieme ad Aramis.
'' Aramis, prima di cercare Lunette, vorrei chiederti di accompagnare a casa Nicolàs.''
L'interpellato sgranò gli occhi dalla sorpresa, per poi avvicinarsi alla scrivania del militare, battendo i palmi della mani sulla scrivania, tremando convulsamente.
'' Sta scherzando, mi auguro....''- fece il giovane nobile con la voce che tremava -'' mia moglie sta per essere uccisa e lei mi vuole spedire a casa...?''
Treville si alzò, lo raggiunse dall'altra parte della scrivania e gli mise le mani sulle spalle, tentando di calmarlo.
'' Capitano, non credo che...''- cercò di intervenire Aramis.
'' Non ti dirò che so cosa stai provando, ma posso immaginarlo... ma ti ricordo che sono solo due giorni che sei in piedi dopo un calvario da cui pochi sarebbero usciti vivi, sei ancora convalescente... se ti metti a correre o ad innervosirti le ferite potrebbero riaprirsi e...''
Nicolàs si scostò dalla presa del militare, in un eccesso di rabbia e disperazione.
'' E' saltata da uno scoglio, rischiando di morire in un'esplosione, per salvarmi la vita.''- rimarcò il giovane nobile -'' al momento è completamente distaccata dal mondo esterno, ma nel suo cuore sa che suo marito e i suoi amici smuoveranno mare e montagna pur di salvarle la vita... ed è mio preciso dovere salvare mia moglie.
Si scordi pure di mettermi in panchina.''- e nel dir così corse via come una scheggia, deciso a non far finire così quella storia.
Non avrebbe passato la vita a raccontare alla loro figlia, le incredibili avventure della mamma parlandone al passato.
Se la sarebbe ripresa.
L'avrebbe strappata alla morte che incombeva su di lei, proprio come lei aveva fatto con lui.

'' Santo cielo che ragazzo testardo...''- fece Treville salendo sul suo cavallo, imitato da Aramis per lanciarsi nella ricerca di Lunette.
Aramis annuì come per dire che era d'accordo con il suo superiore, ma poi aggiunse -'' E' anche l'uomo di cui Lunette si è innamorata... ed è innamorato.''
Capiva benissimo il desiderio di Nicolàs di correre in soccorso della moglie che rischiava di essere '' suicidata'' da Milady, malgrado non si fosse ancora ripreso dall'incontro ravvicinato che aveva avuto non più tardi di una settimana prima con l'inglese e Pizzarro.
Lo sapeva perchè... se lei stessa avesse avuto la possibilità di salvare François dalla lama di Mansonne, anche lei, anche se avesse avuto tutte le ossa rotte e la febbre così alta da non riuscire nemmeno a dire il suo nome per intero, si sarebbe precipitata a difenderlo.
'' Non farmi scherzi Lunette...''- fece Aramis partendo di gran carriera, senza sapere nemmeno da che parte dovesse andare, guardando in tutte le direzioni.
Se solo avessero avuto l'informazione del come Lunette doveva morire passata l'ora che era appena iniziata, avrebbero potuto restringere il campo di ricerca, invece...
Ma lei l'avrebbe trovata e riportata alla sua vita.
Non sarebbe morta quel giorno.

  
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