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Autore: Persefone3    11/07/2016    5 recensioni
Killian Jones è un giovane e promettente artista di Boston, ma la sua vita non è stata sempre facile. Proprio nel momento in cui decide di iniziare a riprendere in mano la sua vita, una giovane donna fa capolino nella sua vita. Dal canto suo, Emma Swan non ha la minima idea che dopo il suo incontro con Killian tutto quello che l'ha spinta a chiudersi in se stessa sta per subire un forte scossone. Riusciranno a trovare un loro equilibrio? E cosa succede quando uno dei due si troverà nella delicata situazione di dover proteggere l'altro dai residui del proprio passato?
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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 XIII. Just Normal Things
 
Lunedì mattina ed Emma era sotto la doccia. Aveva optato per una doccia decisamente fredda per riportarsi con i piedi per terra. Aveva vissuto gli ultimi due giorni con Killian come in una bolla di sapone. Avevano passato tutto il fine settimana lasciando fuori della porta dell’appartamento tutto il resto del mondo.

Killian aveva terminato le bozze del ritratto in poche ore. Lo aveva visto intento a disegnare un sacco di volte, ma quel giorno la stava guardando in maniera ancora più intensa del solito. Erano più uniti, più complici: lui tratteggiava sicuro le dolci forme della donna di cui era innamorato e lei continuava a sentirsi incredibilmente donna, come mai prima. Killian aveva un fisico asciutto e atletico, braccia forti e avvolgenti che sapevano posarsi su di lei con una delicatezza e una passione tali che in un solo altro frangente potevano essere notati: mentre ritraeva lei. Quella mano e quel braccio che l’avevano stretta con tanto ardore, si muovevano veloci e leggeri sul foglio da disegno.

La domenica, complice il temporale che non aveva smesso di rovesciarsi sulla città, l’avevano passata tra letto e divano, carezze e televisione, dispetti, a fare l’amore ogni volta che l’istinto prendeva il sopravvento su di loro, a stuzzicarsi. Pioveva talmente forte che uscire non avrebbe avuto alcun senso, cosa che Killian aveva avuto modo di sperimentare sula propria pelle.

Erano le 10:30 e la voglia di baci e coccole era alternata da una gran voglia di caffè alla cannella. Mentre Emma stava pigramente nascondendosi tra le coperte, Killian era balzato in piedi e si stava infilando in fretta e furia una tuta da ginnastica.
 
- Dove vuoi andare Jones?
- A prenderti del caffè alla cannella. Lo vuoi e io vado a prendertelo.
- Ma dove vai che fuori piove! Anche se il bar è qui sotto ti bagnerai!
- Quelle due gocce? Ho affrontato tempeste ben peggiori.
- Questa storia del pirata ti sta sfuggendo di mano, sai?
- E se anche fosse? L’importante è che tu riesca sempre a vedere Killian, per il resto non ho affatto problemi.
 
Le aveva rubato ancora un bacio a fior di labbra prima di andare via lasciandola nel letto. Era tornato venti minuti dopo, con due bicchieri in mano ma bagnato fino al midollo. Emma era prima esplosa a ridere nel vederlo così e poi si era personalmente assicurata che nessun indumento bagnato fosse rimasto addosso al suo uomo. Tutto quello di cui ora aveva bisogno era una bella doccia ristoratrice. Lo aveva condotto in bagno ed era rimasta nei paraggi della doccia qualora avesse avuto bisogno di qualcuno che gli insaponasse la schiena, cosa che puntualmente era accaduta.

Dopo il pranzo, che Emma aveva voluto a tutti i costi cucinare perché era con il cibo che amava viziarlo, Killian era tornato a lavorare al ritratto, mentre quest’ultima era sdraiata sul divano con una tazza di the caldo e avvolta in un piumone. Poi improvvisamente Killian aveva posato la matita su tavolo per osservare meglio il suo lavoro.
 
- Ci siamo, è finito.
 
Si era alzato e aveva tirato fuori dalla libreria una cornice a giorno. Vi aveva sistemato il disegno e poi era andato a reclamare il suo posto sotto il piumone. Emma prese il quadro per osservarlo meglio.
 
- È davvero stupendo. Hai già pensato ad un titolo?
- Pensavo a Swan’s Gem perché sei davvero una gemma e un cigno ovviamente. E ora se permetti voglio immortalare questo momento.
 
Emma era arrossita. Killian allora tirò fuori il cellulare. Azionò la fotocamera e scattò una foto di loro due. In quel momento non avrebbe mai pensato che quella foto sarebbe stata consumata dalla mancanza di lei.
 
- E ora – proseguì lui – credo sia ora di portare le tue cose da me.
- Ti ho già detto che non c’è nessuna fretta. Già viviamo sotto lo stesso tetto, direi che è abbastanza.
- No che non lo è, anche se so che non ti senti a tuo agio con le cose veloci. Non voglio prometterti mari e monti, ma voglio solo vivere fino in fondo quello che c’è tra noi. Ti sto solo chiedendo di scoprirlo insieme. E poi non sopporterei l’idea di averti così vicina e non poterti stringere.
- Certo che ho voglia di scoprirlo insieme, ma a un patto.
- Spara principessa
- Le scatole pesanti le porti tu, pirata!
 
Avevano così iniziato a portare le cose di Emma di là. Farle posto nell’armadio era stato piuttosto semplice dato che Killian ne occupava solo la metà. In poco tempo tutto di quella stanza parlava di loro. Il comodino che Emma aveva usato, da spoglio, si era riempito di libri, una sveglia e Killian era perfino riuscito a trovare una lampadina nuova per l’abatjour.
 
- Ora che abbiamo sistemato devo confessare una cosa
 
Killian era tutt’orecchi.
 
- La mia sveglia domani suona alle 7:00.
- Cosa????????
- Mi hai capita benissimo – disse lei sorridendo – ancora sicuro che sia stata una buona idea farmi traslocare qui?
 
Killian si avvicinò a lei serio.
 
- Che giorno è oggi?
- Domenica, perché?
- Ah le faccio io le domande. Che ore sono?
 
Emma si sporse per vedere la sveglia sul comodino.
 
- Le 17.
 
Killian la afferrò per la vita e la fece cadere nel letto ridendo.
 
- Abbiamo ancora tempo. molto tempo prima di pensare alla sveglia che potremmo usare in un’infinità di modi. E io voglio sperimentarli tutti con te.
- Sei incredibile!

E si abbandonarono ancora l'uno all'altra.
 
Emma chiuse il rubinetto dell’acqua. Non c’era ombra di dubbio: quel lunedì mattina le era piombato addosso a tradimento. Aveva sempre adorato lavorare alla galleria, ma la prospettiva di rimettersi a letto accanto a lui era altrettanto allettante. Nella, ormai, loro stanza, aveva lasciato Killian dormire. Quando la sveglia sul cellulare aveva iniziato a vibrare  si era sbrigata a disattivarla per non disturbarlo. Si era girata dalla sua parte e lo aveva osservato alcuni istanti prima di alzarsi. Aveva sperato che la doccia le riportasse la lucidità ma non era servita quasi a niente.

Davanti allo specchio del bagno stava osservano la sua immagine riflessa. E le sembrò di sentire Killian sussurrare qualcosa nel suo orecchio facendole correre un brivido lungo la schiena. Era stato tutto bellissimo ma non potevano tenere il mondo fuori per ancora molto. E proprio questo la rendeva nervosa. Iniziò ad asciugarsi e poi si vestì.

Entrò in punta di piedi nella stanza per prendere la sua borsa e aveva appena attraversato il corridoio, quando un familiare odore di caffè investì le sue narici. Si voltò incuriosita verso il tavolo, dove c’era Killian ad aspettarla.
 
- Niente caffè amore? mi era sembrato di capire che ti fosse praticamente impossibile alzarti dal letto senza.
 
Emma trasalì. Killian non solo era in piedi, cosa di cui non si era minimamente accorta presa come era dai suoi pensieri, ma era anche pronto per uscire.
 
- Da quando in qua ti alzi presto la mattina? Credevo dormissi di là
- Oh diciamo che la tua lunga doccia mi ha dato tempo anche se devo ammettere è stata davvero una grande tentazione raggiungerti. Comunque sono sceso e ti ho portato questo.
 
Killian porse ad Emma uno dei due bicchieri di carta.
 
- La cameriera avrà creduto di avere una visione vedendoti in piedi così presto.
- Non nego di fare un certo effetto
- Uhm – Emma afferrò il bicchiere e si incamminò verso la porta.
- Ehi che fai mi lasci indietro? Ti accompagno.
 
Emma stava per replicare ma Killian fu più veloce di lei.
 
- Lo so che vuoi i tuoi spazi e io sono più che intenzionato a rispettarli. Non è da me comportarmi così, il che mi stupisce, hai davvero della magia Swan. Ma solo per stamattina, lascia che ti accompagni. Non voglio ancora separarmi da te.
 
Killian poggiò la fronte su quella di Emma in quello che ormai era diventato un gesto del tutto naturale. Dal canto suo, Emma gli circondò la vita con un braccio e lo strinse a sé.
 
- E allora muoviamoci.
 

Arrivarono alla galleria stretti in un abbraccio. Avevano lasciato la macchina un po’ più lontano per poter fare quattro passi insieme. Si fermarono davanti alla galleria e due attenti occhi non li perdevano di vista. Quando Mary li aveva visti avvicinarsi in quel modo era stata davvero felice per la sua amica. Erano davvero fatti l’uno per l’altra.
 
- Siamo arrivati – disse Killian.
- Già
- Allora lo dirai a Mary?
- Cosa?
- E dai che hai capito.
- E tu lo dirai a David?
- Siamo onesti: non c’è niente di sbagliato in quello che ci sta succedendo. Lo capisci che sarebbe sciocco nasconderlo.
- Certo che lo so. E infatti volevo parlarle, ma di cosa non so perché non è del tutto chiaro neanche a me.
 
Killian distolse lo sguardo da lei
 
- Emma lo sai, ho cercato di fartelo capire in tutti i modi sta a te ora decidere se viverlo o no. Non mi accontenterò di averti nel privato del mio appartamento. Se decidiamo di andare fin fondo lo faremo a viso aperto.
 
Emma si strinse a lui con impeto. Quell’uomo era davvero speciale e lei non doveva essere così spaventata.
 
- Dirò a Mary che voglio impegnarmi ad essere felice con te.
 
L’espressione di Killian si rasserenò immediatamente. Era un passo, un altro muro che veniva abbattuto.
 
- Bene, allora buona giornata amore. Ci vediamo stasera – le depose un dolce bacio sulla fronte prima di avviarsi verso casa.
 

Emma aveva appena poggiato la sua borsa alla scrivania quando si ritrovò i curiosi occhi di Mary puntati addosso.
 
- Buongiorno Mary
- Buongiorno Emma. Sbaglio o quello era Killian? il tuo maggiolino è di nuovo dal meccanico?
- Non sei divertente. Certo che era lui e il maggiolino va come una Ferrari.
- Ti ho cercata questo weekend, ma ho trovato il cellulare sempre staccato – rispose sorridente
 
Ahi Emma, ahi!
 
- Ti serviva qualcosa di lavoro?
- No, ma dopo la tua chiamata di sabato, non ti ho più sentita ed ero curiosa di sapere come era andata la serata. Quando David ha cercato Killian e anche il suo cellulare era staccato, ho capito tutto.
- Capito cosa?
- Andiamo Emma, era chiaro che eravate insieme e non volevate essere disturbati. Allora?
- Onestamente?
- Ovvio
- È stato un weekend a dir poco fantastico. Perfetto sotto ogni punto di vista. Mi ha portato alla prima dello schiaccianoci per il mio compleanno e poi da lì in poi è stato un crescendo.
- Sono davvero felice per te!
- Non ha avuto occhi che per me e io per lui.
- Non dirmi che c’è un ma nell’aria …
- È questo il punto! Non c’è un ma. Mi ha ricoperta di attenzioni, premure, abbiamo fatto l’amore in un modo tale che non credevo neanche fossi capace di fare. Non mi ero mai sentita così presa da un uomo.
- E questo ti spaventa
- Quando sono sola sì. Con lui mi dimentico di tutto, mi fa dimenticare tutto. Il problema è che sono così abituata ad aspettarmi il peggio dalle persone che il suo modo di fare mi spiazza.
- Ma è tutto normale, l’amore è così. Quando lo trovi, quando lo provi non puoi più farne a meno. È in quel momento che scatta la magia. E questa magia è nei vostri occhi. Ma devi cominciare a crederci anche tu. Io ci credo.
- E come mai?
- Hai presente quella bellissima fontana che è davanti alla biblioteca comunale?
- Sì certo
- Conosci la sua leggenda?
- No. E qualcosa mi dice che stai per raccontarmela
- Si racconta di un ragazzo di nome Henry che durante l’ultimo conflitto mondiale aveva usato la sua ultima moneta per esprimere un desiderio: che la pace tornasse in tutto il mondo. Aveva lanciato la moneta nella fontana e aveva sperato che la sua preghiera fosse accolta, cosa che accadde poco dopo. Da quel giorno le persone hanno iniziato ad imitare Henry per vedere realizzati i propri desideri più profondi.
- È quello che hai fatto per fare in modo di incontrare David? Lanciare una moneta nella fontana? – replicò Emma sarcastica.
 
Mary la guardò con rimprovero. Lei era seria mentre Emma non sembrava prendere sul serio le sue parole. Il suo sguardo fu così loquace ed intenso che Emma si pentì subito del suo gratuito sarcasmo.
 
- Scusa – continuò Emma abbassando gli occhi
- Ricordo come era il tuo viso prima di incontrare Killian. Eri sempre triste, anche se non lo davi a vedere. Prima di staccare rimani sempre un momento alla tua scrivania a raccogliere i pensieri. Ed è in quel momento che ti lasci completamente andare. I tuoi occhi parlano molto più di quanto tu creda. Un giorno eri particolarmente triste, non so perché ed è stato in quel momento che mi sono ricordata della leggenda della fontana. Sono uscita e sono andata ad imitare il giovane Henry. Mai come allora avevo capito che ti sentivi sola ed è stato allora che ho desiderato che anche tu ti sentissi completa. E sai cosa è successo qualche giorno dopo?
- Killian ha messo piede nella galleria.
- Eccola la magia di cui ti parlavo prima. Magari sarebbe successo comunque, magari no non lo so. Ma io credo che qualcosa di magico abbia condotto Killian alla galleria in quel momento.
- Dice che mi ha vista entrare prima della lezione e di essere entrato perché sperava fossi una delle tue allieve.
- Lo vedi. È la magia dell’amore, del vero amore.
 
A quelle parole Emma sentì gli occhi inumidirsi. Nessuno aveva mai fatto una cosa del genere per lei. strinse la sua amica in un caloroso abbraccio.
 
- Grazie, Mary di tutto. non so cosa farei senza di te
 
Rimasero così per qualche momento prima di riprendere a lavorare.
 

- Allora Killian, spero per te che sua davvero importante o stavolta ci rimetto davvero il posto – esordì David sedendosi di fronte a Killian nel caffè vicino al suo studio.
- Andiamo, essere figlio del proprietario dello studio di avvocati avrà pur dei vantaggi
- Il fatto che mi occupi della gestione dei tuoi affari, mi darebbe una gran mano nel giustificare le mie assenze. Allora siamo qui per affari?
- No
- Appunto -  David fece cenno alla cameriera per una tazza di caffè.
- O meglio non proprio.
- Ohhhh ma non dirmi. Allora parliamo a carte scoperte. Credo proprio sia ora che facciamo due chiacchiere sulle reali intenzioni che hai con lei.
- Non puoi avermelo chiesto, è davvero troppo vecchio stile! E poi sei suo padre o amico mio?  - replicò Killian confuso 
- Sono sempre amico tuo, ma dimentichi che conosco la tua reputazione. Emma non è una conquista qualunque, è la più cara amica di Mary. Se fai casini senza motivo mi metti nei guai con Mary e non voglio, così come non voglio perderti.
- Sai che non rischierei mai così tanto per una che considero un semplice bottino. Qualunque cosa diventeremo dipenderà da lei quanto da me. Ti assicuro che Emma non potrebbe essere in mani migliori.
- Sono quelle che mi spaventano ora come ora.

David guardò un confuso Killian per qualche momento, poi esplose a ridere.
 
- Accidenti è proprio una cosa seria, sei nervoso! Stavo scherzando amico, sono davvero felice per voi! E dai telefoni staccato arguisco che il week end sia andato bene!
 
Killian rise anche lui. lo aveva fregato con tutte le scarpe e lui ci era cascato come un ingenuo, altra magia di Emma.
 
- Puoi dirlo forte, amico. A gonfie vele!
- E di questo sono più che contento. Anche se scherzavo ti prego comunque di fare attenzione con Emma.
- Ti ricordi cosa mi hai detto prima di incontrare Mary?
- Ti riferisci a quando mio padre ha cercato di sistemarmi con la figlia di uno dei suoi soci per interesse?
- Precisamente.
- Ti ho detto che quel calvario mi stava facendo dubitare dell’esistenza del vero amore.
- Ecco prima di incontrare Emma mi sentivo così. E hai avuto ragione quando, dopo aver incontrato Mary, mi hai spronato ad avere fiducia nella persona giusta, che sarebbe arrivata prima o poi. Anche per me quando l’ho incontrata è cambiato tutto. Andrei in capo al mondo per lei.
- E lei per te suppongo.
- Non lo so, ci sono molte complicazioni.
- Mary mi ha detto che dopo Neal non ha più voluto nessuno accanto, se ti ha lasciato entrare nel suo mondo, qualcosa di buono la devi aver combinata.
 
Bevvero il loro caffè in silenzio.
 
- E ora vado o mio padre mi licenzia davvero, anche se ha detto che adora Mary e che non potevo trovare persona migliore.
- Certo David e grazie di tutto.
- A dopo amico
 
Davanti alla galleria Killian stava aspettando che Emma staccasse. Non aveva resistito ad aspettarla a casa. sperava davvero che la cosa non infastidisse la sua dolce metà. La vide uscire dal retrobottega e dirigersi verso la porta con Mary. Era raggiante.
 
- Ciao Emma
- Killian cosa ci fai qui?
- Ti sono venuto a prendere, perché è così che le cose vanno nella quotidianità
 
Emma guardò Mary
 
- Tranquilla, David sarà qui tra poco
- Sicura?
- Ma certo Emma, e ora vai! – Mary spinse Emma verso Killian
- Una sera però – replicò Emma – tu e David venite a cena da noi. Perché così vanno le cose nella quotidianità
 
Emma si strinse al suo amore e si avviarono verso casa felici. Perchè era così che andavano le cose nella loro straordinaria normalità

ANGOLO DELL'AUTRICE:
Ciao! Scusate il ritardo! Avevo il capitolo in cartaceo ma non sono riuscita a passarlo al pc prima. Ci siamo un altro capitolo pieno di fluff. Lo avete visto? Iniziate a salutarlo il fluff che dal prossimo cominceremo ad addentrarci nel vivo di questa prima parte, che dovrebbe contare altri tre capitoli e poi finirà questo lunghissimo flashback. Abbiamo visto il ritorno sula terra dei nostri piccioncini e delle loro paure che ogni tanto tornano a galla, fortuna che gli amici sanno farci ragionare XD
Spero che il capitolo non risulti troppo pesante e /o noioso stile spiegone, ma ci tenevo ad esplorare un pochino dipiù la fase del ritorno alla realtaà.
Detto questo, grazie a tutti per le letture, recensioni e inserimenti! La pausa è lunghissima ma noi sopravviveremo!
Un bacio grandissimo
Persefone
 
  
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