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Autore: Gremilde    25/07/2016    4 recensioni
Questa è la prima fanfiction che scrivo e che decido di pubblicare sugli shugo chara. E' una storia che sto scrivendo con l'aiuto delle mie sorelline, anche loro appassionate dell'anime.
Non posso dirvi se all'interno della mia storia ci saranno degli spoiler. Non conosco il manga e dell'anime ho visto solo una parte. Questo racconto, è nato dopo aver visto Ikuto stare male per colpa dell'energia X contenuta nel suo violino. Non ho ancora visto cosa accadrà da lì in poi... Questo è ciò che immagino io...
Genere: Fantasy, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Amu Hinamori, Ikuto Tsukiyomi, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Frammenti
 

Dopo la purificazione del cuore di Ikuto dai semi neri, erano trascorse alcune settimane di “silenzio” da parte della Easter; nell’aria non si avvertiva più la presenza dell’Energia X ed i Guardiani non avevano più subito attacchi.
Takuumi e Sakura erano molto preoccupati per questo: immaginavano che i loro nemici di sempre stessero preparando una specie di “attacco finale”, temevano per la vita dei loro giovani amici ed avevano deciso di intensificare le sessioni di allenamento dopo scuola per prepararli al meglio delle loro possibilità.

Dopo le riunioni al Royal Garden e dopo aver terminato i loro compiti, i Guardiani ed il resto del gruppo, si riuniva a casa dell’Oracolo per continuare gli allenamenti.
- Bastaaaaaaaaaaaa!!! – urlò Yaya dopo l’ennesima caduta – Io sono stanca… - ed iniziò a battere i piedi, in modalità “bimba capricciosa” – Sono stanca! Sono stanca! Sono stanca!
- Siamo tutti stanchi. – la zittì Utau, glaciale come sempre – Ma l’unica che spreca energie preziose sei tu, poppante!
- Non sono una poppante! – si offese la Guardiana gonfiando le guance.
- Sì che lo sei. – continuò a punzecchiarla la Shugo Chara di Lulu – Ti comporti come una bimbetta.
- Adesso smettetela. – li interruppe Tadase osservandoli severo – Non ci porterà da nessuna parte fare i bambini capricciosi.
- Siete tutti cattivi con me… Buaaaaahhhhh!!! – scoppiò a piangere disperatamente Yaya, imitata dalla sua Chara.
- Ragazzi… - li richiamò Sakura portando la merenda – Perché state litigando? – li osservò – Perché Yaya e Pepe stanno piangendo?
- Perché sono cattiviiiiiii… - si lamentò Yaya tirando su con il naso – Mi hanno detto che sono una poppante. Ed hanno offeso Pepe.
Takuumi alzò gli occhi al cielo e sospirò: quando erano stanchi, tutti si comportavano da poppanti. L’unico che non si lamentava mai, era suo nipote Ikuto.

Sakura, dopo aver posato il vassoio a terra, prese posto al fianco di Yaya e, con voce dolce e gentile fece calmare sia lei che Pepe.
- Non mi piace vederti piangere, piccolina… - le disse accarezzandole i capelli – Tu e Pepe siete molto forti ed il vostro aiuto nella squadra è prezioso. – le sorrise – Però… a volte è vero… Sei capricciosa, nessuno qui si diverte. Siamo tutti stanchi e spaventati, sai?
- Io…  - mormorò colpevole.
- Non è divertente per me farvi stancare in questo modo. – continuò zittendola – Ma sono in gioco le nostre vite e quelle delle persone che amiamo.
Le lacrime scomparvero subito dai volti di Yaya e Pepe, la ragazzina arrossì rendendosi conto di quanto il suo comportamento infantile avesse messo in pericolo i suoi amici e, a testa bassa, chiese scusa per le bizze fatte a causa della stanchezza.
Takuumi sorrise e, per smorzare la tensione che si era creata, disse:
- È umano avere momenti di debolezza. Tutti ne abbiamo.
- Parla per te, zio. – sogghignò Ikuto guardandoli.
- Non fare il superuomo. – lo derise con dolcezza la sorella – Anche tu hai momenti di debolezza – e girò la testa ad indicare Amu seduta con la schiena appoggiata al muro.
- Confettino? – fece un sorriso sarcastico Ikuto raggiungendola – Nooo… Lei non è una debolezza… - osservò le sue labbra morbide – Più che altro è una tentazione. – e si chinò a baciarla brevemente.
Amu appoggiò le sue mani sul torace di Ikuto e lo allontanò con forza, era diventata rossa come un pomodoro maturo.

Balbettando parole senza senso, si alzò e si allontanò dal “fidanzato” raggiungendo le sue amiche che stavano bevendo il succo di frutta fresco portato da Sakura.
- Amu, perché sei arrabbiata? – le domandò Rima dopo averla osservata in silenzio per alcuni minuti.
- Cosa ti fa credere che sia arrabbiata? – sbuffò la Jolly ruotando gli occhi al cielo.
- Perché sei rigida, non sorridi e non guardi negli occhi nessuno. – rispose elencando le risposte sulle dita Nagihiko.
- Ufh! – si strinse nelle spalle lei – Forse sono solo stanca. – cercò di mentire, ma l’arrivo di Ikuto le impedì di continuare.
Il ragazzo si era seduto alle sue spalle e, dopo aver fatto scorrere le sue gambe ai lati del corpo di lei, l’aveva abbracciata dicendo:
- Sei arrabbiata con me ed Utau, vero? – le chiese con le labbra contro il suo collo.
Gli occhi di Amu si chiusero lentamente e le sue labbra si schiusero in modo naturalmente sensuale, quella carezza sul collo era eccitante, e il suo giovane corpo fu percorso da una cascata di piccoli brividi di piacere.
Amu, sospirando beatamente, si appoggiò contro il petto di Ikuto, e rispose:
- Sì. Non mi piace essere considerata né una tentazione né una debolezza.
- Era solo uno scherzo, cognatina. – le sorrise Utau con dolcezza, da quando frequentava Kukai si era addolcita ed aveva accettato il fatto che Amu e suo fratello formassero una bella coppia.
- Di pessimo gusto però. – intervenne Takuumi – Non dovete perdere tempo a punzecchiarvi o prendervi gioco l’uno dell’altro ragazzi. – spiegò loro con pazienza – La Easter è molto brava ad insinuare il tarlo del dubbio nelle vostre menti. Dovete imparare a proteggervi.
- E come possiamo fare? – domandò interessato Tadase.
- Non è semplice come sembra Tadase. – rispose incrociando le piccole braccia sul petto Maki – Alcune persone impiegano anni per riuscire a distinguere menzogna e verità.
- Ed altre non imparano mai. – concluse Sakura osservando Kuroi che dormiva al sole.
- Non pensiamo ad Otsune proprio in questo momento. – le sorrise Takuumi – Non abbiamo tempo per lei.
- Non mi sembra giusto però. – miagolò la Maneki Neko – Anche lei ha bisogno di essere aiutata.
- Sono d’accordo con Chobi, - annuì Yoru – non è stata così cattiva con il mio Ikuto.
- Sappiamo che può essere salvata. – sorrise agli Shugo Chara presenti la Custode – Ma non è il momento questo. Dobbiamo prima insegnare ai vostri portatori molte cose, poi faremo di tutto per strapparla dalle grinfie della Easter.
- Potremmo avere un alleato, sai zia? – mormorò dopo qualche minuto di silenzio Ikuto.
- Chi? – domandò curiosa Ran.
- C’era una guardia gentile. – raccontò Ikuto ad occhi chiusi, ricordare gli procurava rabbia e dolore; ma abbracciato al suo Lucchetto riusciva a parlare – Ricordo che era un medico militare. Ho notato, nei rari momenti di veglia, che tra loro c’era qualcosa.
- Ottimo Ikuto. – sorrise Sakura – Sapresti descriverlo?
- Mmh… - scosse la testa.
- Però potrei aiutarlo io. – si fece avanti Miki – Potrebbe disegnarlo.
- Mi sembra un’ottima idea Miki. – annuì Takuumi – Vediamo mio nipote trasformato con te.
- Ma neanche per idea. – scosse la testa blu Ikuto – Non se ne parla.
- Cos’hai paura, gattaccio? – lo sfidò Tadase – Tutti noi abbiamo imparato a fare la trasformazione con gli altri Shugo Chara. Forse tu non sei abbastanza bravo.
- Maledetto principino! – soffiò Ikuto a mo’ di gatto.
- Ragazzi! – urlò Suu che non sopportava tutta quella tensione – Basta per favore… Chobi…
- Miaaaooowwww… - svolazzò la Shugo gattina – Sakura, portiamo un po’ di serenità?
- Sì, Chobi, ma facciamo un chara change. Non abbiamo tempo per una trasformazione.
- Ufffffhhh… - sbuffò la Maneki Neco che, nonostante non fosse d’accordo, fece la chara change con la sua portatrice, riuscendo così a ristabilire la serenità che era andata smarrita.

I Guardiani e gli Alleati sorrisero riconoscenti, Chobi e Sakura avevano alleggerito i loro cuori dal nervoso causato dalla stanchezza.
- Grazie sensei. – sorrise Yaya abbracciandola.
- Prego piccolina. – la baciò sulla nuca Sakura – Adesso… Ikuto, per favore, fai la chara trasformation con Miki. È importante.
- Lo trovo umiliante. – sbuffò il ragazzino alzandosi poi, puntando i suoi occhi su Miki, continuò – Spero tu non mi faccia vestire in modo ridicolo, altrimenti me la pagherai piccola pittrice.
- I miei abiti non sono mai ridicoli! – si arrabbiò Miki perdendo la sua proverbiale calma – Anche se sei il portatore dello shugo chara che mi piace, non hai nessun diritto di parlarmi così sai Ikuto?
- Mi… Miki? – balbettò Yoru diventando rosso come un pomodoro maturo – Da… Davvero ti piaccio? – chiese incerto.
- Sì… - annuì lei abbassando il viso, imbarazzata dalla situazione.
- Mmmmiiiaaaaoooowwww… - singhiozzò Chobi – Lo sapevo che sarebbe finita così…
- Ma come siamo melodrammatici oggi. – sospirò Takuumi, aveva notato che Ritmo guardava con occhi dolci la piccola Chobi, ma lei si era fissata con lo shugo gattino senza guardarsi intorno.
- Ok… - si alzò Sakura sospirando – Adesso basta perdere tempo, il mio intervento non è stato sufficiente; abbiamo bisogno di qualcosa di più… - gesticolando con le mani, lasciò la frase in sospeso, poi continuò - Amu, Suu occorre il vostro intervento per favore.
- Sì, sensei! – risposero in coro trasformandosi in Fiore Amuleto.
- Ma quanto malcontento che c’è in questa stanza… Amori incompresi… Gelosia… - la Jolly scosse la testa in segno di disapprovazione; poi si guardò intorno usando il potere di Suu – Diamo una bella pulita… - facendo comparire tra le sue mani la frusta per i dolci, Fiore Amuleto, iniziò a girare su se stessa dicendo – Girandola di Miele… - e la stanza si riempì di energia positiva, scacciando il malcontento che si era creato in un attimo.
Amu e Suu sciolsero la chara trasformation sorridendosi, poi Suu tornò dagli altri shugo chara felice di aver reso l’atmosfera meno tesa.

Sakura chiamò con un gesto Chobi, aspettò che la shugo chara si posasse nel palmo della sua mano e poi le disse mormorando:
- Non ti sei resa conto che c’è uno shugo chara che è innamorato di te, gattina bella?
- Sinceramente no, Sakura. – scosse la testa facendo tintinnare i campanellini – Chi è? – chiese, poi si girò ad osservare i presenti, solo uno aveva alzato la testa al suono dei suoi campanellini – Ritmo? – sorrise mandando la testa di lato.
- Ooh sì… - annuì Sakura sorridendo – Sento il suo cosmo brillare ogni volta che ti è vicino.
- Ed io son stata così sciocca e cieca. – mormorò sconsolata.
- Piccola gattina, va da lui e parlargli. Non è tardi. È l’unico che è stato affascinato dal suono dei tuoi campanelli.
- Già… - sorrise la shugo chara arrossendo deliziosamente – Grazie Sakura.
La Guardiana sorrise, lasciò andare Chobi e raggiunse il gruppo che la stava aspettando.
- Amore, siamo pronti. – la accolse Takuumi tendendole la mano – Ikuto, dopo aver parlato con Miki e Amu, ha deciso di fare la trasformazione.
- Ottimo. – annuì Sakura chinandosi a baciare Takuumi, aveva bisogno del contatto delle sue labbra quasi come aveva bisogno di respirare.
- Facciamolo adesso. – sbuffò Ikuto, fingeva indifferenza però era “emozionato”, era la prima volta che si trasformava con uno shugo chara che non era Yoru.
- Lascia che il mio potere entri in te, Ikuto. – lo rassicurò Miki – Non avere paura, nessuno vuole farti del male.
- Lo so. – annuì il ragazzo – Sei pronta Miki?
- Pronta! – sorrise incerta la piccola artista.
- Bene… - Ikuto tolse dalla scollatura della maglietta la Chiave, si portò le mani sul cuore e, mimando il gesto di un lucchetto che si apre, disse  – E adesso cuore mio… Schiuditi…
Miki, sorridendo in modo gentile, raggiunse il proprio uovo con i simboli del seme di Picche, si chiuse dentro e raggiunse il centro del cuore di Ikuto.
Il corpo del ragazzo, fu avvolto da una luce blu che sfumò dall’azzurro all’indaco, alla fine della trasformazione, Ikuto indossava un abbigliamento da pittore bohemien: pantaloni neri che fasciavano le sue gambe; una maglietta aderente nera con lo scollo tondo ed una camicia nera portata a mo’ di giacca, in tessuto trasparente che gli arrivava fino alle ginocchia dove spiccata il simbolo del picche di Miki.
Le mani erano fasciata da un paio di guanti neri con le dita libere, nella mano destra aveva un blocco per disegnare e nella sinistra una matita.
- Chara trasfmormation… - dissero in coro – Picche Bohemien…
Dal gruppo dei Guardiani si alzarono delle ovazioni, tutti erano stupiti della trasformazione.
- Ikuto… - parlò Amu con un sorriso incerto – Sei ancora più bello chara trasformato con Miki.
- Grazie confettino. – sorrise lui seducente, le ragazze presenti gemettero estasiate.
I ragazzi presenti sbuffarono improvvisamente gelosi dello charme e dell’aspetto di Ikuto/Miki. Anche loro si erano trasformati con l’artista di Picche, ma nessuno aveva ottenuto un aspetto gradevole come il suo.
- Smettetela di fare i bambini. - gemette ruotando gli occhi al Cielo Sakura – Ikuto è la chiave; ha molto potenziale, è solo un pigro. Se si allenasse come fate voi, con costanza e dedizione, sarebbe molto forte.
- Grazie zia… - rispose flemmatico il ragazzo.
L’Oracolo sorrise ai presenti, poi pregò Ikuto di iniziare a fare il disegno. Il ragazzo tracciò sul blocco da disegno un ritratto particolareggiato di Haru; lavorare con Miki era molto bello e lei riusciva ad usare a pieno la spiccata vena artistica del ragazzino.
Quando spirito e portatore si separarono, avevano entrambi il fiatone.
- Grazie Ikuto… - ansimò Miki inchinandosi – Ho sentito la tua vena artistica mescolarsi alla mia.
- È stato bello. – sorrise lui – Ma stancante.
- È normale. – annuì Takuumi – Miki non è il tuo shugo chara, trasformarti con lei è molto faticoso per tutti fuorché Amu.
- Il mio confettino. – le sorrise teneramente lui facendola arrossire.
- Sensei scusate. – parlò Rima – Si sta facendo tardi, dovrei tornare a casa.
- È vero, - annuì Yaya – anche io.
- Ma certo. – sorrise loro Takuumi – Andate pure.
- Sakura, posso chiamare a casa e chiedere di potermi fermare ancora? – domandò Amu.
- Certo tesoro. – le strizzò l’occhio l’Oracolo – Chiedi se puoi fermarti a cena. Come sai, ancora Ikuto non può uscire.
- Ma io… -balbettò salutando gli amici che andavano via – Non vorrei disturbare.
- Non disturbi, nipotina. – rise felice Takuumi – Stasera cucino io.

Una smorfia attraversò il volto di Ikuto, che distogliendo lo sguardo, disse:
- Lo zio non sa cucinare.
- Hai ragione Ikuto. – sospirò Sakura – Lo aiuto io in cucina… Voi riposate… 
- Posso portare Amu nella stanza della musica? – domandò Ikuto – Vorrei farle sentire come suono il pianoforte.
- Certo. – strizzò l’occhio Takuumi – Mi dispiace per il violino di tuo padre, Ikuto.
- Sono certo che riusciremo a salvarlo, zio. – scosse le spalle lui salendo le scale con Amu in braccio.
- Aaaahhh! – strillò lei – Ikuto lasciamiiiii!!!
- Mai! – soffiò come un gatto lui – Mai confettino! – e la baciò voracemente, togliendole il fiato.
Amu chiuse gli occhi e si aggrappò alle spalle di Ikuto, rispondendo al bacio senza timore, cercando la lingua di Ikuto con la propria, famelica di lui quanto lui di lei.
- Mia… Mia! – le mormorò sulle labbra stringendola contro il suo petto – Sei mia Amu.
- Ahia… - si lamentò lei, spaventata dall’ardore del suo fidanzato – Ikuto mi stai stritolando…
Il ragazzo si riscosse, lasciò andare Amu facendola cadere pesantemente a terra, mormorando:
- Io… Scusa Amu. Non so cosa mi sia successo.
La ragazzina stava per rispondere che non era successo niente di grave, ma si zittì notando qualcosa di strano brillare nella tasca dei pantaloni di Ikuto.
- Amu. – la scosse lui – Ehi, ti ho chiesto scusa. Perché non mi parli più?
- Co… - balbettò indicando la tasca – Cosa è quello?
- Forse che sono felice di vederti? – rise lui facendola gridare imbarazzata.
- Sei un cretino! – gli urlò balzando in piedi come se l’avessero punta – Un cretino con la C maiuscola!
- Eddai che stavo scherzando. – sorrise serafico – Cosa hai visto di strano nella mia…? – e non finì la frase, aveva abbassato lo sguardo ed aveva finalmente notato lo strano oggetto che aveva attirato l’attenzione di Amu.
- È quello che sembra? – domandò lei.
- A quanto pare. – rispose laconicamente lui.

I due ragazzi restarono per qualche secondo in silenzio ad osservare l’uovo che era comparso magicamente nella tasca dei pantaloni di Ikuto.
Al piano di sotto, Sakura non si sentiva tranquilla, avvertiva qualcosa di strano in casa e quando l’Amber Egg iniziò a brillare di luce purpurea capì che i Chiave e Lucchetto erano in serio pericolo.
- Amore. – la chiamò Takuumi – Che succede?
- Un uovo nero. – parlò voltandosi a guardarlo, i suoi occhi erano vacui, stava parlando con la voce dell’Amber Egg – Presto, fermatelo prima di farlo schiudere, devo esaminarlo.
- Uovo nero? – ripeté Takuumi smettendo di tagliare le verdure – Ma smettila di prendermi in giro, amore. Sono secoli che un uovo ne…
- Zitto umano! – tuonò in risposta Sakura, la sua voce risuonò dalla profondità dei secoli – Non sono la tua donna, uso la sua voce per farmi capire da te. Va dalla Chiave. Sbrigati!
- Io… - sobbalzò l’Oracolo spaventato – Va… Vado immediatamente.
Takuumi corse verso le scale e le salì a due alla volta, trovando Ikuto ed Amu fermi nel mezzo del corridoio.
- Zio! – lo chiamò Amu sollevata.
- Ehi zio… - gli sorrise Ikuto – Perché quella faccia preoccupata?
- Chi di voi due ha un nuovo uovo?
- Io. – si strinse nelle spalle il ragazzo – Perché?
- Mi è stato chiesto di non fartelo toccare, prima deve essere esaminato.
- Perché? – domandò sbuffando Ikuto – Cosa succedere, la tua Sakura non si fida di me?
- No, anzi, tutt’altro. – scosse la testa Takuumi – Lei è preoccupata per te.
- Hm? – mugolò mandando la testa di lato il ragazzino – Perché?
- Ho capito! – batté il pugno sulla mano aperta Amu – Potrebbe essere un uovo X.
- Un attacco della Easter!? – sobbalzò Ikuto rendendosi conto del pericolo – Ma come, la vostra abitazione non era a prova di magia nera? – chiese sogghignando.
- Forse sei tu ad avere ancora dei canali aperti con loro. – replicò punto sul vivo Takuumi.
- Smettetela! – intervenne nuovamente la Jolly – Siete ridicoli. Andiamo immediatamente da Sakura.
- Ok… - mormorarono in coro zio e nipote.

Sakura stava camminando nervosamente in salotto, era ancora sotto l’influsso dei poteri dell’Amber Egg e non tollerava di non avere libero arbitrio del suo corpo.
- Sensei… - la chiamò Amu – Siamo qui.
- Bene. – sorrise brillando di luce ambrata – Ikuto… Vieni da me, per favore.
- Eccomi. – il ragazzino la raggiunse, la Custode estrasse dalla tasca l’uovo nero e lo osservò a lungo in silenzio.
L’Amber Egg lo scandagliò con i suoi ancestrali poteri, purificandolo dall’energia negativa di cui era stato cibato, mostrando a tutti i disegni di stelle e note musicali che ne abbellivano il guscio.
- Adesso l’uovo è pulito… - parlò dolcemente la Custode passando l’uovo all’Oracolo – E’ vissuto dentro il cuore di Ikuto per tanto, tantissimo tempo. L’Energia X lo aveva imprigionato ed è riuscito a nascere solo ora che la nostra Chiave è stata purificata.
- Perché non mi hai permesso di toccarlo prima? – domandò Ikuto offeso – Non ti fidi di me?
- Certo che sì. – sorrise Sakura – Ma l’uovo era sporco di energia negativa, il povero shugo chara al suo interno stava soffrendo terribilmente. Scusa i miei modi bruschi, Chiave. – mormorò la Custode tornando lentamente in sé.
Sakura si appoggiò alla spalliera del divano ondeggiando, sbattendo più volte gli occhi mise a fuoco i presenti dicendo:
- Cosa è successo?!
- Hai interagito con l’Amber Egg. – sorrise Takuumi portandole del succo di arancia.
- Eeeeeeeeeeehhhhhhhhh! – urlò sgranando gli occhi – Sono anni che provo a farlo!
- Lo hai fatto per Ikuto. – spiegò Amu – Ha un nuovo shugo chara.
- Veramente? – sorrise Sakura stanca – I poteri dell’Uovo Ancestrale sono devastanti, mi sembra di essere stata calpestata da una carica di elefanti.
- Povero amore mio… - la abbracciò con dolcezza Takuumi.
- Dopo cena, un bel bagno caldo non me lo toglie nessuno. – sorrise ancora lei – Ikuto, possiamo vedere il tuo uovo? Si è schiuso?
- Non ancora zia. – scosse la testa – Però l’uovo è molto più bello ora rispetto a prima.
- Già. – annuì Amu – Prima era tutto nero. Sembrava cattivo. – rabbrividì.
- Energia X. Anni di Energia X…  - sospirò affranta Sakura.
- Non essere dispiaciuta… - mormorò una vocina soave – Adesso sto bene. – l’uovo che Ikuto teneva tra le mani si schiuse, mostrando un esserino in tutto e per tutto uguale a lui soltanto vestito di chiaro, con i capelli neri a spazzola e gli occhi azzurri come laghi di montagna.
Lo shugo chara appena nato, si guardò curiosamente intorno, indossava un paio di jeans aderenti ed una camicia celeste che brillava di centinaia di piccole stelle. Aveva un sorriso sincero, ed in mano stringeva uno scudo rotondo con disegnata una costellazione.
- Ben arrivato piccolo. – sorrise Sakura facendo un leggero inchino – Come ti chiami?
- Il mio nome, signora, è Scutum… - rispose con la sua voce soave brillando – E rappresento il desiderio di Ikuto di proteggere e brillare.
- Scutum. – mormorò a bassa voce Takuumi – Porti il nome di una Costellazione nella Via Lattea.
- Esatto, signore. – annuì facendo scintillare la camicia – Sono felice di essere nato dopo la purificazione. Il mio alter ego, Beta Scutum è nero e cattivo.
- Com’è carino! – squittì Amu – Non vedo l’ora di vederti chara trasformato con lui, Ikuto.
- Non succederà confettino. – bofonchiò il ragazzo incupendosi – Io un tipo tutto lustrini e buone maniere?
- Io e te saremo molto forti, caro Ikuto. – gli sorrise – Altro che quel gatto spelacchiato che è sempre a poltrire in giro.
- Ehi, come ti permetti di…? – iniziò Yoru offeso.
- Perché non è vero? Sei sempre in giro a bighellonare. – lo osservò mandando la testa di lato.
- Miaooowww! – soffiò risentito lo shugo chara gattino – Ma chi ti credi di essere?
- Il protettore di Ikuto! – rispose rapido Scudum.
- Mancava un altro shugo chara attacca brighe. – sospirò Maki, elegante nel suo abito blu notte.
- Non disperare Maki, - sorrise Sakura dopo che lei si fu seduta sulla sua spalla – vogliono entrambi essere maschi dominanti; ma non hanno capito che qui l’unica che comanda sono io.
- Oh beh. – rise Arashi – Molto presto impareranno, Custode.
- Arashi… - lo chiamò vicino e lo baciò con dolcezza sulla nuca, il ninja arrossì e si nascose dietro il suo portatore.
- Custode sei tremenda. – squittì Maki – Povero il mio Arashi!
- Tuo?! – rise dolcemente Sakura – Visto che avevo ragione, Takuumi? La mia chara della musica è innamorata del tuo ninja.
- Ed è ricambiata. – mormorò Arashi facendosi coraggio, adesso c’erano troppi shugo chara che svolazzavano attorno alla sua Maki.
I due shugo chara, si presero per mano e volarono in giardino parlottando tra loro a bassa voce.
- Bene. – rise Takuumi – Che ne dite di ordinare una pizza? Con l’arrivo di Scutum abbiamo smesso di cucinare.
- Io… - parlò Amu – E’ molto tardi, e dovrei tornare a casa.
- Confettino… - Ikuto mimò un broncio, ma durò poco perché disse – Posso accompagnarla a casa?
- Sì. – annuì Sakura – Ma non restare da lei. Scutum e Yoru verranno con te.
- Va bene zia.
In silenzio, i due ragazzi lasciarono casa Miraboshi tenendosi per mano, felici di poter passare un po’ di tempo soli.

Ikuto fu di parola, accompagnò Amu a casa e le dette un lungo bacio di commiato, poi facendo la chara change con Yoru, tornò a casa degli zii saltando come un gatto da un tetto all’altro.
Mentre si stava concentrando sul paesaggio circostante, una serie di flashback gli affollarono la mente, facendogli perdere l’equilibrio.
- Cos’è stato Ikuto? – domandò Yoru spaventato.
- Ricordi di qualcosa. – spiegò il ragazzo scuotendo la testa – Mi torneranno in mente a tempo debito. – guardò i due shugo chara – Forza, torniamo a casa ho fame.


Angolo dell'autrice:

Chiedo scusa per l'imperdonabile ritardo e per avervi fatto preoccupare...
Dal cuore ringrazio chi mi è stato vicino, chi ha speso un attimo del suo tempo per me... Per salutarmi, raccontarmi... Farmi sapere che non sono sola e che ho persone meravigliose vicino con le quali parlare e confrontarmi... Grazie a chi legge la mia storia. A chi mi dedica del tempo per commentare... A chi l'ha messa tra i preferiti o da seguire... A tutti GRAZIE per il calore e la vicinanza... Nel prossimo capitolo i frammenti di ricordi che ha avuto Ikuto diventarenno reali e non solo lui ricorderà in che modo Amu in veste di Lucchetto è riuscita a "purificare" il suo cuore dal terzo e più pericoloso seme nero... ^_^

   
 
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