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Autore: Sbirilla    23/07/2016    1 recensioni
«Severus!»
Lei aveva pronunciato il suo nome come fosse una preghiera. Non una supplica, di quelle ne aveva sentite tante negli ultimi due anni. Si vantava di non aver mai ceduto. Ma questa volta, per la prima volta, qualcuno – lei! – lo stava pregando solo di essere Severus e nessun altro.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Silente, Famiglia Malfoy, Lily Evans, Severus Piton | Coppie: Lily/Severus
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Si incontravano tutte le volte che potevano, a casa di lui. Era la cosa migliore perché sapevano che a Spinner’s End nessuno li avrebbe trovati o disturbati. Quando lei non c’era, per Severus era facile andare avanti con la sua vita. La chiudeva in quel cassettino della mente e andava avanti, il desiderio di lei sempre a bruciargli la pelle ma la mente sgombra, concentrata su altro. Lily invece faceva una fatica assurda per sforzarsi di non pensare continuamente a lui, alle sue mani e ai suoi occhi colore della notte.
Ogni tanto doveva cedere ai suoi doveri coniugali e in quei momenti non poteva fare a meno di notare ogni dettaglio di James, così fatalmente diverso da Severus. Il modo in cui la sfioravano, la guardavano, poggiavano il proprio peso sul suo corpo, perfino il modo in cui respiravano era differente. Laddove James era rassicurante quotidianità, normalità collaudata, Severus era eccitante novità, pericoloso segreto che le infiammava le viscere.
Severus non aveva mai fretta quando la amava. E perché avrebbe dovuto? Era lei a decidere di presentarsi a Spinner’s End, ma sapeva che una volta varcata la soglia le redini sarebbero tornate in mano a lui. E per Severus fare l’amore con Lily era una magia potentissima, una questione da prendere estremamente sul serio. In un mix di istinto appassionato e razionalità metodica, si occupava di lei come se stesse lavorando a una nuova pozione. Le mani, le labbra, la pelle si facevano guidare dall’istinto, preso dalla gioia selvaggia di avere tra le dita quello che era l’oggetto del suo desiderio da sempre, da quando potesse ricordare di aver desiderato qualcosa. Intanto però la mente lavorava a un altro livello, registrando automaticamente le reazioni che baci e carezze provocavano in lei. Come se dopo aver versato gli ingredienti nel calderone, osservasse i loro effetti sulla pozione. Così dopo poche settimane conosceva alla perfezione il corpo di Lily e sapeva esattamente come muoversi per provocare una reazione oppure un'altra, e i due avevano raggiunto un’intesa estranea a molte coppie collaudate. Lei pensava che di questo passo sarebbe impazzita.
Quel maledetto incantesimo sulla casa non la aiutava di certo a smettere di pensare a lui. Quando Severus rientrava in casa, lei ne era immediatamente avvertita e qualunque cosa stesse facendo sembrava che lui le apparisse davanti agli occhi, avvolto nel nero mantello, e la guardasse quasi sfidandola a rimanere concentrata su quello che stava facendo. «Avanti Lily, concentrati! Abbiamo i GUFO a fine anno!» lo sentiva ripetere nella sua mente con la sua voce da adolescente, ricordando intense giornate di studio in cui lei si distraeva facilmente e lui, sorretto da una ferrea disciplina, non alzava lo sguardo dai libri per ore. Solo che adesso la voce di Severus era più bassa, ruvida e setosa allo stesso tempo, e gli esami scolastici non sembrano occupare più un posto tra i suoi pensieri.
 
Una sera accadde l’inevitabile. Lily era a letto con James, suo marito, quello con cui era legittimo che si trovasse nuda dentro un letto, e Severus era appena rientrato in casa. Non ebbe il tempo di pensare mentre la sua immaginazione lavorava a trasformare le mani piccole e agili di James in quelle di Sev, e il sorriso aperto dell’uno in quello enigmatico dell’altro, e la voce rassicurante di suo marito in quella vellutata del suo amico. Chiuse gli occhi, incapace di sottrarsi a quelle fantasie, ogni muscolo del corpo teso a trattenersi dall’evocare il nome di Severus. Nei due giorni e seguirono, in cui non poté recarsi a Spinner’s End, rimuginò a lungo sull'accaduto, ringraziando Merlino e Morgana che a possedere straordinarie doti da Legilimens non fosse suo marito, ma il suo amante. I suoi pensieri inciamparono su quella parola dal suono nuovo e tagliente. Amante. Severus era il suo amante? Per la prima volta si trovò a fare i conti con sé stessa e con la consapevolezza di essere una donna sposata che intratteneva una relazione extraconiugale con il suo ex migliore amico. Che era un Mangiamorte. E un assassino? La cosa non sembrò turbarla più di tanto, la possibilità di smettere di vederlo non la sfiorò neppure. Pensò soltanto che quell’incantesimo fosse tremendamente inopportuno, e alla fine liquidò la cosa dicendosi che gli avrebbe chiesto di trovare un’altra soluzione.
Quando arrivò a Spinner’s End era decisa a risolvere la cosa. Si materializzò in salotto, ma Severus non c’era. Sentì la sua voce sommessa dire «Lily, sei tu? Sono qui». Sembrava provenire dalle scale in fondo al corridoio, e Lily le percorse curiosa di scoprire cosa avrebbe trovato. Lui era lì, in penombra, avvolto in una strana atmosfera nebulosa. Era circondato da piccole ampolle e foglietti di appunti, scritti con una minuscola e fitta grafia che lei riconobbe immediatamente. Aveva trasformato la cantina in un laboratorio. Sembrava bellissimo, i lineamenti del volto concentrati e le lunghe ciocche nere che scendevano a sfiorare il tavolo, mentre le dita sistemavano ingredienti e promemoria come accarezzandoli. Quello era il suo elemento, il suo posto nel mondo. Il cuore di Lily vacillò.
«Tra un attimo sono da te» disse lui, lo sguardo ancora chino sul tavolo.
«Sì tranquillo» lei si stava togliendo il cappotto e approfittò di non avere quegli occhi neri a trapassarla per dire con finta nonchalance «Sai, forse dovremmo pensare a un altro modo per darci appuntamento»
«Perché?» fece lui, mentre le sue mani venivano scosse da un fremito «il mio incantesimo non funziona più?»
«No, no, funziona, è che… quando tu torni a casa mi avvisa, ovunque io sia e qualsiasi cosa stia facendo e…»
«Ed è proprio a questo che serve, Lily. Non vedo il problema». Un’ombra di fastidio aveva attraversato la sua voce, e la ragazza capì di aver sbagliato approccio. Mai, MAI criticare un’invenzione di Severus. Era sempre convinto di avere le migliori intuizioni, di conoscere la magia come nessun altro, e lo infastidiva che qualcuno mettesse in dubbio le sue capacità. Anche perché, Lily dovette ammettere ricordando i suoi suggerimenti a scuola, quasi sempre aveva ragione. Pensò che sarebbe stato meglio dire la verità, per quanto imbarazzante.
«Il fatto è che, quando succede, io...ehm...mi distraggo da...quello che stavo facendo. E penso a te». Disse l’ultima frase in un soffio.
Severus alzò lo sguardo, solo per un attimo, verso di lei, e disse lentamente «E la cosa ti...disturba?»
«No, no, certo che no». Arrossì fino alla punta dei capelli. «Solo che...ecco...io ehm…»
«Lily, se c’è qualche problema vorrei saperlo. Posso lavorare ancora a quell’incantesimo, se mi spieghi cosa c’è che non va».
Lei chiuse gli occhi e, senza fiato, disse «Il fatto è che a volte succede quando non sono, ecco, da sola». Piantò gli occhi a terra, fermamente decisa a non sollevarli mai più.
Con quella frase aveva ottenuto la più completa attenzione del ragazzo, che deglutì vistosamente mentre il significato di quelle parole planava nella sua mente. Il fatto che Lily andasse a letto con suo marito - quell’idiota di Potter! - lo pizzicò fastidiosamente, come se avesse toccato per sbaglio uno spillo. Intuì che nel tempo quello spillo avrebbe potuto scucirgli l’anima, ma in quel momento gli sembrò una cosa da niente. Era niente in confronto all'immagine potentissima che si era creata nella sua mente. Lily seminuda, che sotto le premure di Potter - che volle immaginare goffe e sgraziate - pensava a lui. Fremeva di desiderio per lui. Andava in estasi, preda di indicibili fantasie che riguardavano lui. Una voglia furiosa gli spezzò il fiato, e chiuse gli occhi per scacciarla. Ma quell’immagine si impresse, ancora più vivida, nella sua mente. Provò a calmarsi, a pensare che amava quella ragazza e che non avrebbe voluto renderle la vita impossibile. Forse poteva insegnarle l’Occlumanzia, almeno le basi. Ma quella lava bollente che gli scorreva nel corpo insieme al sangue lo convinse di no. Severus la amava, sì, ma non era certo un santo. Come poteva rinunciare al piacere perverso di possedere la sua mente, di possederla davvero? D’altra parte quello spillo lo avrebbe tormentato ancora a lungo, e anche lei aveva diritto a una porzione di dolce tortura. Un sospiro gli sfuggì dalle labbra.
Adesso Lily lo guardava impaziente, rendendosi conto di quanto lo avesse sconvolto con quella frase. Quando Severus riaprì gli occhi, sembrava aver recuperato un po’ del suo autocontrollo, e con voce profonda e misurata disse «Farò del mio meglio». Ma un sorrisetto soddisfatto gli increspava la bocca, e nel suo sguardo c’era uno scintillio pericoloso. Girò attorno al tavolo e la baciò impedendole di replicare, cercando di placare quel desiderio impetuoso che lo aveva colto. Ma non era abbastanza.
Lily riuscì a staccarsi da lui, ansimante. Lo guardò con un lieve sorriso e gli disse «Non lo farai, vero?»
Lui si morse piano il labbro inferiore «Assolutamente no».
 
 
   
 
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