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Autore: redeagle86    23/04/2009    6 recensioni
Pareva quasi che la morte li avessi presi in adozione. Ed era una compagna di viaggio decisamente sgradevole. Perché la portava a fare pensieri strani, pensieri che mai avrebbe concepito prima. E tutto perché lui…lui non tornava.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ran Mori, Shinichi Kudo/Conan Edogawa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Più del sole

 

Vedeva ogni giorno la morte e ormai si era convinta

d’esserne diventata la compagna…

 

 

La mia prima one-shot su “Detective Conan” un anime che adoro!! È una storia vecchissima, che ho ritrovato facendo un po' di pulizia sul computer. Visto che Mediaset è tornata a trasmetterlo, la pubblico ora.

Leggete e commentate!

 

*******

 

La brezza leggera di quella sera d’agosto sembrava un dono del cielo dopo l’opprimente caldo che aveva stretto Tokyo nella sua cappa e pareva non aver la minima intenzione di liberarla. L’aria fresca, invece, concedeva una tregua, ventilando il paese e abbassando lievemente le temperature torride del pomeriggio.

Un rumore di fogli smossi spezzava il silenzio della camera: il vento proveniente dalla finestra aperta sfogliava il quaderno lasciato sulla scrivania, quasi ne stesse sbirciando il contenuto.

I compiti delle vacanze…quel tema non concluso…

I fogli si succedevano rapidi come se il vento avesse voluto scoprire la conclusione di quello scritto incompleto.

La stanza aveva assunto i toni dell’arancione, tinta dal sole ormai al tramonto.

Appoggiata con la schiena alla parete accanto ai vetri, la ragazza fissava quel tuorlo d’uovo, mentre colava lentamente nel suo sangue rosso. Ancora rosso. L’unico colore della sua vita.

Si portò dietro l’orecchio una ciocca castana, continuando a guardare il paesaggio.

Anche quel giorno suo padre aveva risolto l’ennesimo caso, anche quel giorno avevano assistito ad un omicidio. Un ennesimo, barbaro delitto.

E, come sempre, lei ora si chiedeva come fosse possibile che così tante persone decidessero di uccidere un loro simile, dove trovassero il coraggio per compiere un atto tanto terribile. Per lei era inconcepibile.

Forse lo era solo per lei.

Almeno a giudicare dal numero di omicidi che trovavano sulla loro strada. Pareva quasi che la morte li avessi presi in adozione.

Ed era una compagna di viaggio decisamente sgradevole.

Perché la portava a fare pensieri strani, pensieri che mai avrebbe concepito prima.

E tutto perché lui…lui non tornava.

E quel pensiero che da tempo girava nella sua testa, uscì prepotente, diretto, come un proiettile sparato nel buio di un vicolo deserto.

E se anche lui fosse…

No, non doveva pensarci, non era possibile…anche se ogni giorno trascorso senza sue notizie rendeva quell’idea più vicina al vero, anche se ogni giorno sembrava più difficile continuare a sperare.

Quand’era con gli altri si faceva vedere forte” aveva detto quell’uomo. “Ma quand’era sola non faceva altro che piangere…

Bhe, lei non era forte…non lo era mai stata. Soprattutto da quando lui era lontano. Anzi da quando pareva ancora più lontano.

-Shinichi…- sussurrò.

 

Conan chiuse la porta che aveva solo socchiuso.

Quando Ran era così triste, il cuore gli si stringeva in una fredda morsa e tenere la verità rinchiusa fra le labbra gli risultava una vera e propria impresa.

Sapeva bene d’essere la causa di quella tristezza e ogni volta che la vedeva così giù si pentiva di non essere partito per l’America con i genitori: era rimasto per lei, per confortarla nei momenti bui. Ma ogni volta che lei aveva bisogno di una spalla, lui non era in grado di consolarla. Se lui fosse stato lontano, lei non sarebbe stata costretta a convivere quasi quotidianamente con la morte.

Se lui fosse stato lontano forse…forse lei l’avrebbe dimenticato e sarebbe stata felice con un altro. Un altro che meritava quell’amore immenso che la ragazza riserbava per lui, per uno stupido che non si decideva a tornare.

Che aveva giocato a fare il detective una volta di troppo e che aveva pagato il suo impicciarsi a caro prezzo.

Bussò alla porta.

-Avanti.

-Ran, la cena è pronta.

-Grazie- rispose la giovane. –Conan?

-Sì?

-Sono così stanca…stanca di aspettarlo…di temere per la sua vita…perché non torna?

-Ran…

Cosa poteva dirle? Come poteva consolarla se era lui a farla soffrire?

-Ran...io…io…io sono…- Doveva farlo, doveva rivelarle tutto, perché smettesse di star male per lui. Per uno che non sapeva quando avrebbe finalmente mantenuto le promesse che aveva fatto. Uno che a volte disperava di poterle mantenere. –Io sono…

-Cosa?

Il bambino sospirò. Non poteva raccontarle la verità, non poteva metterla in pericolo.

Doveva conservare quel segreto. E cercare di alleviare il dolore della fanciulla che amava da sempre.

-Sono sicuro che se gli fosse successo qualcosa il tuo cuore lo sentirebbe.

-Tu credi?

-Sì…e sono certo che…manchi da morire anche a Shinichi…

I ciuffi di capelli castani e le lenti degli occhiali nascondevano i suoi occhi dallo sguardo di Ran. Ma si spalancarono quando due braccia lo avvolsero dolcemente in un tenero abbraccio.

E, finalmente, la vide sorridere.

-Grazie, Conan.

Un sorriso che splendeva più del sole.

 

FINE

 

Fa pena…me ne rendo conto.

Ma ogni volta che si scopre che è stato commesso un omicidio, Ran è sconvolta….così è nata l’idea di questa fanfic.

Un bacione a chi ha il coraggio di commentare! ^^

 

  
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