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Autore: Persefone3    23/07/2016    6 recensioni
Killian Jones è un giovane e promettente artista di Boston, ma la sua vita non è stata sempre facile. Proprio nel momento in cui decide di iniziare a riprendere in mano la sua vita, una giovane donna fa capolino nella sua vita. Dal canto suo, Emma Swan non ha la minima idea che dopo il suo incontro con Killian tutto quello che l'ha spinta a chiudersi in se stessa sta per subire un forte scossone. Riusciranno a trovare un loro equilibrio? E cosa succede quando uno dei due si troverà nella delicata situazione di dover proteggere l'altro dai residui del proprio passato?
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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XIV. The Fairy Tale Exhibition
 
La lezione di disegno era appena terminata e Killian stava aspettando che Emma uscisse dal camerino per tornare a casa. Era stata la lezione più lunga, complicata e faticosa di tutte per lui, mentre Emma doveva essersi sicuramente divertita molto.

La mattina era iniziata come sempre con la solita valanga di baci che si scambiavano prima che lei uscisse per andare a lavorare. Era seduta sulle sue gambe ed era radiosa come sempre.
 
- A oggi pomeriggio principessa.
- A proposito – disse Emma rubandogli un altro bacio – oggi a lezione devi proprio venire?
- Perché mi fai questa domanda? Non sono mai mancato ed è un record che ho intenzione di portare avanti.
- Di certo non hai bisogno di lezioni e ora che siamo insieme non hai più bisogno di una scusa per vedermi
- Insieme … quanto mi piace quando usi quella parola non puoi sapere, ma non mi distrarrà dal fatto che mi vuoi depistare da oggi pomeriggio, perché?
- Ecco Mary non vuole mai anticipare l’argomento della lezione successiva, ma credo che stavolta tu debba sapere. Il fatto è che il tema di oggi è il nudo femminile.
- Cosa? – replicò lui rischiando di rovesciare tutto il caffè sul tavolo.
- Lo sai come funzionano queste cose. Non hai mai ritratto un nudo femminile? Sicuramente all’università ti sarà successo!
- All’università la modella in questione non era la mia fidanzata!
- È esattamente per questo che ti sto chiedendo di saltare la lezione.
- Ma è proprio per questo che DEVO venire.
- Ma chi vuoi che mi guardi?
- Emma te lo vuoi mettere in testa che sei una donna, una bella donna che non passa di certo inosservata? E non ridere, sono serissimo!
- Avanti chi sarebbero questi ammiratori?
- Tanto per cominciare c’è Robert in seconda fila, rimane imbambolato a guardarti per tutto il tempo e poi c’è Steve, il ragazzo con quella orrenda giacca di pelle marrone, che in un paio di occasioni ha anche cercato di avvicinarsi. Fa il vago ma …
- Andiamo, sei geloso capitano?
- E perché mai dovrei esserlo? Anche se so che hai un debole per gli uomini in giacca di pelle.
 
Emma lo zittì con un ultimo bacio.
 
- Ho capito, cercare di farti desistere non è possibile. Ci vediamo oggi pomeriggio capitano e non farli camminare sul ponte della tua nave. Sono assolutamente innocui.
 
Quando Emma era entrata in accappatoio in aula, si era aspettata di tutto tranne quello che stava vedendo: Killian seduto in prima fila proprio davanti a Robert e Steve. Aveva lasciato le retrovie per la prima linea.
 
- Bene – aveva detto Mary – inizieremo lo studio del corpo umano. Sistemati di spalle Emma, grazie.
 
Mentre Emma si era appena seduta e stava scoprendo la schiena, Killian non la perdeva di vista un solo istante, cercando di coprire la visuale agli altri due. Si sentì un completo idiota quando notò sulla schiena della sua donna il laccio del costume da bagno. Emma lo aveva preso in giro e sicuramente se la stava ridendo di gran gusto.


Quando la vide riemergere dal camerino, Killian non poté fare a meno di notare il sorriso sul suo bel viso.
 
- Scommetto che hai riso di gran gusto tutto il giorno.
- Non so di cosa parli. No, non è vero. La tua faccia è stata qualcosa di incredibile. E poi in prima fila ..
 
Killian la lasciò ridere per un po’ tenendole il muso.
 
- Ci fermiamo a mangiare qualcosa prima di tornare a casa? Hai molto da farti perdonare e io ho già in mente come.
 
Killian la attirò a sé suadente.
 
- Vorrei, ma non posso. Devo trattenermi. C’è ancora molto da fare per il party e Mary mi ha chiesto una mano per l’organizzazione.
- Vi fermate molto?
- Non saprei. So che c’è anche David magari mi faccio dare uno strappo da lui al ritorno.
- Perché non dici loro di venire a cena da noi? Ordiniamo un paio di pizze e poi voi vi mettete a lavorare mentre io e David promettiamo di lasciarvi in pace.
- Davvero?
- Ho l’aria di uno scherza? – replicò lui alzando un sopracciglio
- Grazie! – disse Emma stampandogli un bacio sulla guancia - Corro subito a dirlo a Mary!
 
E così dopo mezz’ora, i quattro stavano entrando nell’appartamento di Killian. David aveva le pizze in mano e le stava posando sul tavolo della sala da pranzo, Mary ed Emma stavano poggiando i loro pc portatili sul divano e Killian stava accendendo le luci in cucina. In pochi minuti la tavola fu apparecchiata per la cena.
 
- Complimenti – disse Mary sedendosi – hai una casa bellissima Killian!
- Oddio sono pessimo! Scusa Mary è la prima volta che vieni e non ti ho fatto fare neanche un giro per la casa.
- E allora che aspetti? – intervenne Emma prendendo le posate dalle mani di Killian– qui ci penso io.
 
Avevano appena concluso il giro, quando Mary notò sopra il divano un disegno raffigurante Emma. Era bellissima. Si avvicinò per osservarlo meglio.
 
- È il tuo unico lavoro appeso. È bellissimo, complimenti.
- Grazie. Non nego di esserne molto soddisfatto.
 
E poi la voce di Emma li richiamò a tavola per mangiare.

Mentre David e Killian stavano concludendo la cena con un buon goccio di whiskey, Mary ed Emma si stavano preparando una tazza di caffè per affrontare la lunga notte di lavoro. Emma notò subito lo sguardo pensieroso della sua amica.
 
- Ehi, è successo qualcosa? – chiese Emma porgendole la tazza.
- No – rispose Mary scuotendosi – o meglio non ancora.
 
Mary prese la tazza e andò a sedersi vicino a David. Emma la imitò e andò a sedersi vicino a Killian.
 
- Killian – esordì Mary ad un tratto – hai altri disegni, per caso? Ma tuoi, non di quelli che fai a lezione
- Sì, perché?
- Avresti qualcosa in contrario a mostrarmeli?
- Assolutamente no!
 
Killian si alzò e dalla libreria tirò fuori una cartellina con i suoi disegni. La porse a Mary perché la esaminasse. Killian guardò Emma e poi David ma anche loro erano completamente ignari di quello che stava accadendo.
 
- Sarò sincera – disse Mary dopo un attento esame di alcuni disegni – e ti sto parlando da gallerista e non da amica. Hai un talento eccezionale. Quando ci siamo conosciuti la tua tecnica era ancora un po’ grezza, ma il tuo tratto è davvero migliorato. Il ritratto che hai fatto ad Emma è da esposizione e non sto esagerando. Anche qui c’è molto materiale interessante su cui lavorare. Quindi ho intenzione di farti una proposta. Vediamo come reagiscono i critici invitati al party sul tuo quadro e su quel ritratto, se mi permetterai di esporlo. Se la loro risposta sarà positiva, ti propongo una personale nella mia galleria. Che ne dici?
- Io veramente non so che dire. Per me sono solo schizzi, un passatempo. Non credevo potessero essere di un qualche valore.
- Io credo che andranno a ruba. Fermo restando che potrai sempre decidere quali opere mettere in vendita e quali no. Ti chiederò una percentuale sui guadagni ovviamente
- Io non me ne intendo di queste cose
- Ma io sì – rispose David – posso curare i tuoi affari in tal senso.
- Emma, tu che ne pensi?
 
Emma rimase spiazzata da tale domanda. Era la prima volta che Killian la chiamava in causa su una cosa così importante.
 
- Credo che tu abbia tutte le carte in regola per provarci. Mary è una professionista seria nel suo lavoro, puoi fidarti e sono sicura che David farà lo stesso al di là dell’amicizia che vi lega. Facciamo come dice Mary. Vediamo cosa ne pensano e poi muoviamoci di conseguenza.
- Allora è deciso – disse Killian alzando il bicchiere – a noi.
 
Il giorno del party era finalmente arrivato. Emma si stava preparando con cura per la serata. Aveva scelto per l’occasione un lungo abito celeste stretto in vita, con una generosa scollatura e dei bellissimi fiori da campo ricamati. Era riuscita a tenere nascosto il vestito per fargli una sorpresa. Stava finendo si raccogliere i capelli in una lunga coda, quando Killian in smoking entrò nella stanza di colpo.
 
- Ma perché questo dannato papillon non vuole sistemarsi? Emma ti spiace …
 
Come Killian alzò lo sguardo e la vide fasciata nel suo abito da sera rimase senza parole.
 
- Era esattamente la reazione che volevo suscitare. Che succede?
- Mi potresti aiutare per favore? Non riesco a fare il nodo con questa stupida mano finta – rispose stizzito.
 
Emma si avvicinò a lui e iniziò a sistemare il papillon. Poteva sembrare un gesto sciocco o banale, ma vivendo con lui aveva capito quanto potesse diventare difficile anche una semplice azione come quella. Killian detestava non essere autosufficiente. La prima volta si era precipitata ad aiutarlo e solo dopo aveva capito di quanto si sentisse a disagio nel chiedere aiuto in quel modo. La seconda volta era stata più accorta e la terza era stato proprio Killian a chiederle aiuto. E così Emma aveva imparato i suoi tempi e lasciava che fosse lui a decidere quando aveva bisogno di aiuto e quando invece riusciva a cavarsela anche da solo.
 
- Ecco fatto – disse sistemandogli bene il colletto della camicia – sei perfetto.
- Grazie.
- Sei nervoso per stasera?
- Un po’ Emma. Se davvero i miei disegni piacessero ne sarei davvero molto contento. Ma se questo non dovesse accadere ho paura di deludere le persone che in me hanno creduto. Tu più di tutte.
- Qualunque cosa accada la affronteremo insieme. E se i tuoi quadri non dovessero piacere pazienza. Per me lo Swan’s Gem resterà sempre il più bel ritratto che mi sia stato fatto.
 
La galleria era stata organizzata come una vera e propria sala d’esposizione. Mary ed Emma avevano fatto davvero un ottimo lavoro. Sul fondo c’erano tre tavoli con un generoso buffet per gli ospiti e bevande di ogni tipo. Killian fece il suo ingresso con Emma al braccio. I suoi occhi corsero immediatamente all’angolo dove erano esposti i suoi quadri. Erano ben disposti ed illuminati in modo da esaltarli ancora di più. C’erano già alcune persone ad osservare curiosi il suo lavoro.
 
- Guarda – disse Emma entusiasta – i tuoi lavori hanno attirato l’attenzione più del cibo gratis!
 
Killian iniziò a ridere di gusto. Le passò un braccio intorno alla vita e la strinse a sé ancora di più.
 
- Ma come ci riesci, Swan? Come fai ad allentare la tensione come se niente fosse?
 
Emma passò a sua volta il braccio attorno alla vita del suo uomo.
 
- Uno dei due deve sdrammatizzare quando serve – gli posò un bacio sulla guancia.
- Ecco i piccioncini – disse David facendosi strada tra la folla verso di loro con un bicchiere in mano.
- Tutto bene principe azzurro, dov’è Mary?
- È impegnata a fare pubbliche relazioni, cosa in cui io sono piuttosto negato. A proposito, Emma ti stava cercando.
- La raggiungo subito.
 
Emma, a malincuore, si sciolse dall’abbraccio di Killian per raggiungere la sua amica. La trovò dove David aveva detto.
 
- Mi cercavi Mary?
- Emma! Siete qui, bene! Hai visto i quadri di Killian? Stanno riscuotendo un grande successo. Sono tutti curiosi di sapere di chi siano. Lo presenterò ufficialmente durante la premiazione. Si è preparato un discorso, vero?
 
Fu in quel momento che Emma capì perché, nonostante tutto, aveva da ore la sensazione di essersi scordata qualcosa di importante da fare.
 
- Emma, Killian sa della premiazione e del discorso vero?
- Me ne sono dimenticata, non so come  ma me ne sono dimenticata. E ora?
- Va bene, non posso chiamarlo e fargli fare una figuraccia. Diglielo subito che c’è ancora un po’ di tempo.
 
Mentre stava tornando verso Killian, Emma si stava tormentando. Come diavolo aveva potuto scordarsi una cosa del genere? Certo c’erano stati i preparativi e Killian l’aveva coinvolta in un mucchio di cose. Quell’uomo le mandava in confusione il cervello. Lo individuò esattamente dove l’aveva lasciato. Stava parlando con David, ma stavolta aveva due bicchieri pieni di champagne in mano. La stava aspettando.
 
- Eccoti qui – disse Killian come la vide avvicinarsi – ma dove eri finita?
 
Senza proferire una sola parola, Emma lo afferrò per un braccio e lo trascinò in un angolo.
 
- Ehi, ma cosa fai? Non ho fatto niente di male, giuro.
- Lo so che non hai fatto niente. Scusaci David.
 
Quando furono appartati, Emma lo lasciò andare.
 
- Tesoro, che ti succede?
- Devo dirti una cosa.
- Oddio così mi preoccupi. Hai un figlio di cui non mi hai mai parlato?
- Non è il momento di scherzare. Ecco io non ti ho detto che Mary ha intenzione di premiarti per il concorso e vuole che tu dica qualche parola
 
Killian impallidì.
 
- Non se ne parla proprio.
- Killian ti prego. Lo so avrei dovuto dirtelo e mi spiace, ma Mary dice che i tuoi quadri stanno riscuotendo molto successo.
 
Killian la guardò un momento. Era sinceramente dispiaciuta.
 
- Io non sono bravo con le parole e con i discorsi.
- Nemmeno io, ma possiamo inventarci qualcosa?
 
La serata era quasi al termine. Mary si avvicinò al microfono per prendere la parola.
 
- Signori, spero che la serata sia stata fin qui di vostro gradimento. È per me un grande piacere aver festeggiato insieme a voi questa importante ricorrenza. Da un paio di mesi nella mia galleria si tiene un corso di disegno. Ho chiesto ai miei allievi di disegnare qualcosa per questa serata. I due quadri che avete ammirato stasera appartengono all’autore e vincitore del concorso. Sono felice di annunciare che presto, molto presto sentirete ancora parlare di lui, con una personale proprio qui. I due quadri si intitolano Hook versus Pan e Swan’s Gem. Signore e signori vi presento Killian Jones.
 
Mary invitò Killian a salire sul palco. Un ultimo fugace sguardo alla sua Emma e poi a prendere per le corna quel toro. Si avvicinò al microfono sfoggiando un passo sicuro. Aveva concordato un piano di massima con Emma.
 
- Grazie Mary. Sarò sincero, non sono molto bravo con le parole, quindi sarò breve. Se stasera sono qui, lo devo a tre persone: a David che mi ha fatto conoscere la galleria, a Mary e la sua famiglia che mi hanno dato la possibilità di disegnare e alla persona che ha reso tutto questo possibile.
 
Killian la guardò dritta negli occhi come se fossero soli in quella sala piena di gente. Così come era salito sul palco ne era sceso raggiungendo Emma tra il pubblico.

Stavano dando fondo agli ultimi bicchieri di champagne quando qualcuno si avvicinò a loro.
 
- Signor Jones, permetta che mi presenti? Mi chiamo Agravaine e sono un avvocato.
 
Il nuovo arrivato porse la mano a Killian.
 
- Salve – rispose Killian freddo.
 
Gli occhi di quell’uomo non gli piacevano. E soprattutto non gli piaceva il modo in cui si stavano posando su Emma.
 
- Questa bella signorina – proseguì Agravaine – deve essere la famosa persona che ha reso tutto possibile. Noto una certa somiglianza con la ragazza del quadro. Posso sapere il suo nome?
 
L’uomo sfiorò i capelli di Emma. Killian la avvicinò di più a sé. Prima di rispondere Emma si strinse al suo braccio: quell’uomo non piaceva neanche a lei.
 
- Emma Swan.
- Che bellissimo nome. Allora – disse tornando a rivolgersi a Killian – sarò conciso come piace a lei. Quanto vuole per entrambi i suoi quadri?
- I quadri non sono in vendita.
- Forse non mi ha capito. Uno dei miei clienti è un facoltoso collezionista d’arte. Sono sicuro che sarà più che propenso a pagarle la giusta somma per entrambe le opere. E anche qual cosina in più, questa bella ragazza va viziata come si deve. E il mio cliente potrebbe aiutarla in questo.
- Ma davvero? e come si chiamerebbe questo caritatevole benefattore? – rispose sarcastico
- Mi spiace ma il mio cliente ama l’anonimato. Mi occuperò io della transazione, di questo non deve preoccuparsi. Vogliamo metterci d’accordo sul prezzo?
- Qui se c’è qualcuno che non ha capito, quello è lei. I quadri non sono in vendita e so esattamente cosa fare con Emma. E con questo abbiano finito. Ci scusi.
 
Killian prese Emma e si allontanò immediatamente da quello sgradevole individuo. Agravaine non li perse di vista un momento. Sapeva esattamente cosa fare.


A notte fonda, l’avvocato stava guardando gli ultimi invitati lasciare la galleria. Per ultimi uscirono due coppie. Mary Margaret e David e Killian in compagnia di Emma. Estrasse dalla tasca del suo cappotto il cellulare. Aprì la galleria con le foto dei due quadri che aveva fotografato. Sapeva che il suo cliente li avrebbe trovati di suo gusto. Compose un numero di cellulare.
 
- Arthur sono io. Sono stato al party della galleria Blanchard proprio come avevi chiesto. Ho trovato qualcosa di molto interessante, ma il novellino di turno si crede già chissà chi. La signorina Blanchard ha in mente di fargli fare una personale tra poco meno di un mese quindi hai poco tempo per agire. Ti mando subito le foto.
 
Nella sua villa, Arthur stava osservando le foto che il suo avvocato e fidato braccio destro gli aveva mandato. Aveva ragione quei quadri erano molto belli e avrebbero fatto un figurone nella sua collezione privata. Le foto erano accompagnate anche da un laconico messaggio di testo.
 
“Ho provato a tastare il terreno. Il pivellino dice che non sono in vendita”
 
Aveva una sola regola: prendersi tutto quello che voleva. Se questo pivello non voleva vendere, avrebbe trovato un altro modo per avere quei quadri. Portò alla bocca il bicchiere e bevve un sorso di brandy. Al tavolo con lui i suoi commensali lo stavano guardando intimoriti e con riverenza. Posò sul tavolo il cellulare con le foto aperte.
 
- Signori, ho un lavoro per uno di voi. Vogliate lasciarmi solo con due dei miei più cari amici. Gold padre e Gold figlio.
 
Non appena la sala si fu svuotata Arthur si avvicinò ai due.
 
- Carissimi amici, poiché io ho fatto un favore a voi ungendo qualche meccanismo per potervi riavere sul suolo americano, ora sono io che chiedo un piccolo favore a voi.
- Di cosa si tratta? – rispose Gold
- Ecco alla galleria Blanchard sono stati presentati due quadri. Li voglio nella mia collezione.
 
Arthur porse ai due il cellulare per mostrare le foto. Il primo mostrava un duello tra quello che sembrava essere un duello tra Peter Pan e Hook, ma fu quando mostrò loro il secondo che Neal sentì come un dolore lancinante dentro: il quadro ritraeva Emma nel vestito rosso che le aveva visto indossare a teatro. Aveva capito che tra quei due c’era una complicità forte, come lui non aveva mai avuto con Emma. Ma fu la foto successiva a fargli più male. Agravaine aveva spedito anche alcune foto del party. In questa Emma e Killian si stringevano l’uno all’altra in un modo molto più intenso di come avevano fatto a teatro, segno che tra loro la relazione si era fatta ancora più intima. Emma aveva un bellissimo sorriso e lo guardava intensamente, ampiamente ricambiata.
 
- Conosco la modella Arthur. Si chiama Emma Swan.
- La stessa Emma Swan che hai piantato in asso per dartela a gambe in Canada?
- Proprio lei. potrebbe tornarci utile.
- E come di grazia? – rispose Arthur sedendosi in una delle sedie – non credo abbia molta voglia di vederti ora come ora. Mi sa che si sta divertendo molto con questo Killian Jones.
- Lascia fare a me. So che tasti premere.
- Ne sei sicuro? Perché vedi se fallisci ti posso assicurare che l’unico posto sicuro su questo pianeta per te e tuo padre sarà una bara sepolta sotto mezzo metro di terra.
- Avrai i tuoi quadri. E in cambio cancellerai anche gli altri debiti che abbiamo con te.
 
Gold padre stava osservando la scena in silenzio.
 
- Rumple tu che dici? – chiese Arthur
- Mio figlio ha un buon fiuto per gli accordi proprio come me. allora ne abbiamo uno Arthur?
- Assolutamente sì. Voglio quei quadri prima della mostra o non sarà poi così facile sottrarli.
- Sappiamo come funziona – rispose Neal – la maggior parte dei quadri te li abbiamo procurati noi. Quello che no sai è che era proprio la nostra cara Emma a consegnarli ai tuoi scagnozzi. Anche se lei questo non lo ha mai saputo. Sospettato che ci fosse qualcosa di losco, ma era troppo innamorata di me per fare domande.
- E ora come farai a convincerla ad aiutarti?
- Vedi Emma ha così paura di perdere le persone che ama che prima o poi finisce sempre per allontanarle.
- Spiegati meglio.
- Semplicissimo: minaccerò di distruggere la sua felicità. E allora sì che sarà disposta ad aiutarci. 


ANGOLO DELL'AUTRICE:
Scusatemi. Avrei dovuto postare una settimana fa, ma gli impegni sono stati troppi e non sono riuscita a finire prima il capitolo. Conto di tornare alla regolarità di sempre, impegni permettendo. Lo so che mi starete odiando: vi ho illuso con un inizio molto fluff e avrete pensato ... Persefone ci sta prendendo per il naso ... e poi BAM alla fine scopriamo chi metterà i bastoni tra le ruote ai due. Non potevo lasciargli fare una comparsata perchè il nostro caro Neal è parte integrante del casino che sto architettando ... hihihihihihi ... ed Emma sarà messa in mezzo nella maniera più dolorosa per lei. Ma killian direte voi? Killian sarà lì ... #prestosapretetutto.
Come dicevo in linea di massima mancano due capitoli alla fine del flashback e poi torneremo al presente. Spero davvero che questa struttura del testo non sia troppo artificiosa.
Un bacio a tutti e grazie come sempre dell'affetto!
Alla prossima settimana
Persefone

Bonus: questo è il vestito che indossa Emma per il party. La tipa mi sembra familiare, ma non ricordo dove l'ho già vista ... assomiglia moltissimo ad Emma però ... chissà perchè ...

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