Serie TV > Hélène e i suoi amici
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Autore: Magica Emy    23/07/2016    1 recensioni
Ricordate le vicende dei ragazzi di Hèléne e i suoi amici, simpatico telefilm andato in onda nell'ormai lontano 1995 per essere poi brutalmente interrotto solo poco tempo dopo? Bene, perchè in Francia invece non ha subìto alcuna interruzione bensì numerosi cambiamenti che lo hanno portato ad assomigliare a una specie di soap opera, con tanto di nuovi personaggi che mescolandosi agli storici si impegnano a vivere le proprie vite affrontando argomenti ben più seri di quelli a cui ci avevano abituati, poichè la storia continua 20 anni dopo. Attualmente in Francia sta andando in onda la settima stagione, ma gli attori son già pronti per l'ottava. Molte cose sono cambiate negli anni e questa fan fiction comincia proprio da qui... solo con qualcosa in più.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Buongiorno amore.

Lo salutò Benedicte mentre ancora insonnolita faceva il suo primo ingresso in cucina, ma il marito la zittì con un’eloquente gesto della mano che la lasciò a dir poco spiazzata, costringendola ad avvicinarsi a lui che intanto, col viso schiacciato contro i vetri della finestra, pareva enormemente interessato a qualunque cosa stesse accadendo al di là del giardino. E in effetti per la donna non fu poi così difficile individuare il motivo di tanta improvvisa curiosità. Già, Hèléne e Nicolas, avrebbe dovuto immaginarlo fin dall’inizio. Josè si divertiva a spiarli ormai da giorni, senza però riuscire a cavare un ragno dal buco. E comunque, il fatto che stessero discutendo più che animatamente non dava certo il diritto a quel sadico impiccione di pensare che…beh, magari non aveva tutti i torti. Ma non erano certamente affari loro, punto e basta.

- Accidenti a te e al tuo pessimo tempismo, Benedicte! Mi hai distratto, ora non riuscirò più a capire una parola di quello che si stanno dicendo.

La apostrofò lui, lanciandole un’occhiataccia risentita che la fece ridacchiare divertita.

- Non credo che ci saresti riuscito comunque, sai? Sono decisamente troppo lontani.

- Pensi forse che sia uno stupido dilettante? L’arte dello spionaggio mi appartiene, mia cara. Ho i miei metodi, io!

-  Ah, sì? E quali sarebbero?

Chiese Benedicte, sollevando le sopracciglia con aria scettica.

- Leggo i movimenti delle labbra. Solo che adesso, grazie a te, ho perso completamente la concentrazione! Ecco, visto? Non c’è più niente da vedere, Nicolas ha appena preso la macchina ed è partito a gran velocità. Hèléne sta rientrando, e non ha certo una bella cera.

Disse, sbuffando seccato.

- Sono sicuro che ci sia sotto qualcosa di grosso.

Aggiunse poi con convinzione e la moglie alzò gli occhi al cielo, invitandolo con scarsi risultati ad allontanarsi dalla finestra.

- Se lo dici tu.

- Non mi credi, vero? Ti dimostrerò che ti sbagli, donna di poca fede! Ehi, giovanotto – esclamò poi rivolto al piccolo Joel, che lo fissava intanto a bocca aperta – guarda un po’ chi sta arrivando, quell’idiota di papà!

E lo indicò col viso, osservandolo sprezzante attraversare lentamente il giardino insieme a Leah. Il viso di Benedicte si illuminò all’istante.

- Oh, già qui? Sono in anticipo!

E fece per raggiungerli ma le parole di suo figlio la raggelarono all’istante, lasciandola a bocca aperta mentre lo vedeva battere le manine e gridare eccitato: - evviva, quell’idiota di papà!

- Josè! Quante volte dovrò ancora ripeterti che devi smetterla di parlare in questo modo davanti al bambino. Prega piuttosto che Jimmy non si accorga che gli insegni le parolacce, altrimenti saranno guai!

- Ma insomma, non è certo una parolaccia. È la pura verità, mi sembra giusto che Joel apprenda al più presto che quel manichino impomatato…

- Quell’idiota di papà! Quell’idiota di papà!

La voce squillante del piccolo che si affrettava a correre tra le braccia del genitore lo costrinse a interrompersi bruscamente, cominciando già a temere il peggio. Accidenti.

- Josè! – tuonò infatti la voce di Jimmy – Io prima o poi ti faccio a pezzi!

Ehm…giusto. Meglio filarsela. Ma, non appena imboccato il lungo corridoio sussultò nel trovarsi di fronte Christian, che con Hope profondamente addormentata tra le sue braccia incrociò per un attimo il suo sguardo prima di abbassare gli occhi, affranto. Josè si ricompose quasi subito, chiedendosi con rammarico se fosse davvero il caso di lasciarsi andare a certi momenti di fresca ilarità, considerando la terribile tragedia che aveva così profondamente colpito uno dei suoi migliori amici, spezzandogli letteralmente il cuore.

- Io vado al lavoro. Credo che sia la cosa migliore, almeno riuscirò a distrarmi un po’.

Gli sentì dire, annuendo lentamente nella sua direzione.

- Porti con te la bambina?

Gli chiese e l’altro scosse la testa, incrociando il suo sguardo attento.

- No, preferisco lasciarla a casa. Almeno, finchè è nei paraggi, a Johanna non verrà la tentazione di uscire per cacciarsi in qualche guaio. Non aspettatemi per cena. Ho qualcosa da fare. 

Rispose asciutto, allontanandosi a grandi passi e sparendo ben presto dal suo campo visivo. Sì, quella che aveva in mente poteva sembrare una mossa un po’ azzardata, ma sarebbe sicuramente riuscita a smuoverla in qualche modo dal suo torpore. O, almeno, lo sperava…

 

 

 

   
 
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