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Autore: reggina    24/07/2016    1 recensioni
Colin è un sopravvissuto. Dovrà affrontare una lenta e tormentata risalita per tornare alla vita vera.
Genere: Angst, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Amy Abbott, Bright Abbott
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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È una di quelle sere in cui vorrebbe restarsene rintanato in camera sua, magari a leggere un libro, magari a cercare di sbrogliare quel cumulo di contrasti che gli confondono la testa e il cuore.

E, invece, deve giocare anche se si tratta di una semplice amichevole. L'uniformità di rosso pompeiano, che unisce i tifosi sulle tribune in teak sintetico, vuole vedere il solito Bright. L'ala grande che sta spalle alla porta, che sovrasta gli avversari in altezza e si impone con il suo gioco massiccio.

Ma, stasera, il numero quattro dei Miners è spesso fuori fase, fuori ruolo, fuori gioco. Gli occhi inqueti vagano spesso a cercare l'altro intruso, appoggiato al parapetto d'acciaio, e il loro senso di inadeguatezza e sradicamento sembra fondersi.


"Vado a fumare una sigaretta!"

Il pretesto di Jim riporta Colin in quella palestra, in quella casa che non è più casa, ma non ha la prontezza di ribattere.

Si ritrova da solo, spaiato, ad affrontare i rimbalzi, gli incitamenti, le occhiate oblique che pungolano il suo orgoglio come la muleta di un matador.

Colto da un'emicrania in peggioramento, si getta nella sera di nubi nere e raffiche rabbiose che preannunciano un temporale. Il piccolo cilindro, incandescente, che si consuma tra le dita di Jim gli fa da guida e non ha nessuna esitazione quando si appoggia alla portiera dell'auto e guarda dritto negli occhi suo padre.

"Andiamo a casa!"


Il cielo nero si apre e i primi goccioloni iniziano a bagnarli proprio nel vialetto infiorato. Per un istante Jim vorrebbe prendere il suo ragazzo a braccetto, stringerlo forte ma, alla fine, si limita a camminargli davanti dandogli le spalle.

"Va a dormire, Colin!"

Cerca di liquidarlo, di archiviare quell'assaggio del loro mondo antico che ha riaperto la cicatrice di un futuro infranto.

Vuole restare da solo a rimpiangere quelle promesse che sembravano solide e sicure e che, adesso, sono inconsistenti ed insidiose come sabbie mobili.

Non sa Jim che, immobile sul secondo gradino sfalsato, Colin lo sta osservando di nascosto: ha visto le due dita di scotch che si è appena versato e la cornice, con una foto di lui in tenuta da basket, che regge con la mano libera.


"Non sarò mai come tu mi vorresti, vero?"

L'imbarazzo di essere stato colto in fallo porta Jim a mettersi sulla difensiva, a tentare, maldestramente, di schivare il confronto.

"Va di sopra Colin!"

La risposta è accalorata e vivace: uno strappo deciso gli sfila il bicchiere dalle mani e goccioline bronzee stillano sul pavimento.

"Parla con me, papà. Urlami contro, tirami uno schiaffo se ti fa star meglio ma non ignorarmi più. Sono stanco di essere soltanto un fantasma nelle vite di molti, di essere un miracolo ma, anche, un alieno!"

Un boato cupo romba nel cielo e Colin, travolto dalle emozioni, è costretto ad appoggiarsi al piano cottura mentre il vetro sfasato va ad infrangersi sulle mattonelle.


Le cose si rompono in continuazione: i piatti, i bicchieri, le promesse. I cuori.

Quei cocci suonano come una sveglia per Jim. Vorrebbe chiamare il Dottor Brown, portare suo figlio in ospedale ma il sorriso stiracchiato di Colin gli fa capire che basta lui.

Lo fa sdraiare sul divano e gli si siede accanto, non più cactus pronto a difendersi con corazze e spine ma tulipano pronto a dischiudersi al sole.

E anche Colin è pronto ad aprirgli il suo cuore, a costo di venir ferito.

"Te lo ricordi il nostro ultimo momento così, la sera prima che andassi in ospedale?"

Sono pronti ad abbandonare il loro deserto, a lasciare la loro corazza perché un cuore chiuso non permette ad alcunché di entrare: né a gioie, né a tenerezze e condivisione.

"Ti ho confidato le mie paure quella sera ma tu non mi hai voluto dire le tue. Io sono ancora bloccato da questo gigantesco punto interrogativo che abbiamo davanti a noi, da quello che succede dentro di me e intorno a me. Io ho bisogno anche di te per farcela per davvero, papà!"

Questa volta, invece che perdersi nei suoi desideri come dietro a stelle cadenti, Jim è determinato a mantenere tutte le promesse.

Anche quelle più piccole, quelle che si fanno la sera prima di addormentarsi e poi si dimenticano.

Si porta al petto la testa di Colin e la bacia convinto che, da oggi in poi, riuscirà a proteggerlo e a rispettarlo per davvero.

   
 
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