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Autore: aboutamoonlight    25/07/2016    0 recensioni
Eravamo giovani, eravamo innamorati.
Genere: Angst, Fluff, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Istantanès pt.2.

 


Quatrième

There is no other place that I would rather be

Than right here with you tonight

Toc. Toc.

Aprii la porta piano. Gaetano. Bene. Nemmeno in un'altra stanza ero in salvo a quanto pareva.

" Che ti serve?"

Ero la gentilezza fatta persona, dovetti ammetterlo.

" Mi chiedevo come si stesse senza me in stanza. Uh hai la tv!"

" Da voi non c'è?"

" Non funziona l'antenna."

" Devo dire che per essere un albergo nel centro di Lione stanno messi abbastanza male. Nel mio bagno manca uno specchio!"

" Beh stai bene anche senza trucco. Comunque, sei pronta?Andiamo in un ristorante a cinque stelle stasera."

" Fai sul serio? "

" Uh si, c'è un McDonald's a tre passi da qui."

Misi il broncio e poi sorrisi.

" Almeno prenderò un buon milkshake."

Il suo telefono cominciò a squillare così entrai nella mia stanza per prendere le ultime cose ed ascoltarlo mentre riempiva la sua ragazza di " amore mio" e " mi manchi."

Presumo non dovessi aspettarmi un diverso approccio soltanto perché aveva fatto una battuta su una cavolo di doccia appena ieri. Era pur sempre la sua ragazza, l'amava.

Sentii appena suo fratello tirarmi per la manica del mio giubotto di jeans.

" Sei bella."

Risi e mi accovacciai.

" Sei bello anche tu Peppe. Andiamo?"

Lo presi per la mano mentre il più grande chiuse la telefonata e ci guardò in modo strano prima di chiudere anche la porta della mia stanza, porgermi le chiavi e sorridere.

" Ci aspettano giù."

" Come sta la tua ragazza?"

" Si, come sta Mary?"

" Si chiama Maria?"

" Marianna. Sta bene."

" Da quanto state insieme?"

" 3 anni."

" Ha la tua stessa età?"

"Più piccola."

" Ai tuoi genitori piace?"

" Cos'è un interrogatorio?"

" A mamma non piace. Dice che è troppo perulante."

" Petulante Giuseppe, non perulante" lo corresse il fratello maggiore.

" Quello."

Risi e lasciai che balzasse in braccio al padre appena lo vide aspettarlo in fondo alle scale. Gaetano invece aspettò che io scendessi per poi sussurrarmi, cito : " questi jeans ti fanno un bel culo."

La mia faccia shoccata dovette preoccupare non poco mio padre che mi chiese cos'avessi che non andava.

" Sto bene" balbettai guardando in faccia Gaetano che ghignava dietro alle spalle di mia madre.

Stronzo, coglione.

Io e lui rimanemmo indietro pochi minuti dopo.

" Stronzo."

" Chiami stronzi tutti i ragazzi che ti fanno un complimento?"

" Solo quelli che hanno una ragazza che li aspetta a casa e poi sai  non mi piace essere trattata come un oggetto in mostra."

" Pemalosa poco."

Sorrisi della sua faccia sorpresa prima di chiedere se volesse tornare da lei.

" Certo che vorrei tornare da lei, ma qui mi sto divertendo un casino e non è così disgustoso passare del tempo con te."

" Non così disgustoso... wow, sono lusingata."

" E io che pensavo ne fossi onorata! Che dispiacere. Il mio cuore è molto molto ferito adesso."

Roteai gli occhi prima che entrassimo al McDonald's e ordinassi il mio milkshake.

Mi chiamai illusa la sera stessa, da sola in quella camera d'hotel, perché adesso sapevo che avesse una ragazza a cui teneva davvero e nonostante tutto pensai " si diverte a passare del tempo con me, si diverte con me."

Cinquième

While she waits up,

You chase down the newest thing,

And take for granted what you have.

" Rue St Jean. E' bellissimo qui!"

"Mamma guarda quel cannone! Lo compriamo?"

" Peppe costa cinquecento euro.Certo che no."

" E dai!"

" Rosy, hai visto quei bracciali? Guarda come sono belli!"

" Sono bellissimi. Guarda quello con la rosa!"

" Bello vero?"

" Stupendo."

Mio padre chiamò dal fondo della strada per farmi ammirare i Traboules.

" Cosa sono? " chiese Nunzia.

" Una specie di passaggi segreti. Collegano una via ad un'altra. Venivano usati per l'esportazione della seta " risposi neutra.

"Oh, wow."

" Già."

" Dov'è Gaetano?" chiese mia madre.

" Non lo so, ora lo chiamo."

" Non c'è bisogno papà, è qui."

" Dov'eri?"

" Perso tra la gente. Qui il pavimento e i vicoletti sono tutti uguali."

Accennai un sorriso e lasciai perdere.

I brontolii di Giuseppe ci distrassero così come la nostra fame e il buon odore di verdure che veniva dalle porte spalancate di ostelli e tavolini lasciati ad affacciarsi in strada.

Più tardi, mentre ero seduta sulla panchina nel giardino del ristorante in cui avevamo appena finito di mangiare, si sedette accanto a me.

" Tutto bene?" chiese.

" Si, a te? Dentro fa un po' troppo caldo."

" Già. Ho un po' sonno, stanotte non sono riuscito a dormire."

" Perché non c'ero io in camera? " dissi scherzando.

I suoi occhi si illuminarono un po', poi abbassò lo sguardo e guardandosi le mani ammise: " forse. O forse per le urla di Giuseppe, sai. E' un peccato che non avessero due stanze matrimoniali!"

" E così ti sei abituato alla mia presenza in soli tre giorni. Wow."

Scherzavo ancora. Non gli avrei permesso d'entrarmi dentro. Non più di quanto non avesse già fatto.

Abbassai anch'io lo sguardo sulle sue mani e vidi al suo polso legato un bracciale di cuoio con un pugnale come pendente.

" Bello" commentai indicandolo. " L'hai comprato oggi?"

" Oh si, a proposito. Ne ho preso uno anche a te."

Si svuotò le tasche e ne fece uscire un bracciale nero in cuoio identico al suo solo che invece del pugnale portava una rosa come pendente. Oh no, per quanto ne sapessi, il pugnale proteggeva la rosa. Il pugnale e la rosa andavano insieme. Sempre. E lui aveva una ragazza. Oh no.

Lo legò al mio braccio e mi sentii improvvisamente sporca.

Lo tolsi due secondi dopo mettendoglielo tra le mani.

" Hai una ragazza che ti aspetta. Dovresti darlo a lei."

Scappai nel ristorante e raggiunsi i miei. Non avrebbe potuto fare nessuna mossa lì. Per oggi, ero a posto così.

La sera bussò alla mia porta tre volte. Tre volte lo ignorai.

Sixième

We were fate

"Dove stiamo andando Rosy?"

" Credo Bordeaux."

" Si, Bordeaux."

" E cosa andiamo a vedere?"

" Qualunque cosa c'è in strada come abbiamo fatto questi cinque giorni Giuseppe . Ora chiudi quella bocca?" disse Gaetano continuando a guardare fuori dal finestrino di quella macchina a sette posti. La pazienza non era mai stata il suo forte seppure si comportasse da perfettino del cavolo quale non era.

" Vedremo la Cattedrale di Sant'Andrea, poi i bellissimi giardini pubblici, la torre di Pey- Berland, il Pont de Pierre..."

" Ti sei mangiata la guida turistica stamattina?"

" No Gaetano, l'ho letta. Dovresti provare a fare anche tu qualcosa di impegnativo ogni tanto."

" Già, invece di continuare a chiamare Marianna alle cinque di mattina e litigare su ogni parola che ti dice. Se non ti piace più dillo e lasciala."

" Chi ha detto che non mi piace più? Ero solo nervoso."

"Oh e te la prendi con lei? Povera ragazza."

" Smettila di farti gli affari miei mamma."

"Nunzia, povera te" esclamai.

" Vero? Lo penso anche io."

Gaetano grugnì e mi scoccò un 'occhiataccia.

" Almeno sii indisponente con chi lo merita" suggerii.

" Oh lo sto facendo, fidati" sancì guardandomi dritto negli occhi.

Ah, era ancora offeso dal bracciale rifiutato. Beh io ero offesa dal suo comportamento, eravamo più che pari. Se avesse voluto fare pace avrebbe trovato il modo, o forse il destino già ce ne aveva procurato uno.

" Sono diponibili soltanto due matrimoniali e una matrimoniale più singolo."

" Le prendiamo, grazie. Gaetano e Rosaria, Io ed Enzo, Nunzia Peppe e Marco?"

Lo vidi indispettito mentre prendeva le nostre valigie e le portava in ascensore. Lo raggiunsi prima che si chiudessero le porte e afferrai quella rosa dalle sue mani.

" Faccio da sola."

" Come ti pare."

" Sei antipatico."

" Potrei dire lo stesso di te."

" Non potresti, io piaccio a tutti."

"A me no."

" Disse chi mi voleva regalare un bracciale da settanta euro."

"I soldi non sono mai stati un problema per me" affermò con quell'aria boriosa che avrei tanto voluto togliegli dal viso.

" E' il nostro piano, a meno che tu non voglia replicare la scena del bacio in cinquanta sfumature di grigio."

" Cos'è un' offerta?"

" Che non rifiuteresti" disse convinto e si affrettò ad aprire la porta della camera dopo avermi rivolto un ghigno. Borioso, freddo e arrogante. Però quanto avrei voluto baciarlo.

Corsi in camera e chiusi la porta del bagno dietro di me prima che potessi anche solo commentare la stanza.

" Faccio per prima la doccia, tra mezz'ora dobbiamo essere giù."

" Stronza."

Risi e mi rilassai sotto il getto d'acqua fredda. Era divertente farlo incazzare ancora di più di quanto non fosse.

   
 
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