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Autore: agatha    22/04/2009    4 recensioni
Una tazzina del caffè, di solito, serve solo per contenere un liquido. In qualche caso invece può cambiare totalmente la vita: così come succederà a Samantha, che incrocerà inaspettatamente la sua con quella di Kevin, Joe e Nick.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Domani nevicherà rosso dato che finalmente posto. Mi spiace di avervi fatto aspettare così tanto.

 

Jollina la verde: Eh sì, il colpo di scena era quello, l’ha scritta Kevin. Deduco che ti sia piaciuta questa cosa, sono contenta. Resisti a questa cosa, ci saranno altre sorpresine vedrai e ci tengo a leggere il tuo parere!

 

EllieGoodman: Grazie di esserti ricordata di commentare. Sì, Kevin è proprio dolce e visto il testo di Gotta find you, penso ci stia a pennello. L’intervista in radio è stata una mazzata, perché l’ha portato a riflettere su cosa manca nella sua vita e realizzarlo non è stato piacevole, povero cucciolo.

 

Potterina Weasley: il pezzo in cui lui le bacia il dito piace un sacco anche a me. Kevin è naturalmente dolce, anche se a volte non si rende conto dell’effetto dei suoi gesti. Le sorprese non sono finite vedrai! Grazie per i tuoi commenti sempre entusiastici che mi fanno continuare a scrivere.

 

1: hai colto un sacco di particolari, come il fatto che si capiscano senza bisogno di tante parole, o il riferimento a “Vita da strega” da cui è stato preso il nome di lei. Il bacio al dito è dolcissimo e proprio da lui. (Sam annuisce ricordandosi che Kev ce l’ha solo in prestito). Kevin ha sempre avuto il supporto della sua famiglia e lo aiutato molto, anche a diventare quello che è adesso. Samantha invece è molto indipendente al contrario di lui.

 

2: sapevo che non saresti stata d’accordo con i vestiti colorati xD Hai capito il rapporto che lega Kev e Sam. Si trovano a loro agio a parlare ed è per questo che lui ha deciso di confidarsi. Come dicevo alla 1, Sam è molto indipendente e quindi è restia a lasciarsi andare troppo con Kevin, per questo a volte si ritrae per paura. Sono contenta di vedere che Sam comincia a starti più simpatica, spero di riuscire nell’intento di fartela piacere sempre di più. L’istinto di tirare tazze di caffè ce l’ha sempre, anche se sarà verso un altro Jonas… Il riferimento a Joe sotto la doccia era una chicchina per te lo sai? xD

 

Vi lascio alla lettura, c’è qualche indizio sulla misteriosa ragazza di Joe, anche se è ancora troppo poco per capire. Vedremo se li saprete cogliere.

 

Buona lettura!

 

*********************

 

 

I suoi ricordi vennero interrotti da un rumore. Sentì entrare qualcuno nel camerino di fianco al suo. Le giunse all’orecchio la risata di una ragazza giovane.

“Se ci vedono…”

“A quest’ora non c’è in giro nessuno dai, non preoccuparti” la rassicurò una voce maschile

“Sì, ma…”

Le proteste di lei vennero zittite improvvisamente e Sam non fece fatica a capire che si stavano baciando. Provò ad attendere, sperando che se ne andassero. Invece li sentì parlare di nuovo.

“Cos’è che hai in mano?” chiese la ragazza.

“E’ per te. Non si entra in un camerino senza avere qualcosa da provare” scherzò il suo compagno.

“E’ orribile quella maglietta! E’ di un verde acido praticamente fluorescente”

“Che c’è di male? E’ originale, ti starebbe bene”

“Ti prego. Avrai tante qualità ma in fatto di moda sei terribile”

“Che cosa?” ribattè lui, in tono sbalordito.

“Ti devo ricordare quei jeans giallo fluo che indossavi sul set? Ero tentata di mettermi gli occhiali da sole per non rimanere abbagliata”

“La tua è solo invidia. Ci vuole un po’ di follia per rendere la vita più divertente”

“Senza dubbio tu ne hai portata tanta nella mia vita”

“Ti dispiace?” mormorò in tono più basso il ragazzo.

“Assolutamente no” confessò lei dolcemente.

 

Samantha aveva sperato che i due se ne andassero ma, a quanto pareva, erano ben decisi a sfruttare l’intimità del camerino. Anche se aveva sorriso di fronte alla dolcezza di quelle parole romantiche, si sentiva molto imbarazzata aveva cercato di rivestirsi il più silenziosamente possibile per poi allontanarsi senza farsi scoprire. L’operazione “non far rumore” però richiese più tempo di quanto pensasse e prima che lei riuscisse ad abbassarsi per rimettere le scarpe, sentì di nuovo i suoi vicini. A quanto pareva la coppietta si era decisa a trovare un luogo più adatto per le loro effusioni.

“Forza, siamo solo a metà del giro che ti avevo promesso” affermò la voce maschile.

“Non ti sembra che abbiamo rischiato abbastanza? Ho fame, non ti dimenticare dove dobbiamo essere fra qualche ora” replicò seria la ragazza.

“Me lo ricordo, per quello dobbiamo sbrigarci”

“Com’è che finisco sempre per dirti di sì?” rispose lei, sbuffando.

“Perché non sai resistere al mio fascino” la rimbeccò lui con tono malizioso.

 

Sentendoli allontanarsi, Sam non riuscì a resistere. Dopo quanto ascoltato era curiosa di dare un volto alla misteriosa coppia, dando loro almeno un’occhiata. Scostò la tendina quanto bastava e notò, tra i vestiti appesi, una ragazza non molto alta con dei lunghi capelli scuri e lisci. Accanto a lei, un ragazzo le teneva un braccio intorno alla vita.

Tutto accadde in una manciata di secondi.

Lui si voltò e incrociò il suo sguardo.

Fu un attimo e lei si rifugiò di scatto all’interno del camerino, sperando di essere stata abbastanza rapida da non farsi vedere. Attese ma non ci fu più nessun rumore, segno che era rimasta sola. Con la schiena appoggiata alla parete scivolò piano fino a sedersi sullo sgabello con espressione sbalordita.

Aveva riconosciuto quel ragazzo.

Impossibile non notare la particolare pettinatura che era un suo “marchio di fabbrica”: quello di Joe Jonas, il fratello di Kevin.

 

Perplessa, rimise al suo posto i vestiti provati, limitandosi ad acquistare una sciarpa e un paio di guanti candidamente bianchi. Immersa nelle sue riflessioni su quanto appena successo, quasi non si accorse della commessa che le comunicava l’importo che doveva pagare.

“Mi scusi, non l’avevo sentita”

Estrasse le banconote dal portafoglio e aspettò il resto ansiosa di andarsene via. Quando fu per strada rabbrividì per una gelida folata di vento. Alzò gli occhi al cielo: la tinta plumbea sopra la sua testa non prometteva niente di buono. Si avvolse la sciarpa intorno al collo, sospirando per il tepore che la riparava dal freddo. Una veloce occhiata all’orologio le disse che aveva tempo per una breve visita all’ospedale da Maddie. Accelerò il passo per raggiungere la fermata più vicina e, quando vide l’autobus in lontananza, cominciò a correre. Con uno scatto, riuscì a raggiungerlo in tempo e a salire prima che si chiudessero le porte.

Giunta in ospedale prese l’ascensore e schiacciò il quarto piano, quello di chirurgia. Uscì in modo circospetto, per paura di incontrare l’infermeria della volta precedente, che l’aveva apostrofata duramente per essersi introdotta in ospedale al di fuori dell’orario di visita dei parenti. Ostentando indifferenza guardò prima a destra e poi a sinistra per controllare la situazione. Il corridoio sembrava libero e lei ne approfittò immediatamente per raggiungere la stanza della sua migliore amica, che stava sdraiata nel letto a leggere un libro.

“Psst”

“Sam!”

“Sei sola?”

Maddie annuì vigorosamente e battè una mano sul suo materasso.

“Vieni pure, l’infermiera è passata mezz’ora fa a fare il giro di controllo, sei al sicuro”

 

Dopo averla abbracciata Sam le chiese come stava e cose le aveva detto il medico.

“Questa mattina mi hanno fatto un’altra radiografia e sembra che l’operazione sia andata perfettamente – sollevò il braccio sinistro con una smorfia scocciata – non vedo l’ora di togliere questo maledetto tutore. E’ orribile averlo immobilizzato e la cosa peggiore è quando mi viene il prurito. Devo concentrarmi intensamente su qualcos’altro”

Samantha rise.

“Fammi indovinare: Matthew McConaughey?”

Maddie roteò gli occhi con espressione adorante sollevando, con la mano libera, il libro che stava leggendo.

“La sua interpretazione di Dirk Pitt doveva ricevere l’oscar. Tutte le volte che ripenso a quel film non capisco più niente”

“A chi lo dici. Ho perso il conto di quante volte ho guardato Sahara” concordò.

 

Dopo aver sistemato le lenzuola e appoggiato il libro di Cussler sul piccolo comodino di fianco al letto, dedicò la sua attenzione alla sua visitatrice.

“Allora cosa mi racconti?”

Lei fece per aprire la bocca ma l’amica l’anticipò ricominciando a parlare.

“Non mi dire come al solito niente, te lo leggo negli occhi che c’è qualcosa di strano in ballo. Potrai ingannare chi vuoi, ma non chi vive insieme a te e ha imparato a conoscerti”

“Cosa intendi dire?”

“Non te ne sei mai accorta ma hai il vizio di non guardarmi negli occhi quando mi stai nascondendo qualcosa”

“E tu sei sempre stata un’impicciona” le rispose con una linguaccia prima di sospirare.

 

Era venuta qui proprio per confidarsi con la sua amica, per mettere un po’ di ordine ai mille pensieri che le vorticavano in testa ma adesso che era qui tutto sembrava più difficile.

“Se ti dico una cosa mi prometti di non urlare e non agitarti?”

Maddie alzò due dita, assumendo un’espressione fintamente seria.

“Certamente. Parola di lupetto”

“Ho conosciuto Kevin Jonas” disse di getto.

Passarono pochi secondi, il tempo necessario perché la ragazza capisse il senso di quanto appena sentito.

“Che cosa???” urlò a squarciagola.

Sbarrando gli occhi Samantha cercò di calmarla.

“Sshh, sei impazzita a gridare così?”

“Sento dei passi, ti conviene nasconderti”

Velocemente scese dal letto, accucciandosi di fianco, nascosta dalle coperte e ascoltò l’infermiera che era accorsa per sapere se tutto andava bene. Madleine riuscì a liquidarla con una scusa e, dopo aver rimediato un’occhiataccia, furono nuovamente sole.

“Via libera?”

“Se non torni subito a spiegarmi tutto giuro che ti faccio ricoverare qui”

 

Obbedendo a quell’ordine, Samantha si sedette di nuovo accanto a lei e le raccontò come aveva conosciuto Kevin e come fossero diventati amici dopo i loro incontri al Roof Garden. Non rivelò il suo segreto riguardo la canzone di Camp Rock né le confidenze che gli aveva fatto dopo l’intervista alla radio. Si era fidato di lei ed era giusto che non tradisse quella fiducia.

Maddie intanto, con aria sognante, aveva cominciato a parlare.

“Non ci posso credere. Ho lavorato per più di sette mesi in quel posto e la cosa più emozionante che mi è successa è stato vedere di sfuggita Kevin
Costner, mezzo secondo e non uno di più. Tu invece… Non è giusto” concluse incrociando le braccia, fingendosi arrabbiata.

“Non è stata una cosa programmata lo sai”

“Cosa intendi fare ora?”

Ecco la fatidica domanda, che anche lei si era posta già un migliaio di volte.

“Niente”

Maddie la fissò.

“Non lo so”

Ancora sguardo fisso.

“Cosa vuoi che ti risponda?” concluse stancamente Samantha.

L’amica scosse la testa e agitò verso di lei l’indice del braccio sano.

“Non parliamo di uno qualunque cara mia. Kevin! Santo cielo, sei diventata amica di Kevin Jonas. Hai presente? Occhi verdi, fisico da urlo e mani orgasmiche… e tu mi rispondi che non sai cosa fare?”

Si lasciò ricadere sui cuscini in modo melodrammatico.

“Ma perché sono confinata in un ospedale?”

 

 

  
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