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Autore: Persefone3    03/07/2016    5 recensioni
Killian Jones è un giovane e promettente artista di Boston, ma la sua vita non è stata sempre facile. Proprio nel momento in cui decide di iniziare a riprendere in mano la sua vita, una giovane donna fa capolino nella sua vita. Dal canto suo, Emma Swan non ha la minima idea che dopo il suo incontro con Killian tutto quello che l'ha spinta a chiudersi in se stessa sta per subire un forte scossone. Riusciranno a trovare un loro equilibrio? E cosa succede quando uno dei due si troverà nella delicata situazione di dover proteggere l'altro dai residui del proprio passato?
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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XII. Beautiful Girl
 
Killian non aveva staccato gli occhi da Emma nemmeno per un secondo, mentre lei dormiva serena e tranquilla tra le sue braccia. Si erano guardati negli occhi complici e felici finché quelli di Emma avevano ceduto al sonno. Tutto quello che lui era riuscito a fare, da quel momento in poi, era stato guardarla con amore. Ed erano le parole di un vecchio telefilm a tornargli alla mente: capisci di amare veramente qualcuno, quando puoi passare tutta la notte seduto accanto al camino e guardarlo dormire*. Non erano accanto ad un camino, ma nudi nel suo letto, eppure solo ora capiva cosa esattamente quella frase volesse dire. Le ravviò i capelli perché voleva guardare ancora quel viso che era stato così espressivo fino a pochi minuti prima e la fece sistemare meglio sul suo petto. Dopo quella sera, non era più possibile negare quello che realmente c’era tra loro. Perché lei era la donna che lo aveva trascinato in salvo da se stesso. Emma era la prima che Killian accoglieva nella sua casa e nel privato della sua stanza. Prima di lei, i suoi fugaci e brevi sprazzi di passione li aveva sempre consumati al di fuori di quelle mura, che per lui rappresentavano la parte più profonda ed intima di se stesso. Se fosse stato davvero Capitan Hook, sarebbe stata davvero la sua nave e ne sarebbe stato infinitamente geloso. Ma con Emma era stato tutto diverso, i suoi schemi di seduzioni prestabiliti erano saltati tutti e stravolti completamente. Niente di quello che aveva fatto con lei era rientrato in una ritualità di gesti e parole che aveva usato anche con altre. Nell’esatto momento in cui aveva oltrepassato la soglia della sua stanza con lei in braccio, il mondo e il muro che anche lui aveva intorno si era sgretolato per sempre.

L’aveva adagiata sul letto e poi la sua mano era corsa veloce alla cerniera laterale dell’abito di Emma. Vuoi per l’impazienza, vuoi per l’emozione, era stata necessaria la guida di Emma per tirarla giù.
 
- Chi è nervoso ora? – disse lei con un sorriso malizioso sulle labbra
- Be’ Swan, è questo l’effetto che fai. Punti dritta alla parte migliore di me, quella genuina, libera da tutti gli schemi prestabiliti.
- Bene, perché è esattamente quello che voglio: sceglierò sempre di vedere il meglio che c’è in te.
- E io con te.
 
Si era poi rituffato sulle sue labbra e aveva lasciato la sua mano correre dolce sul corpo di lei. La frenesia era mista a desiderio ed entrambi lasciarono l’istinto libero di esprimersi senza esitazioni. Killian fece scivolare l’abito di Emma che rimase coperta solo del suo intimo. La guardò con desiderio infinito.
 
- Pizzo rosso, Swan? E volevi tenerlo tutto per te?
- Assolutamente no, come vedi. E per quello che ho in mente, tu non sei ancora pronto.
- Puoi fare tutto quello che vuoi. Non saprei come oppormi.
 
E sorridendo Emma aveva iniziato ad aiutarlo a togliere le sue barriere.

L’aveva amata con tutto se stesso e ne era davvero valsa la pena. Nel momento esatto in cui era diventato una sola anima con lei, aveva capito che tutto quello che gli era accaduto in quegli ultimi anni, anche le cose più brutte, avevano avuto un unico scopo: condurlo da lei in quel momento e con quel bagaglio di vissuto. Si era sentito traboccare di felicità. E la voglia di lei non si era esaurita con le gioie del sesso. L’aveva voluta vicino a sé anche dopo, quando Emma, avvolta nel lenzuolo, si era fatta da parte in un angolo del letto, come a volergli dare spazio o schermirsi.
 
- Dove vai? – le aveva chiesto riportandola vicino a sé.
- Veramente non voglio …
 
Emma non era, evidentemente, abituata alla dolcezza del dopo e lui questo lo aveva capito subito. Le avrebbe fatto vedere quanto poteva essere dolce e appagante anche quel momento.
 
- È qui che ti vorrò sempre Emma, accanto a me. Su di me.
 
Emma aveva affondato il viso nel suo petto e si era abbandonata ancora una volta a lui.
Ed ora era eccola lì. Indifesa e fiduciosa tra le sue braccia.
Killian capì di avere sulle spalle un grosso credito di fiducia nei suoi confronti. Fiducia che aveva paura di deludere. Perché quell’oscurità che in lui aveva gridato forte per anni non era svanita, ma solo acquietata. Aveva paura di non essere alla sua altezza, perché per lei voleva essere un uomo migliore di quello che era stato finora. Ma in molti si erano dati da fare perché potesse avere un futuro e lui era dannatamente intenzionato a volerne uno. Con lei.
Per la prima volta, da anni, sentì il sonno impadronirsi di lui e farlo cedere. Era questa l’ennesima magia che Emma Swan aveva compiuto su di lui.

Quando Emma iniziò a svegliarsi, il mattino dopo, capì immediatamente di non essere nella sua camera. Si tirò su per guardarsi intorno. Era rimasta a dormire nella stanza di Killian tutta la notte. Guardò il suo corpo nudo e ben avvolto tra le coperte, segno che lui aveva avuto la premura di coprirla bene dopo essersi alzato. Per un attimo Emma aveva avuto creduto di essere riuscita a lenire quella sua inquietudine notturna. Data la sua assenza nel letto, così non era stato. Eppure la notte che avevano appena passato era stata importante per entrambi, questo era ormai innegabile.
Nel momento in cui si era lasciata andare a lui si era sentita rinascere. La Emma impaurita aveva lasciato il posto ad una Emma intrepida e affamata di amore. E lui era stato così accogliente e travolgente allo stesso tempo. Le aveva mostrato una passione tempestosa, una passione che arde ma non logora, che brucia ma che allo stesso tempo asseconda invece di prendere a senso unico. Perché Killian si era preso cura di ogni parte di lei quella notte. E lei aveva sentito il desiderio dilagare dentro, nutrito da dolci parole sussurrate nell’orecchio mentre si univano in maniera così indissolubile. Erano state parole calde e avvolgenti così come i suoi baci e le sue carezze, parole che aveva ricambiato con lo stesso dolce ardore poco prima di abbandonarsi dentro di lui e che avevano fatto in modo che anche lui si abbandonasse dentro di lei.
Nel ricordare quelle intense emozioni, Emma sentì le guance andare a fuoco. Non poteva essersi esaurito tutto in quella sola notte di passione. E allora perché non era rimasto accanto a lei? Come se si fosse destata da un sogno, sentì dei rumori provenire dalla cucina. E fu in quel momento che notò la sua vestaglia a fiori ai piedi del letto. L’ennesima premura di lui. Ma quella paura che era stata spazzata via dalle spinte dell’amore tornò prepotente in lei e a suggerirle di chiedersi se quella fosse davvero una premura o un velato invito ad andarsene. Cercò di scacciare quel cervellotico pensiero. Si alzò e dopo aver indossato la vestaglia, raggiunse Killian.

Nella cucina la radio era accesa e stava mandando Beautiful Girl degli INXS. Emma l’aveva ascoltata spesso in macchina con Killian mentre l’accompagnava alla galleria. Era un buon segno visto che la metteva sempre quando era di buonumore. Lui era davanti ai fornelli intento a preparare la colazione per tutti e due. Se c’era una cosa che la faceva impazzire di lui, era quel suo modo di tenere il tempo non solo con la testa o con il piede, ma praticamente con tutto il corpo, come se fosse animato da un’energia tutta particolare. Non si era accorto della sua presenza. Meglio. Emma rimase a guardarlo un momento prima di decidersi ad entrare.
 
- Buongiorno – disse lei con filo di voce timida
- Buongiorno – disse lui voltandosi con uno stupendo sorriso disegnato sul volto – hai dormito bene?
- Sì ma tu forse no … mi dispiace … forse sarei dovuta tornare di là
 
Killian capì subito che quelle parole erano dettata dalla residua paura di Emma a godere della felicità. Aveva passato una notte intera a cercare di spegnere quella paura e così avrebbe continuato a fare fino a farla sparire del tutto.
 
- Non dire sciocchezze, ho dormito benissimo con te.
 
Afferrò la cintura della vestaglia e l’attirò a sé. Come sentì che Emma era nuda sotto la vestaglia, il desiderio si riaccese in lui forte. Si tuffò sulle sue labbra per spegnere o, forse, incrementare quel desiderio, desiderio che Emma sentì premere non solo sulle sue labbra.
 
- E poi – proseguì Killian – dovevi rimanere da me. Non ti avrei mai permesso di scappare via. Spero che tu capisca che non è più un gioco tra noi, anzi forse non lo è mai stato.
 
Killian sentì Emma rilassarsi tra le sue braccia e perdersi nella sua stretta. Ma l’idillio fu spezzato nel momento in cui gli occhi di Emma si posarono sull’orologio da parete della cucina.
 
- Oh santo cielo! – disse staccandosi da lui – è tardissimo! Non arriverò mai in tempo alla galleria!
 
Ma Killian fu più rapido di lei ad imprigionarla ancora a sé. Non aveva la minima intenzione di lasciarla andare via.
 
- Mary mi ha detto che sono anni che non ti prendi un giorno di ferie e non credo che crollerà la galleria se ti rubo per un giorno.
- Hai parlato con Mary? Lei sapeva?
- Diciamo che ho ventilato l’ipotesi di una tua assenza a causa del mio regalo di compleanno.
 
Proprio in quel momento la radio stava mandando il ritornello della canzone degli INXS.
 
- E dai – proseguì Killian strofinando il naso sul collo di Emma – Beautiful Girl … stay with me … stay with me …
 
Davanti al più dolce e suadente sorriso che un uomo le avesse mai rivolto, la donna capì che non sarebbe mai stata in grado di opporsi.
 
- Sarai la mia rovina, Jones. Torno subito.
- Ci conto molto – replicò lui stampandole un bacio sulla guancia prima di lasciarla telefonare.
 

Emma aveva appena attaccato con Mary quando Killian la raggiunse in salotto con una tazza di caffè bollente in mano.
 
- Tutto a posto con Mary? – le chiese porgendole la tazza
- Sì, ho tutta la giornata libera – rispose Emma sorseggiando il suo caffè.
- Visto, allora non era poi una tragedia.
 
Killian sovrappose la sua mano su quella di Emma che teneva il manico della tazza e la guidò verso la sua bocca per bere del caffè. La guardò con immutato desiderio, alzando il sopracciglio come solo lui sapeva fare. E quel tic faceva impazzire Emma. La stava sfidando e lei aveva tutta l’intenzione di rispondere a tono. Si appoggiò al tavolo, lasciando intravvedere una gamba nuda dallo spacco della vestaglia. Killian sentì il sangue accendersi nelle vene per il desiderio, ed Emma questo lo aveva capito fin troppo bene.
 
- Allora Jones, ieri sera è stato il gentiluomo a portarmi a teatro e tutto il resto, quindi mi sorge spontanea una domanda: che fine ha fatto il pirata? Si è ritirato?
 
Stava di nuovo flirtando con lui. Killian la spinse di più contro il tavolo.
 
- Oh Swan, è ancora qui – poi proseguì vicino al suo orecchio – e mi sta dicendo che muore dalla voglia di prenderti e amarti proprio ora, anche su questo tavolo. Che dici principessa, sei disposta a correre il rischio?
 
Emma circondò con le braccia il collo di Killian e fece aderire ancora di più i loro corpi carichi di desiderio.
 
- Il tuo sesto senso che ti dice?
 
Killian slacciò la cintura di Emma e lasciò che la vestaglia si aprisse sul corpo perfetto della donna. La studiò con desiderio e poi incrociò i suoi occhi.
 
- Ho sempre saputo che c’era un piccolo pirata in te, Swan.
 
E poi tra loro fu ancora elettricità pura.


Emma era intenta ad osservare Killian mentre chiudeva la porta di casa. Avevano convenuto che era meglio uscire e fare quattro passi o avrebbero passato tutto il giorno chiusi in casa. Erano giunti a questa conclusione quando Emma aveva cercato di andare a fare una doccia, ma Killian l’aveva bloccata sulla porta del bagno per baciarla ancora.
 
- Fammi andare o non ci muoveremo mai.
- Fammi un favore, chiuditi dentro o ti garantisco che non arriverai mai a quella doccia.
 
Era immersa nei suoi pensieri: la sera precedente c’era stato lo champagne, il vestito, la limousine a rendere tutto più facile, a far girare loro la testa. Ma quella mattina no. Ed era stato altrettanto coinvolgente e passionale. Non voleva solo una notte e neanche lei. E quello che c'era stato tra loro non era stato dettato dalle circostanze, era proprio dentro di loro.
Killian le aveva preso la mano e stavano camminando lungo il corridoio quando la porta della signora Leroy si aprì improvvisamente. Emma cercò di nascondere le loro mani intrecciate, ma Killian la trattenne nella sua presa salda e sicura.
 
- Buongiorno signor Jones! Signorina Emma – esordì la signora Leroy osservando le loro mani.
- Buongiorno – rispose Killian – tutto bene?
- Non c’è male. Ma voi state sicuramente meglio: ho visto ieri la macchina, i vestiti eleganti
- Be’ era un’occasione speciale, visto che era il compleanno di Emma.
- Da come eravate stretti l'uno all'altra sembravate tutto tranne che amici, lo dico per voi. - replicò la signira maliziosa.
- Credo che questo potrà essere oggetto della prossima riunione di condominio, ma fino a quel momento ci scusi, dobbiamo proprio andare.
 
Si allontanarono sicuri verso l’ascensore. La signora Leroy non li perdeva di vista un momento. Quando giunsero davanti all’ascensore, Killian si fermò di spalle così che solo Emma potesse vedere i movimenti della vicina.
 
- Che sta facendo? – chiese Killian complice
- Sta cercando altri indizi su di noi oltre alle nostre mani intrecciate.
- Capisco. Che ne dici se le diamo quel che vuole?
- Lo sai che lo saprà tutto il palazzo nel giro di pochi minuti.
- Ma almeno non dovremo ripeterlo a tutti.
- E anche tu hai ragione.
 
Fu in quel momento che Killian la baciò con trasporto solevandola leggermente da terra. La porta della signora Leroy si chiuse con forza per attaccarsi al telefono e riferire tutto anche agli altri. Quando anche la porta dell’ascensore si aprì, Killian la spinse dentro.
 
- Missione compiuta Swan!
- Tu sei tutto pazzo.
- Di te sicuramente!
 
Il cielo di Boston era limpido. Avevano lasciato la macchina non lontano dal Boston Common. Prima di iniziare a passeggiare per il parcoo, si erano fermati in un piccolo fast food per prendere qualcosa da mangiare. Avevano consultato attentamente il menu e stavano per entrare, quando una cameriera, dopo aver finito di sparecchiare uno dei tavoli, aveva urtato Killian di proposito.
 
- Scusa Jones.
- Figurati Stacey 

Emma notò immediatamente lo sguardo che i due si erano scambiati: tagliente quello di lei, leggermente imbarazzato quello di lui.
 
- La conosci? – chiese di getto senza pensare.
- Sì, ma no sapevo lavorasse qui.
- Ho capito – rispose Emma conciliante – che ne dici se mentre compri qualcosa, vado a cercare un bel posticino vicino al lago?
- Te  ne sarei grato.
- Bene. Comunque è tutto il giorno che muoio dalla voglia di un toast al formaggio. Giusto perché tu lo sappia.
 
Emma baciò Killian sulla guancia prima di allontanarsi allegra verso il parco.

Mentre Killian camminava con il loro pranzo in mano, sperò ardentemente che Emma si fosse dimenticata di quel piccolo incidente. Ne aveva combinati di casini primi di incontrarla e Stacey era stato uno di questi. Ma quando vide Emma sorridente e seduta sulla riva del lago che si sbracciava per farsi notare, cancellò quei pensieri negativi. La raggiunse e si sedette accanto a lei altrettanto sorridente.
 
- Toast al formaggio, proprio come piace a te.
- Patatine?
- Anelli di cipolla – rispose resoluto Killian
- Bene, ti stavo mettendo alla prova
 
Avevano da poco addentato i loro panni, quando la curiosità bussò ancora una volta nell’animo di Emma.
 
- Allora, come mai quella cameriera era così stizzita con te?
- Residui dei miei giorni da pirata
- E questo cosa significa esattamente?
- Onestamente non mi ricordo
- Ahah
- È tutto quello che devi sapere
- Mi stai nascondendo qualcosa, dunque
- Non so cosa dire – rispose lui visibilmente imbarazzato.
 
Quella spensieratezza che fino a pochi secondi prima era nell’aria si dissolse immediatamente. Killian teneva gli occhi basi e fissi sul terreno, mentre Emma si era irrigidita per quel muro di Killian. Non era stata la gelosia ad aver mosso la sua domanda, o meglio non era stata la motivazione principale a farla formulare. Era la voglia di sapere quante più cose poteva di lui. E si sarebbe fatto bastare anche un non sono pronto a parlarne con te, ma una bugia non l’avrebbe mai potuta accettare.
 
- Stammi a sentire attentamente – esordì seria – che tu non voglia parlarmi di qualcosa del tuo passato mi sta bene. È il fatto che tu mi menta in proposito che non mi piace. Niente bugie. Me ne hanno racconate troppe. E questo la sai benissimo.
- Hai ragione – ammise Killian – e ti chiedo scusa. Ma non mi piace ricordare quel periodo della mia vita. Vorrei mostrarti solo la versione migliore di me e non l’uomo che ero.
- L’uomo d’onore dietro il pirata, ora capisco tutto.
- Tu non hai idea di quanto sia facile ricadere nell’oscurità che mi ha inghiottito e questo è un incombente promemoria. Non voglio deluderti, tengo troppo a te, a noi.
 
Il serio volto di Emma si sciolse in un sorriso. Quando Killian vide Emma rasserenarsi sentì la tensione scivolare via. Le afferrò la mano e vi depose un tenero bacio. A quel punto, Emma si gettò su di lui facendolo cadere sulla schiena.
 
- Sei un testone. Non sei più quella persona. Qualunque cosa tu abbia fatto, non cambierà le cose tra noi. Voglio solo che tu sappia che se e quando avrai voglia di raccontarmi quella parte della tua vita, io sarò pronta ad ascoltarti, proprio come tu hai fatto con me.
- Riponi molta fiducia in me.
- Sì. Mi piacciono le persone che si impegnano a cambiare e che trovano il loro buon cuore lungo la strada.
 
Killian la strinse ancora a sé. Rimasero a godersi il caldo sole del pomeriggio prima di rincasare.

Nella stanza di Killian, Emma stava radunando le sue cose. Su una sedia era adagiato il vestito rosso che aveva indossato la sera precedente. Emma lo prese ed andò a specchiarsi. Era davvero bellissimo e a lei sarebbe piaciuto avere un’altra occasione di indossarlo per lui. Era così assorta nei suoi pensieri che non aveva sentito Killian uscire dal bagno. Si era fermato a guardarla incantato. E poi aveva notato quello che aveva intenzione di fare.
 
- Cosa stai facendo? – chiese entrando nella stanza
- Stavo raccogliendo le mie cose.
- E perché? Per riportarle qui stasera?
- Stasera?
- Non vorrai farmi dormire da solo, spero.
- E se fossi io a voler dormire da sola?
- In questo caso devo darmi da fare per farti cambiare idea.
 
Si misero a ridere entrambi.
 
- Posso chiederti una cosa?
- Dimmi.
- Mi piacerebbe farti un ritratto con questo vestito. Saresti la mia Regina delle bambole. Non dirmi di no, ti prego.
 
Senza rispondere, Emma iniziò a cambiarsi davanti a lui.
 
- Vuoi che tiri su i capelli?
- Sì. Vado a preparare tutto l’occorrente di là. Quando hai fatto, raggiungimi.
 
Quando Emma fece capolino in salotto, Killian aveva sistemato il cavalletto davanti alla grande finestra del soggiorno. Sul tavolo erano pronte due tazze di cioccolata calda, il cui aroma aveva inondato tutta la stanza.
 
- Visto che dovrai stare ferma, ho pensato di addolcire il tutto
 
Emma bevve la sua cioccolata.
 
- Allora Jones, cosa hai in mente?
 
Killian la condusse accanto alla finestra e iniziò a spiegarle la sua idea. Si era appena seduto alla sedia e stava per dirle qualcosa ma Emma lo precedette.
 
- Mi raccomando – disse lei imitando la voce di lui – tieni gli occhi fissi su di me e cerca di non muoverti.**
- Spiritosa e comunque capisco quando stai citando qualcosa.
- non è questo quello che stavi per dirmi?
- Sì, ma io sono più bravo di quella mezza calzetta lì.
- Vedremo.
 
Emma vide il viso di Killian farsi serio ed iniziare a disegnare. E in quel momento percepì netta la consapevolezza di aver fatto la scelta migliore della sua vita.

* La battuta è della terza serie di Dawson's Creek (la mia serie preferita in assoluto) la pronunacia la nonna di Jen in una punata ma non mi ricordo quale. Sorry.
** Avrete tutti capito che è una battuta dal film Titanic: Jack la pronuncia poco prima di inizare a fare il ritratto a Rose ;P

ANGOLO DELL'AUTRICE:
Scommetto che avrete tutti pensato che quei due avessero passato la notte a mangiare patatine! XD
No, Persefone, non ci fai affatto ridere ... Scusate avete ragione.
Allora direi che si sono lasciati andare abbastanza e hanno rubato un giorno al mondo. (We could steal time just for one day, avrebbe cantato il caro zio David Bowie). 
Buona parte del capitolo mi è venuta in mente ripensando al fatto che Colin aveva dichiarato da qualche parte che Hook sarebbe stato un appassionato di INXS. Da quel moomento ho sempre immaginato Killian canticchiare questa canzone mentre gironzola intorno ad Emma ( https://www.youtube.com/watch?v=aH986VE47M8 qui il link qualora non conosceste la canzone).
Starete pensando ... Persefone se ci stai drogando così la mazzata è dietrissimo l'angolo ...
Vorrei smentirvi ma ... diciamo che la mazzata non è dietrissimo, ma dietro l'angolo sì ... dobbiamo iniziare a tornare dal Killian del primo capitolo.
Il prossimo capitolo sarà ancora tranquillo, promesso, ma poi cominceremo a capire qualcosa in più di quello che è succeso tra loro
Grazie come sempre di tutto e spero che sia tutto di vostro gradimento!
Un bacione
Persefone
  
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