Domani
nevicherà rosso dato che finalmente posto. Mi spiace di avervi fatto aspettare
così tanto.
Jollina
la verde:
Eh sì, il colpo di scena era quello, l’ha scritta Kevin. Deduco che ti sia
piaciuta questa cosa, sono contenta. Resisti a questa cosa, ci saranno altre
sorpresine vedrai e ci tengo a leggere il tuo parere!
EllieGoodman:
Grazie di esserti ricordata di commentare. Sì, Kevin è proprio dolce e visto il
testo di Gotta find you, penso ci stia a pennello. L’intervista in radio è stata
una mazzata, perché l’ha portato a riflettere su cosa manca nella sua vita e
realizzarlo non è stato piacevole, povero cucciolo.
Potterina
Weasley:
il pezzo in cui lui le bacia il dito piace un sacco anche a me. Kevin è
naturalmente dolce, anche se a volte non si rende conto dell’effetto dei suoi
gesti. Le sorprese non sono finite vedrai! Grazie per i tuoi commenti sempre
entusiastici che mi fanno continuare a scrivere.
1:
hai colto un sacco di particolari, come il fatto che si capiscano senza bisogno
di tante parole, o il riferimento a “Vita da strega” da cui è stato preso il
nome di lei. Il bacio al dito è dolcissimo e proprio da lui. (Sam annuisce
ricordandosi che Kev ce l’ha solo in prestito). Kevin ha sempre avuto il
supporto della sua famiglia e lo aiutato molto, anche a diventare quello che è
adesso. Samantha invece è molto indipendente al contrario di lui.
2:
sapevo che non saresti stata d’accordo con i vestiti colorati xD Hai capito il
rapporto che lega Kev e Sam. Si trovano a loro agio a parlare ed è per questo
che lui ha deciso di confidarsi. Come dicevo alla 1, Sam è molto indipendente e
quindi è restia a lasciarsi andare troppo con Kevin, per questo a volte si
ritrae per paura. Sono contenta di vedere che Sam comincia a starti più
simpatica, spero di riuscire nell’intento di fartela piacere sempre di più.
L’istinto di tirare tazze di caffè ce l’ha sempre, anche se sarà verso un altro
Jonas… Il riferimento a Joe sotto la doccia era una chicchina per te lo sai? xD
Vi
lascio alla lettura, c’è qualche indizio sulla misteriosa ragazza di Joe, anche
se è ancora troppo poco per capire. Vedremo se li saprete cogliere.
Buona
lettura!
*********************
I suoi
ricordi vennero interrotti da un rumore. Sentì entrare qualcuno nel camerino di
fianco al suo. Le giunse all’orecchio la risata di una ragazza giovane.
“Se ci
vedono…”
“A
quest’ora non c’è in giro nessuno dai, non preoccuparti” la rassicurò una voce
maschile
“Sì,
ma…”
Le
proteste di lei vennero zittite improvvisamente e Sam non fece fatica a capire
che si stavano baciando. Provò ad attendere, sperando che se ne andassero.
Invece li sentì parlare di nuovo.
“Cos’è
che hai in mano?” chiese la ragazza.
“E’
per te. Non si entra in un camerino senza avere qualcosa da provare” scherzò il
suo compagno.
“E’
orribile quella maglietta! E’ di un verde acido praticamente
fluorescente”
“Che
c’è di male? E’ originale, ti starebbe bene”
“Ti
prego. Avrai tante qualità ma in fatto di moda sei
terribile”
“Che
cosa?” ribattè lui, in tono sbalordito.
“Ti
devo ricordare quei jeans giallo fluo che indossavi sul set? Ero tentata di
mettermi gli occhiali da sole per non rimanere abbagliata”
“La
tua è solo invidia. Ci vuole un po’ di follia per rendere la vita più
divertente”
“Senza
dubbio tu ne hai portata tanta nella mia vita”
“Ti
dispiace?” mormorò in tono più basso il ragazzo.
“Assolutamente
no” confessò lei dolcemente.
Samantha
aveva sperato che i due se ne andassero ma, a quanto pareva, erano ben decisi a
sfruttare l’intimità del camerino. Anche se aveva sorriso di fronte alla
dolcezza di quelle parole romantiche, si sentiva molto imbarazzata aveva cercato
di rivestirsi il più silenziosamente possibile per poi allontanarsi senza farsi
scoprire. L’operazione “non far rumore” però richiese più tempo di quanto
pensasse e prima che lei riuscisse ad abbassarsi per rimettere le scarpe, sentì
di nuovo i suoi vicini. A quanto pareva la coppietta si era decisa a trovare un
luogo più adatto per le loro effusioni.
“Forza,
siamo solo a metà del giro che ti avevo promesso” affermò la voce
maschile.
“Non
ti sembra che abbiamo rischiato abbastanza? Ho fame, non ti dimenticare dove
dobbiamo essere fra qualche ora” replicò seria la ragazza.
“Me lo
ricordo, per quello dobbiamo sbrigarci”
“Com’è
che finisco sempre per dirti di sì?” rispose lei,
sbuffando.
“Perché
non sai resistere al mio fascino” la rimbeccò lui con tono
malizioso.
Sentendoli
allontanarsi, Sam non riuscì a resistere. Dopo quanto ascoltato era curiosa di
dare un volto alla misteriosa coppia, dando loro almeno un’occhiata. Scostò la
tendina quanto bastava e notò, tra i vestiti appesi, una ragazza non molto alta
con dei lunghi capelli scuri e lisci. Accanto a lei, un ragazzo le teneva un
braccio intorno alla vita.
Tutto
accadde in una manciata di secondi.
Lui si
voltò e incrociò il suo sguardo.
Fu un
attimo e lei si rifugiò di scatto all’interno del camerino, sperando di essere
stata abbastanza rapida da non farsi vedere. Attese ma non ci fu più nessun
rumore, segno che era rimasta sola. Con la schiena appoggiata alla parete
scivolò piano fino a sedersi sullo sgabello con espressione sbalordita.
Aveva
riconosciuto quel ragazzo.
Impossibile
non notare la particolare pettinatura che era un suo “marchio di fabbrica”:
quello di Joe Jonas, il fratello di Kevin.
Perplessa,
rimise al suo posto i vestiti provati, limitandosi ad acquistare una sciarpa e
un paio di guanti candidamente bianchi. Immersa nelle sue riflessioni su quanto
appena successo, quasi non si accorse della commessa che le comunicava l’importo
che doveva pagare.
“Mi
scusi, non l’avevo sentita”
Estrasse
le banconote dal portafoglio e aspettò il resto ansiosa di andarsene via. Quando
fu per strada rabbrividì per una gelida folata di vento. Alzò gli occhi al
cielo: la tinta plumbea sopra la sua testa non prometteva niente di buono. Si
avvolse la sciarpa intorno al collo, sospirando per il tepore che la riparava
dal freddo. Una veloce occhiata all’orologio le disse che aveva tempo per una
breve visita all’ospedale da Maddie. Accelerò il passo per raggiungere la
fermata più vicina e, quando vide l’autobus in lontananza, cominciò a correre.
Con uno scatto, riuscì a raggiungerlo in tempo e a salire prima che si
chiudessero le porte.
Giunta
in ospedale prese l’ascensore e schiacciò il quarto piano, quello di chirurgia.
Uscì in modo circospetto, per paura di incontrare l’infermeria della volta
precedente, che l’aveva apostrofata duramente per essersi introdotta in ospedale
al di fuori dell’orario di visita dei parenti. Ostentando indifferenza guardò
prima a destra e poi a sinistra per controllare la situazione. Il corridoio
sembrava libero e lei ne approfittò immediatamente per raggiungere la stanza
della sua migliore amica, che stava sdraiata nel letto a leggere un
libro.
“Psst”
“Sam!”
“Sei
sola?”
Maddie
annuì vigorosamente e battè una mano sul suo materasso.
“Vieni
pure, l’infermiera è passata mezz’ora fa a fare il giro di controllo, sei al
sicuro”
Dopo
averla abbracciata Sam le chiese come stava e cose le aveva detto il medico.
“Questa
mattina mi hanno fatto un’altra radiografia e sembra che l’operazione sia andata
perfettamente – sollevò il braccio sinistro con una smorfia scocciata – non vedo
l’ora di togliere questo maledetto tutore. E’ orribile averlo immobilizzato e la
cosa peggiore è quando mi viene il prurito. Devo concentrarmi intensamente su
qualcos’altro”
Samantha
rise.
“Fammi
indovinare: Matthew McConaughey?”
Maddie
roteò gli occhi con espressione adorante sollevando, con la mano libera, il
libro che stava leggendo.
“La
sua interpretazione di Dirk Pitt doveva ricevere l’oscar. Tutte le volte che
ripenso a quel film non capisco più niente”
“A chi
lo dici. Ho perso il conto di quante volte ho guardato Sahara”
concordò.
Dopo
aver sistemato le lenzuola e appoggiato il libro di Cussler sul piccolo comodino
di fianco al letto, dedicò la sua attenzione alla sua
visitatrice.
“Allora
cosa mi racconti?”
Lei
fece per aprire la bocca ma l’amica l’anticipò ricominciando a
parlare.
“Non
mi dire come al solito niente, te lo
leggo negli occhi che c’è qualcosa di strano in ballo. Potrai ingannare chi
vuoi, ma non chi vive insieme a te e ha imparato a
conoscerti”
“Cosa
intendi dire?”
“Non
te ne sei mai accorta ma hai il vizio di non guardarmi negli occhi quando mi
stai nascondendo qualcosa”
“E tu
sei sempre stata un’impicciona” le rispose con una linguaccia prima di
sospirare.
Era
venuta qui proprio per confidarsi con la sua amica, per mettere un po’ di ordine
ai mille pensieri che le vorticavano in testa ma adesso che era qui tutto
sembrava più difficile.
“Se ti
dico una cosa mi prometti di non urlare e non agitarti?”
Maddie
alzò due dita, assumendo un’espressione fintamente seria.
“Certamente.
Parola di lupetto”
“Ho
conosciuto Kevin Jonas” disse di getto.
Passarono
pochi secondi, il tempo necessario perché la ragazza capisse il senso di quanto
appena sentito.
“Che
cosa???” urlò a squarciagola.
Sbarrando
gli occhi Samantha cercò di calmarla.
“Sshh,
sei impazzita a gridare così?”
“Sento
dei passi, ti conviene nasconderti”
Velocemente
scese dal letto, accucciandosi di fianco, nascosta dalle coperte e ascoltò
l’infermiera che era accorsa per sapere se tutto andava bene. Madleine riuscì a
liquidarla con una scusa e, dopo aver rimediato un’occhiataccia, furono
nuovamente sole.
“Via
libera?”
“Se
non torni subito a spiegarmi tutto giuro che ti faccio ricoverare
qui”
Obbedendo
a quell’ordine, Samantha si sedette di nuovo accanto a lei e le raccontò come
aveva conosciuto Kevin e come fossero diventati amici dopo i loro incontri al
Roof Garden. Non rivelò il suo segreto riguardo la canzone di Camp Rock né le
confidenze che gli aveva fatto dopo l’intervista alla radio. Si era fidato di
lei ed era giusto che non tradisse quella fiducia.
Maddie
intanto, con aria sognante, aveva cominciato a parlare.
“Non
ci posso credere. Ho lavorato per più di sette mesi in quel posto e la cosa più
emozionante che mi è successa è stato vedere di sfuggita Kevin
Costner,
mezzo secondo e non uno di più. Tu invece… Non è giusto” concluse incrociando le
braccia, fingendosi arrabbiata.
“Non è
stata una cosa programmata lo sai”
“Cosa
intendi fare ora?”
Ecco
la fatidica domanda, che anche lei si era posta già un migliaio di volte.
“Niente”
Maddie
la fissò.
“Non
lo so”
Ancora
sguardo fisso.
“Cosa
vuoi che ti risponda?” concluse stancamente Samantha.
L’amica
scosse la testa e agitò verso di lei l’indice del braccio sano.
“Non
parliamo di uno qualunque cara mia. Kevin! Santo cielo, sei diventata amica di
Kevin Jonas. Hai presente? Occhi verdi, fisico da urlo e mani orgasmiche… e tu
mi rispondi che non sai cosa fare?”
Si
lasciò ricadere sui cuscini in modo melodrammatico.
“Ma
perché sono confinata in un ospedale?”